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Autore: lmpaoli94    19/08/2018    1 recensioni
Sei donne.
Tutte diverse tra loro.
Ma c’è una cosa che unisce la loro amicizia: l’amore per i libri e per la lettura.
Ogni domenica si riuniscono nella biblioteca di una loro amica per discutere sul prossimo libro da leggere.
Ma in quei momenti, non perderanno occasione di parlare della loro vita e dei loro problemi di donne.
Genere: Commedia, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Essendo la ragazza meno impegnata delle altre, fu Michela a volere iniziare a buttare giù le prime pagine della storia.
Si era rinchiusa in camera sua spremendo le sue meningi.
Ma più ci pensava, più non gli veniva in mente nessuna parola.
“Non so nemmeno come poterli chiamare…”
Pensò ai nomi Lorenzo e Annalisa, essendo per lei cugini molto stretti.
 
 
Capitolo uno:
 
 
Era una domenica molto lugubre e scura sulla piccola cittadina di Saleti.
Il sole era scomparso da alcuni giorni.
Era finito il periodo della calda estate e delle ballate in piazza.
Gli abitanti che popolavano quel luogo, erano tornate alle loro umili mansioni.
Da chi faceva il fabbro a chi faceva il pastore.
Malgrado fosse un periodo di crisi, la gente non smetteva di andare avanti.
Non si disperava nessuno.
Pensavano giorno per giorno.
Ma cosa sarebbe successo se tra quelle persone, ci fosse stata una giovane ragazza sognatrice che voleva scoprire l’amore?
“Mamma, ne ho abbastanza di piegare questi panni!” brontolò la ragazza.
“Sei una vera scansafatiche” ribadì la donna anziana.
“Ma mamma…”
“Niente ma. Lo sai che tuo padre non vuole vederti circolare nei campi insieme a quel tuo stupido libro che ti porti sempre appresso.”
“Via col vento non è uno stupido libro. È un classico della letteratura mondiale.”
“Certo. Perché non lo vai a spiegare a tuo padre?”
“Perché lui non capirebbe. A differenza tua…”
“Io non voglio capire proprio un bel niente. Sono una donna di casa. E come donna di casa, non ho tempo per queste fantasticherie.”
“Ecco perché rimarrete così triste per sempre. Perché non siete una donna libera… Sei solo schiava del tuo lavoro.”
“Annalisa!”
Ma la ragazza non aveva voglia di vedere sua madre che si spaccava la schiena dalla mattina alla sera.
Era molto diversa.
Vivace e sfuggente.
Ma cosa sarebbe successo se qualcuno gli avesse provato a distruggere i suoi sogni per sempre?

 
 
«Come prima bozza del capitolo non è male…» fece Michela «Chissà cosa ne pensa Anita.»
Ma prima di parlare con la sua amica, decise di continuare a scrivere ancora un po’.
Era in piena ispirazione.
E non poteva farsi sfuggire tutte le sue idee.
 
 
Durante la sua passeggiata in paese per comprare alcuni viveri, la giovane ragazza s’imbatté in uno stalliere.
«Buongiorno, signorina.»
«Buongiorno.»
La ragazza era molto timida quando si trattava di parlare con gli uomini.
«Vi posso aiutare in qualcosa? Avete un carico molto pesante.»
«Vi ringrazio, ma ce la faccio da sola.»
Ma appena Annalisa fece uno sforzo per prendere il pesante sacco di farina che aveva appena crollato, ella crollò a terra dolorante.
«Vi sentite bene?»
I due ragazzi si guardarono intensamente negli occhi.
Sembravano ammaliati dai loro sguardi.
«Venite, vi do una mano.»
«Ma ce la faccio…»
«Nessun disturbo. Dov’è che abitate?»
«In cima a quella collina» rispose la ragazza indicandogli il posto.
«Molto bene. Andiamo.»
«Siete sicuro che non vi sto sottrando ad un altro lavoro importante?»
«Certo che no. E poi aiutare una fanciulla come voi, è molto più importante.»
La giovane ragazza fu molto ammirata da come veniva riempita di lodi da quel ragazzo.
Dopo aver camminato per circa un’ora, Annalisa e il giovane uomo arrivarono dinanzi la casa della ragazza.
«Non so davvero come ringraziarvi» fece Annalisa sorridente.
«Di niente.»
«Vi posso offrire qualcosa?»
«No, vi ringrazio. Devo tornarmene a casa prima che faccia buio.»
Prima che il ragazzo se ne potesse andare, Annalisa lo prese per un braccio guardandolo dritto nel suo sguardo misterioso.
«Sono una vera maleducata. Non vi ho nemmeno chiesto come vi chiamate.»
«Il mio nome è Lorenzo. Il vostro?»
«Annalisa.»
«Piacere di conoscervi, Annalisa.»
«Il piacere è tutto mio…»
Ma mentre i due ragazzi si stavano conoscendo meglio, uscì fuori di casa il padre della ragazza.
«Padre…»
«Annalisa, chi è questo ragazzo?»
«Il suo nome è Lorenzo. È stato così gentile da aiutarmi a portare fin qua questo sacco di farina.»
«Se era così pesante per te, perché non me l’hai chiesto? Sapevi che ero anch’io in città. Potevi lasciare la merce in negozio e io sarei andato a prenderlo.»
«Non ce n’è stato bisogno. Sono stato felice di aiutarla.»
Il padre della ragazza aveva capito il suo sguardo sorridente.
«Annalisa, va in casa. Devo parlare con questo ragazzo.»
«Ma padre…»
«Ho detto vai.»
Quando il padre impartiva un ordine a sua figlia, non c’era possibilità di fargli cambiare idea.
«Buon uomo, spero che non abbiate frainteso i miei buoni…»
«Io non ho frainteso un bel nulla… Conosco i tipi come te. Non vedono l’ora di gettarsi tra le lenzuola di mia figlia. Ma farò tutto in mio potere per impedirvelo.»
«Scusate, ma state sbagliando di grosso…»
«Vattene dalla mia proprietà prima che tu possa pentirtene.»
Senza poter rispondere alla minaccia dell’uomo, Lorenzo lasciò la proprietà, consapevole che non l’avrebbe più rivista.

 
 
«Ecco. Per oggi ho finito.»
Mentre Michela stava salvando sul computer il suo primo capitolo appena concluso, vide sul cellulare la chiamata di Anita.
«Ciao, Anita. Come va?»
«Tutto bene. È appena passato il famoso ragazzo che ti ha dato l’idea per il libro.»
«Ah sì?»
«Ti stava cercando»
«Cosa?»
La ragazza rimase pietrificata dalla notizia della sua amica.
«E tu cosa gli hai detto?»
«Niente di chè…»
Michela ascoltava attentamente la sua amica.
«Michela, non è che devi dirmi qualcosa?>»
«Su quel ragazzo? Assolutamente no. Anzi, dovrei parlarti del libro che sto scrivendo.»
«E cioè?»
«Ho appena finito il primo capitolo.»
«Di cosa parla la storia?»
«Di una coppia di giovani ragazzi che si sono appena conosciuti…»
«Quindi hai scelto il filone romantico.»
«Esatto. E come se non bastasse, come antagonista della storia ho scelto il padre della ragazza. Egli non vuole assolutamente che si rivedano.»
«Sembra interessante.»
«Poi te lo farò leggere» fece Michela frettolosamente «Ora devo andare.»
«Come mai questa fretta?»
«Devo continuare questo libro. Ora che ho iniziato a scrivere questo romanzo, non voglio smettere.»
«Ah ok. Allora buona scrittura.»
«Grazie. Ci sentiamo più tardi. Buona giornata.»
«Anche a te» disse infine Anita prima di riagganciare per tornare al lavoro.
 
 
Stanca e stremata, Michela si era risvegliata sulla sua scrivania.
Si era addormentata sulla sua scrivania mentre stava continuando con il suo romanzo.
"Accidenti. Ho un gran mal di testa" pensò toccandosi la fronte.
Quando si alzò dalla sua postazione per andarsi a preparare, notò anche delle borse sotto i suoi occhi.
Era completamente sconvolta.
Salvò il file sul suo computer e lo trasferì sulla sua pennina.
Dopo essersi sistemata parzialmente, fece colazione molto velocemente per poi uscire e recarsi dalla sua amica in biblioteca.
Per essere appena le nove e mezzo, molte persone avevano affollato la biblioteca.
«Ciao, Anita.»
«Ehi, Michela! Se già qui?»
«Sì. Vorrei farti vedere la mia prima bozza. Ma vedendo tutte queste persone che devi servire, credo di aver scelto un momento sbagliato.»
«Non ti preoccupare. Ci pensi tu, Giacomo?»
«Certo. Vai pure, Anita.»
«Grazie.»
Anita guidò la sua amica nello studio che usava come stanza per riposarsi.
«Hai un computer?»
«Eccolo.»
Dopo averlo acceso, il computer ci mise alcuni minuti prima di caricarsi.
«Credo che per il prossimo tuo compleanno, un nuovo computer sia un regalo adatto.»
«Assolutamente no. Mi basta questo.»
«Questo catorcio potrebbe rompersi da un momento all'altro.»
«Comunque finché va, mi tengo questo.»
«Contenta te.»
Appena il computer si fu caricato, Michela inserì la sua pennina USB per far vedere cosa aveva scritto tutta la notte.
«Accidenti, Michela. Ma queste sono più di dieci pagine! Sei stata alzata tutta la notte?»
«In un certo senso sì.»
«Tu sei pazza.»
«Mi sono addormentata sulla scrivania.»
«Questo non ti fa assolutamente bene alla tua salute.»
«Sono giovane. Non li sento ancora gli acciacchi della vecchiaia» replicò Michela guardando di sottecchi la sua amica.
«Aspetta qualche anno...»
Anita lesse con attenzione le prime pagine del racconto.
«Devo dire che mi piace molto» fece La donna fiera della sua amica «Scrivi davvero molto bene.»
«Grazie... Ma adesso tocca a te.»
«Cosa? E che centro io?»
«Ti ricordi che è un racconto che dobbiamo scrivere tutte assieme?»
«Sì, ma...»
«Ti consiglio di passare le prime pagine anche alle altre ragazze. Ti lascio la mia copia.»
«Michela, sai bene che non abbiamo tempo per scrivere un libro... E poi potremmo non essere portate.»
«Questo non lo saprete mai se non tenterete.»
Alla fine Michela riuscì a convincere la sua amica.
«Va bene. Vedi cosa ne pensano le altre. Invierò le pagine che hai scritto per e - mail a tutte loro.»
«Grande! Fammi sapere cosa ne pensano appena lo sai.»
«Senz'altro.»
«Adesso vado. Ti lascio al tuo lavoro» disse infine Michela salutando calorosamente la sua amica.
«Michela?»
«Dimmi, Anita.»
«Tu tienimi aggiornata sul tuo nuovo ammiratore.»
Michela fissava la sua amica con sguardo stranito.
«Quale ammiratore?»
«Lo sai benissimo. Non fare la finta tonta con me» mormorò Anita facendo l'occhiolino alla giovane ragazza.
   
 
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