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Autore: 283    16/08/2018    3 recensioni
quando i più potenti malvagi di tutti i mondi si uniscono, i più grandi eroi dovranno combattere insieme per fermarli e salvare non un solo mondo ma il cosmo intero.
un mago, un faraone , un einherjar, un semidio , un cavaliere e una dragonessa. affronteranno le armate delle tenebre. riusciranno a cavarsela ancora una volta?.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Percy Jackson
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO
L’abisso del caos era il luogo più remoto del cosmo, un vuoto infinito al disotto di ogni cosa dove non esisteva né lo spazio né il tempo, l’origine dell’universo. Erano passati eoni dall’ultima volta che un abitante del cosmo vi era entrato; laggiù si potevano trovare soltanto le anime cadute nell’oblio, invece adesso, non uno ma quattro abitanti del mondo superiore lo stavano percorrendo.
Una barca scivolava silenziosa, lunga e stretta, fatta di canne e munita di una singola vela quadrata: era il genere di imbarcazione che si sarebbe potuta vedere sul fiume Nilo in Egitto. Tre shabti con corpo umano e testa di falco si affaccendavano sul ponte: uno muoveva il timone, un altro orientava la vela e l’ultimo immergeva un lungo remo decorato tra i flutti dell’abisso. Così la barca si muoveva, navigando su un mare invisibile e sospinta da un vento inesistente.
Quattro figure ciondolavano a prua: la prima era un uomo dall’aspetto giovane sulla trentina, aveva capelli neri e occhi rossi ardenti; il suo volto era sfregiato da molte cicatrici, le più evidenti erano una serie di fori sulle labbra come se fossero state cucite. Era vestito con un paio di jeans e una maglietta verde dei Red Sox di Boston, seduto sulla murata lasciava penzolare le gambe nel vuoto tamburellando con le dita sulla fiancata, annoiato: scrutava l’oscurità intorno a lui in cerca del suo obiettivo.
Dietro di lui un altro uomo era seduto a terra con la schiena appoggiata alla murata, anche lui sembrava piuttosto giovane; aveva capelli neri, ricci e un pizzetto ben curato ma i suoi occhi erano d’oro massiccio. Indossava una tunica bianca stretta in vita da una corda dorata. Nella mano destra impugnava una falce che, in quel momento, era impegnato ad affilare con una cote producendo uno stridio che riecheggiava come un tuono nel silenzio.
Un terzo uomo era appoggiato all’albero, sembrava più anziano degli altri due, sulla sessantina. Aveva capelli neri, pettinati in un ciuffo pieno di brillantina, e occhi neri calcolatori. Indossava dei jeans rossi, una maglietta rossa e una giacca di pelle rossa scarabocchiata di geroglifici. Era impegnato a pulirsi le unghie con un pugnale ricurvo ignorando ciò che succedeva intorno.
Il quarto e ultimo membro della strana compagnia camminava avanti e indietro sul ponte impaziente. Indossava una veste nera che svolazzava ad ogni suo movimento; la sua pelle era pallida come un cadavere, era pelato e i suoi occhi mandavano un bagliore rosso maligno. Al posto del naso aveva due fessure come i serpenti e nella mano destra teneva stretta una bacchetta nera come la pece.
Dopo alcuni minuti, in cui si udì soltanto lo stridio della cote, l’uomo senza naso si rivolse ai suoi compagni “siamo arrivati alla nostra destinazione?” chiese.
Senza voltarsi a guardarlo lo Sfregiato rispose “per la ventesima volta no! Non siamo arrivati!!”. Il Senza naso sbuffò e si voltò verso quello vestito di rosso “sei sicuro che le indicazioni erano giuste?”. Quest’ultimo sollevò lo sguardo dalle sue unghie e disse “il Libro di Toth non può aver sbagliato, la magia che ho usato per localizzare il nostro obbiettivo è molto complessa e potente ma sono sicuro di aver ottenuto la posizione giusta”. Senza naso aggrottò la fronte “quanto sicuro?”. Il Rosso agitò la mano in un gesto vago “circa il 60%”. Senza naso si indignò “60%!? 60%!? Abbiamo fatto tutta questa strada senza neanche avere la certezza di dove andavamo?”. L’uomo con la falce sospirò “sempre meglio del 50% no?”. Il Rosso annuì in accordo.
Il Senza naso si arrabbiò “non perderò il mio tempo con voi smidollati mentre Potter è ancora a piede libero!!!”. Lo Sfregiato alzò gli occhi al cielo “calmati Riddle e abbi un po' di pazienza”. Riddle si arrabbiò ancora di più “vi ò già detto di non chiamarmi Riddle!! Chiamatemi…..” “un bravo psichiatra?” chiese il Rosso. Riddle era sul punto di esplodere “ti consiglio di stare attento alla lingua Setne!! Scommetto che saresti una lumaca molto carina!!”. Setne ridacchiò “certo Lord Voldemort!! anche tu mi hai dato l’impressione di un criceto a dir poco adorabile!!”. Voldemort aveva uno sguardo omicida e alzò la bacchetta mentre Setne faceva comparire un bastone intagliato di geroglifici dal nulla. L’uomo con la falce sospirò “finitela voi due, non serve combattere ora, scommetto che gli eroi sarebbero felicissimi se ci annientassimo a vicenda”. Voldemort si girò verso di lui “davvero Crono? E cosa dobbiamo fare? Sederci e aspettare?”. Lo Sfregiato si voltò e sorrise “non ce ne sarà bisogno, siamo arrivati”.
Il gruppo si sporse dalla murata osservando lo spettacolo davanti a loro. A poche centinaia di metri di distanza, un drago nero grande come una collina fluttuava nel vuoto, addormentato.
In silenzio la barca si avvicinò; sulla testa del drago sedeva a gambe incrociate un uomo sulla quarantina, vestito con un’armatura dorata e tempestata di gemme. Sulla testa portava una corona ingioiellata che cingeva i capelli castani e il volto regale mentre in grembo aveva appoggiata una spada che emetteva un pallido bagliore.
Quando l’imbarcazione accostò, lo Sfregiato si rivolse a lui “salute!! Io sono Loki dio degli inganni!! Tu chi sei?”. Lo sconosciuto gli rivolse uno sguardo vacuo “un tempo ero Galbatorix signore dell’impero e cavaliere di Shruikan, cosa ci fate voi nel mio inferno?”.
I quattro malvagi sogghignarono, Crono si sporse in avanti e disse “semplice, vogliamo darti una seconda possibilità!!”.             
 
   
 
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