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Autore: Dreamer47    17/08/2018    0 recensioni
"Senti, ci stiamo preoccupando tutti, soprattutto Dean!" disse Sam con un sorriso amaro sul viso, avvicinandosi alla ragazza ancora priva di sensi distesa sul divano. "So che non ci conosci e che potresti essere spaventata, ma sappi che di noi ti puoi fidare, vogliamo solamente aiutarti. Quindi svegliati prima che puoi, d'accordo?".
Il ragazzo la guardò per qualche altro secondo: aveva ancora un po’ di sangue vicino all’orecchio sinistro e sotto il labbro inferiore, mentre il viso ed i capelli biondi erano sporchi di nero, ma nonostante ciò, rimaneva comunque bellissima.
Distolse lo sguardo e andò in cucina per preparare la colazione a tutti, uova strapazzate; non appena iniziò a sbatterle, udì dei versi provenienti dal soggiorno ed immediatamente corse nell'altra stanza osservando la ragazza sbattere la palpebre.
"Avevo detto prima che puoi ma non mi aspettavo così presto" mormorò Sam fra se e se, mentre con due falcate la raggiungeva. "DEAN!".
La ragazza si mise seduta con una gran fatica, ogni singolo muscolo era indolenzito, e si guardò attorno senza riuscire a capire dove si trovasse, per poi focalizzare l'attenzione sulla figura di Sam che le si avvicinò velocemente.
"E tu chi diavolo sei?!".
Genere: Avventura, Fluff, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bobby, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Family don't end with blood'
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Capitolo 47.
And at the end everybody will cry.



Dopo un tempo che alla ragazza sembrò interminabile, i fratelli Winchester, Hailey, Castiel, Bobby e Gabriel partorirono un piano che le sembrò tutt’altro che intelligente: volevano invadere il palazzo nel quale si trovava Lucifero, per assediarlo e costringerlo ad entrare all’interno della sua amata gabbia all’inferno.
Piano che le sembrò del tutto stupido e senza alcuna via d’uscita: sarebbe stato un massacro.
“Pensate che se glielo chiederete gentilmente, lui tornerà nella gabbia con un sorriso ?” Chiese Katherine infuriata, sentendo il sangue ribollire nelle vene. “Ci ucciderà tutti !”.
“Riusciremo a cavarcela, come sempre!” Esclamò Sam sospirando, appoggiato con il braccio sinistro allo stipite della porta del salone.
“Vedrai che riusciremo ad uscirne Katherine!” Disse Bobby sorridendole gentilmente. Troppo gentilmente.
L’ex Cacciatrice li guardò uno ad uno, osservò i loro volti e le loro espressioni, ed immediatamente capí che qualcosa non andasse; fece un passo indietro e continuò a fissarli, a studiarli, ma la sua mente giunse sempre alla stessa conclusione.
“Cosa mi nascondete?” Chiese la ragazza serrando la mandibola e assottigliando gli occhi.
“Niente!!” Esclamò Hailey con troppa veemenza, facendo capire l’esatto opposto.
“Ditemelo, lo so che avete pensato qualcos’altro!!” Esclamò Katherine infuriata più che mai, stringendo i pugni dalla rabbia.
Nessuno parlò e gli sguardi di tutti i presenti si concentrarono su Dean, e ciò fece nascere il dubbio nella mente della ragazza: cosa voleva combinare ? Cosa aveva partorito la sua mente ?
“Dean te lo ripeterò soltanto un’altra volta con le buone..” sussurrò la ragazza avvicinandosi e sentendo la rabbia montare dentro di se. “È la vita di mia figlia che è nuovamente in gioco, quindi dimmi: cosa mi stai nascondendo?!”.
“Katherine, è per il tuo bene, credimi!” Esclamò Dean sospirando e facendo qualche passo all’interno del piccolo salone verso la ragazza. “Dopo starai meglio”.
“Dopo cosa?” Chiese aggrottando le sopracciglia e proprio in quel momento i presenti videro qualcosa che li preoccupò.
Gli occhi di Katherine divennero rossi come il sangue e la sua espressione divenne cattiva e impenetrabile come quella che aveva avuto fino al momento prima di uscire dalla panic room; i ragazzi si spaventarono perché Katherine non era più legata con delle corde bagnate di acqua santa, ma stava proprio di fronte a loro, arrabbiata più che mai.
“Lo facciamo per te, Katherine, vedrai che andrà tutto bene!” Esclamò Castiel sospirando e passandole una mano sulla spalla.
“Devi calmarti dolcezza! Respira un po’ e piantala di fare l’idiota!” Esclamò Gabriel sorridendo e sollevando le spalle.
“Ma di che diavolo parlate?” Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, mentre le sue pupille si dilatavano. “Io non farò proprio niente!!”.
“Morte quando vuoi!!” Esclamò Dean guardandosi attorno, parlando con qualcuno che non era presente nella stanza.
“Morte?!” Urlò Katherine sgranando gli occhi e sbattendo un pugno sul tavolo, che si crepó in più punti. “Perché diavolo lo stai chiamando?”.
“Ci dará gli anelli per rimettere Lucifero in gabbia! Apriranno un portale e ritornerà all’inferno!” Esclamò Sam sospirando.
“Cosa vuole in cambio?!”. Urlò Katherine guardandoli tutti in cagnesco. “Quello stronzo vuole sempre qualcosa!”.
I ragazzi si guardarono, dopodiché posarono lo sguardo sul maggiore dei Winchester, che li ricambiò tutti e percepì quanto fossero tutti pronti a scattare per afferrarla, notando come stesse perdendo nuovamente il controllo.
“Hai ragione, ci ha chiesto qualcosa!” Esclamò Dean annuendo e abbozzando un sorriso. “Vuole solo vederti”.
“Vuole uccidermi” disse Katherine respirando affannosamente. “Dovrò ucciderlo io allora!”.
Con un gesto della mano, la ragazza incollò tutti i presenti alle pareti, compreso l’arcangelo, che come al suo solito ironizzò su quella situazione.
“Perché mi volete tradire?! Mi avete riportata qua, adesso perché questo?” Chiese la ragazza furiosa più che mai. “Avete lottato per riavermi, perché volete farmi uccidere da Morte?!”.
“Non ti ucciderà!” Esclamò Dean con fatica, mentre ogni suo arto era bloccato contro il muro del salone. “Non lo permetterei mai!”.
“Allora cosa vuole ?!” Chiese la ragazza in preda alla furia, stringendo la mano e facendo mancare l’aria a tutti i presenti.
I ragazzi sentirono l’ossigeno faticare ad entrare all’interno dei loro polmoni, provarono con tutte le loro forze, ma non riuscì a passare nulla; se Katherine avesse continuato avrebbe ucciso la sua intera famiglia in un colpo solo.
Ma perché loro volevano tradirla in quel modo? Lei voleva solo aiutarli a rimettere Lucifero al suo posto e ritrovare la sua bambina, poi avrebbe azzerato la Maledizione. O almeno, se fosse sopravvissuta ci avrebbe provato.
Era talmente persa nei suoi pensieri rabbiosi, da non accorgersi della stretta che lentamente la paralizzò, bloccandola sul posto e facendo si che i ragazzi fossero liberati; fra i respiri affannosi dei presenti, Katherine riuscì a percepire una presenza raccapricciante e inquietante avanzare verso di lei.
Le luci tremarono per qualche secondo e la casa fu scossa da un leggero terremoto, che spaventò tutti; quando finalmente intravidero la figura si rilassarono, capendo cosa sarebbe successo da lì a poco.
“Che mi sta succedendo?!” Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, cercando inutilmente di divincolarsi.
Si sentì come se fosse stata trasformata in una statua di marmo e come se qualcuno le stesse scavando all’interno.
Quando la figura nera avanzò completamente e le luci smisero di tremare, con sgomento scoprì chi fosse l’autore di tutto ciò e, per la prima volta nella sua vita, ebbe paura.
“Ciao Katherine” disse con voce di ghiaccio, avvicinandosi ulteriormente e guardandola in viso.
La ragazza sentì il respiro accelerare, il cuore battere all’impazzata e gli occhi tornare del solito colore azzurro, abbandonando il rosso rubino tipico della Maledizione.
“Morte..” sussurrò in preda al panico, sostenendo il suo sguardo. “Quanto tempo”.
Il Cavaliere non rispose, si limitò a scrutarla, entrando nella sua anima e vedendo con i suoi stessi occhi tutto ciò che avesse fatto in quei mesi; il viso scarno incorniciato dai capelli neri le misero ancora molta più paura e la ragazza capì proprio in quel momento di non avere scampo.
“Vuoi uccidermi?” Chiese con un filo di voce. “Per non avere mantenuto il patto, giusto?”.
Morte continuò a guardarla e nessuno dei presenti si permise a parlare o a fare qualcosa, neanche Castiel o Gabriel; il Cavaliere abbozzò un sorriso macabro, facendo aumentare l’ansia e la paura dell’ex Cacciatrice.
“Pensi di essere così importante per me da ucciderti?” Chiese Morte scandendo ogni singola parola e pronunciando la frase con estrema lentezza.
“Allora cosa vuoi da me?” Chiese Katherine con un po’ troppa arroganza, notando immediatamente il cambiamento dell’espressione del Cavaliere.
Morte distolse lo sguardo e osservò i ragazzi attorno a lui, sapendo che da lì a poco in quella stanza avrebbe regnato il caos.
“Ti rimetterò in sesto, ma voglio che sia chiara una cosa..” sussurrò Morte avvicinandosi alla ragazza e tornando a guardarla con espressione seria. “Se mi deluderai un’altra volta, la cosa più bella che ti potrà capitare sarà la morte! E io farò in modo che questo non ti accada mai, hai capito Katherine?”.
La ragazza annuì leggermente, sentendo delle calde lacrime scenderle sul viso, conscia di essere impotente in quel momento e di non poter difendersi in alcun modo; guardò Dean, pregandolo con lo sguardo di farlo smettere, ma inaspettatamente trovò il ragazzo ad abbassare il viso e guardare a terra.
“Cosa vuoi farmi?” Chiese la ragazza con un filo di voce.
“Toglierò la tua parte maledetta, resterà solo l’umanità dentro di te” disse Morte sospirando, chiedendosi perché la ragazza non avesse ancora capito.
Con un solo sguardo, il Cavaliere li portò nella panic room, dove l’ex Cacciatrice si trovò nuovamente legata a quella maledetta sedia, mediante le corde inzuppate di acqua santa.
In pochi secondi arrivavano anche tutti gli altri, che la guardarono con dispiacere, sentendola urlare per divincolarsi e liberarsi.
“Non mi potete fare questo! Prima devo combattere Lucifero, devo farlo con i miei poteri, sapete che non potrò farlo senza!!” Esclamò la ragazza sentendo altre lacrime incontrollabili rogarle il viso. “Dean, ti prego, non lasciare che lo faccia! Devo salvare Judith!”.
Il ragazzo trovò il coraggio di guardarla in viso e lentamente si avvicinò, chinandosi sulla sedia e carezzandole il viso bagnato dalle dense e salate lacrime.
“Non posso, l’ho chiamato io..” sussurrò il ragazzo piegando gli angoli delle labbra all’ingiù, profondamente dispiaciuto, e sentendo l’amarezza e il senso di colpa crescere dentro di lui. “Salveremo Judith, te lo prometto!”.
“No, no, no!!!” Urlò la ragazza distogliendo lo sguardo e cercando l’approvazione di qualcuno.
“Vi prego, aiutatemi!!”.
“Katherine, ma non lo capisci?!” Sbottò Gabriel avanzando e prendendo la parola per tutti in quella situazione così delicata. “Se affronterai Lucifero così, potresti morire!! O peggio!!”.
“Mi sta bene, posso anche morire, purché Judith sia salva!!” Esclamò l’ex Cacciatrice piangendo. “Vi prego, non lasciateglielo fare!”.
Dean scosse la testa e abbassò lo sguardo; silenziosamente lo rialzò e con un breve cenno, permise a Morte di cominciare il suo lavoro. Il Cavaliere sorrise amaramente e la guardò con aria quasi dispiaciuta.
“Farà male, strapperò via una parte di te, ragazzina!” Esclamò sospirando. “Non sarà piacevole, quindi tu cerca di non agitarti troppo..”.
Fece cenno ai ragazzi di tenerla e immediatamente si avvicinarono, bloccandole braccia e gambe e tentando il più possibile di immobilizzarla, nonostante lei si dimenasse; Hailey sentí un peso stabilirsi sul cuore e sulla gola.
Nonostante tutto, Katherine era sua sorella, non le importava che avessero genitori differenti, lei era l’unica sorella in vita e avrebbe fatto di tutto per salvarla; però non riuscì a non ammettere di quanto le facesse male vederla in quel modo, urlante e indifesa su quella sedia.
Quando Morte si avvicinò e protese la sua mano, l’ex Cacciatrice cercò di indietreggiare inutilmente; il Cavaliere inserì la mano all’interno del suo petto e una luce nera e densa irradiò la stanza, mentre gli occhi della ragazza tornarono a splendere di quel rosso rubino che li aveva spaventati fino a quel momento; urlò come non avesse mai fatto in vita sua, spaventando tutti i presenti, intimando a tutti di lasciarla andare.
Le sembró che il braccio che il Cavaliere avesse appena infilato all’interno del suo petto fosse ricoperto di lame, come se le stesse squarciando il busto in due parti uguali, mentre all’intero avvertiva il bruciore dell’inferno e si sentí letteralmente dilaniare l’anima.
Si quietò parecchio e smise di urlare quando davanti ai suoi occhi passarono le immagini di tutto ciò che avesse fatto in quei mesi: rivide tutte le uccisioni, tutto il sangue che avesse fatto sgorgare dalle gole di demoni e soprattutto umani; ricordò l’addestramento con Lucifero e tutto quel tempo a cercare di migliorare il suo insufficiente autocontrollo.
Delle lacrime calde scesero dalle sue guance: davvero aveva commesso tutte quelle azioni? Aveva davvero decapitato, squartato e fatto soffrire così tante persone?
Immersa in quei ricordi, non si accorse di quando Morte uscì il braccio e poso quella luce nera all’interno della sua valigetta; seguí un lungo momento di silenzio, nel quale i ragazzi tennero lo sguardo posato su di lei e Katherine rimase con gli occhi spalancati a fissare il vuoto davanti a sè.
Tutti rimasero in attesa di una sua reazione, di una parola, di un comportamento da poter interpretare per avvicinarsi, slegarla e mettere finalmente un punto a quella dannata Maledizione! Non ne avrebbero più sentito parlare, non ci avrebbero neanche più pensato! Doveva sparire dalla loro esistenza, così come doveva farlo Morte con la valigetta nera che teneva stretta a sè, come se si trattasse di un tesoro o di qualcosa da collezionare.
La ragazza prese a respirare affannosamente, sbattè le palpebre un paio di volte finché i suoi occhi tornarono nuovamente del suo solito colore azzurro intenso; Katherine abbassò lo sguardo mentre le sue guance si riempirono ancora una volta di lacrime pesanti, come la colpa che teneva dentro e che stava iniziando a risalire una ad una.
“Che cos’ho fatto?” Sussurrò la ragazza con sguardo vitreo ed un filo di voce, mentre il respiro continuava ad essere accelerato. “Cos’ho fatto?”.
“Katherine, sta tranquilla, andrà tutto bene..” sussurrò Dean avvicinandosi immediatamente e afferrandole il viso fra le mani, scuotendolo leggermente, ma la ragazza continuò a fissare il vuoto.
Sam ed Hailey corsero a slegarle mani e piedi, liberandola da quella morsa, mentre i due angeli e Bobby si avvicinarono lentamente cercando di aiutare.
“Come puoi dire questo? Io..” sussurrò la ragazza alzando finalmente il viso e guardandolo negli occhi. “..io vi ho torturati e ho fatto male a cos..”
“Conosco questa fase, stai provando moltissime emozioni tutte insieme; devi cercare dentro di te l'emozione che ti da la voglia di vivere..” sussurrò Hailey avvicinandosi e afferrandole una mano fra le sue. “.. canalizza le emozioni in quell'unica direzione, ok?”.
Katherine annuì ma dentro di se si sentiva dilaniata, spezzata in due, sentiva come se le avessero amputato un braccio o una gamba; qualcosa mancava dentro di lei e non poté non accorgersene.
Pianse tutte le lacrime che avesse in corpo, si aggrappò a Dean, che nel frattempo la trasportò sul lettino della panic room, e si adagiò sul suo petto, lasciando che la ragazza si sfogasse; il cacciatore spostò lo sguardo verso il Cavaliere ancora presente nella stanza e lo ringraziò ancora una volta.
“Starà bene?” Chiese Dean sospirando.
“Prestate onore al vostro patto” disse Morte ignorando completamente la domanda rivoltagli, voltandosi e facendo per andare, ma prima di uscire si voltò nuovamente verso il ragazzo. “La sua anima è letteralmente a pezzi, ci vorrà tempo prima che si rimetta in sesto; quando lo farà non è detto che sarà le stessa persona di prima. E ricordate: non c’è garanzia che sia una cosa permanente- Ho fatto ciò che ho potuto”.
Dean annuì e lo osservò smaterializzarsi, mentre successivamente lesse negli occhi dei presenti delle domande a cui non avrebbe potuto rispondere; sarebbe stata bene? Si sarebbe ripresa?




Quando aprí lentamente gli occhi non ricordò immediatamente tutto quello che fosse successo appena qualche ora prima, ma fu colta da un giramento di testa che la costrinse ad aggrapparsi con le mani al letto; si sedette, ma tutto ciò che riuscì a vedere fu l’interno della sua stanza nella casa di Bobby muoversi senza un senso. Proprio come se avesse bevuto litri e litri di alcolici.
Si mise in piedi e a fatica spalancò la porta della sua camera, dirigendosi con estrema lentezza verso il bagno della casa; si piegò sul water e cominciò a vomitare quel poco di cibo che avesse in corpo, tenendosi strettamente alla ceramica fredda.
Delle voci giunsero alle sue orecchie in maniera ovattata, ma non gli prestò attenzione, presa per com’era a rimettere tutto; sentì delle mani afferrarle il viso e legarle i capelli, mentre altre la presero di peso e la adagiarono delicatamente dentro la vasca.
Piano! avrebbe voluto urlare. Non fate tutto così velocemente!
Quei movimenti erano fin troppo veloci per lei, nonostante sapesse quando delicati e premurosi fossero sempre stati verso di lei; sentì dell’acqua colare sul suo viso, sul suo corpo ancora coperto dai vestiti. Acqua gelata prese a scorrere sui suoi polsi e sul suo collo, sulla fronte, e finalmente Katherine riuscì a respirare normalmente, come se fosse scoppiata una bolla nella quale si fosse rinchiusa.
Quando li guardò nuovamente, si sentì finalmente meglio, e vide la paura nei loro occhi, paura di non rivederla mai più come prima; ma lei sapeva di dover lottare, sapeva che se ci fosse stata un’unica persona sulla faccia della terra ad aver raggiunto l’apice dell’inferno e ad esserne risalita, sarebbe stata proprio lei. Ce l’avrebbe fatta, lo doveva a Judith, doveva tornare e salvarla dalle grinfie di Lucifero!
Ciò la motivò a regolarizzare il respiro e i battiti cardiaci fino alla normalità; aveva un lavoro da fare.
Aggrappati all’emozione che ti dia la voglia di vivere” sussurrò fra se e se la ragazza sospirando tenendosi con le mani al bordo della vasca, ricordando le parole della sorella.
Si mise in piedi con enorme fatica e finalmente la stanza smise di girare, così come il respiro ed i battiti cardiaci tornarono definitivamente alla normalità; uscì dalla vasca grondante acqua e sorrise.
Dean, Sam ed Hailey la guardarono sorridenti e felici di vederla finalmente in buono stato, di vedere e poter parlare con l’autentica Katherine.
“Ragazzi, avete intenzione di darmi un asciugamano o volete che rimanga fradicia in questa maniera?” Chiese Katherine sorridendo e facendo spallucce.
Non si aspettò la reazione dei presenti che l’avvolsero in un caldo abbraccio collettivo, felici che la loro squadra dopo tanto tempo fosse di nuovo al completo.



Si accerchiarono attorno al piccolo tavolo della cucina e le prepararono immediatamente da mangiare, ma inevitabilmente la ragazza non poté che sentirsi a disagio.
Tutti gli occhi dei presenti erano incollati su Katherine, erano pieni di domande e non sapevano da quale iniziare; volevano sapere se stesse bene o se avvertisse dolore, se fosse rimasto ancora un briciolo di Maledizione pronta ad esplodere dentro di lei. In particolare una domanda ronzava nella testa di Dean, che continuò a fissarla come se da lì a breve si sarebbe svegliato nel suo letto, deluso che quello fosse solo un sogno.
Non riusciva ancora a credere che Katherine, la vera Katherine, fosse tornata e che fosse proprio lì davanti a se, a poca distanza da lui, e che fosse li volontariamente e senza alcun secondo fine. Non poteva fare a meno di domandarsi se si ricordasse tutto o se l’eliminazione di quella parte di se così importante avesse fatto da divisorio da quei ricordi.
La ragazza addentò il panino famelicamente, non riusciva a ricordare l’ultima volta che avesse mangiato qualcosa di così buono.. ne l’ultima volta che avesse mangiato.
Solo mentre stava per deglutire si accorse degli sguardi persistenti su di se, così rallentò la maniera in cui stesse mangiando e li guardò ad uno ad uno.
“Ragazzi, perché mi fissate in questa maniera?” Chiese Katherine dopo aver deglutito, sentendosi nuovamente a disagio.
I presenti si scambiarono un’occhiata veloce, impreparati a quella domanda: l’avevano da poco trovata quasi svenuta in bagno, l’avevano vista stare male in quella maniera e adesso stava davanti a loro a mangiare uno dei suoi panini preferiti come se nulla fosse. Come poteva essere possibile?
“Beh, siamo felici di vedere che stai bene..” disse Sam accennando un mezzo sorriso, non riuscendo a trovare delle parole adatte in quella situazione.
“Si, insomma poco fa stavi davvero male..” sussurrò Bobby sentendo il nodo che aveva in gola diventare sempre più leggero.
“Eri quasi svenuta” disse Hailey sorridendo amaramente e sfiorandole la mano con cui ancora stringeva il panino. “Sono così felice che tu ti sia ripresa”.
Katherine aggrottò le sopracciglia e scosse leggermente la testa; si morse il labbro e adagió il panino sul piatto.
“Ripresa da cosa?” Chiese Katherine con una risata nervosa.
“Non ricordi ?” Chiese Bobby aggrottando le sopracciglia, tornando a sentire il peso.
“Sisi, certo..” sussurrò Katherine emettendo nuovamente una risata nervosa. “Ovvio che ricordo!”.
Le sue parole non convinsero nessuno dei presenti, che non si aspettarono una risposta del genere; come poteva non ricordare tutto ciò che era successo ? Davvero non ricordava Lilith, Lucifero, Morte e l’apocalisse imminente ?
Katherine continuò ad osservarli, finché posò il suo sguardo su Dean: il ragazzo fissava un punto nel vuoto, come se fosse assorto in chissà quali pensieri, con una faccia che lasciava poco spazio all’immaginazione per chi lo conosceva come lei.
Il cacciatore aveva ipotizzato che lei avesse rimosso gran parte degli avvenimenti recenti, ma non poteva immaginare che la sua peggiore ipotesi divenisse realtà. Non aveva la più pallida idea di come spiegarle tutto ciò che era successo.
“Dean..” sussurrò Katherine aggrottando le sopracciglia e fissandolo, ma lo sguardo del ragazzo non si spostò di un millimetro. Come se la ragazza non avesse parlato.
“Dean!” Ripeté la ragazza scuotendolo delicatamente il suo braccio.
Dopo qualche secondo il cacciatore si voltò, incrociando il suo sguardo su quello della ragazza, per la prima da quando si era svegliata; tutto ciò che vi lesse fu confusione e stordimento.
“Kath non sarà facile da accettare..” sussurrò Dean sospirando, mentre il suo viso si trasformava in una dura stata di marmo.
La ragazza ritrasse il braccio, come se avesse toccato dei tizzoni ardenti e si fosse scottata, e il suo sguardo divenne più cupo e tormentato; cos’era successo ? Da cosa si era svegliata? Un coma ? Un incidente durante la caccia ? Cosa?
“Chi è morto?” Chiese Katherine sentendo gli occhi pizzicare.
“Dove sei rimasta ?” Chiese Hailey aggrottando le sopracciglia.
“Beh, la notte che ho ucciso Lilith!” Esclamò Katherine sospirando.
“Nient’altro?” Chiese Sam sgranando gli occhi.
“Si, ricordo.. io ricordo..” sussurrò Katherine abbassando lo sguardo e fissando il centro esatto del tavolo.
Si soffermò su una crepatura presente sul legno e sgranò gli occhi, sentendo un dolore lancinante alla testa: improvvisamente apparve nella sua mente l'immagine di se stessa infuriata con gli occhi rossi. Piegò la testa di lato e sentí dentro di sè come dei piccoli pizzichi dolorosi, mentre delle immagini presero a scorrerle davanti agli occhi.
“Io ricordo che..” continuò a sussurrare la ragazza con voce rotta e sguardo vitreo.
I ragazzi si allarmarono immediatamente e Dean si alzò di scatto per scansare il tavolo e inginocchiarsi immediatamente al lato della ragazza; le afferrò il viso fra le mani e la costrinse ad incrociare il suo sguardo, ma lei non c’era più. Non c’era più traccia di Katherine, tornata da neanche un’ora da lui.
“No, cazzo Katherine guardami!!” Urlò Dean scuotendola, ma gli occhi della ragazza non lo vedevano, lei guardava oltre.
Il corpo di Katherine prese a tremare, come se avesse delle convulsioni, e immediatamente Dean l’afferrò per i fianchi a la prese fra le sue braccia per trascinarla velocemente sul divano del salotto; il cuore del ragazzo prese a battere all’impazzata, mentre tutti i presenti rimasero impietriti sul posto.
“Katherine ti prego, ti ho appena ritrovata, non puoi farmi questo !” Esclamò Dean scuotendola e controllando continuamente che respirasse.
Il respiro prese a diventare sempre più intenso per qualche secondo abbondante, per poi crollare a picco velocemente: la ragazza giaceva immobile sul divano, priva di sensi e senza emettere più un solo respiro.
Dean sgranò gli occhi e le praticò il massaggio cardiaco, portandole le labbra alla bocca cercando disperatamente di farla respirare.
“Andiamo, Katherine, non morirai oggi!!” Esclamò Dean continuando a spingere sul petto della ragazza con forza.
“Dean..” sussurrò Hailey con voce rotta, avvicinandosi al piccolo divanetto ed inginocchiandosi accanto alla sorella. “.. non c’è più, lasciala andare!”.
“No!!” Urlò Dean continuando a soffiare all’interno della bocca della ragazza, riprendendo il massaggio cardiaco. “Non la lascerò andare così!!”.
Molte lacrime scesero silenziose sulle guance dei presenti, specialmente su quelle del maggiore dei Winchester, che non si fermò nemmeno un momento cercando di salvarle la vita; Katherine si vide catapultata fuori dal suo corpo, proprio come quando cercavano di rianimarla in ospedale, e osservò tutta quella scena.
Adesso ricordava, ricordava tutto ciò che era successo con Lilith, ricordava di Judith e di Lucifero! Non poteva andare, doveva rimanere!
Avrebbe dovuto ritrovare sua figlia!
“Continuo io, Dean!!” Esclamò Sam asciugando le lacrime e scansando delicatamente il fratello per dargli il cambio.
Sorrise osservando quella scena; le volevano ancora bene nonostante tutto e lei non avrebbe potuto deluderli in quel modo!
Quando anche Sam non riuscì più a continuare il massaggio cardiaco, si avvicinò al fratello, seduto per terra con le lacrime agli occhi, e lo strinse fra le sue braccia.
Percepiva il suo dolore, anche lui stava soffrendo, come tutti!
I ragazzi rimasero privi di parola e di movimento, si limitavano a fissare il corpo di Katherine, immobile.
Un respiro rumoroso squarciò il silenzio e finalmente la ragazza riaprí gli occhi, alzandosi di scatto e mettendosi seduta.
“Ora ricordo!” Esclamò sgranando gli occhi e fissando i presenti.
Senza pensarci su, Dean si divincolò dalla presa del fratello e, ancora a terra, si avvicinò alla ragazza e la baciò a fior di labbra, per poi stringerla con un po’ troppa foga a se.
“Dean!” Esclamò Katherine facendo fatica a respirare. “Dovrai farmi un altro massaggio cardiaco se continui così!”.
I ragazzi sorrisero e tutti l’abbracciarono a turno, contenti che lei fosse finalmente tornata da tutti loro.



“Dove sono Castiel e Gabriel ?” Chiese la ragazza appoggiando le spalle ad divano, sentendosi molto debole.
“Controllano Lucifero insieme a Crowley e Liam” rispose Bobby visibilmente scosso per gli ultimi avvenimenti.
“Bene!” Esclamò Katherine sospirando e stringendo la mano del ragazzo seduto accanto a se. “Hanno scoperto qualcosa?”.
“No, ma hanno notato che Lucifero sta chiuso dentro una palazzina a Detroit, non l’hanno più visto uscire e sanno per certo che sia lì dentro” disse Hailey accennando un sorriso amaro.
“Katherine non voglio essere poco delicato, non fraintendermi, ma vorrei sapere se..” iniziò Sam ma fu interrotto dal fratello maggiore che si schiarì la gola, segno di smettere di parlare e di non stressare la ragazza. Dopo una breve occhiata, il minore dei Winchester continuò a parlare. Dovevano sapere.
“.. ti dice niente Detroit e il palazzo in cui è rinchiuso Lucifero?”.
“Non posso crederci! Siamo stati sempre lì, sono stata sempre accanto a mia figlia!!!” Esclamò Katherine sospirando e chiudendo gli occhi. “È li che abbiamo passato parecchio del nostro tempo. È lì che mi ha.. addestrata..”.
“E cosa pensi che stia facendo?” Chiese Hailey mordendosi il labbro.
“Io penso che si stia fortificando, prima di..” sussurrò Katherine sospirando nuovamente ed abbassando lo sguardo.
“Prima di distruggere la terra e annientarci tutti?” Chiese Bobby sospirando e scuotendo la testa.
“Ci serve un piano” disse Hailey sbuffando e sentendo la testa scoppiare.
“Abbiamo gli anelli, dobbiamo solo chiuderlo in quella dannata gabbia..” sussurrò Sam sospirando.
“E pensi di chiedergli gentilmente se ha voglia di rientrare nella gabbia in cui è stato chiuso per secoli?” Chiese Dean ironicamente.
“Beh, penso che questa sia la cosa più stupida che io abbia mai sentito!” Esclamò qualcuno una voce ormai con troppo familiare aprendo la porta di casa ed accomodandosi all’interno del salotto; l’uomo spostò lo sguardo sulla ragazza e sorrise. “Katherine, è un piacere vedere che sei finalmente dei nostri!”.
“Nostri, eh?” Esclamò Dean con una risata nervosa.
“Si fa per dire!” Esclamò Liam sostenendo lo sguardo minaccioso del cacciatore su di se.
“Dobbiamo darci una mossa, idioti” disse Crowley comparendo accanto al ragazzo e sbuffando, come se si stesse annoiando a stare con li.
“Se hai un piano ti ascoltiamo!” Esclamò Hailey allargando le braccia.
“Beh, sappiamo che ha intenzione di scatenare l’inferno sulla terra entro domani sera se il suo tramite non si consegnerà a lui” disse Castiel con aria preoccupata, materializzandosi nella stanza con Gabriel.
D'un tratto la stanza si affollò come mai prima d'ora.
“E Michele ? Non ha bisogno del suo?” Chiese Bobby aggrottando le sopracciglia.
“Mi dispiace essere proprio io a dirvelo, ma Michele indossa già qualcuno..” sussurrò Gabriel sospirando e guardando con aria triste i due fratelli. “.. ha resuscitato Adam ed è riuscito a fargli dire di si”.
“Dobbiamo fare qualcosa, subito!” Esclamò Katherine sollevandosi dal divano a fatica. “Non può succedere!”.
“Troveremo una soluzione, sta tranquilla” disse Sam accennando un sorriso tenero, dopo essersi scambiato una breve occhiata con il fratello.
Quel sorriso la insospettì, così Katherine studió le espressioni di tutti i presenti, trovandole tutte uguali e concordi su un unico fronte.
“Non mi lascerete partecipare vero?” Chiese stringendo i denti e sentendo la rabbia crescere in lei.
“Tesoro, non possiamo esporti ad ulteriori rischi..” sussurrò Bobby guardandola come se fosse così fragile e potesse spezzarsi da un momento all’altro.
“Bobby ha ragione, non sappiamo neanche se stai davvero bene in questo momento..” sussurrò Hailey sospirando.
“Non preoccuparti, troveremo un posto sicuro per te” disse Castiel spostando lo sguardo su di lei.
“Cosa? Io non voglio un posto sicuro, io devo essere lì!!” Esclamò Katherine assumendo l’atteggiamento più perentorio che potesse, stringendo i denti e sentendo una fitta per tutta la schiena. “C’è mia figlia con lui!”.
“La cosa più ragionevole è che ti riposi per un po’, hai bisogno di riprenderti prima di rivederla..” sussurrò Sam sospirando, cercando di infonderle coraggio. “Penseremo noi a Judith”
Per qualche secondo nessuno dei presenti proferì parola e la ragazza prese a fissarli con aria di sottomissione, finché scrollò le spalle e sospirò, sentendosi impotente.
Sapeva fin dall’inizio che non le avrebbero permesso di partecipare, non avrebbero voluto vederla faccia a faccia con Lucifero.
“Avete ragione..” sussurrò dopo un lungo silenzio, abbassando lo sguardo. “Vi sarò solamente d’intralcio, però... fategli il culo da parte mia..”.
La ragazza cercò di rilassarsi e si diresse verso le scale, senza guardare nessuno negli occhi; mise su la migliore faccia da poker che avesse e si mosse lentamente.
“Dove vai?” Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e facendo un balzo verso di lei, preoccupato.
“A riposare, mi sento ancora molto debole..” sussurrò Katherine trovandosi costretta ad alzare lo sguardo.
“Ti accompagno..” disse il ragazzo afferrandole un braccio con delicatezza ed aiutandola a salire le scale verso di lui.
“D’accordo..” sussurrò Katherine abbozzando un sorriso, tenendosi stretta al ragazzo.
Salirono lentamente le scale, la ragazza sentì il corpo pieno di dolori e percepì una stanchezza mai sentita in tutta la sua vita; aveva davvero bisogno di riposare, ma purtroppo non poteva permetterselo in quel momento.
Arrivarono nella loro stanza e il cacciatore l’aiutó ad entrare all’interno del letto; le rimboccò le coperte e si soffermò a guardarla.
Vederla in quelle condizioni lo distrusse internamente, non poterla aiutare lo stava uccidendo lentamente; sapeva che non avrebbe potuto lasciarsi andare, non poteva permettersi di cedere proprio in quel momento.
Le carezzò il viso e si sedette accanto alla ragazza, afferrandole una mano fra le sue e baciandola dolcemente, mentre il cuore di Katherine prese a battere all’impazzata; si era scordata di tutti quei sentimenti per così tanto tempo, come aveva potuto?
La Maledizione aveva trasformato ai suoi occhi la persona che amava di più nella persona che odiava di più; come aveva potuto dimenticare proprio lui?
“Dean..” sussurrò la ragazza mettendosi seduta ed afferrandogli il viso fra le mani, appoggiando la sua fronte a quella dell’uomo davanti a lei. “Mi dispiace così tanto, so che non potrai mai perdonare tutto quello che ti ho fatto, come ti ho trattato e come ti ho ferito e avrai ragione se, una volta finita con tutta questa storia, non vorrai più vedermi..”.
Il ragazzo sentí gli occhi pizzicare ma non riuscì a smettere di guardarla negli occhi, finché la ragazza distolse lo sguardo e sentí le sue guance inondarsi di lacrime.
“Sono stata una persona orribile, ho fatto cose cosi terribili..” sussurrò la ragazza con voce rotta, sentendo che quella fosse solo la punta dell’iceberg.
Dean le sollevò il viso e la guardò con uno dei suoi sguardi dolci, quelli che erano mancati così tanto a Katherine; le diede un bacio a fior di labbra, mente con le mani le cingeva il viso.
“Mi dispiace così tanto..” continuò la ragazza.
“Shh, adesso basta..” sussurrò Dean accennando un sorriso dolce. “Quando finirà tutto ci prenderemo un po’ di tempo per noi, d’accordo ? Ma sappi che non potrei mai odiarti o portarti rancore, capito?”.
La ragazza annuì e abbozzò un sorriso, così il ragazzo le sistemò le coperte e le fece segno di dover scendere; dopo averle schioccato un bacio sulla fronte, fece per uscire dalla stanza, prima di girarsi nuovamente a guardarla.
“Ci penso io a Judith, te la riporterò sana e salva” sussurrò prima di spegnere la luce e chiudersi la porta alle spalle.
La ragazza sospirò e abbassò la testa, come avrebbe potuto andare via senza dire niente ?
Ma solo lei sapeva come entrare, quando e soprattutto come comportarsi in quella circostanza; era davvero orribile da dire, ma Katherine era stata a stretto contatto con Lucifero per parecchi mesi! Chi poteva infiltrarsi fra le sue guardie demoniache meglio di lei?
Si scoprì con un gesto della mano e scese dal letto; si cambiò in fretta gli abiti e preparò un borsone con tutte le cose necessarie. Pistole, coltelli anti demone, oli sacri. Avrebbe messo sotto sopra quel dannato posto per ritrovare sua figlia.
Guardò il suo stesso riflesso nello specchio della stanza e per qualche secondo rimase pietrificata: non riusciva a credere che quegli occhi, quei capelli appartenessero a lei.
Il suo viso era cambiato, più scarno di quanto ricordasse, i suoi capelli erano neri come la pece, non erano più biondi come un tempo. E i suoi occhi. I suoi occhi erano la dimostrazione di quanto le fosse successo: spenti, vitrei, privi di ciò che l’avesse resa quella che era prima che la Maledizione prendesse il sopravvento.
Sospirò e si legò i capelli in una crocchia improvvisata, distolse lo sguardo dallo specchio ed afferrò il borsone: aprì la finestra e lanciò il borsone fuori, prima di addentrarsi sulle tegole della tettoia del porticato, ma prima di andare, si voltò un’ultima volta verso la porta e, come se i ragazzi potessero sentirla, sussurrò un Mi dispiace venuto dal cuore.
“Vi voglio bene ragazzi..” sussurrò la ragazza prima di uscire definitivamente dalla stanza e dirigersi verso Detroit.



Guidó tutta la notte, nonostante la stanchezza e nonostante il dolore persistente a ogni parte del corpo; provó ad elaborare un piano: cosa avrebbe detto a Lucifero? Come avrebbe fatto evadere sua figlia? Come lo avrebbe annientato o rallentato?
Sapeva che si sarebbe potuto trasformare in un piano quasi suicida, ma cosa avrebbe potuto fare ? Se i ragazzi non la lasciavano venire con loro, doveva per forza fare tutto da sola. Non poteva perdere l’occasione di rivedere sua figlia.
A quel pensiero gli occhi presero a pizzicarle e il peso che aveva portato su di se per tutto quel tempo lo sentiva sempre più pesare. Avrebbe rivisto la sua bambina e questa volta l’avrebbe salvata.
Le dispiaceva più di ogni altra cosa avere nuovamente mentito e ferito i ragazzi, soprattutto Dean, ma doveva farlo. Che lei restasse fuori dai giochi era fuori discussione.
Erano questi i pensieri quando arrivò davanti al palazzo anonimo di cui parlavano Castiel e Gabriel, il palazzo che conosceva bene.
Si armó di tutto ciò che le sarebbe stato utile e prese un respiro profondo prima di uscire dall’auto; la paura la pervase, era letteralmente terrorizzata come mai prima d’ora.
Sarebbe riuscita a non farla trapelare?
Si avvicinò al portone malmesso e trovò le prime guardie demoniache, che appena la videro si chinarono e la lasciarono passare.
“Mia signora” sussurrarono tremanti, abbassando il capo.
Li conosceva bene, facevano parte della cricchia di cui Lucifero si fidava, e loro li rispettavano entrambi.
“Ciao Mike” sussurrò Katherine con tono glaciale guardando l’uomo alla sua destra, per poi girarsi dall’altra parte. “Carlos”.
I due fecero un cenno con la testa ancora bassa e le aprirono il portone; avevano paura, erano terrorizzati da lei. O almeno da quello che era.
Con un colpo silenzioso e veloce, Katherine li pugnaló a morte, vedendo i loro visi contorcersi dal dolore e le loro anime cessare di esistere; non si soffermò molto su di loro, conscia di ciò che avrebbe fatto la vecchia se.
Sapeva di essere osservata, così rise di gusto e salì lentamente al piano di sopra, dove trovò altri demoni a fare da guardia ad una stanza. Sapeva chi si trovasse proprio dietro quella porta, sapeva di trovare Lucifero intento ad escogitare un piano, ergo non poteva destare troppi sospetti. Doveva agire come la più cattiva e sadica mezza demone che tutti loro ricordassero.
“Mia signora” sussurrarono i tre demoni chinando il capo, terrorizzati.
“Ehi” sussurrò la ragazza ridendo.
Si avvicinò lentamente ad uno di loro, trovandolo con lo sguardo più terrorizzato che avesse mai visto; gli sollevò il viso e rise malignamente.
“Fareste di tutto per la vostra signora e padrona?” Chiese la ragazza con voce calma, scandendo ogni singola parola.
“Si signora” sussurrò il demone tremando.
“Noi obbediamo solo a Lucifero!!” Esclamò arrabbiato uno degli altri due, pentendosi subito delle sue parole non appena Katherine rivolse lo sguardo su di lui.
La ragazza alzò il sopracciglio e lo guardò con aria di sfida; se avesse avuto ancora la Maledizione lo avrebbe fatto esplodere con uno schiocco delle dita, ma in quel momento il massimo che avrebbe potuto fare sarebbe stato pugnalarlo.
Ma non poteva, i demoni si sarebbero insospettiti; così tornó a guardare il primo e sorrise.
“Uccidilo” sussurrò la ragazza carezzando nuovamente la guancia del demone. “Portami il suo cuore. Ora!”.
Abbassò lo sguardo e silenziosamente obbedì alla ragazza, nonostante il suo stesso fratello urlasse; quando lo uccise, estrasse dal corpo il cuore del tramite e, con le mani tremanti, glielo porse. Katherine sorrise e lo prese fra le sue mani, rigirandoselo e giocandoci.
“Questo è quello che succede a chi non mi teme!” Esclamò con voce glaciale, ridendo di gusto.
Lanciò il cuore per terra e lo pestò con la sua scarpa, continuando a ridere, finché una voce la fece tremare.
“Kaathy...” cantilenò una voce oltre la porta. “Vieni da me”.
La ragazza sorrise e schiacciò l’occhio ai due; avrebbe voluto eliminarli entrambi per avere la via libera nel momento della fuga, ma sapeva che sarebbe riuscita a neutralizzare quei demoni.
I due le aprirono la porta, ancora tremanti per l’accaduto, e prima di entrare Katherine gli sussurrò: “Liberatevi di questa feccia prima che io esca nuovamente di qui”.
Entrò nella stanza molto ampia e osservò con la sua solita faccia gelida chi si trovava davanti a sè; stava in piedi davanti alla finestra, guardando la luna o chissà quale altra cosa.
“Ciao Lucy.." sussurrò Katherine guardandosi attorno.
La stanza era vuota, se non per un immenso tavolo pieno di robaccia e parti mollicce di qualcuno che era stato ucciso da poco.
"Kath? Stai bene tesoro? Sei sparita per molto tempo.." disse Lucifero voltandosi e sorridendo. “..dove sei stata?".
"I Winchester mi hanno catturata, hanno cercato di riportare fuori il mio lato umano.." rispose la ragazza ridendo, avanzando verso di lui.
"Stai bene? Ti hanno fatto del male?" Chiese Lucifero sgranando gli occhi.
"No, li ho sistemati io" disse Katherine ridendo, girandogli attorno, fingendo di interessarsi agli oggetti sparsi per la stanza.
Quando alzò gli occhi, vide Lucifero in attesa della continuazione del suo racconto, molto incuriosito.
"Ho ucciso Dean" continuò la ragazza ridendo.
"No!" Esclamò Lucifero ridendo e battendole le mani. “Non ci posso credere!".
"Si, quello stupido umano è morto!" Esclamò la ragazza alzando un sopracciglio.
"Ed io che pensavo che steste complottando contro di me tutti insieme!” Esclamò Lucifero scoppiando in una grassa risata, che però fece gelare il sangue alla ragazza.
"Cosa?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia e ridendo, capendo che avrebbe dovuto essere più veloce.
"Mi è giunta voce che un certo Crowley sia venuto a parlarti..” sussurrò Lucifero fissandola e sorridendo.
"Oh, si.." sussurrò Katherine sbalordita, non aspettandosi un evoluzione del genere e continuando a fare il giro attorno a lui. "Si, è un matto".
"Cosa ti ha detto?" Chiese sorridendo e incrociando le braccia.
"Che tu hai resuscitato mia figlia!" Esclamò ridendo e allargando le braccia. "Questi demoni non sanno più cosa inventarsi per farsi notare da noi".
"Beh, sai è vero" disse Lucifero annuendo e facendo spallucce. Come se fosse tutto normale, come se non avesse fatto nulla di male.
"Cosa?" Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.
"Ho resuscitato Judith, lei è viva" rispose sorridendo.
"Non dire cazzate" disse Katherine completando il cerchio attorno a lui.
"È vero, Kathy, vuoi vederla?" Chiese Lucifero sorridendo, per poi scoppiare in un’altra risata grassa e malefica.
“Dovresti vedere la tua faccia!!”.
"Che ha la mia faccia che non va ?" Chiese Katherine deglutendo a fatica, capendo immediatamente che lui l’avesse scoperta.
"È la faccia di chi vuole fottermi!" Esclamò Lucifero incazzato, digrignando i denti e sbattendola contro un muro co la sua morsa invisibile. “Pensavi davvero di potermi fregare?"
"Ci ho provato” sussurrò Katherine provando a divincolarsi in tutti i modi, sentendo però come Lucifero avesse la meglio su di lei.
"Perché mi hai tradito Katherine? Io ti amo come se fossi mia figlia!” Esclamò sospirando e per la prima volta Katherine riuscì a leggere nei suoi occhi dei sentimenti.
Non ci avrebbe mai scommesso, ma Lucifero stava provando dei sentimenti; era dolore, ma anche amore.
“Lucy sono ancora io..” disse Katherine speranzosa che il suo amore per lei potesse farlo ragionare.
“No..” sussurrò Lucifero abbassando la testa e sospirando, per poi urlare con tutte le sue forze. “Adesso andrò ad uccidere Judith, tu non sei più mia figlia!!!!”.
“Noo!!” Urlò Katherine provando nuovamente la rabbia che scatenava la Maledizione. “Tu non toccherai mai più MIA figlia!!”.
Lucifero fece due passi indietro, non riuscendo a capire cosa stesse succedendo.
"Vedi Lucy.." sussurrò Katherine staccando una mano dalla morsa invisibile che l’ancorava al muro. "..io.." continuò la ragazza staccando l'altra mano. "..non sono mai stata..” continuò staccando una gamba dal muro. "..tua figlia!!!" Urlò staccando l’altra gamba.
Emise un urlo spedendo con tutta la forza che avesse in corpo Lucifero contro il muro più lontano della stanza. Com’era possibile che lo avesse fatto? La Maledizione era stata scacciata dal suo corpo per sempre! Il suo era stato solo istinto; sapeva che Morte avesse eliminato quella parte, ma incosciamente sapeva di poter inchiodare Lucifero contro quel maledetto muro.
“Non puoi uccidermi!!” Esclamò Lucifero urlando e contorcendosi.
"Già, ma posso rinchiuderti!” Esclamò Katherine chiudendo gli occhi e cominciando a dire qualcosa in latino, chiuse la mano e udí Lucifero urlare per il dolore. “C'è una gabbia che aspetta te all'inferno".
"Beh, dimmi come farai a ritrovare tua figlia se io sarò chiuso nella gabbia” disse ridendo cercando di calmare il suo respiro.
"Dimmi dov’è lei" Urlò la ragazza digrignando i denti e stringendo nuovamente la mano, facendolo urlare.
"Liberami e lo farò" sussurrò Lucifero respirando affannosamente.
"Dimmi. Dov'è. Mia. Figlia!!" Esclamò urlando e facendogli ancora più male.
"Non pensavo che saresti diventata così folle, insomma ti ho cresciuta come un padre o no? Ti ho aiutato a muovere i primi passi, abbiamo riso insieme, ci siamo voluti bene e adesso mi tradisci così? Per degli stupidi umani?” Chiese Lucifero guardandola con sguardo amaro.
"L'unico folle qui sei tu! Anche io sono una stupida umana adesso!” Esclamò Katherine chiudendo la mano nuovamente e sentendolo urlare.
Lucifero rise malvagiamente, diventò paonazzo e la guardò divertito, per poi dirle: “Sei umana ma riesci ad avere ugualmente i tuoi poteri?!”.
La ragazza fece una smorfia, chiedendosi interiormente come facesse a tenerlo bloccato contro il muro, ma scacciò quei pensieri e decise di riportare la discussione su ciò che le premesse di più.
“Dov’è mia figlia?!” Chiese chiudendo ancora la mano e facendo urlare un’altra volta.
“Come hai fatto... a liberarti dalla mia presa se non sei.. se non sei più.. una Cacciatrice, mmh?” Chiese con fatica sputando sangue e respirando affannosamente, continuando però ad avere il suo ghigno malvagio stampato sul viso.
“Sta zitto!” Esclamò Katherine sentendo il sangue ribollire nelle vene.
“Guardati! Azazel sta rimpiangendo di averti concepita!”.
La ragazza sgranò gli occhi e aprí leggermente la bocca dalla sorpresa: cosa diavolo si stava inventando Lucifero?!
“Che c’entra Azael?!” Chiese Katherine fulminandolo con gli occhi.
“Chiedilo a loro!” Esclamò Lucifero ridendo, osservando la porta aprirsi e vedendo entrare in scena tutti i suoi nemici.
“Lei non potrà mai essere nulla di diverso da una Cacciatrice!” Esclamò Gabriel spalancando le porte con un gesto della mano ed entrando nella stanza platealmente, seguito dal resto della squadra. “Non ricordi le parole di paparino??”.
“Risparmiami la lezione Gabriel!” Esclamò Lucifero ridendo amaramente.
“Katherine!” Esclamò Dean entrando e raggiungendola a passo svelto, emettendo tutto il suo disappunto. “Perché sei venuta qui da sola?!”.
“Dovevo! Ce l’ho in pugno!” Esclamò Katherine sorridendo ed annuendo.
“Tu pensi di avermi in pugno?!” Chiese Lucifero urlando, prendo a ridere. “Ti ho distratta così tanto che ti sei indebolita immediatamente!”.
Senza troppi problemi si liberò dalla presa della ragazza e scaraventò tutti indietro con un cenno della mano; si sgranchì le gambe e le braccia, dopo di che sorrise ed osservò tutti i presenti caduti a terra.
“Dov’è? Dimmi dov’è?!” Urlò Katherine rimettendosi in piedi ed avanzando verso di lui.
“Vuoi vederla, eh?” Chiese Lucifero divenendo serio e fissandola con aria di sfida. “Juudith? Juudith? Dove sei? C’è la tua mamma qui!!”.
D’un tratto, dalla porta da cui erano entrati tutti i presenti, si fece strada una bambina scalza, con i lunghi capelli raccolti in una coda e dei vestiti che avevano l’aria di essere stati usati per due settimana di fila; quando Katherine la vide, il suo cuore accelerò e si sentì felice come mai prima d’ora.
“Mamma?” Chiese la piccola Judith sorridendo, ma guardandola con timidezza, come se non la riconoscesse più.
“Amore, amore mio vieni qui!” Esclamò Katherine correndole in contro e stringendola fra le sue braccia, mentre le lacrime scendevano dai suoi occhi. “Oh Dio, grazie!”.
“Ah ah! È me che devi ringraziare, non Dio!” Esclamò Lucifero ridendo.
“Hai fatto abbastanza Lucifero, è tempo di tornare nella tua gabbia!!” Esclamò Gabriel avanzando, tenendo fra le mani la lama angelica.
“Vuoi uccidermi, fratello?” Chiese Lucifero sorridendo.
“Non farmelo fare, non voglio farti del male! Torna solo nella tua gabbia!” Disse Gabriel annuendo.
Silenziosamente Katherine, trascinò la bambina verso l’uscita, affidandola nelle mani di Liam, ed annuendo.
“Scappate” sussurrò il più silenziosamente possibile ed il ragazzo annuì.
Lucifero e Gabriel intrapresero una vera e propria battaglia, si colpirono a vicenda, ma tutti i presenti capirono da che lato stesse prendendo la lancetta della bilancia; tutti cercarono di aiutarli, ma furono respinti uno ad uno, non importa quanti tentativi facessero.
Attaccarono tutti insieme e con una luce angelica, Lucifero spiegò le sue ali e balzò tutti lontani da se; si avvicinò lentamente ed afferrò con una sola mano il colletto di Gabriel, sollevandolo e puntandogli la lama al collo.
“Non avrei mai voluto arrivare a questo fratello..” sussurrò sorridendo amaramente. “.. ma tu non mi lasci altra scelta!”.
Dopo un’altra breve occhiata, Lucifero affondò all’interno del tramite di Gabriel la lama angelica, ed una luce bianca invase la stanza, abbagliando tutti i presenti; quando il corpo fu privo di vita, Lucifero lo lanciò in fondo alla stanza e guardò con aria di sfida tutti gli altri.
“Noooo!!” Urlò Hailey sgranando gli occhi, sentendoli pizzicare e lasciando che qualche lacrima ribelle disobbedisse al suo controllo. “Brutto bastardo!”.
“Chi è il prossimo?” Chiese sorridendo. “Sarai tu Castiel? O continueremo io e te Kath?”.
“Io penso che andrai all’inferno molto prima di quanto immagini!” Esclamò Katherine tirando fuori velocemente dalla sua tasca uno zippo e, non appena lo accese, lo lanciò davanti a sè.
Improvvisamente la stanza si tinse del rosso delle fiamme dell’olio sacro che la ragazza avesse buttato poco prima camminando attorno a Lucifero per creare questo cerchio e bloccarlo lì dentro.
“Stronza!” Esclamò Lucifero digrignando i denti, ed ogni sentimento sparí dal suo volto.
“Faccio solo quello che serve!” Esclamò Katherine sostenendo il suo sguardo.
“Ragazzi, gli anelli!” Esclamò Castiel sospirando.
Immediatamente i Winchester tirarono fuori gli anelli dei quattro cavalieri dell’apocalisse e sospirarono.
“Sta per finire quindi..” sussurrò Sam annuendo, cercando di convincersi.
“Non penserete che io salti di mia spontanea volontà lì dentro, no?” Chiese Lucifero ridendo.
“Oh, lo farai!” Esclamò Dean annuendo e sorridendo. “Figlio di puttana!”.
“È il momento, ragazzo..” sussurrò Bobby guardandolo con aria triste, sapendo che si sarebbe pentito per tutta la vita di quel momento.
“Cosa?” Chiesero contemporaneamente le due sorelle Collins e Dean.
“Vi voglio bene ragazzi..” sussurrò Sam annuendo e trattenendo le lacrime, guardandoli con profondo dispiacere. “.. lo faccio per voi!”.
“Fare cosa?!” Urlò Dean sgranando gli occhi.
“Sam!!” Urlò Hailey strattonandolo.
“Cos’hai intenzione di fare?!” Chiese Katherine sgranando gli occhi.
“Ciò che deve essere fatto!” Esclamò Castiel deglutendo a fatica. “Mi dispiace..”.
“No!! Noo!!” Esclamarono in coro.
“Oh oh, ci sono novità?” Chiese Lucifero dall’interno del cerchio di fuoco. “Vuoi parteciparmi qualcosa, Sammy?”.
Sam annuì e guardò tutti gli altri, li aveva amati, uno ad uno, e ora non riusciva a pensare che li avrebbe lasciati per sempre.
“Si!” Pronunciò forte e chiaro ad alta volte il minore dei Winchester, gettando per terra gli anelli ed aprendo il vortice. “Lucifero, ti dico si!”.
Lucifero rise e una luce illuminò nuovamente la stanza, inondandola di purezza angelica, mentre il corpo di Sam fu invaso dalla sua essenza; tutti i presenti tremarono a quella vista e sperarono, invocarono Dio per far sì che Sam riuscisse a controllare Lucifero.
Il ragazzo riaprí gli occhi e un sorriso beffardo si fece strada sulle sue labbra, finché si trasformò in una vera e propria risata malvagia.
“Stavate sperando che Sam, un inutile umano, riuscisse a controllare me, l’arcangelo Lucifero?!” Esclamò con la voce del ragazzo, ridendo.
Con un soffio spense il fuoco proveniente dalla trappola preparata con l’olio sacro e con un gesto della mano ritirò gli anelli da terra, stringendoli e mettendoli al sicuro nella tasca della giacca di Sam.
“È finita ragazzi!” Esclamò Lucifero sorridendo compiaciuto.
“Noo!!” Urlò Dean cercando di avventarsi su di lui, ma venne scaraventato indietro con un pugno in pieno viso.
“Sammy, ascoltami, sono io, sono tuo fratello!” Esclamò il ragazzo cercando di rimettersi in piedi per tornare all’attacco.
Lucifero rise e lo guardò con aria divertita, per poi esclamare: “Sammy è fuori gioco ormai!”.
Colpí nuovamente il maggiore dei Winchester in pieno viso, facendogli sputare sangue, ancora e ancora, finché Katherine si alzò in piedi e gli si avvicinò.
“Lucy basta!” Esclamò la ragazza avvicinandosi ancora e fermandolo dal braccio.
Lucifero la guardò e lo sguardo malefico si dissolse nel nulla in qualche secondo; fissò la mano che Katherine avesse appoggiato sul suo braccio e accennò un sorriso amaro.
“Tu vuoi me, giusto? Rimarrò qui con te, ma risparmia gli altri” sussurrò Katherine annuendo e sorridendo.
“Sai cosa?” Chiese Lucifero sbuffando. “Non voglio più nessuno fra i piedi!!”.
Con una mossa della mano scaraventò tutti i presenti fuori dal palazzo, dove trovarono Liam e Judith sul furgone ad attenderli; Dean urló e provó a rientrare, ma una forza invisibile lo rispedì indietro, sbalzandolo contro una macchina posteggiata li difronte.
Era davvero finita così? Lucifero aveva preso possesso di Sam e degli anelli? Non avevano più alcun chance di riportarlo nella gabbia ?
“No..” sussurrò Dean, seguito da Hailey e Bobby, che si portarono le mani ai capelli.
Come avrebbero fermato l’apocalisse adesso ?





Era ormai metà giornata quando l’angelo tornò nella casa dai ragazzi: aveva provato a capire se vi erano novità su Lucifero e le sue intenzioni, ma le voci alla radio angelica erano troppo confuse.
Quella situazione non gli piaceva proprio, Sam non poteva continuare ad essere l’involucro del diavolo, il ragazzo non poteva sacrificarsi per tutti. Non era affatto giusto.
Come non lo era la morte di suo fratello Gabriel: lui aveva letto negli sguardi lanciati ad Hailey tutta la disperazione e il dolore per non averle detto un’ultima volta che l’amava.
Con un sospirò, guardó tutti i presenti intenti a trovare una soluzione su montagne di libri, e non appena entrò vide tutti gli sguardi posarsi su di lui: avrebbe voluto dire loro che aveva trovato qualcosa, che in Paradiso si vociferava un imminente scontro, ma purtroppo non era così.
“Cass, hai trovato qualcosa?” Chiese Dean speranzoso, alzando lo sguardo dal libro che stava divorando.
Dopo una breve pausa, l’angelo abbozzó un sorriso amaro e sussurrò: “Mi dispiace Dean, gli angeli non sanno nulla”.
“Dannazione!” Esclamò il ragazzo sbattendo la mano sul tavolo.
“E neanche i demoni..” disse Crowley materializzandosi nella stanza.
Si guardò attorno e individuò subito ciò di cui aveva bisogno: avanzò fino al tavolo del salotto su cui trovò una bottiglia di Scotch scadente, ma che sarebbe andato bene ugualmente.
Si riempì il bicchiere e solo dopo averne tracannato il contenuto si accorse degli sguardi puntati su di se ed esclamò: “Che c’è?”.
“Che c’è?” Ripetè Hailey sgranando gli occhi e scattando in piedi come una saetta. “Hai il coraggio di chiederlo, brutto buffone?!”.
“Non ti seguo, tigre” rispose il demone versandosi un altro bicchierino.
“Te la sei svignata quando hai sentito che era ora di andare ad affrontare Lucifero!” Esclamò Bobby aggrottando le sopracciglia e guardandolo in cagnesco.
“Non è stato un bel comportamento, amico!” Esclamò Liam facendo spallucce quando notò che il suo compagno stesse cercando man forte da lui.
Crowley sospirò e allargò le braccia, posò il bicchiere e prese posto accanto a Judith e Katherine, che immediatamente si alzò e mise spazio fra la bambina e il demone.
“Oh, d’accordo!” Esclamò sbuffando e facendo spallucce. “Troverò qualche informazione!”.
“Che intendi?” Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia.
“Andrò a sentire da vicino cosa vuole fare Sam” disse Crowley alzandosi, ma non appena notò gli sguardi glaciali che gli riservarono, sbuffò e si corresse. “Intendevo Lucifero!”.
“Vattene e non tornare se non trovi una soluzione!” Esclamò Dean guardandolo in cagnesco.
Il demone lo fissò per qualche altro secondo, poi si smaterializzò, lasciando tutti i presenti con l’amaro in bocca; il maggiore dei Winchester chiuse di scatto il libro che teneva fra le mani e si alzò, e si incamminò verso l’uscita della casa.
Era talmente furioso e amareggiato che avrebbe spaccato qualsiasi cosa gli si fosse parata davanti! Aveva fallito per la seconda volta! Come aveva potuto lasciare che suo fratello facesse una cosa del genere?
Quando Sam ne parlò agli altri prima di recarsi a Detroit, aveva ricevuto solo pareri negativi e l’imposizione di non fare alcuna cazzata o gliel’avrebbero fatta pagare, ma a quanto pare non erano stati molto convincenti.
Scosse la testa, gli faceva male, troppo male: cosa avrebbe pensato suo padre di lui ? Non era stato capace di proteggere il suo fratellino dalla morte, di nuovo.

 “Ragazzi, ho un piano” disse Sam sospirando e alzandosi dalla sedia del salotto.
“Va avanti” disse Hailey volgendo lo sguardo verso di lui, in attesa di una soluzione.
“Io.. Posso farlo io” sussurrò Sam mordendosi il labbro e passandosi una mano fra i capelli.
"Puoi fare tu cosa?” Chiese Bobby aggrottando le sopracciglia e sgranando gli occhi.
"Posso dire di sì..” rispose il minore dei Winchester sospirando rumorosamente, sapendo quali sarebbero state le reazioni dei presenti.
"È escluso!” Esclamò Dean perentorio, guardandolo in cagnesco.
"Posso riuscirci!” Esclamò Sam allargando le braccia.
"A farti possedere?" Chiese Hailey scioccata, escludendo a priori quella possibilità.
"No, posso rafforzarmi e controllarlo!” Disse il minore dei Winchester. “Non abbiamo altra soluzione, stiamo cercando da ore ormai e non abbiamo trovato niente!”.
"E come vorresti fare, eh? Lanciarti nella mischia e sperare che tu sia più forte di Lucifero?" Chiese Dean fulminandolo con lo sguardo.
“Non ti sembra ridicolo tutto questo?!” Esclamò Hailey allargando le braccia.
"Io posso rafforzarmi, bevendo.. sangue demoniaco.." sussurrò Sam sospirando. “Ce la posso fare”.
"No, torna a studiare!” Esclamò Dean scuotendo la testa.
“Non troveremo la soluzioni in questi libri!" Esclamò il minore scuotendo la testa.
“Forse ha ragione..” sussurrò Bobby sospirando.
“Cosa?” Chiesero all’unisono Dean ed Hailey sgranando gli occhi.
"Forse, e dico forse, potrebbe farcela” sussurrò Bobby pentendosi immediatamente di averlo anche solo pensato.
“Ma ti ascolti quando parli?!” Esclamò Dean furioso.
“Si, e bere sangue di demone potrebbe rafforzarlo abbastanza da riuscirci..” sussurrò Gabriel annuendo, intervenendo per la prima volta nella discussione ed annuendo, convinto che potesse funzionare.
“Grazie..” sussurrò Sam annuendo e sospirando, trovandosi per la prima volta d’accordo con l’arcangelo.
“Siete tutti impazziti?!” Esclamò Hailey sbattendo un pugno sul tavolo.
“Ragazzi..” sussurrò Castiel avanzando nella stanza e guardando i due. “.. lo so che vi farebbe soffrire, ma Sam ha ragione.. non abbiamo altre soluzioni e questa sembra l’unica sensata”.
“Ho detto NO!” Urlò Dean sgranando gli occhi e dilatando le narici dalla rabbia.
“Ragazzi..” sussurrò Castiel volgendo lo sguardo al piano di sopra. “.. non sento più la presenza di Katherine!”.



“Dean..” sussurrò una voce tenera e calma alle sue spalle, che lo fece voltare e trasalire dai suoi pensieri.
Il ragazzo la guardò con aria disperata, distrutta, esausta, così Katherine si avvicinò di corsa e lo accolse fra le sue braccia; appoggiò la testa sull’incavo del suo collo e respirò il suo odore, mentre la ragazza gli carezzò i capelli e lo strinse forte a se.
“Sono così esausto, Katherine..” sussurrò il maggiore dei Winchester, sospirando debolmente. “Vorrei solo che tutto questo finisca..”.
“Lo so, e finirà tesoro, non temere..” sussurrò la ragazza stringendolo ancora fra le sue braccia. “Riporteremo Sam tra noi”.
“Non lo so Kath..” sussurrò Dean sciogliendo l’abbraccio e guardandola negli occhi. “Forse devo lasciarlo andare, come voleva lui.. devo avere fede in Sam e credere che riesca a domare Lucifero”.
Il ragazzo sospirò, sentí gli occhi pizzicare e si voltò, non riuscendo più a sostenere il suo sguardo.
“Mi sento una merda per averlo detto davvero..” sussurrò Dean sospirando e portandosi le mani alle tempie.
“No, hai ragione.. Sam ci riuscirà” sussurrò Hailey sbucando dalla porta e appoggiandosi allo stipite, e solo in quel momento i due ragazzi riuscirono a vedere i suoi occhi gonfi di lacrime. “Ma non so come riuscirò io ad andare avanti”.
Dalle guance della maggiore delle Collins presero a scendere fiumi di lacrime calde e salate, e presto si trasformò in un pianto disperato; immediatamente la sorella si avvicinò e le cinse le spalle con un braccio.
“Sono così contenta che tu sia tornata..” sussurrò la ragazza continuando a piangere e stringendosi alla sorella.
Il maggiore dei Winchester, con il cuore a pezzi, si strinse alle due Collins, abbracciandole entrambe, condividendo il dolore con loro e conscio che, se non ci fossero state loro, sarebbe caduto a pezzi.
“Oh tesoro, non posso capire cosa stai provando, ma mi dispiace tantissimo..” sussurrò Katherine sentendo gli occhi pizzicare. “..nessuno voleva che succedesse qualcosa di male a Gabriel..”.
Hailey continuò a piangere, ma in quell’abbraccio riuscì a trovare la forza ed il coraggio per seppellire momentaneamente il dolore e concentrarsi sulla ricerca di Sam.


L’attesa li logorava dall’interno, non riuscivano più ad aspettare che Castiel tornasse riferendo loro il luogo in cui si sarebbe trovato Lucifero nelle vesti di Sam; rimanevano in silenzio, a scambiarsi ogni tanto delle occhiate veloci, leggendo continuamente negli occhi degli altri il dolore per ciò che avrebbero dovuto fare a breve.
Avrebbero perso Sam: fratello, amico, compagno, figlio.
Non avrebbero potuto fare niente per evitarlo.
Quando Bobby ed Hailey si recarono in cucina per preparare qualcosa da mangiare, e Liam portó la piccola Judith nella sua residenza/fortezza, i due ragazzi rimasero soli, mano nella mano su quel divano; i loro pensieri li stavano facendo impazzire.
“Ho bisogno di distrarmi per solamente un secondo..” sussurrò il ragazzo sospirando, volgendo lo sguardo verso l’ex Cacciatrice ed interrompendo quel silenzio. “..ti va di parlare dei tuoi genitori?”.
“I miei veri genitori?” Chiese Katherine sospirando, ricambiando lo sguardo.
“Si..” Rispose Dean annuendo.
“Beh, erano persone per bene..” sussurrò Katherine mordendosi il labbro. “..mi hanno data via proprio perche potessi avere una vita tranquilla lontana dai mostri..”.
“Non pensavano che potessi avere i poteri di tua mamma ?” Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
“No, ma quando mio padre lo ha scoperto è venuto subito a cercarmi..” sussurrò la ragazza abbozzando un sorriso amaro. “L’adozione privata non lo ha fermato, era un cacciatore come il resto della mia famiglia...”.
“I tuoi genitori.. adottivi.. non l’hanno mai scoperto?” Chiese Dean provando a cambiare discorso.
“Ero una ragazza di 17 anni quando ho conosciuto il mio vero padre, l’ultima cosa che avrei voluto fare era dire ai miei che avevo scoperto di essere stata adottata..” sussurrò la ragazza facendo spallucce.
“Mi dispiace, non deve essere stato facile portarsi questo peso per tutti questi anni” sussurrò Dean sospirando e passandole una mano sulla spalla. “Non sarà stato facile per loro”.
“Affatto! Però li capisco, anche io ci ho pensato quando ho scoperto di aspettare Judith” ammise la ragazza sospirando.
“Volevi darla in adozione?” Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
“Si, non volevo condannarla alla mia stessa vita! Ma lei è mia figlia, ha i miei geni e quelli della mia famiglia: sarà una Cacciatrice anche lei e sarà potente, più di quanto lo sia mai stata io” disse la ragazza sorridendo.
“Cosa ?” Chiese Dean sorpreso di quella rivelazione, divenendo seriamente preoccupato.
“I poteri crescono di generazione in generazione! Lei sarà una grande Cacciatrice” sussurrò Katherine facendo spallucce.
“Chissà cosa potrà fare con i suoi poteri” disse Dean riflettendo sulla situazione.
“A proposito Dean..” inizió la ragazza, ma non riuscì più a mantenere il contatto visivo e si appoggiò con i gomiti alle sue ginocchia. “..quello che ho fatto è stato orribile, non ci sono scuse che tengono, ne Maledizione.. io.. io..”.
“Katherine, aspetta..” sussurrò il ragazzo, mordendosi il labbro. “C’è qualcosa che devi sapere”.
Non voleva affrontare quella discussione adesso: aveva passato l’intero anno passato a cercarla, stanarla e cercare di strapparla al male per riportarla dalla sua parte, e quando finalmente c’era riuscito, il suo fratellino era stato posseduto dal diavolo. Era troppo chiedere un momento tranquillo?
Ma sapeva di dover affrontare quell’argomento con lei, non poteva tirarsi indietro proprio adesso.
La ragazza lo guardò con aria interrogativa ed internamente tremó: non aveva idea di cosa volesse dirle, ma dentro di se capì che non era nulla di buono.
“Tuo padre è stato posseduto da Azazel” disse Dean sospirando, sapendo che da quella chiacchierata non sarebbe uscito nulla di positivo. “Volevo dirtelo, ma non sapevo come..”.
“Cosa?” Chiese la ragazza rimanendo a bocca aperta e sgranando gli occhi. “Ma noi lo abbiamo ucciso..”.
“È successo prima che lo uccidessimo” rispose Dean leggendo nei suoi occhi una marea di confusione.
“Non capisco” disse Katherine aggrottando le sopracciglia.
“Lui ha posseduto tuo padre mentre stava con tua madre, prima che nascessi” continuò il ragazzo afferrando una mano fra le sue, sperando che non la sconvolgesse troppo in quel momento così delicato.
“Perché lo avrebbe fatto?” Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia, non capendo dove volesse andare a parare.
“Non la prenderai bene: per concepire un figlio con lei..” sussurrò Dean deglutendo a fatica. “Ha concepito te”.
“Cosa?!” Chiese Katherine spalancando gli occhi e la bocca. “No, no, no!”.
“È la verità purtroppo..” sussurrò il cacciatore annuendo, sentendo un nodo allo stomaco.
“Sono la figlia di una delle cacciatrici più forti del mondo, ma anche di uno dei bracci destri di Lucifero?” Chiese Katherine spalancando la bocca d avendo difficoltà a comprendere le sue stesse parole.
“Si Kath, ecco perché la tua Maledizione è stata così forte, ecco perché ti ha indirizzata al male con questa ferocia e perché Lucifero ti voleva a tutti i costi..” sussurrò Dean scuotendo leggermente la testa. “Mi dispiace..”.
“Ciò vuol dire che non potrò mai essere buona..” sussurrò la ragazza con sguardo vitreo. “Morte ha provato ad aiutarmi, eppure io ho ancora i miei poteri..”.
Il ragazzo rimase a fissarla senza sapere come poterla consolare ed aiutare, cosa poterle dire in una situazione come quella: nonostante ciò, di una sola cosa era fermamente convinto.
“Tu non sei cattiva..” sussurrò Dean cercando di calmarla, carezzandole la schiena.
“No Dean, tu non sai cos’ho fatto in questi mesi..” sussurrò Katherine abbassando lo sguardo sconvolto più che mai, incapace di sostenerlo.
“Non mi importa..” Sussurrò il ragazzo avvicinandosi e cingendole le spalle con il suo braccio. “Adesso calmati amore”.
“No, lasciami parlare, per favore! Devo dirti qualcosa, qualcosa che non ti piacerà..” continuò la ragazza fissando un punto davanti a sè. “..per niente”.
“Cos’è successo ?” Chiese Dean sospirando.
“Lucifero mi ha chiesto di risolvere un suo conto in sospeso con un demone ed io ho accettato, perché anche io volevo fargliela pagare per quello che mi aveva fatto..” sussurrò Katherine stringendo le mani in pugni, talmente forte che le sue nocche divennero bianche.
“Quale demone?” Chiese Dean aggrottando le sopracciglia.
“Meg”.
“Oh, fantastico! È morta quella stronza?” Chiese il ragazzo rilassandosi e sorridendo.
“No, non ci sono riuscita perché dei cacciatori si sono messi in mezzo; c’è stata un’esplosione che ha travolto l’intera cittadina..” sussurrò Katherine sospirando, tenendo lo sguardo basso. “La città era deserta, ma i cacciatori sono morti..”.
Il ragazzo mise su una faccia seria, come mai prima d’ora, e non riuscì a proferire parola; non poteva sopportare ancora altre rivelazioni di quel calibro, non quella notte.
“Li conoscevi. Li conoscevamo tutti” aggiunse sospirando.
“Di chi stai parlando ?” Chiese Dean sentendo il cuore battere più veloce dall’agitazione.
“Mi dispiace così tanto, il loro sangue imbratta le miei mani, insieme a quello di tanti altri innocenti..” sussurrò la ragazza mentre delle calde lacrime scesero dalle sue guance ed il senso di colpa e il dolore per la morte di quelle persone divennero sempre più schiaccianti.
“Ti ho chiesto chi!” Esclamò Dean in tono troppo alto e troppo freddo, tanto che la ragazza sobbalzò e si asciugò in fretta le lacrime.
“Ellen e Jo..” sussurrò Katherine tirando su con il naso e deglutendo a fatica la sua stessa saliva. “..mi dispiace più di ogni altra cosa..”.
Il silenzio invase la stanza e i due ragazzi si pietrificarono sul posto; il cervello del cacciatore non riuscì a rielaborare quelle informazioni, le rifiutava. Come aveva potuto fare una cosa del genere ?
“Non hai potuto evitarlo, vero? È stato un incidente? Non c’era alcun modo per salvarle, giusto?” Chiese Dean sgranando gli occhi, speranzoso.
“Avevo due scelte: tornare indietro e salvare loro o inseguire Meg ed ucciderla..” sussurrò Katherine mordendosi le labbra con troppa foga. “..ho fatto la scelta sbagliata..”.
“Hai ucciso Jo ed Ellen ?” Chiese Bobby con la voce più calma che avesse mai sentito, che si affacciò dalla cucina e probabilmente aveva ascoltato l’intera conversazione.
“Bobby.. “ sussurrò la ragazza alzando lo sguardo verso di lui e sentendo altre lacrime scendere dal suo viso. “..mi dispiace, mi dispiace.. mi dispiace così tanto”.
“Oh, ragazza mia, dovevi affidarti a noi quando la Maledizione ha cominciato a farsi strada..” sussurrò l’uomo facendosi strada all’interno del salotto.
La guardò negli occhi e vi lesse tutto il suo pentimento, ma non bastava. Non gli bastava. Amava Ellen, amava Jo e amava anche Katherine, ma questo non sarebbe riuscito a dimenticarlo o a reprimerlo da qualche parte dentro di se.
“Katherine, questo non potrò mai perdonartelo” sussurrò l’uomo voltandosi e avviandosi verso le scale.
“Bobby.. “ sussurrarono Dean ed Hailey, cercando di intervenire per calmare la situazione.
“No, ha ragione! Dannazione, dovreste odiarmi anche voi!“ Esclamò versando altre lacrime, scuotendo la testa, ed alzandosi di scatto dal divano. “Ho fatto del male anche a voi! Dovreste odiarmi tutti!”.
In meno di qualche secondo, la ragazza uscì fulminea dalla porta, lasciando i ragazzi immobili lì davanti, incapaci di reagire o di dire qualsiasi cosa; erano troppo emotivamente distrutti per seguirla.


“Ok, grazie Chuck!!” Esclamò Dean chiudendo la chiamata con il profeta e sospirando amaramente, per poi rivolgere lo sguardo verso gli altri. “So dove si svolgerà la battaglia fra Lucifero e Michele”.
Lo sguardo vitreo divenne comune, consci che per salvare il mondo avrebbero dovuto sacrificare Sam.
“Quando?” Chiese Hailey respirando lentamente.
“Oggi pomeriggio” sussurrò Dean chiudendo gli occhi per qualche secondo gli occhi e passandosi le dita sulle tempie.
Era terrorizzato all’idea che suo fratello fosse posseduto da Lucifero, ma aveva fede: era sicuro che Sam riuscisse a controllarlo e a rispedirlo nella sua gabbia.
Ma il terrore rimase dentro di lui e continuò a crescere, secondo dopo secondo: non voleva perdere suo fratello, il dolore sarebbe stato troppo grande.
Ogni membro della sua famiglia ne sarebbe stato devastato: Hailey era già distrutta per la morte di Gabriel, quando se ne sarebbe andato anche Sam si sarebbe annullata del tutto,così come Dean, che sarebbe letteralmente impazzito; Bobby avrebbe perso uno dei suoi ragazzi, Dio solo sapeva quanto quell’uomo amasse il minore dei Winchester; ed infine Katherine, distrutta psicologicamente da quanto avesse fatto, dalle persone uccise e da tutto il male che avesse sparso sulla terra insieme a Lucifero, sarebbe stata divorata dal senso di colpa e dal dolore.
Lui stesso non sapeva come avrebbe fatto ad andare avanti, a sopravvivere a tutto quel male e dolore per la perdita del suo fratellino; ma avrebbe fatto ciò che gli aveva chiesto: avere una vita normale con Katherine, Judith ed Hailey, uscire una volta per tutte dalla caccia.



“È ora..” sussurrò Castiel entrando nella stanza, leggendo negli occhi dei presenti un dolore insormontabile.
I ragazzi stavano già preparando le proprie armi, consci che avrebbero potuto incontrare dei demoni a proteggere la battaglia tra Michele e Lucifero; con sguardi assenti e vitrei, Bobby, Katherine, Dean ed Hailey uscirono dalla porta ed entrarono nell’Impala.
Di quante cose è stata testimone quest’auto ? Si chiese mentalmente il maggiore dei Winchester sospirando ed accendendo il motore.
Il ragazzo spinse l’acceleratore a tavoletta per arrivare il più velocemente possibile sul luogo dello scontro: il cimitero del Kansas; il viaggio fu quasi infinito, non riuscivano a pensare lucidamente, afflitti per com’erano da tutto quel dolore.
In poco meno di un’ora arrivarono a destinazione e immediatamente scorsero le figure di Sam e Adam in piedi, intenti in chissà quale discussione.
Prima di scendere dall’auto si scambiarono uno sguardo d’incoraggiamento, cercando di infondersi più coraggio possibile.
“Non vi arrendere proprio mai, eh?” Chiese retoricamente Lucifero, allargando le braccia con disappunto, quando i ragazzi scesero dall’auto.
“Mai!” Urlò Dean avanzando.
“Cosa pensate di poter fare voi quattro, mmh?” Chiese ironicamente Michele attraverso Adam, sogghignando.
“Aiuteremo Sam” disse Hailey annuendo e stringendo i pugni. “Ti sbatteremo all’inferno”.
“Ragazzo, siamo qui per te” disse Bobby accennando un sorriso.
“Andatevene!!!” Intimó Michele divenendo serio. “È scritto che io e mio fratello ci affronteremo!”.
“Ehi, buco di culo!!” Esclamò una voce alle spalle dei ragazzi, facendoli voltare. 
Castiel si materializzò in quel momento e con agilità lanciò una molotov anti Angelo sull’arcengelo, che in una fiammata sparì.
“Buco di culo?!” Chiese ironicamente Katherine, sorridendo.
“Solo io posso far sparire mio fratello!!” Esclamò Lucifero con la bocca di Sam, infuriandosi e diventando rosso in viso, preparando il colpo.
“Castiel, sta indietro” ulrò Katherine avvicinandosi all’amico e provando a proteggerlo, ma in pochi secondi, con uno schiocco di dita Lucifero fece esplodere l’angelo e spezzò il collo a Bobby.
“Nooo!!!” Urlarono in coro i tre ragazzi superstiti, osservando i loro due amici privi di vita.
“Siete voi che mi avete provocato! Perché non potete lasciarmi in pace, mmh?” Chiese Lucifero alterandosi. “È scritto che dovrò affrontare mio fratello”.
“No!!” Urlò Katherine avanzando verso di lui, lasciando sua sorella e il maggiore dei Winchester alle spalle. “Sam non lo permetterà!”.
Il viso di Sam si rilassò e un ghigno malvagio si fece strada sulle sue labbra, sfociando in una vera e propria risata malvagia.
“Sei sempre stata così divertente..” sussurrò Lucifero continuando a ridere, avvicinandosi pericolosamente alla ragazza e mettendole una mano sulla spalla. “Sai chi mi aiuterà a domarlo? Proprio tu Katherine!”.
“Non succederà mai!” Esclamò furiosa, scrollandosi la mano dalla spalla.
“Non ho detto che lo farai di tua spontanea volontà..” sussurrò Lucifero sorridendo, sfiorandole il viso, ma la ragazza si ritrasse subito.
“Non la costringerai!!” Esclamò Dean avvicinandosi velocemente, seguito da Hailey.
“Sta a vedere!” Esclamò Lucifero sorridendo e muovendo la sua mano verso la ragazza.
Esattamente come quando si estrae la grazia da un angelo, Katherine inarcò la schiena in una posa quasi non umana, emise un urlo che fece ghiacciare il sangue ai presenti e una nube nera e rossa prese ad uscire dalla sua bocca. Non importava quanto cercasse di dimenarsi, o quanto volesse opporsi a tutto ciò, Lucifero aveva sempre la meglio su di lei.
Gli occhi le diventarono rossi per forse l’ultima volta nella sua vita ed improvvisamente tutto cessò; Katherine, priva di forza, stava crollando rovinosamente a terra, ma Lucifero la prese fra le braccia e la guardò in viso.
“Mi dispiace così tanto che tu abbia scelto loro..” sussurrò carezzandole la guancia. “.. avremmo potuto governare il mondo insieme”.
Con un sospiro, la scaraventò quasi dalla parte opposta del campo, e finì contro l’impala, travolgendo anche Hailey.
“Sei un figlio di puttana” disse Dean digrignando i denti e sentendo la rabbia aumentare.
Lucifero rise e chiuse gli occhi: sentì il potere della Cacciatrice mescolarsi con il suo, si sentì rinvigorire e un brivido di piacere lo attraversò. Adesso non poteva più essere fermato.
“Ti ucciderò” disse Hailey alzandosi con fatica e scostando la sorella semincosceste.
Con un sorriso Lucifero si avventò sul maggiore dei Winchester, prese a colpirlo in viso, un pugno dopo l’altro, finché i lineamenti furono quasi del tutto irriconoscibili; il sangue sgorgava dai suoi occhi gonfi, dagli zigomi lacerati, così come della sopracciglia spaccate.
Per un momento Dean si sentì quasi felice, stava per morire e tutta la sua vita sarebbe finita; ma ben presto capì che nulla di tutto ciò lo avrebbe fatto stare meglio.
“Va tutto bene Sammy..” sussurrò con un filo di voce, afferrando con una mano la giacca del ragazzo.
Non gli importò più che al timone ci fosse Lucifero, sapeva che il suo fratellino stesse ascoltando.
“Non preoccuparti, ci sono io Sam” sussurrò Dean tossendo sangue, provando dolore per ogni singola parola. “Andrà tutto bene!”.
Lucifero sorrise e si preparò a dare il colpo di grazia al maggiore dei Winchester con un pugno, quando il suo sguardo cadde all’interno dell’Impala; con chiarezza vide le iniziali dei due fratelli incise con un coltello all’interno dell’auto quando erano piccoli e per un secondo si bloccò.
Quel secondo fu sufficiente a Sam per acquisire il controllo e sgranare gli occhi; delle immagini presero a passargli nella mente: tutte le lotte intraprese con il fratello, i loro pochi momenti d’infanzia e i loro giochi, il primo incontro con Katherine e la loro storia d’amore, le giornate passate con Bobby, l’affetto che si era ormai creato verso Castiel, la prima volta che avesse visto Hailey e il momento in cui capí di amarla.
Lucifero non aveva fatto i conti con quanto fosse forte la volontà e l’anima di Sam; il ragazzo sorrise e i presenti riuscirono finalmente a riconoscerlo.
“Sam..” sussurrò Hailey tenendosi all’auto, cercando di avvicinarsi.
Il ragazzo la guardò con sofferenza e liberò immediatamente il fratello dalla sua presa, lasciandolo cadere rovinosamente a terra.
“Sammy..” sussurrò con un filo di voce il maggiore, non riuscendo a trovare l’energia per rialzarsi.
“Ok ragazzi, ce l’ho!” Esclamò Sam annuendo e sorridendo amaramente. “Lo controllo!”.
In fretta uscì dalla sua tasca gli anelli dei quattro cavalieri e li gettò a terra, recitando in latino la formula per aprire la porta per la sua gabbia, ed un vento pazzesco si scatenò.
“Sam..” sussurrò Katherine con un filo di voce ed appoggiando la schiena alla portiera dell’auto, mentre un rivolo di sangue uscì dalle sue labbra. “Mi dispiace”.
Il ragazzo le sorrise; avrebbe voluto fare di più, dire di più, ma ogni secondo era prezioso e non sapeva per quanto sarebbe riuscito a controllarsi; li guardò ad uno ad uno, ognuno occupava un ruolo importante nella sua vita e li amava. Leggeva nei loro occhi la distruzione che il dolore stesse operando proprio in quel momento, ma non aveva altra scelta. Lo stava facendo per loro.
Si fece forza e chiuse gli occhi, prima di lanciarsi all’interno della gabbia per rinchiudere il diavolo e salvare coloro che amava; proprio in quel momento si materializzò Michele, che lo afferrò dal braccio e tentò di sollevarlo, ma Sam ebbe la meglio e lo trascinò con sé all’interno della gabbia di Lucifero.
Il portale si chiuse alle loro spalle e improvvisamente il vento cessò, proprio come se non fosse successo nulla; i tre si scambiarono un'occhiata di sofferenza. Ce l'avevano fatta! Lucifero era chiuso nella sua gabbia, Michele non avrebbe scatenato nessun'altra Apocalisse sulla Terra! Ci erano riusciti! Ma a quale prezzo? 
In silenzio apparve Castiel, con espressione seria e dispiaciuta,e tutti i presenti non fecero altro che chiedrsi come fosse possibile; l'avevano appena visto morire.
Guardò i ragazzi afflitti dal dolore e protese una mano nella loro direzione: guarì le ferite del ragazzo, toccò Bobby e lo riportò indietro, e successivamente diede un pò di sollievo al dolore dell'ex Cacciatrice, alla quale era stato portato via un ulteriore pezzo di Maledizione. Castiel ruscì a sentirlo, la sua aura era cambiata.
Tutti, nessuno escluso, lasciarono sorgare delle lacrime amare dai loro occhi. Tutti piansero per Sam.
"Cass, sei Dio?" chiese Dean guardandolo con le lacrime agli occhi.
"No, ma è stato lui a riportarmi in vita.." sussurrò accennando un sorriso.
Non seppero spiegare perchè, ma il suo volto riuscì ad infondere a tutti loro coraggio e forza.
"Vi porto a casa" aggiunse l'angelo sorridendo.
Il cimitero rimase così vuoto, non vi era più nessuno. Nessuna tomba su cui portare fiori, nessuna lapide a cui poter parlare.
L'Apocalisse era finita e, con essa, anche le loro vite.







Note dell'autrice:
Salve ragazzi, scusate l'ennesimo ritardo! Spero che il nuovo capitolo vi piaccia!
Ho deciso di concludere questa storia così, esattamente come si chiude la quinta stagione. Ho altre tantissime idee su come proseguire e continuerò a scrivere, ma voglio mettere un punto ad Heartbeat e continuare la storia di Sam, Dean, Katherine ed Hailey sotto un altro nome, quindi creerò una serie.
Ringrazio chi mi ha seguito in questi lunghi e tormentati 47 capitoli e chi ha preso a cuore la mia storia! Vi ringrazio tutti! 
Fatemi sapere cosa ne pensate della conclusione di Heartbeat! Alla prossima! :*
  
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