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Autore: paige95    20/08/2018    5 recensioni
Quante volte è necessario toccare il fondo per poter rialzarsi più forti di prima? E quante volte è necessario attraversare il buio per raggiungere una luce che nemmeno si sapeva potesse esistere?
Riscoprire l’amore nei momenti più delicati può essere il miglior modo per affrontare le difficoltà e le incomprensioni.
In questo clima nascerà, inaspettatamente anche per loro, l'amore tra Pan e Trunks, proprio quando entrambi avranno bisogno di dare una svolta alla loro vita e di comprendere meglio se stessi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Pan, Trunks, Un po' tutti, Videl | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl , Pan/Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inverno – oltre le minacce del cuore
 

Come ogni giorno, con la neve oppure con il sole, Trunks si dedicava alle sue mansioni nel suo ufficio della Capsule Corporation per non deludere Bulma e renderla orgogliosa del suo primogenito. A differenza di molti lavoratori in quella burrascosa giornata invernale, lui non fece alcuna fatica a raggiungere la sua postazione, proprio perché gli bastò semplicemente prendere l’ascensore senza doversi imbattere in alcun modo nei disguidi della forte nevicata e nel blocco della città per calamità naturale. Per sua sfortuna lui avrebbe potuto lavorare senza le tanto desiderate interruzioni. Così stava facendo da almeno un paio d’ore, concentrato su un’immensa pila di documenti. Sua madre gli riservava sempre i compiti più noiosi, non ritenendolo evidentemente ancora pronto ad occuparsi di incarichi più importanti. Non poteva biasimarla, era ancora giovane e inesperto, ma Bulma non gli offriva nemmeno la possibilità di dimostrarle le sue potenzialità.
 
Era impegnato sull’ennesimo documento, ma come sempre era tutta teoria e niente pratica. Stufo e annoiato mise da parte quel foglio e sbuffando si fece cadere a peso morto contro la spalliera della sua poltrona. Benché fuori facesse particolarmente freddo e dentro l’ambiente fosse pervaso da un piacevole tepore, il suo elegante completo da lavoro composto da giacca e cravatta iniziò ad infastidirlo. Proprio mentre con stizza si allentava quel nodo stretto al collo, la porta venne aperta da un’esuberante giovane turchina, il cui umore era ben distante da quello di Trunks.
 
“Ehy, fratellone!”
 
Irruppe nell’ufficio e per sottolineare meglio la sua euforia, invece di sedersi alla postazione riservata agli ospiti, oltrepassò la scrivania e si accomodò sopra quei documenti sparpagliati proprio a fianco di Trunks. Il ragazzo non si prese nemmeno il disturbo di spostare quei fogli, poco gli importava se si fossero rovinati sotto il peso della sorella.
 
“Bra, che vuoi?”
 
“Nulla, perché?”
 
Il fratello la fissò scettico, convinto che quell’irruzione fosse stata dettata da un motivo ben preciso.
 
“Ok, d’accordo, mi sto annoiando, mamma e papà sono concentrati su non so cosa in laboratorio e non saprei dove andare con questa neve per trascorrere questa infinita giornata”
 
“Quindi hai giustamente deciso di scocciare me, giusto?”
 
“Giusto! Che facciamo?”
 
Iniziò entusiasta a dondolare i piedi come una bambina impaziente, non cogliendo affatto l’ironia di Trunks.
 
“Bra, devo lavorare”
 
“Non farmi ridere, fratellone, tu odi lavorare in ufficio”
 
Ciò però che la sorella non sapeva era che preferiva l’ufficio a qualunque idea della ragazza. Trunks appoggiò i gomiti alla scrivania e cercò di spiegarle con calma e pazienza le sue ragioni.
 
“Bra, non posso mollare il lavoro quando mi pare e piace, mamma si arrabbia e se si arrabbia finisce che mi licenzia prima ancora della promozione. È questo che vuoi?”
 
La giovane Brief lo fissò pensierosa per infiniti istanti, prima di iniziare una sonora risata.
 
“Trunks, ma di quale promozione stai parlando?!”
 
“Grazie per la fiducia, sorellina”
 
Si mostrò offeso e fu solo a quel punto che la ragazza smise di ridere, spaventata all’idea di avere esagerato con quella battuta.
 
“Eh dai, Trunks, lo sai che scherzo”
 
“Tanto sarà così, mamma non mi farà mai uscire da questo ufficio”
 
“Mamma ora però è chiusa in laboratorio a fare non so cosa, quindi se ti prendi qualche minuto di pausa, non lo verrà mai a sapere”
 
Bra gli sorrise per incoraggiarlo e anche lui titubante stava per ricambiare, quando la voce di Bulma dal piano inferiore lo richiamò all’ordine. Trunks era convinto che avesse letto le sue attenzioni, quella donna aveva occhi e orecchie ovunque, così non indugiò e piantò in asso la sorella per precipitarsi dalla madre.
 

∞∞∞

 
Il teletrasporto sarebbe stato senza alcun dubbio un mezzo di trasporto più rapido, ma mai efficace come quei pochi minuti in più di volo per poter schiarire le idee dopo lo scontro con la nipote. Era talmente immerso nei pensieri che non si era nemmeno accorto che Vegeta avesse aumentato ulteriormente la velocità per raggiungere più rapidamente la Capsule Corporation. Fino a quel momento Goku non aveva creduto ci fosse un’urgenza, ma l’atteggiamento del rivale lo fece riflettere. Seguì l’esempio di Vegeta e diminuì la distanza tra loro nell’arco di pochi millesimi di secondo. Nessuno dei due fiatò, anche se per motivi diversi erano concentrati sulla via da percorrere.
 
Atterrarono ancora in silenzio nell’immenso giardino. Benché il principe fosse un uomo di poche parole, il suo misterioso comportamento incupì maggiormente l’umore di Goku. Il sayan decise ugualmente di stare al gioco di Vegeta e lo seguì all’interno dell’abitazione, fino a giungere al laboratorio, dove Bulma profondamente seria scrutava con attenzione i monitor. Goku non ebbe l’istinto di annunciarsi subito, ma rimase a scrutarla nel suo lavoro, incerto sul motivo di quella convocazione e giurò di sentire una lieve variazione nell’aura dell’amica. Era preoccupata? Ma per quale ragione?
 
Fu l’improvviso ingresso di Trunks a rompere il contatto visivo di Goku su qualcosa che non era ancora riuscito a comprendere.
 
“Mamma, mi hai chiamato?”
 
Bulma non si voltò verso il figlio, ma gli fece semplicemente segno di avvicinarsi ai monitor. Era evidente che il ragazzo temesse una qualche sfuriata, così passò prudentemente in rassegna ogni singola azione degli ultimi giorni e non gli parve di aver combinato nessuna bravata degna di nota e di disappunto da parte della madre. Lei in compenso gli indicò decisa un punto sullo schermo.
 
“Trunks, vedi quello che vedo io?”
 
Il figlio impiegò qualche istante prima di comprende cosa la madre intendesse, visto che davanti ai suoi occhi c’era uno schermo bianco con nastri colorati a fare da contorno.
 
“Un guasto tecnico?”
 
“Non un semplice guasto tecnico, Trunks”
 
Il ragazzo era sempre più perplesso e continuava a non capire a cosa la madre si riferisse. Quando finalmente Goku si stava per decidere a chiedere informazioni, il telefono si mise a squillare e Bulma non indugiò nemmeno un istante a rispondere all’apparecchio senza fili accanto a sé.
 
“Pronto”
 
“Bulma? Bul … ma”
 
“Chichi, ti sento molto male”
 
La linea cadde senza che la scienziata potesse impedirlo e subito ebbe la conferma di tutti i suoi sospetti. Si voltò verso l’amico prendendolo alla sprovvista, convinto che non fosse nemmeno al corrente della sua presenza.
 
“Goku, siamo nei guai!”
 
“C-che genere di guai? Che è successo a Chichi?”
 
Non le aveva mai visto un’espressione così terrorizzata in volto e iniziò davvero a preoccuparsi. Si concentrò ed iniziò a temere che ci fosse qualche minaccia all’orizzonte, ma non sentiva alcuna aura potente o malvagia incombere su di loro. Spaventato per le sorti della moglie, si portò svelto due dita alla fronte, ma Bulma si sbrigò a fermarlo.
 
“A Chichi non sta succedendo nulla. È solo saltata la linea, perché è quello che sta succedendo da qualche ora a Satan City e nei dintorni”
 
“Cosa sta succedendo, Bulma?”
 
Vegeta era finalmente intervenuto, curioso circa ciò che la moglie gli aveva nascosto fino a quel momento con la scusa che lui non potesse comprendere.
 
“Qualcuno sta manomettendo la città, ogni genere di comunicazione e di collegamento”
 
Goku stava per risponderle, ma il principe fu più veloce.
 
“E noi cosa ci possiamo fare, secondo te?”
 
“Scoprire chi è, prima che faccia esplodere una guerra, forse?!”
 
Fulminò il marito per poi posare nuovamente e dolcemente lo sguardo sull’amico.
 
“Goku, devi fare qualcosa ed anche velocemente”
 
Il sayan aveva capito ben poco di quello che stava succedendo, ma l’espressione di Bulma non faceva ben sperare.
 

∞∞∞

 
Pan si mostrò accondiscendente con la madre, che amorevolmente aveva curato il colpo che il nonno le aveva accidentalmente inferto. Non aveva fiatato, era rimasta in silenzio, non serviva continuare a ribadire i suoi desideri, se tanto non venivano accolti. Per quanto sua madre sembrasse appoggiarla, non si sarebbe mai schierata apertamente contro suo padre. Le parole di Videl contrastavano nettamente con le sue azioni, non capiva neppure che la figlia non necessitava di quelle cure, la stava trattando come una comune terrestre, ma lei non lo era, la sua indole era totalmente diversa. Da sua madre aveva ereditato ben poco, come era prevedibile i geni sayan avevano prevalso senza che nemmeno la diretta interessata potesse porvi rimedio.
 
Stavolta azzerò prudentemente l’aura per non avere un nuovo scontro con il padre e solcò per la seconda volta in quella giornata il candido cielo. L’unica luce in quella cupa mattina era quella provocata dalla ribellione nei suoi profondi occhi color pece. Non voleva arrendersi, non desiderava mettere da parte i suoi sogni, suo padre avrebbe prima o poi compreso. Se le voleva davvero bene, non poteva davvero sfuggirgli tanta tenacia.
 
Sorrise quando si accorse di aver preso la direzione giusta. La familiare aura dell’amico era poco distante da lei, così abbassò la quota e si diresse proprio verso la montagna dove il namecciano meditava in totale silenzio ad occhi chiusi. Non gli sfuggì però l’inaspettata presenza della giovane che lo fissava soddisfatta per averlo finalmente trovato. Riaprì gli occhi e incontrò il suo cordiale sorriso, ma, senza una valida spiegazione della sua comparsa, Junior non riuscì a ricambiare con lo stesso entusiasmo.
 
“Pan. Che ci fai qui?”
 
“Ciao, Junior … tu hai allenato papà in passato, vero?”
 
La ragazza non si perse in convenevoli e giunse dritta al punto. L’amico non sapeva se fosse il caso di risponderle, aveva capito quale sarebbe stata la sua richiesta. Gli erano ben noti i recenti diverbi tra Pan e Gohan.
 
“Potresti allenare anche me?”
 
Junior richiuse gli occhi, provando ad ignorarla. Conosceva l’opinione di Gohan e anche lui, come tutti, sembrava non voler sovrastare la sua autorità.
 
“Ti prego, Junior, sei la mia ultima speranza. Non mi vuole allenare nessuno, persino nonno Goku si è rifiutato e lui non si rifiuta mai quando c’è l’occasione di combattere. Non lo dirò a papà, se è questo che ti preoccupa”
 
Aveva ascoltato le suppliche di Pan e aveva puntato di nuovo lo sguardo su di lei con estremo disappunto.
 
“Pensi che io abbia paura di tuo padre?”
 
“No, ma … pare che tutti abbiano paura di disobbedirgli
 
La ragazza si sedette a sua volta sconsolata accanto a Junior. Pareva che Gohan le avesse fatto terra bruciata intorno e nessuno osasse contraddirlo per nessuna ragione al mondo.
 
“È lui ad avere paura, Pan”
 
Si voltò perplessa verso Junior in cerca di spiegazioni.
 
“Non vuole che tu ti faccia male ed io non ci vedo nulla di strano dopo tutto quello che ha passato. Tua nonna non c'entra nulla, se è quello che pensi, non si è fatto influenzare da lei. Ha preso un impegno ed è quello di proteggerti, non vuole che tu viva ciò che ha vissuto lui”
 
“Il nonno è morto quando lui era poco più che un bambino”
 
“Esatto e spera di riuscire, stando alla larga dal combattimento tu e lui, ad evitarti momenti simili”
 
La giovane Son rimase in silenzio per svariati secondi, prima di rivolgersi nuovamente all’amico.
 
“Ma nemmeno un minuscolo allenamento?”
 
“Pan, ma mi hai prestato attenzione?!”
 
La ragazza spiccò nuovamente il volo e si mise in posizione di difesa con un sorriso beffardo, incitandolo a farsi sotto.
 
“Forza, Junior, a te la prima mossa”
 
Il namecciano alzò gli occhi al cielo sconfitto, ma non si mosse di un centimetro. Pan si spazientì, caricò la propria aura e gli sferrò un pugno con tutta la forza di cui era dotata. Junior però parò l’attacco, afferrando la mano della ragazza senza nemmeno scomporsi. Non si arrese e riprovò con un calcio ben assestato, nuovamente bloccato da un braccio dell’amico.
 
“Pan, basta, io non ti attaccherò”
 
Un ghigno malefico si dipinse sul volto della ragazza, prima di puntargli contro i palmi delle mani e formarvi all’interno due piccole onde. Junior fu costretto ad alzarsi in volo rapidamente per non essere coinvolto nel violento e ravvicinato attacco. Lei però non si arrese e continuò a bombardarlo di onde luminose, obbligandolo a difendersi con impegno ai suoi numerosi attacchi. Nel mezzo di quella raffica di onde, fu distratta all’improvviso da un’aura alle sue spalle, ma non perse la grinta che aveva acquisito, anzi si voltò con uno scatto e lanciò un’onda in direzione dell’ultimo arrivato. Gohan, senza troppe difficoltà, deviò la sua traiettoria e fissò severo la figlia affannata. L’evidente e silenzioso rimprovero da parte del padre però non la fermò e ricominciò soddisfatta ad attaccarlo con più energia di qualche istante prima e con più insistenza rispetto ai colpi rivolti a Junior. Gohan continuò a parare gli attacchi della figlia, almeno fino a quando, dopo una serie di onde ravvicinate, non se la ritrovò a pochi centimetri di distanza, intenta a sferrare contro di lui calci e pugni.
 
“Basta, Pan!”
 
“No, finché non reagisci! Non ho bisogno di essere protetta, papà!”
 
Senza alcun preavviso gli rivolse un attacco energetico e lo scaraventò lontano, sotto lo sguardo preoccupato di Junior, che nel frattempo aveva raggiunto la ragazza.
 
“Stai esagerando, Pan”
 
“Io non credo, vediamo se risveglio il sayan che è in lui”
 
Lo videro rialzarsi dalle macerie della roccia, che il colpo subìto aveva sgretolato. La sua espressione era tutt’altro che gentile e in quel modo si avvicinò alla figlia e all’amico.
 
“Pan, mi sto arrabbiando e non te lo consiglio”
 
La sua voce era profonda e i suoi capelli emanavano scintille dorate. Era palese che si stesse trattenendo contro la figlia, ma la sua potenza fremeva per esplodere. Pan parve soddisfatta e tornò ad attaccarlo con un pugno, che Gohan strinse subito con forza nella sua mano. Le stava facendo male, forse di proposito, visto che non mollò la presa nemmeno quando vide l’espressione sofferente della figlia, che con fatica tentava di celare.
 
“N-non mi arrenderò mai”
 
Lo fissò dritto negli occhi, mentre con l’altra mano gli lanciò contro un’ennesima onda per distrarlo e avere l’opportunità di liberarsi. Doveva ammettere che sua figlia non combatteva per nulla male, anzi era sveglia e astuta, ma non gli avrebbe mai dato modo di sviluppare quelle doti, finché avesse potuto impedirlo.
 
“Ragazzina, stai giocando con il fuoco. Poi non andare a piangere da tua madre”
 
La stuzzicava sperando di vederla desistere, ma la rabbia per quella sfida lanciata dalla figlia la sentiva chiaramente pulsare nelle vene.
 
“Arrabbiati, papà! Non mi importa un accidente se sei più forte di me. Combatti! Dimostrami che non sei un codardo!”
 
Gohan non seppe più controllarsi e il super sayan esplose in lui prima che ebbe il tempo di rendersene conto. Si diresse a gran velocità verso la figlia, le stava sferrando un destro in pieno volto e lei aveva tutte le intenzioni di difendersi, o perlomeno di provarci senza però sapere se ne fosse stata davvero in grado, ma il padre non le diede modo di provarci perché riuscì a fermarsi a pochi centimetri da lei, fissandola negli occhi e pentendosi anche solo di aver pensato di colpirla con una tale rabbia. Non era decisamente da lui far valere la sua autorità in quel modo, ma a sua difesa poteva dire di essere stato stuzzicato dall’irriverenza di Pan. Riconobbe lo sguardo della sua bambina, ma non seppe dire se fosse delusa o sollevata per quell’interruzione. Junior, a pochi metri da loro era pronto a difenderla nel caso il suo allievo avesse esagerato, ma in cuor suo sapeva che non sarebbe andato fino in fondo contro Pan. Sciolse la trasformazione e tornando sui suoi passi se ne andò in silenzio ripercorrendo a gran velocità la strada che lo aveva portato fin lì.
 

∞∞∞

 
Dopo l’avvertimento di Bulma si era impegnato a percepire anche solo una piccola minaccia, ma l’unica aura alterata che colse fu quella del suo primogenito, che sfrecciava a gran velocità verso la Capsule Corporation e atterrava poco dopo nel grande giardino. Dall’espressione preoccupata di Vegeta rivolta all’esterno comprese che la sua presenza non aveva alcun senso, nessuno l’aveva reclamata, così Goku uscì dal laboratorio senza dare alcuna spiegazione. Lo trovò sfinito e con chiari segni di lotta appoggiato allo stipite della porta d’ingresso. Il figlio però appena lo vide non gli diede modo di chiedere cosa fosse accaduto, il primo pensiero di Goku fu l’avvertenza di Bulma e la paura che Gohan potesse essere stato una sua vittima.
 
“La stavo colpendo, papà”
 
Era evidentemente mortificato, non riusciva a tenere lo sguardo sul padre, ma Goku non capiva a chi si stesse riferendo, iniziava ad essere confuso, ma in parte sollevato.
 
“Figliolo, chi …”
 
“Pan. Mi ha attaccato, mi sono trasformato per la rabbia. Voleva che combattessi, ma non ci sono riuscito a colpirla”
 
Goku lo ascoltò, ma non capì comunque quale fosse il problema e il figlio percepì il suo spaesamento.
 
“La sto deludendo, papà”
 
“Perché non l’hai colpita?”
 
“Non per quello, se l’avessi colpita con quella potenza le avrei fatto molto male, fortuna che c’era Junior a difenderla da me. L’ho delusa perché ho abbandonato il combattimento, ho messo a tacere la mia natura e ho fatto la stessa cosa con lei”
 
“Gohan, puoi rimediare”
 
“No, non posso, perché io preferisco vederla delusa, piuttosto che ferita in qualche spietato combattimento. E se non si allena ho la scusa per metterla in panchina
 
Lo vide profondamente sconfortato, ma non era bravo a dare consigli a riguardo, visto che lui non si era mai posto tutti quei problemi per i figli. Aveva sempre voluto che fossero allenati e pronti a combattere ad ogni eventualità. Bulma lo salvò da quell’imbarazzante silenzio, comparendo sulla porta e invitando con un sorriso Gohan ad entrare. La donna aveva percepito la tensione e aveva colto il motivo che l’aveva creata, così cercò prontamente di rimediare con qualche dolce e una tazza di thè. Gohan accolse l’invito anche se con poco entusiasmo.



 


 
Ciao ragazzi!
 
Ho svelato qualcosa in più circa il nemico e approfondito il rapporto tra Gohan e Pan. Non sarà semplice per padre e figlia trovare un punto d’incontro, benché le origini siano identiche i punti di vista a riguardo sono molto differenti.
 
Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno iniziato a seguire questa storia! <3
 
Alla prossima 😊
Baci
-Vale

 

 
   
 
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