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Autore: DarkRose86    09/07/2009    5 recensioni
Fruscio fra i cespugli che infestano il paesaggio deserto,
oramai divenuti più simili ad erbacce che ad aiuole fiorite,
rovi di spine che paiono pronti ad inghiottire la preda e a non lasciarla più andare.
Una figura cammina lenta ed incerta, all'interno del luogo d'eterno riposo;
l'undici di novembre è sempre lì, ogni anno.
II° classificata al "Tris Contest", indetto da hotaru
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jiraya, Naruto Uzumaki
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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La seguente fanfiction si è classificata SECONDA al "Tris Contest" ,  indetto da hotaru sul Forum di EFP. *O*
Un grazie infinito alla giudice per la sua rapidità e imparzialità. Grazie. <3

Kiku ~ Crisantemo


Fruscio fra i cespugli che infestano il paesaggio deserto, oramai divenuti più simili ad erbacce che ad aiuole fiorite, rovi di spine che paiono pronti ad inghiottire la preda e a non lasciarla più andare. Una figura cammina lenta ed incerta, all'interno del luogo d'eterno riposo; l'undici di novembre è sempre lì, ogni anno. Si siede sulla nuda e fredda terra e si domanda perché, mentre poggia sulla lapide di marmo un mazzo di crisantemi bianchi – come i suoi capelli, ultimo vivido ricordo di quella giornata nebbiosa –. Si chiede perché il mondo sia tanto crudele, e scuote il capo rassegnato; in fondo, a che serve continuare a piangere imperterrito, quando chi amava probabilmente è sereno e tranquillo da qualche parte, e lo sta aspettando? Magari avvolto da una luce radiosa, così differente dalla cupa aria che domina il cimitero. Sorride, soffiando via la polvere dalla vecchia foto che lo ritrae in piedi di fronte a all'automobile di seconda mano che tanto adorava, comprata da un caro amico.
“ Stupido. Se solo ti fossi reso conto della sregolata vita che facevi... stupido, vecchio porco. ” borbotta, nascondendo il viso fra le mani.
La luce fioca della luna filtra attraverso la nebbia ancora non troppo fitta, ed illumina debolmente la figura che trema di freddo ma che non se ne cura, rimanendo immobile a contemplare l'espressione spensierata che Jiraiya aveva sul volto quando gli era stata scattata quella fotografia.
“ Stupido. ” ripete, prendendo uno dei fiori che gli ha portato, osservandolo attentamente; è proprio bello. Chissà come mai viene associato alla Morte, in molti paesi del mondo. Ed automaticamente si chiede per quale motivo è andato a comprare proprio quei fiori, per poi donarglieli. Forse perché a lui piacevano.


Ricorda bene, Naruto; quando dovrai fare la corte ad una ragazza, non regalarle mai un crisantemo. Chissà cosa potrebbe pensare. ”
gli aveva detto un giorno, ridacchiando.


Pensava sempre e costantemente a quello, e il giovane non era mai riuscito a capirlo, almeno finché non aveva conosciuto Sakura, una ragazza che lo aveva stregato fin dal primo incontro; lei, pero', non sembrava esser dello stesso avviso, troppo impegnata a correre dietro a un tale di nome Sasuke Uchiha.
E allora ogni anno, il giorno in cui il suo maestro di vita è nato e morto, torna in quel posto per chiedere dei consigli al nulla di fronte a lui; chissà se Jiraiya lo ascolta, o se le teorie su quel che potrebbe esserci dopo essersi addormentati per sempre sono tutte balle. Non lo sa, forse ha addirittura paura di conoscere la verità; quindi si limita a domandargli silenziosamente perché se n'è andato così presto, quando lui aveva ancora molto da imparare.
Si guarda attorno, constatando che la nebbia si è fatta decisamente più fitta. D'improvviso, poi, sente un rumore: flebile, segnala che qualcosa gli si sta avvicinando.
“ Ciao, Kiku*. ” saluta la creatura che stanca gli si accoccola sulle ginocchia, respirando a fatica, “ Anche tu stai per lasciarmi, eh? ” chiede, conscio del fatto che non potrà mai ricevere una risposta.
L'animale gli rivolge uno sguardo affettuoso, e si mette perfino a fargli le fusa; il pelo bianco è ancora morbido e piacevole al tatto, Naruto lo accarezza con espressione triste. Ripensa ai pomeriggi in cui, spaparanzati sul divano, tutti e tre assieme guardavano film d'animazione in videocassetta, quelli che al ragazzino piacevano da impazzire.
Ma il tempo passa per tutti, e anche Kiku è prossimo alla fine.
Il biondo pensa che è curioso: lui e Jiraiya si erano conosciuti proprio in un cimitero, ove il piccolo piangeva ogni giorno per la prematura scomparsa dei suoi genitori. Quel pomeriggio d'inverno aveva portato a mamma e papà un mazzo di crisantemi bianchi, perché il loro colore gli ricordava la pelle nivea di Kushina. L'uomo, intenerito, aveva deciso di adottarlo e di crescerlo, donandogli l'affetto che meritava; assieme avevano comprato un cucciolo nel più economico e vicino negozio di animali, un micio appena svezzato dal pelo completamente bianco, candido come neve. E lo avevano chiamato Kiku, in onore del fiore che in Giappone era oramai divenuto simbolo di bellezza.
Quante avventure – e disavventure, ovviamente – avevano vissuto assieme!
Una lacrima solitaria e silenziosa riga la guancia rosea di Naruto, mentre la fredda aria di novembre gli penetra nelle ossa; la nebbia avvolge completamente lui, la creatura morente fra le sue braccia e la lapide già un poco consumata dall'usura del tempo.
Quanto tempo sarà trascorso, precisamente, da quel giorno? Non lo ricorda. L'unica cosa che sa è che prima o poi quella nebbia si approprierà anche della sua purezza, trascinandola chissà dove.
Egli spera.
Spera di poter rivedere i loro volti sorridenti, mentre splendidi petali bianchi cadono.

Riportandoli in vita.


Fine ~

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