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Autore: DhakiraHijikatasouji    19/08/2018    1 recensioni
Una one-shot comica che spero vi strappi un sorriso, o anche una risata.Tom nasconde un segreto molto importante, ha paura di affrontare la realtà dei fatti e chiederà al gemello Bill come comportarsi, siccome quest'ultimo ha "involontariamente" sbirciato nel suo diario scoprendo che Tom, ebbene sì, Tom Kaulitz, ha una cotta per qualcuno...ma per chi esattamente?
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- E ho paura di non riuscire a nasconderlo. Ho questa sensazione dentro che temo che un giorno non riuscirò a far arretrare, però mi dispiace di non riuscire a spiegarmi meglio. Non mi fido così tanto di te caro diario, di te che mi sei stato regalato dal mio amato fratellino ficcanaso...EHI! Come si permette!?...E perciò scusami, ma non posso raccontarti troppo i miei sentimenti e chi è l'oggetto di essi- Bill chiuse il Tom's Diary con un sorrisino in volto. Era da tanto tempo che non si prendeva qualche minuto per adempiere ad uno dei suoi hobby preferiti: sbirciarci dentro. Essendo il fratello minore lo trovava una cosa naturale farsi gli affari del più grande. Chiudersi in camera sua dopo aver passato ore in quella di Tom a cercare l'oggetto che da lì a poco gli avrebbe letteralmente rovinato l'esistenza. Bill era intenzionato a sapere, e se non glielo avesse detto, lo avrebbe obbligato in un modo o in un altro. Minacce, ricatti, tutto! Tanto lui poteva. Lui era il suo adorabile, caro, piccolo, gemellino. Tom non avrebbe potuto fargli niente. Perciò...il suo Tomi sembrava essere in confusione. Una di quelle confusioni che Bill capiva subito fossero d'amore. Tom era innamorato di qualcuno, e quando si trattava di queste cose, Bill si trasformava letteralmente in una ragazza gossip pronta ad accaparrarsi tutte le più succulente notizie e magari spacciarle al primo che passa. Era un tipo pericoloso. Adesso Tom era proprio in un bel guaio. Bill sentì improvvisamente la porta aprirsi e con uno scatto fulmineo nascose il diario sotto il cuscino, dove poi vi si appoggiò a peso morto con la schiena mostrando il suo più innocente sorriso che potesse fare.

- Bill, stavo cercando il diario che mi hai regalato...- No, seriamente. Bill era inquietante con quel sorriso in volto. Sembrava nascondesse un coltello dietro la schiena e che da un momento all'altro lo avrebbe ucciso. Tom sembrò esitare un attimo, ma poi riprese. -...per caso lo hai visto?- Bill, senza cambiare espressione, scosse la testa.

- Se vuoi ti aiuto a cercarlo, Tom- Voleva dare l'impressione di essere l'angioletto che in fondo non era e che non era neanche mai stato. Aveva delle piccole adorabili corna su quella testa con capelli nero pece disparati, e Tom lo sapeva bene. Non doveva lasciarsi ingannare, doveva essere più furbo.

- Grazie- Rispose semplicemente aspettando che Bill si alzasse dalla sua posizione per cominciare le ricerche.

- Tom?-

- Sì?-

- Ma perché ti serve adesso il diario?-

- Affari miei, continua a cercare per favore e non chiedere- Bill sospirò facendo finta di rovistare nell'armadio.

- Qui non c'è-

- Sarà perché è il tuo armadio, no? Secondo te io lo metterei mai lì?- Aveva detto giustamente il ragazzo con i rasta che nel frattempo stava cercando in salotto. Georg e Gustav sarebbero tornati tra poco per vedersi Breaking Bad alla tv con le cuffie. Prima volevano fare un po' di jogging all'aperto nonostante fosse Dicembre e intanto i due gemelli rimanevano a casa. Bill allora si diresse in camera del gemello. - Ecco, cerca lì- Tom aveva una strana luce negli occhi, di chi la sapeva più lunga di un certo diavoletto chiamato Bill Kaulitz. Sgattagliolò nella stanza del minore. Riguardò nuovamente nel suo guardaroba in caso gli avesse mentito spudoratamente. Bill odiava chi gli toccava i vestiti mettendoli a casaccio, e beh, Tom odiava chi toccava il suo diario mettendolo CHISSà DOVE! Poi gli venne un lampo di genio: il letto. Sì, non c'era nessun'altra spiegazione. - Guarda che bastarduncolo!- Sussurrò avvicinandosi al materasso ormai sicuro che l'oggetto tanto desiderato si trovasse tra quelle lenzuola sfatte.

- Tom, di là non c'è nie...NO! FERMO!- Successe in pochi secondi. Tom si trovò un peso piuma addosso che però lo fece sbilanciare ugualmente e rovinarsi sul letto con una facciata. Il naso. Adesso era ancora più a patata. Se prima gli davano del giapponese per il nome della band, ora avevano anche un motivo in più. - Ho già controllato, lì non c'è- Disse Bill febbrilmente non togliendosi dalla mole del gemello che stava disperatamente cercando di respirare. Intanto Bill lo vedeva cambiare colore, dal rosato della pelle, al viola, al bluastro. Stava bene? - Tomi...? AH!- Lanciò un urlo nel momento che il gemello riuscì a scrollarselo di dosso e a disarcionarlo facendolo cadere dal materasso e battere la testa al suolo. - MA SEI IMPAZZITO!?-

- MA VOLEVI UCCIDERMI!?- Bill si rialzò provando a muovere un passo, ma Tom afferrò prontamente il cuscino minaccioso in viso. Bill perse un battito. - Non. Avvicinarti. Tu volevi attentare alla mia vita!- Bill rimase fermo immobile pregando in quell'istante qualsiasi dio che Tom non abbassasse lo sguardo e vedesse quel diario, che lasciasse andare quel cuscino dove era prima. Ma si era comportato da vero diavoletto e perciò nessun dio aveva la minima intenzione di prendere in considerazione i suoi pensieri. E successe. - TU! PICCOLO STRONZETTO! SE TI PRENDO...!!- Bill cominciò a correre. Adesso erano cazzi amari. Tom era molto arrabbiato, e Tom non doveva mai essere fatto arrabbiare. Tomi era una persona tranquilla, ma adesso aveva una grossa dose di istinti fraternicidi che gli stava scorrendo nelle vene. Bill si nascose sotto il tavolo della cucina tremando, manco fosse Jack lo squartatore la persona che lo stava inseguendo. - Biiiiilll...- Adesso aveva abbassato il tono di voce. Era un richiamo. Precisiamente il richiamo dell'assassino. - Fratellinoooo, vieni qui dolcezza, non ti farò niente- Bill si stava tenendo la testa tra le mani. Stavolta lo avrebbe ucciso. Tom sapeva che lui non era capace di stare zitto e poteva rivelare tutto quello che aveva scritto.

- No, tu mi farai tanto male invece- Rispose. Mossa più stupida non poteva fare, perché Tom aveva percepito da dove era venuta la risposta ed era entrato in cucina. Si guardò intorno. Un altro lampo di genio lo colpì violento. Si avvicinò verso la dispenza prendendo un sacchetto consistente di caramelle. Bill le adorava.

- No, tranquillo- Bill le fiutava anche a chilometri di distanza. Aprì il sacchetto lasciandolo cadere al suolo. - Oh, che sbadato, vado a prendere una scopa per pulire- I piccoli orsetti gommosi e colorati si erano sparsi un po' in qua un poì in là proprio davanti al giaciglio di Bill che li fissava. Anche i suoi occhi erano diventati di quei mille colori.

- Orsetti...- Sussurro aguzzando l'olfatto. L'acquolina in bocca sembrava un fiume in piena. Non ne avrebbe mai avuto abbastanza di quelle caramelle. Sentiva che lo stavano chiamando: "Bill, mangiaci. Siamo davanti a te e fra poco tuo fratello ci porterà via". No! Non poteva resistere ad uno scenario con protagonisti una scopa e i suoi orsetti gommosi super colorati. Gattonò fuori dal tavolo prendendone una manciata con una decisa zampata. - ADESSO SIETE MIEI!-

- E TU SEI MIO!- Fece appena in tempo ad alzare lo sguardo che un Tom fece calare su di lui un manico della scopa colpendolo in testa.

- AHIAAAAAAAAAA!!!- Bill si era ritirato in un angolino con quei pochi orsetti, le lacrimucce agli occhi e un bernoccolo che era poco visibile a causa dei voluminosi capelli. Tom si stava avvicinando pian piano, sempre con quel bastone in mano. Voleva ucciderlo. Doveva scappare. Ma come poteva aggirarlo? Guardò i suoi orsetti stretti in un pugno. Baciò le nocche della propria mano che ormai profumava di zucchero e frutta, versando una lacrima anche per i suoi piccoli amici che riuscivano sempre a far calmare i suoi nervi. Questa volta doveva lasciarli andare. Lanciò la manciata in faccia a Tom. Aveva pochi millisecondi da quel momento. Prese coraggio, si alzò e corse via in salotto, dall'altra parte del divano più vicina all'ingresso. Tom spuntò dalla cucina ringhiando di rabbia, con gli occhi gonfi di capillari in procinto di esplodere. Adesso era davvero incazzato.

- Io...io ti...!!- Prese a rincorrerlo aggirando il divano, ma Bill era già dalla parte opposta alla sua. Come un cane che si insegue la coda, cominciarono a corrersi dietro intorno al sofà. Improvvisamente la porta di ingresso si aprì, e Gustav e Georg entrarono trovando il sipario di un divano disfatto, orsetti sparsi in cucina e due gemelli in pieno inseguimento. Bill si gettò subito su Georg, mettendosi dietro di lui. Era quello che andava in palestra, doveva proteggerlo!

- Georg, picchialo! Tom mi vuole uccidere!- Urlò reggendosi alle spalle larghe del ragazzo. Tom si mise davanti a loro.

- Provaci, Georg, e ti rendo ancora più inutile di quanto tu già non sia!- Lo minacciò con gli occhi ancora iniettati di sangue. Gustav nel frattempo era andato a togliere gli orsetti sul pavimento con grande dispiacere di Bill. Ci avrebbe pensato lui dopo, ma non con una scopa. Sarebbe bastato solo lui, il suo stomaco e la sua bocca. Georg però non aveva paura di Tom, quindi si avvicinò posandogli una mano sulla spalla.

- Tom, calmati, che ti ha fatto Bill?- E come se quelle parole fossero state magia, il sangue sparì dalle pupille di Tom. Il suo respiro tornò nuovamente calmo e regolare, abbassò il manico della scopa fino a lasciarlo cadere al suolo. La sua espressione mutò in una più calma. Bill alzò un sopracciglio. Cosa gli stava succedendo? Un attimo fa voleva ucciderlo e adesso si era improvvisamente attenuato. Tom osservò gli occhi di Georg davanti a lui, poi si voltò e corse via su per le scale, nella sua stanza. Georg rimase sconcertato, e anche Bill...solo che per Bill era diverso. Era quello sconcerto che sentiva che in fondo non c'era. Bill sentiva di capire Tom, anche se voleva assolutamente vederci più a fondo. - Che ho fatto? Bill, posso sapere cosa è successo tra di voi?- Bill corse su per le scale senza calcolarlo. Georg sospirò. Ora sì che si sentiva davvero inutile, se non inesistente.

***

La stanza di Tom era chiusa a chiave. Sigillata, oserei dire. Bill era da ore che ci stava appostato davanti aspettando un qualche suono, un rumore, qualcosa che gli facesse intuire cosa il gemello stesse facendo, e magari perché si era comportato in quella maniera. Georg non aveva fatto nulla che non andasse, non doveva prendersela. Ma il punto è che Bill sapeva in un certo senso che la causa non era propriamente quello che Georg aveva detto. Aveva visto in Tom una luce diversa, mai vista nei suoi occhi. Bill sospirò non potendone più di fare avanti e indietro per il corridoio. Si mise a sedere con le spalle al muro opposto alla porta. Prima o poi sarebbe dovuto uscire quel disgraziato! Sentì qualcuno salire le scale e si voltò. Era Georg.

- Tutto a posto?-

- Sì, credo...- Rispose incerto osservando Georg che nel frattempo si era avvicinato alla porta e aveva cominciato a bussare. Bill sussultò, scattò in piedi e gli tappò la bocca un momento prima che Georg potesse parlare ammettendo di essere un certo "io" del quale Tom avrebbe dovuto indovinare l'identità. Lo portò via come un sequestro di persona, Georg non riuscì ad opporre resistenza. Lo trascinò nella sua stanza. - E collabora con quelle gambe, non sono un rapitore di professione!- Lo gettò malamente al suolo. Per lui quella era una montagna di muscoli, non un ragazzo. Chiuse velocemente la porta alle sue spalle.

- Ma dico, sei impazzito?-

- Me lo dicono in molti. Ascolta, il mio senso gemellare mi ha imposto di farlo. Credo che sia meglio che tu non ti avvicini a Tom per un po'-

- Ma perché? Che ho fatto? Qualcuno può spiegarmelo?-

- Lo sapessi te lo direi!...o forse no...insomma, non lo so! Tu fai come sempre finta di niente. Tom non deve assolutamente pensare che tu pensi che lui ce l'abbia con te, chiaro?- Georg lo guardava confuso. - CAPITO!? Fammi una faccia sveglia per favore!-

- Sìsì, ho capito. Lasciami dire che però siete strani tra tutti e due. Dopo 7 anni e passa ancora non riesco a capirvi- Appena si fu messo in piedi, Bill ne approfittò per spingerlo fuori dalla sua stanza. - Ehi, che modi!-

- Georg caro, hai capito, vero? Fai come ho detto e presto capirai, ciao ciao- Detto questo, chiuse la porta facendo sussultare il bassista, il quale alzò gli occhi al cielo e se ne andà al piano di sotto. No, non li avrebbe mai capiti. Si era rassegnato. Meglio continuare a vedere Breaking Bad con Gustav che lo stava aspettando impaziente. Passò un'altra oretta buon in cui Bill ne approfittò per farsi un bagno in vasca, nella sua amata vasca. Uscì da essa avvolgendosi in un accapatoio che si affrettò ad allacciarsi alla vita nel momento che sentì il rumore di una serratura aprirsi. Tom era uscito finalmente dalla stanza. Aveva aggiunto roba al suo diario, poi si era fatto una doccia e si era rivestito. Stava camminando prudentemente, in modo che nessuno potesse sentirlo, e quel nessuno era un certo diavoletto dai capelli color nero ebano. Troppo tardi. - PRESO! TOMI, ADESSO NON MI SCAPPI!!- Lo prese esattamente per un orecchio. Ma quanto poteva fare male da uno a diecimila!?

- Bill, mi fai male, Cristo LASCIAMI!!-

- Ma non ci penso neanche, principessa, adesso vieni da me e parliamo!-

- Ma non ti rivesti prima?-

- E rischiare che tu risgattaglioli di nuovo nel tuo giaciglio rinchiudendoti per settimane!? GIAMMAI!- Stavolta non gliel'aveva fatta e non aveva nemmeno gli orsetti gommosi ad aiutarlo. Dovette seguire la presa ferrea di Bill sul suo ormai dolorante e rosso orecchio. Il minore lo gettò di malagrazia all'interno della sua "dimora" sbattendo la porta che chiuse successivamente a chiave. - Siediti lì- Gli ordinò indicando il letto. Tom lo osservò un istante. Non stava collaborando. - Ho detto...SIEDITI SUL MATERASSO!- Tirò fuori le "chele" minacciando di riafferrarlo per l'orecchio. Tom sobbalzò, come improvvisamente ripresosi e balzò sul letto seduto composto a gambe conserte. Diede due colpetti di tosse, prima di lasciare il viso calmo e rilassato in un'espressione che doveva sembrare serena, ma invece era mooolto nervosa. Bill sorrise a sua volta per calmarlo. Non voleva fargli del male, voleva solo che Tom si confidasse con lui, tutto qui. - Accidenta a me a quando ti ho detto quello stupido diario!- Sbuffò buttandosi sul letto accanto a Tom, afferrando la spazzola e cominciando a districare i nodi. Tom lo osservò un attimo e nel mentre cercava di trovare un modo per fuggire da quella prigione, sapendo che era impossibile. Almeno che non volesse un'altra tirata di orecchie. In quel momento Bill gli aveva riportato alla mente Simone. Uguale spiccicato alla loro madre era lui. Anche lei lo prendeva per l'orecchio quando ne aveva combinata una delle sue. Entrambe però erano persone fantastiche, rompiscatole ma uniche. Questo doveva assolutamente riconoscerlo. Insieme lo avevano rimproverato spesso, ma se aveva un problema, erano le prime persone che correvano in suo aiuto. - Allora, posso sapere che succede?- Chiese posando la spazzola accanto a sé e buttando i capelli all'indietro. Non aveva intenzione di asciugarseli, così si alzò e prese a vestirsi senza badare alla presenza di Tom. Tanto erano gemelli, che vergogna doveva esserci? - Allora?- Non doveva cedere. Tom non avrebbe mai confessato a lui il suo...il suo...che cosa era alla fine? Un problema? Una strana fase? Uno stato di confusione? Un problema di una strana fase di uno stato di confusione!? Sì, forse sì. Bill sbuffò. Non sopportava il suo silenzio. Ormai rivestito di un comodo pigiama di seta blu, si rimise accanto al gemello alzando gli occhi al cielo. - Andiamo, Tomi. Lo sai che a me puoi dire tutto- Chinò la testa di lato sbattendo le ciglia come la migliore diva mai vista da dieci anni a questa parte. Tom però gli tappò quell'espressione con la mano distogliendo lo sguardo. Gli afferrò praticamente la faccia spingendolo via. - Oh Tomi, che rottura che sei! MI VUOI DIRE COSA ACCIDENTI HAI!? Senti, sei innamorato?!- Tom a quella domanda che Bill gli aveva fatto senza più trattenersi, arrossì come una fragola. Aveva colpito nel segno. L'espressione irritata di Bill si tramutò in un sorrisino. Si rimise meglio accanto a lui. - Allora ho ragione...-

- Ma cosa dici? Sei completamente fuori strada...-

- Io non credo- Bill prese un suo dreadlock arricciandoselo intorno al dito affusolato. - Quanto sei carino innamorato, Tomi- Lo prese in giro, meritandosi un nocchino proprio sul precedente bernoccolo.

- LA VUOI PIANTARE!?-

- LI MORTACCI TUA!!!- Si mise ad imprecare mordendosi la mano saltellando un po' per tutta la stanza. - Vabbè, d'altronde l'ho sempre detto che l'amore può far male- No, non avrebbe demorso. Questa volta si abbassò appena in tempo, prima di beccare l'ennesima botta. Si gettò sul gemello placcandolo con le braccia. Ormai doveva parlare. Lo voleva castigare. Tom intando con la mano libera gli stava praticamente modellando la faccia. La sua BELLISSIMA faccia. Bill gli tirò un ceffone. - TOM, TI DAI UNA CALMATA!? ESSERE INNAMORATI NON E' MICA LA FINE DEL MONDO! ANZI, ERA DA TEMPO CHE ASPETTAVO UN'OCCASIONE SIMILE! ADESSO PRETENDO CHE ME NE PARLI, O VEDI QUESTI!?- Gli prese un dread tra le dita. - TE LI BRUCIO UNO AD UNO NEL SONNO E LO SAI CHE NE SONO CAPACE!- Tom a quel punto si fermò. Sì, non doveva sottovalutarlo. Aveva vinto. Doveva dirgli tutto. Prima però se lo tolse di dosso. Sospirò grattandosi la nuca.

- Ok, va bene-

- FINALMENTE!- Balzò sul materasso rischiando di rompere la rete sottostante, si mise a gambe corserte aspettando buono buono. - Aspetta un attimo!- Aprì il cassetto del comodino tirandone fuori un chupa chups fragola e panna. Lo aprì mettendoselo in bocca. - Adesso starò sicuramente più attento a quello che dirai- Tom sorrise. Bill con i suoi atteggiamenti infantili era da registrare.

- Ok...da dove comincio?-

- Da dove vuoi, ma fammi capire. Metto un po' di atmosfera- Accese lo stereo e partì casualmente I Will Survive di Gloria Gaynor. Tom si batté mentalmente una mano in fronte. Ma poteva essere più...BILL!? - Comincia pure. Come si chiama?-

- Eh?-

- Quanti anni ha? La conosco? Il colore degli occhi? E' bella?-

- Bill...-

- Sto parlando inteso come "persona", non come "donna", perché potremmo essere gay entrambi, lo sai, e allora...-

- BI...!! Eh!? Sei gay?- Bill sembrò improvvisamente guardare il più emerito ritardato sulla faccia della Terra. Si tolse il lecca lecca dalle labbra con un sonoro schiocco. Cominciò a battere le mani sarcastico.

- Vai così, Tomi, yuhuu...siamo tutti con te, bravooo- Tom lo guardò confuso. - MA CERTO CHE SONO GAY, FAVA!-

- OK, ok, scusa...non ti arrabbiare. Sei gay, ok, va bene. Sappi che io lo accetto eh, non ci sono problemi...- Cominciò a balbettare e Bill inarcò un sopracciglio. Ma poteva essere più idiota!? Ma la loro madre quanti neuroni gli aveva fatto avere!?

- Continua, per favore, anche perché sono al tanto così da chiamare una clinica psichiatrica- Tom annuì pensando che fosse meglio. In effetti si sentiva da ospedale psichiatrico, ma non era il momento si scherzare. Sospirò prendendo coraggio.

- Può darsi che...sì, che mi piaccia...una persona- Bill intanto stava osservando i suoi movimenti. Stava agitando spesso le mani, si stava arriciando un dread attorno a dito, e aveva tratto le sue conclusioni: era gay. A Tom piaceva un ragazzo. Ok, quando glielo avrebbe detto doveva fingersi sorpreso, non doveva fargli capire che ci era già arrivato.

- Da quanto?-

- Da qualche settimana...mese...forse anno..ma che ne so!?- Sbottò. Bill sgranò gli occhi. Wow, allora doveva essere qualcosa di serio. Moriva dalla voglia di sapere chi era.

- E perché ti piace?-

- Perché...ecco, perché...- Stava arrossendo vistosamente. - Non lo so, mi piace e basta-

- E da cosa lo hai capito?-

- Da una strana confusione mentale che provo quando...quando siamo vicini, o quando siamo insieme, quando mi guarda o quando mi parla- ODDIO QUANTO KAWAII!!! Bill cominciò ad agitare i pugnetti sotto il proprio viso in procinto di liberare un fangirlamento cronico. Tom lo osservava. Aveva paura. Faceva lo stesso rumore della teiera quando il the era pronto. Stava forse per esplodere. Improvvisamente si trovò arpionato da due braccia.

- CHECCARINO CHE SEI!!!- Bill era andato.

- Bill, riprenditi! MI STROZZI!!- Il minore lo lasciò subito rimmettendosi seduto composto.

- Scusa, ma sono così felice. Sono contento che tu abbia trovato l'amore, Tomi-

- Non allargarti, ancora non è successo niente...-

- Invece sì, esattamente qui!- Gli puntò un dito sul petto all'altezza del cuore. - Il mio Tomi è innamorato! Sono così contento! E dimmi, chi è? Potrei conoscerla?-

- Sì, direi di sì-

- Ci ho mai parlato?-

- Molte volte-

- E mi ha considerato ricambiando la parola?- Tom alzò un sopracciglio stranito.

- Perché non avrebbe dovuto?- Bill mise un broncino.

- Non lo so, a volte la gente mi ignora perché dicono che scasso, che sono petulante- Beh, non avevano tutti i torti. - Ma insomma, se mi ha rivolto la parola è già qualcosa. Il colore dei capelli?-

- Castani, fino a che non gli prenderà la pazza idea di tingerseli come te-

- ALLORA E' UN MASCHIO!-

- Cosa!?-

- Hai detto "gli"...è un MASCHIETTO!!! Sei gay, Tomi!- Fece tutto contento battendo le mani.

- N...no, non è vero- Non poteva più negare l'evidenza ormai. Sospirò. - Sì, è un maschio, ma non sono gay. Fino a prova contraria un paio di tette e un culo fatto bene mi attirano ancora-

- E qual'è il problema? Sei bisex, e quindi?-

- Non dico che sia un problema...ma insomma non so se questa persona mi piace davvero. Cioè, andiamo, solo un matto potrebbe innamorarsi di...di GEORG!- Resosi appena conto di quello che aveva rivelato, si tappò la bocca arrossendo e cominciando a sudare freddo. Bill sgranò gli occhi. Doveva fingersi sorpreso, ma il punto è che non stava recitando. Aveva sentito bene? Tom, Tom Kaulitz, era innamorato...di GEORG LISTING? - No, Bill, non fraintendere...-

- Tu...a te...piace Georg?- Sussurrò impercettibilmente, l'espressione ancora sconvolta. Tom cambiò colore altre quattro volte almeno prima di annuire piano e timidamente. - Wow, Tomi, mi hai appena rovinato l'infanzia...-

- Ma se sei adolescente!-

- Sì, ma mi hai traumatizzato-

- E poi non ti avevo rovinato l'infanzia quando ti ho detto che Babbo Natale non esisteva!?- Bill sussultò. Oh no. Tom ci rifletté meglio. Ma glielo aveva mai detto? La boccuccia di Bill cominciò a tremare.

- Lo hai appena fatto, stronzo- Una lacrimuccia si fece strada sulla sua guancia candida. Adesso erano seriamente cazzi per Tom. Le sopracciglia di Bill si corrucciarono e il suo broncio si espanse. Il suo respiro si fece più accellerato. - Adesso vedrai, Tom Kaulitz- Si alzò prendendo aria nei polmoni. Stava per gridare. Cominciò a correre per la testa. - A TOM PIACE GEORG, A TOM PIACE GEORG, A TOM PIACE GEORG- Non la stava smettendo più e Tom cominciò veramente a sudare freddo ancora più di prima. Prese il cuscino mirando e cercando di prenderlo, ma Bill lo schivò con un salto. Afferrò lo stereo gettandoglielo contro, ma Bill evitò anche quello con una piroetta. - Certo che hai una pessima mira! A TOM PIACE GEORG, A TOM PIACE GEORG! COSì IMPARI, BASTARDO!-

- ZITTO, PER LA MISERIA!- Stavolta gli lanciò un vaso di vetro che si schiantò sulla porta evitando un Bill che si era prontamente accovacciato e aveva ricevuto tutto il vetro polverizzato in testa. Scattò in piedi spalancando la porta e correndo via con un eco di "A TOM PIACE GEORG" che si estese inevitabilmente per tutta la casa. Tom era spacciato. Tuttavia non si arrese e lo rincorse fino al piano di sotto, dove Bill stava saltellando allegramente in direzione del salotto dove c'erano Georg e Gustav, ma soprattutto c'era GEORG. Non gli importava se era troppo tardi. Prima gli avrebbe tagliato la gola, prima avrebbe fermato questo supplizio. Ormai era dietro al sofà. Era inevitabilmente troppo tardi. Attuò un attacco dall'alto. Sembrò spiccare il volo e atterrò precisamente addosso a Bill sbilanciandolo e accompagnandolo a terra con un sonoro tonfo che lo zittì.

- Si può sapere cos'è tutto questo casino?- Tom si voltò e arrossì a vedere Georg che li stava osservando. Quest'ultimo sospirò levandosi le cuffie dalle orecchie. - Io e Gustav stiamo cercando di seguire la serie- AVEVA LE CUFFIE! CHE CULO! CAZZO, CHE CULO STRATOSFERICO!! NON AVEVA SENTITO UNA MAZZA DI NIENTE!

- Georg, sai che a Tom p...mmhhf- Bill provò a parlare ma una mano del gemello aveva provveduto a tappargli la bocca. Si abbassò sul suo orecchio.

- Ti conviene stare zitto, o divento piromane anche io e ti brucio tutti i cd e i poster di Breatney Spears, mi sono spiegato?- Bill prese a tremare e alla fine annuì. - Bravo, piccolo- Gli lasciò la bocca.

- Bill, a Tom cosa?- Chiese Georg. Nel frattempo anche Gustav si era voltato.

- Ehm...niente, non posso dirtelo- Tom si batté una mano sul viso. Inutile, non cambiava mai. Georg sorrise.

- Ho capito, devo solo aspettare, vero?- Bill annuì fiero che Georg avesse capito le sue parole di prima.

- Aspettare per cosa?- Chiese Tom ancora sopra di lui.

- Per capirti, dolcezza, e adesso ti dispiacerebbe toglierti? Non sei un chilo...- Tom si scusò levandosi da sopra di lui aiutandolo a mettersi in piedi. Lo vide allontanarsi nuovamente verso le scale lentamente. - Guarda questo, tu cerchi di aiutare e ti ritrovi mezzo stroncato sul pavimento. Ah ma un giorno quei dread glieli brucio, seriamente- Si teneva la mano sulla schiena come un novantenne mentre saliva piano i gradini.

- Scusami- L'ultima cosa che vide di Bill fu un bellissimo dito medio smaltato. Beh, in effetti se lo era meritato. Georg intanto lo stava guardando e sorrise. Tom si sentì morire per un istante. Stava ridendo di lui o dell'intera situazione. - Che c'è?-

- Niente, siete...un'enigma oggi. Soprattutto te- Si alzò lasciando Gustav sul divano che continuava a fissare lo schermo attento. Meglio che non sapesse niente. Intanto Georg si stava avvicinando con passo lento a lui. Voleva scappare. Una via di fuga. Gli orsetti gommosi di Bill. No, non c'erano più, non potevano dargli man forte, e al loro proprietario aveva spezzato la schiena quindi...doveva cavarsela da solo. - Tom, puoi dirmelo se c'è qualcosa che non va- Gli appoggiò una mano sulla spalla. Tom, tranquillo. E' solo un gesto amichevole. Distese un sorriso cercando di essere il più credibile possibile.

- Non c'è assolutamente nulla, adesso se vuoi scusarmi, devo andare da mio fratello, devo accertarmi che possa ancora muoversi, sennò come facciamo con i concerti?- Disse tutto insieme cercando di darsela a gambe, ma appena si voltò, si sentì preso per mano. No, non lui ancora. Era Georg che non voleva demordere.

- Tom, aspetta, voglio solo parl...!!!- Si sentì arrivare un botta in pieno viso. Tom gli aveva tirato un pugno preso dalla paura. Appena se ne rese conto, si spaventò ancora di più di sé stesso e della reazione che avrebbe potuto avere il bassista, che adesso era riverso sul pavimento stupendosi di non avere la mascella rotta. Perciò fece la cosa che aveva fatto per tutto il giorno: scappare. Corse al piano di sopra. Sfondò letteralmente la porta di Bill trovandolo disteso sul letto, con un braccio portato agli occhi.

- Prego, entrate pure. La prossima volta però si prega di bussare dolcemente- Tom balzò sul materasso prendendolo per le spalle e scuotendolo energicamente.

- BILL, L'HO COLPITO! L'HO TRAMORTITO CON UN PUGNO! ADESSO CHE FACCIO!? MI ODIERA' PER SEMPRE!-

- Se è lo stesso odio che provo io in questo momento, allora fidati, sarà eterno-

- DEVI AIUTARMIIIII-

- MI HAI QUASI AMMAZZATO PRIMA, COME PRETENDI IL MIO AIUTO!? Inoltre la ferita per Babbo Natale che non esiste fa ancora male...-

- Ti prego, fratellino, non so che fare-

- Allora, innanzitutto devi darti una calmata. Tieni, soffiati il naso- Bill prese un fazzoletto poggiandoglielo sul viso. - Soffia forte- Tom eseguì fino a che non gli sopraggiunse un giramento di testa. - Perfetto- Gettò il fazzoletto via. - Va meglio?-

- Più o meno...-

- Ok, adesso rimani qui. Conosco un metodo infallibile per calmare i nervi, io lo faccio sempre-

- Mettere musica anni '80 inventando coreografie oscene?- Bill sobbalzò. Come faceva a saperlo? Lo aveva spiato, quel bastardo!

- Ehm...no. Questo!- Dal nulla tirò fuori un set di smalti, e roba per farsi le unghie. Gli smalti rigorosamente colorati di varie sfumature di nero: nero opaco, nero lucido, nero tendente al grigio e così via. Tom inarcò un sopracciglio.

- Tu...vuoi che mi dia lo smalto?-

- Tranquillo, Tomi. Non pretendo che tu metta il nero, anche perché quello è per gay DOC come moi, ma per te ho uno smalto che lucida semplicemente le unghie rendendole più...ludice, appunto- Bill balzò nuovamente sul materasso al quale doveva essere dato un guinnes dei primati solo per reggere ai salti atomici di Bill Kaulitz. Il moro gli passò il suo smalto e prese il proprio. Tom se lo rigirò un po' tra le mani, poi lo aprì e lo annusò.

- Ha un buon odore-

- Sì, piace anche a me- Rispose Bill concentrato nel mettere il proprio sulle unghie dei piedi. Teneva la lingua fuori super attento a non sbavare o andare fuori, o sarebbe proprio uscito dalle grazie di Dio! Tom intanto stava seriamente provando ad applicare quello lucido sulle mani. Non era nulla di pesante, anzi, poco si notava quasi. Gli piaceva. Bill intanto aveva finito la prima passata e grazie ai separa-dita non si sarebbe rovinato nulla. - Perfetto. Tom, hai fatto tu?-

- Ehm...sì, come ti sembra- Gli fece vedere le mani che Bill esamino con il suo occhio critico.

- SEI SUPER CUTTOSO, A GEORG PIACERANNO!- Si beccò nuovamente un nocchino in testa.

- VUOI TAPPARTI QUELLA BOCCA!?-

-Ma perché siamo così violenti, oggi?- Disse Bill con il broncio massaggiandosi la parte colpita. - Poi soprattutto verso Bibi che sta cercando di aiutare-

- Sì, ma a volte dovresti imparare a stare un po' in silenzio-

- Ok, starò in silenzio, ma tu in cambio...- Prese il suo smalto nero porgendoglielo. - Me lo metti sulle mani? Mi sta andando via e lo sai che le voglio sempre impeccabili le unghie- Sì, lo sapeva. Sospirò afferrando la boccetta e cominciando a metterglielo. Bill era furbo, lo faceva apposta per vedere come lo faceva. Prima era attento al proprio, e quindi non poteva guardarlo, ma adesso era sotto la sua totale supervisione. Aveva certi movimenti delicati che lo fecero riflettere. Appena finito, Bill aprì le dita distendendo le braccia per osservarle meglio. - Assolutamente perfetto! Tomi, hai un talento-

- Sono contento di questo, ma tu che mi consigli di fare con Georg?-

- Adesso che ti sei calmato direi che c'è un'unica soluzione. Ormai è chiaro che ti piace, quindi perché non dirglielo?-

- Ma sei impazzito!? Non potrei mai...-

- VIA LE MANI!- Tom arretrò. Per errore mentre stava parlando gli aveva sfiorato il dorso della mano e Bill era sbottato un istante. - Continua. Sono impazzito, ok, e cosa non potresti mai fare?-

- Non potrei mai parlargli, Bill-

- Suuu Tomiii, vai lì, fai qualche mossettina, due parole e poi te lo limoni!-

- Ehm...ma questo sei tu-

- Ehmbeh? Io conosco solo queste tecniche di rimorchio e funzionano sempre- Disse fiero di sé stesso.

- Senti, forse è meglio che non mi faccia consigliare da te-

- Che cosa vorresti insinuare?-

- Niente, Bill. Io mi alzo...- Eseguì nel mentre parlava. - Mi allontano verso la porta, prendo la maniglia con la mia manina smaltata, la abbasso lentamente ed esco ringraziandoti di questo momento gemellare e dicendoti che ti voglio molto bene, ma che me la voglio cavare da solo- Bill non ebbe neanche il tempo di ribattere perché la porta della sua stanza si chiuse. Tuttavia era contento. Era felice per il Tomi, ma era anche triste perché lui non era riuscito a trovare l'amore ancora e non sapeva quando sarebbe successo. No! Non doveva pensare a questo! Un giorno anche lui si sarebbe innamorato sul serio, ne era sicuro! Adesso doveva solo rimettere tutto a posto e chiamare Gustav per assistere insieme alla conquista aperitiva di Tom. Aveva anche un certo appetito, meglio che si sbrigasse.

***

Georg era sul terrazzo a fumare. Faceva freddo, ma il suo vizio di stare a mezze maniche non lo abbandonava nemmeno con la neve. Lui era un tedesco DOC, non temeva per niente il freddo. La sua maglietta nera dell'Hard Rock era più che sufficiente.

- Ciao- Sentì una voce alle sue spalle, una voce che sinceramente voleva sentire. Quando si voltò e vide chi era, il dolore alla guancia pulso forte costringendolo a portarsi una mano dove gli doleva. Tom notò quel gesto e si rattristì improvvisamente. Sapeva che colpirlo non era stata un'azione giusta, ma aveva reagito così per paura. In quel momento non sapeva cosa fare, e la sua stretta era così forte che si sentiva in trappola, terribilmente in trappola. Georg non rispose rivoltandosi dall'altra parte, guardando dritto davanti a sé. Tom non sentiva freddo. Era in una delle sue solite felpone, vestito come sempre. Anzi, forse stava cominciando ad avvertire una certa calura. Tirò un forte sospiro. Doveva farsi coraggio e scusarsi. Si avvicinò appoggiandosi alla ringhiera con il petto e ponendo i gomiti su essa. - Non sarai abituato a sentirtelo dire da me, ma io sono una persona che riconosce i suoi errori. Mi dispiace per averti colpito oggi, non era mia intenzione e...-

- Io non capisco- Lo interruppe bruscamente. - Per tutto il giorno ho cercato di comprendere cosa avessi, per tutto il giorno mi sono tormentato il cervello per capire che cosa avessi fatto di male, perché è chiaro che ormai sono io il problema!- Era arrabbiato, ma Tom non era spaventato da questo. Era triste, perché aveva fottutamente ragione. - Questa volta però non si tratta del solito scherzetto "sei inutile perché suoni il basso" oppure "hai il pene più piccolo del mio"...ho ragione, Tom?- Tom fece lo sguardo da finto tonto, ma in realtà aveva capito benissimo. No, non si trattava di quello, ed era in un certo senso contento che Georg lo avesse capito. Tirò un'ultima boccata prima di gettare il mozzicone giù dal balcone. - Rispondi, è di questo che si tratta o no?-

- No...- Sussurrò impercettibilmente.

- E allora parla, perché io non ti capisco- Anche Tom si prese una sigaretta accendendosela. No, non aveva più timore. Adesso che aveva recitato il ruolo del ragazzino che scopriva che gli piaceva la banana (ovvero Bill il primo giorno d'asilo) doveva tornare ad essere Tom Kaulitz. Serio, deciso su quello che doveva dire.

- Va bene, parlerò, ma tu ascoltami attentamente perché non lo ripeterò una seconda volta- Georg era tutto orecchi. Non lo avrebbe interrotto, non sarebbe intervenuto, almeno che non lo avesse reputato necessario, ma sapeva che con Tom non serviva quando si decideva a fare sul serio. - Sì, ammetto che c'è un problema in questo momento...ma (mamma mia quanto odio questa frase) non sei tu, sono io- Georg fece uno sguardo stranito. Allora perché ce l'aveva con lui? Perché lo aveva colpito? - Il fatto Georg è che io mi sono accorto di una cosa, e non so se mi piace o no e tendo ad essere nervoso per questo. Come vedi non sei l'unico ad essere stato picchiato. Prima ho spezzato la schiena a Bill, ed inoltre ho cercato di ucciderlo con un manico di scopa e tirandogli degli oggetti addosso per far sì smettesse di urlare questa cosa per tutta la casa. Non volevo che tu sentissi, e non volevo nemmeno che tu capissi- Georg stava cercando di fare appunto questo. Di leggere nei suoi occhi dorati la risposta che tanto cercava. Sarebbe mai arrivata? Si chiedeva. Oppure Tom lo avrebbe nuovamente lasciato con un palmo di naso senza che avesse capito niente? Siccome passò un bel po' di silenzio in cui lo vide parecchio in difficoltà nel continuare, si sentì di fare una domanda.

- Che cosa non volevi che capissi?- Vide quegli occhi puntare verso il basso e quel viso arrossire leggermente. Tom non arrossiva mai, Tom non abbassava mai lo sguardo. Ma sentiva che presto ne avrebbe compreso il motivo.

- Mi hai presente, sai come sono fatto, lo sanno tutti. Il tipo che sembra morto di figa, ma che nessuno chiamerebbe mai così solo perché...solo perché insomma sono figo e famoso e quindi ci sta, ecco- Rise nervosamente. - Ma...- E quel sorriso si spense. - Il punto è che io non mi sento più così ed ho paura di come possa andare a finire, ho paura di star facendo la scelta sbagliata-

- La scelta sbagliata...-

- Esattamente. Vedi, Georg, io...io sono Bill-

- Eh!?- Tom si batté una mano in fronte.

- Gay, sono un po' gay- Ammise. Georg mise le mani avanti.

- Aspetta un attimo...Bill è gay?-

- CERTO CHE LO SONO, TARDONI!!!- Si sentì urlare dalla cucina. I due ragazzi risero. Il vento stava cominciando a risalire verso di loro. Tom tirò l'ultima boccata prima di gettare anche lui la sigaretta.

- Adesso va meglio-

- Beh, ti piacciono anche un po' i ragazzi, non credo sia un problema anche se sinceramente non me l'aspettavo da uno come te- Tom abbassò lo sguardo osservando il vuoto. Le sue vertigini avrebbero dovuto fargli provare un discreto desiderio di saltare, ma questa volta no.

- Nemmeno io me l'aspettavo, ma il punto non è quello- La sua voce stava tremando. Si voltò di scatto verso Georg. O adesso o mai più. - IL PUNTO E' CHE TU MI PIACI, GEORG LISTING!!- Il bassista sobbalzò. Adesso sì che era rimasto seriamente sorpreso, ma Tom ormai era partito. - TI SEI CHIESTO PER TUTTO COME MAI DOVEVI EVITARMI! TI SEI CHIESTO PERCHé REAGISSI IN QUELLA MANIERA CON TE! VOLEVI UNA RISPOSTA!? ECCOTELA SERVITA SU UN PIATTO D'ARGENTO! SEI SODDISFATTO!? CONTENTO DI AVERMI UMILIATO?! IO NON RIESCO NEANCHE PIù A GUARDARMI ALLO SPECCHIO PER QUELLO CHE PROVO PER TE! Me ne vergogno così tanto...- Improvvisamente quel freddo lo stava avvertendo tutto insieme. Adesso aveva seriamente paura, si sentiva esposto come non mai. Adesso le cose sarebbero cambiate, non sarebbe più stato come prima. L'amicizia e odio che li aveva sempre uniti forse ora si sarebbero dissolte nel niente, o meglio, molto probabilmente si erano già dissolte nel momento che aveva provato tali sensazioni. Prese il diario. Lo stava tenendo con sé perché  lì dentro c'era tutto lui. C'era quella persona che fino a quel momento conosceva solo Bill per forza di cose. C'era quella persona che in fondo poteva amare, che era capace di impazzire per amore. Aveva sempre avuto paura di perdere la testa per qualcuno, questo perché voleva essere capace di mantenere continuamente il controllo di sé stesso. Adesso sentiva di non esserne più in grado, e la cosa lo irritava perché si sentiva stupido, ma non ne poteva neanche fare a meno. Osservo quella copertina accarezzandola (copertina rigorosamente rosa, siccome era stato Bill a comprarglielo). - Qui dentro ho scritto tutto. Qui dentro ho scritto come è iniziata e...mi dispiacerebbe scriverci anche come finirà, ma ormai lo vedo inevitabile- Il silenzio era così forte e pesante che Tom non lo stava reggendo. - Ce l'hai una penna?- Chiese. Senza vergogna, senza pensare che la domanda potesse risultare stupida o inopportuna. Georg annuì guardandosi nelle tasche, prendendone una e porgendogliela. Tom sospirò, aprì il diario, stappando la penna con i denti tenendo il tappo tra le labbra.  - Dicembre 8 2008. Caro diario, oggi è stato un giorno strano, non so come spiegartelo. Un attimo prima ero felice, adesso non lo so più. Sento come se tutto il mondo potesse cadermi addosso da un momento all'altro. Sai perché? Sei mai stato amico di qualcuno? No, ma certo che no. Beh, allora dovrò dirti che a volte l'amicizia può trasformarsi in qualcos'altro senza che tu te ne accorga, questo mi è successo. Io mi sono innamorato del mio migliore amico, e adesso l'ho perso, per sempre...perché ti ho perso, vero?- Alzò lo sguardo verso di lui. Georg sembrava che non sapesse cosa pensare. Aveva un'espressione tra lo sconvolto e il preoccupato, ma alla fine indecifrabile. Cosa stava pensando di lui? Sembrò scuotersi improvvisamente.

- Passami quel diario- Tom non se lo fece ripetere, eseguì in silenzio. - Anche la penna- Georg stava scrivendo sul suo diario. Non sembrava qualcosa di complicato. Ci mise un pochino, ma tanto Tom sentiva di avere tutto il tempo del mondo. Lo avrebbe aspettato. Sempre. - Tieni. Leggi ad alta voce per favore- Tom con le mani incerte afferrò quel diario. Aveva timore a sapere quello che c'era scritto, ma era pure curioso di saperlo.

- E non ho mai avuto un amico come te. Non ho mai provato niente di tutto questo con nessuno. Anche per me è dura ammetterlo, anche per me è la prima volta, ma sinceramente sento che con te qualcosa possiamo sempre combinare volendo...- Sussultò lasciando che le braccia scivolassero ai lati del suo corpo. Georg stava dicendo che... - Georg, tu non stai davvero...te non intendi davvero...- Improvvisamente il suo cuore ebbe come un arresto. Sentì come sbilanciarsi, stava per cadere, se non fosse che due braccia lo stavano tenendo fermo. Ma quello che gli fece letteralmente sgranare gli occhi fu il fatto che non era più in grado di parlare perché due labbra si erano prese possesso delle sue. Un bacio piccolo, non impegnativo, ma che bastò per trovare le risposte che cercavano. Si separarono piano ritirando le labbra nella bocca per assaporarsi ancora nonostante fossero ormai lontani. Aprirono gli occhi ed erano ancora lì. - Ok...va bene- Aveva detto Tom incapace di rimanere in silenzio e spingendo lentamente Georg via da sé. Stava sorridendo però. Non si era pentito di niente.

- Che c'è?-

- Che vogliamo fare allora? Ti avverto che non mi piacciono le cose serie-

- Allora giochiamo-

- Sì, giochiamo- Si dissero. Stavano nuovamente per avvicinarsi, quando una spruzzata di un liquido li investì.

- YUHUUUU!!! FINALMENTE!!!- Bill diede loro due bicchieri. - Uno a te, uno a te...SI FESTEGGIA!!- Stava barcollando e Tom lo prese appena in tempo.

- Mi sa che tu hai festeggiato già abbastanza, sei già partito di testa-

- Beh, non è una novità- Si intromise Gustav. - Comunque ce n'avete messo di tempo per capirlo. Congratulazioni, stiamo tutti bene, siamo tutti amici, Bill è già ubriaco, dobbiamo ancora mangiare...boh, non so che dire, solo che vi voglio bene ragazzi e sono contento per Georg e Tom, ma Bill ha ragione: siete proprio dei tardoni- Finirono tutti in una risata. Era stato tutto così strano e non-sense che adesso la realtà dei fatti li avrebbe travolti da lì a poco, ma chissà se sarebbe stato divertente pure quello.

EPILOGO

- Tom, mi ha detto Gustav di portarti que...- I panni caddero dalle mani di Bill non appena questo spalancò la porta rivelando quello che c'era al suo interno. - Io...non volevo disturbare...- Tom e Georg, entrambi a petto nudo in posizioni abbastanza equivoche. - LA PROSSIMA VOLTA PERO' CHIUDETE ALMENO LA PORTA A CHIAVE!-

- Bill, aspe...!!!- Tom non fece neanche in tempo a chiamarlo che la porta era già stata sbattuta.

- Cosa volevi dirgli?- Gli domandò Georg rimettendosi sdraiato accanto a lui.

- Niente, solo...secondo lui chi doveva toppare- Georg si alzò immediatamente guardandolo sconvolto.

- Tom Kaulitz!- Disse facendo il finto risentito e tirandogli una botta sulla spalla per poi scoppiare entrambi in una risata e ritornare abbracciati. - No, seriamente, però...come facciamo?- Tom guardò il soffitto sospirando.

- Io in culo non lo prendo- Concluse con tutta la finezza possibile.

- Beh, tanto è solo un gioco il nostro, no?- Tom inarcò un sopracciglio.

- Sì, e quindi?- Georg alzò lo sguardo su di lui.

- E per ogni gioco che si rispetti si fanno dei turni- Inutile dire che quando Tom Kaulitz realizzò il vero significato di omosessuale, si mise ad urlare scalciando mentre Georg lo teneva fermo ridendo come un pazzo, ma non perché aveva paura, e nemmeno perché non voleva...solo perché gli piaceva vederlo ridere. Amava il suo sorriso.

FINE!!!

Nota dell'Autrice

E' stata una one-shot veloce che ho scritto appunto in questi due giorni. Mi sono divertita molto en spero davvero di avervi fatto ridere ogni tanto. Il mio genere di umorismo è un po' volgare, ma di quel volgare che ogni tanto ci vuole. Non credo sia necessario usare parolacce ad ogni frase solo per far ridere. L'umorismo deve essere sano, e con la giusta dose di malizia. Detto questo, ci vediamo con il continuo di "So wie du bist".

Hijikatasouji <3

 

   
 
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