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Autore: Ms Mary Santiago    21/08/2018    10 recensioni
[STORIA INTERATTIVA - ISCRIZIONI CHIUSE]
[Generazione dei figli degli Eroi]
Dal testo:
Quando misero giù, domandò preoccupata: - Cosa è successo? –
- Frank e Clarisse sono svenuti di punto in bianco e quando hanno ripreso i sensi i loro poteri erano scomparsi nel nulla. Dobbiamo andare immediatamente al Campo Mezzosangue e avvisare Chirone dell’accaduto, forse è solo un caso ma quando accade che i figli di una divinità perdano i loro poteri non è mai un buon segno. –
*
“Le Parche han tessuto la fitta maglia del destino,
decise a ripagare l’allora misfatto iniquo.
Le colpe dei vecchi ricadranno sui giovani
che per ripagare il vetusto danno
ripercorreranno i lustri lontani
affinchè possano trovare la verità nell’inganno.
Finchè i discendenti non ribalteranno del mondo le sorti,
riequilibrando i passati torti,
e il giovane lupo prevarrà sul vecchio
ponendo fine ai suoi sogni d’ambizione distorti
oppure il mondo intero varcherà con egli l’ingresso del regno dei morti.”
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Gli Dèi, Mostri, Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio, Semidei Fanfiction Interattive
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 2

 

 

 

 

 

 

Campo Mezzosangue

 

 

 

 

 

Non appena sua sorella ebbe messo piede all’interno della Cabina Tre, Benedict puntò le iridi grigio chiaro su di lei.

- Eri in infermeria? –

- Sì, volevo dare un’occhiata alle condizioni in cui si trovavano i figli di Ares. –

- Solo questo? –

Dove c’era Gabriel finiva inevitabilmente con l’esserci anche Jackson Morrow, specialmente se il suddetto figlio di Ares versava in situazioni che richiedevano un’assistenza medica.

In un primo momento parecchi lì al Campo, Ben compreso, avevano ironicamente scherzato su quel loro attaccamento morboso insinuando che potesse esserci molto più di un’amicizia ma quando era diventato evidente che tra Arianne e il figlio di Zeus stesse nascendo molto più di una semplice simpatia … beh, aveva dovuto rassegnarsi all’evidenza dei fatti.

Gabriel e Jackson erano solo migliori amici … e sua sorella aveva cominciato a uscire con quest’ultimo.

Benedict amava considerarsi una persona molto più ragionevole di suo fratello Robert, ma quando si trattava della loro sorellina sentiva di avere il dovere di assicurarsi che i maschi eterosessuali di entrambi i campi si tenessero a una distanza minima di cinque metri da lei. Ricordava chiaramente la volta in cui, in occasione del loro primo mese insieme, Arianne aveva organizzato una romantica uscita sulla spiaggia; per come l’avevano vista lui e Robert, che in quel momento si trovava al Campo Mezzosangue in visita, quella era stata l’anticamera di una catastrofe di proporzioni epocali.

Nessuno dei due aveva mai avuto relazioni durature con la maggior parte delle ragazze che avevano frequentato, ma sapevano fin troppo bene cosa un maschio adolescente potesse desiderare … e la spiaggia sembrava il luogo perfetto, appartata e riservata com’era in quel periodo dell’anno. Così si era lasciato convincere a spiarla e, insieme al fratello, a organizzare un’inondazione controllata della spiaggia mandando a rotoli i loro programmi romantici.

Inutile dire che la reazione di Arianne una volta tornata alla Cabina era stata a dir poco furibonda.

Represse un brivido al ricordo di come era apparsa sua sorella, simile a una Furia assetata di sangue e in cerca di vendetta.

Ora, dopo la sua frecciatina, aveva assunto un’espressione omicida che si avvicinava lontanamente a quella stessa di mesi prima.

- Ben, non iniziare. –

- Non sto iniziando proprio nulla, ero solo curioso se non ci fossero altri motivi circa la tua visita in infermeria. –

- Sono andata a informarmi sulla salute di un amico, questione chiusa. –

- E hai incontrato … -

Arianne gli puntò contro minacciosamente un indice dalle lunghe unghie smaltate di nero, scandendo lentamente: - Q – u – e – s – t – i – o – n – e – c – h – i – u – s – a. –

Così non gli restò che alzare le mani in segno di resa e lasciar perdere l’argomento Jackson Morrow.

- Va bene, allora preparati e andiamo alla riunione. –

 

 

 

 

 

Samantha fece capolino all’interno della Cabina Dieci, ignorando palesemente le occhiate che le rivolgevano i figli e le figlie d’Afrodite.

Sapeva benissimo che la mise che aveva per quell’occasione, una salopette di jeans sopra un semplice crop top bianco e consunte sneakers, non era ciò che a loro giudizio andava etichettato sotto “abbigliamento adeguato” ma in quel momento c’erano ben altre emergenze rispetto a quelle modaiole.

Individuò all’istante la chioma rossiccia e il fisico a clessidra dell’amica, seduta davanti allo specchio e intenta a sistemarsi il trucco attorno agli occhi.

- Myra? –

- Sono quasi pronta, Sammy – replicò vagamente, passando poi a un veloce strato di rossetto sulle labbra, - Ecco fatto, possiamo andare. –

La raggiunse, aggrottando appena la fronte quando si rese conto dello stato in cui si trovava, e storse il naso definitivamente quando notò la macchia di grasso sul ginocchio destro.

- Capisco lo stato d’emergenza, ma sono certa che Chirone non ti avrebbe linciata se ti fossi messa addosso qualcosa di pulito. –

- Stavo lavorando in officina. –

- Lo vedo -, sospirò rassegnata, - ma immagino sia inutile continuare a discutere con te, sei un caso perso, perciò tanto vale recarci alla riunione. –

 

 

 

 

 

- Per l’ennesima volta, riesco benissimo a camminare da solo, non ho bisogno di una maledetta scorta. –

- Sei paranoico. Non ti stiamo facendo da scorta, ma visto che andiamo tutti dalla stessa parte è ovvio che percorriamo questa strada – lo rimbeccò Jackson, notando con la coda dell’occhio che Jude sembrava sforzarsi di non scoppiare a ridere davanti alla sua replica salace.

Era ovvio che stessero facendo da scorta a Gabriel, dopotutto era svenuto solo due ore prima, ma il figlio d’Ares non avrebbe mai accettato l’idea che i suoi due migliori amici indossassero i panni degli infermieri e si prendessero cura di lui; era troppo indipendente e per permetterlo, perciò aggirare la sua affermazione era l’unica soluzione che era rimasta per fare ciò che volevano.

- Ti senti particolarmente furbo quest’oggi, Jax? –

- Sono sempre furbo, ma effettivamente credo che oggi potrei dare il meglio di me. –

- Oppure potrei finire con l’appendere sia te che Jude all’albero più alto del bosco di Didona. –

Questa volta fu il figlio di Dioniso a ribattere. – Sai, se non ci minacciassi di farlo un giorno sì e l’altro pure prenderemmo molto più sul serio le tue minacce. –

- Non è escluso che prima o poi lo faccia davvero. –

Il sogghigno da lupo di Gabriel avrebbe fatto fuggire a gambe levate praticamente chiunque all’interno del Campo, ma sfortunatamente aveva due fottuti masochisti come amici perciò non batterono ciglio davanti alla sua espressione.

Jude annuì come se avesse previsto quella replica. – Già, mandaci un messaggio iride quando hai intenzione di farlo. –

- Noi nel frattempo non tratterremo il fiato nell’attesa – concluse Jax.

 

 

 

 

 

 

Alexìus corrugò la fronte davanti all’affermazione appena pronunciata dalla ragazza che camminava al suo fianco.

- Sei assolutamente sicura di quello che dici? –

Manon annuì all’indirizzo del suo fratellastro semidivino.

- Certo, le mie fonti sono sempre molto accurate. –

- Che vale a dire che ha spiato Nico e Will con estrema cura per scoprire qualcosa riguardo quest’emergenza – chiarì Ruby.

La più piccola del gruppo non era una figlia di Ade, ma aveva finito con il passare moltissimo tempo in loro compagnia. Dopotutto quando venivi adottata dalla famiglia di Angelo – Solace finivi in un modo o nell’altro con l’ereditare i loro legami anche con tutti gli altri figli di Ade del Campo.

Anche perché, Ruby lo sapeva bene, il loro genitore divino non era mai stato particolarmente presente perciò tutti i ragazzi e le ragazze della Cabina Tredici avevano eletto Nico come “padre/fratello maggiore” perciò venendo adottata aveva automaticamente avuto non solo due papà ma anche un fratello e una sorella acquisiti.

Manon sventolò la mano a mezz’aria.

- Questo è un modo come un altro per vedere le cose. Diciamo solo che sono piuttosto attenta alle conversazioni altrui e loro non hanno fatto poi molto per essere discreti. –

Ruby e Alexìus si scambiarono un’occhiata eloquente prima di ridacchiare.

Certo, come diceva lei.

 

 

 

 

 

- Spike, se non ti dai una mossa arriveremo in ritardo e Chirone ci assegnerà il turno di pulizie della cucina per l’ennesima volta – gli fece notare Alexander, sospirando e roteando gli occhi al cielo davanti all’amico che continuava imperterrito ad aggirarsi tra le sue invenzioni all’interno della Cabina d’Efesto.

- Un’ultima avvitata qui e possiamo andare. E poi non preoccuparti per la punizione, male che vada creerò qualche automa che provveda al posto nostro. –

Il figlio d’Ebe rabbrividì ripensando a quegli affari inumani che di tanto in tanto si aggiravano attorno alla Cabina degli inventori del Campo.

- Lo sai che quei cosi non li sopporto. –

- Un giorno ci salveranno sul serio … Guarda Festus. –

- Certo, ma di Leo Valdez non ne nascono in ogni generazione … muoviti, inventore dei miei stivali. –

Spazzolandosi la polvere di dosso, Spike abbandonò la sua tenuta e uscì dalla Cabina coprendosi il volto per proteggersi dai raggi solari.

Restare chiuso lì dentro a lungo gli procurava sempre un bruciore fastidioso quando si trovava ad uscire all’aria aperta.

- Va bene, non sia mai che ti assumi nuovamente la colpa del ritardo, andiamo mr puntualità. –

 

 

 

 

 

Miime prese la parola non appena Chirone ebbe finito di illustrare il problema che stava divampando all’interno dei due Campi. Era una cosa strana sentirla sbilanciarsi in pubblico, visto che difficilmente si esponeva e preferiva di gran lunga starsene sulle sue, perciò l’attenzione dei suoi compagni fu inevitabile.

- Siamo sicuri che non ci sia un qualche incantesimo all’opera? –

- L’unica maga degna di questo nome è Medea, ma Piper l’ha rispedita nel Tartaro durante la guerra contro il Triumvirato – la rimbeccò una figlia d’Atena nell’angolo.

- Già, ma esistono comunque dei manufatti che possono contenere l’energia di un Dio … mi domando solo chi possa essere riuscito a intrappolare il divino Ares -, tamburellò sulle labbra meditabonda, - Dopotutto in quanto a forza è uno degli Olimpici maggiori. –

- È possibile -, convenne Chirone, - e proprio per questo io e il Senato di Nuova Roma siamo giunti alla conclusione che una stretta collaborazione sia l’unico modo per fronteggiare la situazione. I semidei romani arriveranno al Campo domani in giornata, confido che tutti voi li accogliate nel migliore dei modi possibili – concluse.

La figlia di Ecate vide che Manon dava di gomito al fratello e a Ruby con l’espressione da “ve l’avevo detto” prima che tutti i rappresentanti delle Cabine cominciassero a parlare alla velocità della luce.

Romani e greci nuovamente insieme … non prometteva nulla di buono.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Eccoci anche con la seconda parte dell’introduzione ovvero quella riservata ai greci. Ovviamente non ho approfondito molto i vari pezzi poiché si tratta di un’introduzione e non volevo mettere troppa carne al fuoco svelandovi subito tutti i retroscena di ognuno … tuttavia mi sono dimenticata di aggiungere una domanda nella scheda a cui vorrei che rispondeste (preferibilmente per messaggio privato) ovvero:

- il vostro OC cosa ne pensa dell’idea di collaborare con i semidei dell’altro Campo?

Per ora è tutto.

Come sempre prima risponderete alla domanda e prima avrò modo di aggiornare poiché le informazioni mi occorrono per la stesura del nuovo capitolo.

A presto.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

 

 

 

   
 
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