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Autore: Spensieratezza    23/08/2018    4 recensioni
Sam Winchester è adorabile, sveglio e magico. è il fratellino minore di Dean, che il maggiore non sapeva di avere. Capirà ben presto che il suo fratellino è speciale, è magico e deve essere protetto da forze oscure che vogliono fargli del male.
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nessuna stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'Sam, Dean e gli Dei '
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Note: chiedo scusa in anticipo per il capitolo lungo, ma è necessario perchè alla fine tutto ruoterà intorno a Sam e Dean, ma questi personaggi sono strettamente legati a loro, quindi è fondamentale sapere di più soprattutto sul come, in modo da capire da dove vengono davvero Dean e Sam xd





Albert e Black avevano fatto sesso appassionato per gran parte della notte e alla fine erano crollati, l’uno tra le braccia dell’altro.

Fu Albert il primo a svegliarsi e si incantò, seduto, a guardare Black dormire.

Black che dormiva, sembrava un angelo caduto. Caduto dal cielo per arrivare sulla Terra, o forse precipitare, chissà.

La lunga cascata di riccioli neri gli contornavano il viso dandogli proprio l’aspetto di un angelo. Il suo viso, che di solito era sempre corrucciato, non doveva difendersi tra le spire del sonno e dal sogno e così da addormentato non sembrava per niente il diavolo che pareva di giorno. Anzi, sembrava proprio un angelo.

Albert rise internamente dei suoi pensieri. Era tantissimo tempo che non gli prendeva una scuffia così, proprio come se fosse un adolescente! Aveva trentaquattro anni, avrebbe dovuto diventare maturo da un bel pezzo. Questa cosa tra..preside e insegnante era..una follia. Ma quanto gli piaceva!

E il modo in cui Black aveva corrisposto…al bacio..era sublime. Sotto i fiocchi di neve, poi..proprio come una favola, o l’incantesimo di una favola.

Cos’era Black per lui? Questo non sapeva dirlo. Per lui provava un affetto e un’adorazione dolente, il che era strano perché avrebbe dovuto essere giustificata da una sorta di amicizia e di confidenza nata ed evoluta con il tempo e con Black non c’era stato modo di far crescere una cosa del genere. Si conoscevano, ma quasi come due estranei, non avevano coltivato nulla..allora perché gli sembrava di conoscerlo da sempre?
 
“Hai finito di guardarmi?” chiese Black sonnecchiando ancora.

Albert rise.

“Speravo mi concedessi ancora qualche minuto.”

“Qualche?? Se il tempo che hai passato a guardarmi dormire, l’avessi utilizzato per preparare il caffè, l’avresti senz’altro speso meglio.”

“Mmm..io non ne sono tanto sicuro..” disse Albert.

Black sembrò un po’ compiaciuto e si sporse per baciarlo e forse anche mordicchiargli le labbra.



“Non ho mai chiesto a nessuno di farmi un caffè per la seconda volta.” Disse Black.

“In teoria…siccome questa è casa tua, dovresti tu..” disse Albert ridacchiando.

“Sei l’unico cui, per ora, dopo una tale insolenza, non ho mandato via a calci. Ritieniti un privilegiato.” Continuò Black.
 
Albert allora lo guardò. Forse Black stava giocando, ma in ogni caso, meglio non rischiare.

“Dove stai andando?” fece per bloccargli il braccio Black.

“A..fare il caffè!” disse Albert.

“Non ti azzardare neanche a pensare di toccare le mie cose.” Disse Black con un sorrisino, alzandosi.

Albert sorrise di rimando e poi gli venne in mente una cosa.

“Che..che ore sono?”

Black a sua volta sgranò gli occhi.
 
Guardarono la sveglia sul comodino.

Le dieci del mattino.

“Cazzo. Dovevo essere al lavoro!!” disse Black.

“Anch’io!!” disse Albert in preda all’ansia.

“Ok, niente colazione..”

“Cosa? Non se ne parla. Non lo sai che è il pasto più importante della giornata??”

“Albert, non è il momento di scherzare!”

“E chi scherza??”

Black tornò a guardarlo.

“La scuola..non possiamo..non presentarci..”

“Ehi, io sono il preside. Posso fare tutto quello che voglio.” Disse lui sorridendo.

“E io?” rispose sarcastico l’altro.

“Sei con me no? Tranquillo, non ti chiederò una giustificazione.” Disse il preside facendogli l’occhiolino.

Così, Albert e Black fecero una sana colazione in santa pace, a letto, parlando tra le altre cose della notte scorsa.



Venne fuori che erano entrambi gay non dichiarati, ma che avevano avuto già altre esperienze.
“Forse ci siamo riconosciuti a distanza, allora..” disse Black.

“Io non credo..” disse Albert.

“Andiamo! Sei venuto da me e mi hai baciato!” gli ricordò Black.

“Sì..l’ho fatto..”

“Come sapevi che non ti avrei mollato uno schiaffo o insultato? Con uno come me hai rischiato grosso.”

“Sapevo..o meglio ero sicuro..mi avresti corrisposto..”

“E questo a causa..della nostra chimica formidabile?” disse Black virgolettando a mò di sarcasmo.

“A causa di quello che ci lega..” rispose Albert.
Calò il silenzio per qualche interminabile secondo.

“Black..io credo che dovremmo parlare di quello che è accaduto ieri..”

“Non ti facevo così pervertito, Al..” disse Black sorridendo.

“Andiamo..sai quello che voglio dire..” rispose Albert, sdraiandosi e appoggiando la testa alla gamba nuda di Black, accarezzandola con la mano. Di quello che è successo in questo fantomatico appartamento..”
“Fantomatico? Ancora non credi che esista?” domandò Black.

“Non ho detto questo..ma per ora so che esiste solo per le vostre parole, imparerò a riconoscerlo come un oggetto REALE, solo una volta che l’avrò visto con i miei occhi. Sai che noi umani ragioniamo così.”
Black sorrise compiaciuto.

“Un giorno o l’altro, Albert, mi piacerebbe scoprire se la sottile arte della manipolazione l’ho imparata da te o viceversa.”

E così Black gli raccontò tutto riguardo al suo coinvolgimento che era comunque meno di quello che Albert si aspettava, ma tuttavia abbastanza per capire che, c’entrava anche lui.

“Avresti dovuto raccontarmelo prima, Black, con tutto quello che stiamo passando con l’organizzazione, una cosa del genere è di vitale..”

“Prima che tu riprenda a rimproverarmi, Albert, lascia che ti dica che finora io credevo fosse soltanto un sogno. Sì, insomma, aspettavo di capirci qualcosa..di più..per parlartene..non sono cose che vai a dire a cuor leggero..” disse infilandosi la camicia. “Ad ogni modo, vogliamo mettere fine a questa storia o no?” ripetè con la camicia ancora aperta sul davanti.

“Sì. Oggi chiamerò tutti e tre i ragazzi e ci sarai anche tu. Parleremo tutti di questa storia e cercheremo di venirne a capo.” Disse Albert, alzandosi e allacciandogli i bottoni uno a uno, in maniera sensuale.
 
 
 
*
Era pomeriggio inoltrato, quando Sam e Dean raggiunsero nuovamente la casa del preside.

Stavolta, malgrado la casa fosse vicina, Dean aveva preso la sua moto e con quella, aveva fatto salire dietro Sam che si era aggrappato a lui cingendolo con la vita, mentre sgommava a tutta velocità, andando verso la casa del preside.

“ Ti piacciono le moto? Non hai avuto paura della velocità, vero?” gli chiese Dean, facendolo scendere.
“Le moto mi piacciono tantissimo, soprattutto se faccio il passeggero.” Rispose Sam, scendendo dalla moto e cingendolo di nuovo per la vita.

Dean, che durante il viaggio, non aveva smesso di sentirsi agitato per come Sam lo stringeva, rendendosi conto che non lo stringeva in quel modo per paura e sentendo di nuovo quella presa sui suoi fianchi, sentì di nuovo il cuore accelerare in un modo tutt’altro che spiacevole. Non aveva proprio idea prima di conoscere Sam, che avere un fratello minore potesse portargli tali sconvolgimenti emotivi ed emozionali. Era tutto così nuovo per lui.

“Dean? Sam? Ci siete anche voi?” chiese Marika.
La ragazza, che indossava un vestitino blu di jeans, si avvicinò timidamente a loro.

“Beh, io..volevo scusarmi per essere stata così spiacevole, ieri..”
Guardandola così remissiva e carina con quell’abitino, a Dean dispiacque un po di aver perso così la pazienza.

“Sono io che dovrei scusarmi...sono stato uno stronzo, ieri..”

“E ora che il momento sdolcinato è finito..” disse Sam con una voce un po falsamente euforica. “Direi che possiamo prepararci per il secondo round! Marika, ti ha già spiegato il preside, perché siamo stati chiamati?”

Marika guardò prima Sam, poi la grande villa che avevano davanti.

“Sì, all’incirca, a quanto pare è coinvolto anche Black. Io..ho paura..e se ce l’avessero con me per aver nascosto questa cosa?”
Sam si accorse che la ragazza stava tremando.
“In ogni caso non sei l’unica ad aver nascosto qualcosa, sta tranquilla, ora però ragazzi, smettiamola di perdere tempo, entriamo, così ci togliamo il pensiero.”

Appena si avvicinarono di più al cancello, esso si aprì come se li stesse aspettando.
 
 
Una volta arrivati davanti alla villa, Dean suonò il campanello, venne ad aprire Albert.

“Buongiorno, felice di avervi qui tutti e tre. Entrate.”
 
 


*

Per fortuna il preside aveva già contattato Marika per chiarire gran parte della cosa riguardante l’organizzazione, Dean e Sam avrebbero giudicato estenuante dover ripetere tutto da capo o anche solo risentirlo.
Rimaneva la questione Black da chiarire.

Innanzitutto quello che premeva a tutti, era capire come fu possibile che Black fosse comparso in quel modo in quell’appartamento, quando Dean e Sam andarono a trovare Marika.
 
“Non ero davvero lì, per questo sono scomparso.” Spiegò Black. “In quel momento mi trovavo nella mia casa, ero nell’appartamento tramite degli esercizi di visualizzazione del sonno, ero lì come una proiezione astrale.”
“Perché?” chiesero tutti.

“Mi ero già accorto da un po, che la signorina Marika spariva e riappariva in questa specie di bolla magica, provai anche a inseguirla, ma non riuscivo mai, a superare il portone e dovevo tornare indietro. Non so perché, era come se mi tenesse FUORI. Mi meraviglio che che voi ci siate riusciti al primo tentativo. Non potendo fare altro, ho cercato di focalizzare la mia mente all’appartamento, restando a distanza, ma non sono mai riuscito a superare le scale.” Disse Black frustrato.
 
Dean e Sam si immaginarono un frustrato Black che cercava invano di superare il pianerottolo dell’appartamento ma non ci riusciva e per questo tempestava di pugni la porta, con rabbia.
Un leggero sorriso percorse i loro volti.

La questione per Black sembrava molto imbarazzante, Albert lo tolse subito dall’imbarazzo, invitandolo a parlare del suo sogno.
 
“Come vi ha già spiegato Albert, “ cominciò Black guardandolo con un’occhiata un po lussuriosa e Dean agrottò le sopracciglia, chissà perché ma sarebbe stato disposto a giurare che i due avevano fatto sesso. “C’è questa specie di legame che mi lega alla vostra nuova professoressa..”

“Potrebbe essere un legame romantico?” chiese Dean, divertendosi a studiare l’espressione del preside.
è così?” chiese infatti Albert, astioso.

“Cosa?? Ma no, certo che no. Non provo nessuna attrazione per lei.” Disse Black, imbarazzato, guardando il preside. Dean si divertiva molto internamente e si beccò due gomitate, una da parte di Sam, l’altra da parte di Marika.
Dean represse degli urli soffocati, guardando i due ragazzi che lo guardavano con aria di rimprovero.

Giuro di no! “ disse Black più incazzato, soprattutto del fatto che dovesse giustificarsi davanti  a dei ragazzini. “Si tratta di molto più di questo! Sono convinto che nel mio sogno la conoscevo, aveva qualcosa di famigliare PER ME. Potrebbe essere un’amica o addirittura una sorella.

“Ad ogni modo non è questa la cosa più importante adesso, quello che ci preme capire è che cos’è questo CROLLO di cui si parla nel sogno.” Disse Albert.
“No! Volevo dire che…non ho mai avuto intenzione di farlo. Neanche quando….c’è stato il grande crollo di tutto.”
 
Marika alzò la mano per dire la sua.

“Non siamo a scuola, signorina, comunque esponici pure la tua teoria.” Disse Albert sorridendo divertito. Marika arrossì e poi disse la sua teoria imbarazzata.
“La mia teoria è che il professor Black, possa aver sognato IL FUTURO.”
Rimasero tutti basiti davanti a quell’affermazione.

“Sì, insomma..ha parlato del grande crollo di tutto.. magari ha sognato un suo sé stesso che dal futuro cerca di avvertirlo di una possibile distruzione del nostro mondo? Magari a proposito del DIAVOLO, no? Magari cerca di avvertirlo in sogno..non sarebbe più assurdo di tutte le altre cose..ma è..solo un’idea..” disse Marika guardando per terra.

“Teoria interessante, signorina.” Disse Albert gentile, cercando di ignorare la smorfia disgustata di Black. “Ma tante cose che Black ricorda di aver detto nel sogno, escluderebbe questa teoria, tipo la frase : Io…non riuscivo a capire come potessi decidere di buttare tutto all’aria, tutto quello che avevamo, per colpa di un branco di ragazzini….non riuscivo ad accettarlo…io…”

 ma ancora più incisiva sembra essere la frase: Riconoscimento. Era tutto quello per cui lottano gli esseri umani dal momento in cui vengono al mondo a quando muoiono. “
I ragazzi osservarono Albert, cercando di capire dove volesse arrivare, alla fine Sam sembrò capire.

“Ma certo. Lui..nel sogno parla di UMANI, come se lui stesso..o LEI …non lo fossero..in più parla di RAGAZZINI..e di lei che decide di buttare tutto all’aria..non sembra proprio che parli del futuro, ma di un possibile PASSATO..”
Dean rincarò la dose.

“Il crollo di tutto.. potrebbe parlare addirittura di un altro mondo..aspetta, a volte sembriamo dimenticarci che Sam ha visto anche ME nella sua visione….e io non sono mai stato in coma, quindi il mondo che sia lui che Alisea hanno visto in coma..altro non è che..RICORDI..probabilmente..di una vita precedente…vissuta addirittura in un altro mondo..”
Albert annuì compiaciuto.

“Esatto, Dean, e il crollo di cui parla Black nel suo sogno, potrebbe riferirsi ad un crollo di una civiltà di quel mondo, forse addirittura un INTERO IMPERO.”
“Tipo Atlantide?” chiese Dean.
“Forse, è opportuno non escludere nulla.”

“Ma tutto questo che cosa ha a che fare con noi? anche ammesso che io, Dean, loro..vengono da un altro mondo..a cosa può servirci qui e ora?” chiese Sam.

“Tutto rimanda alla profezia.” Disse Albert. “Ricordate, Dean, Sam, cosa vi avevo detto in proposito?”

“Questa profezia dice che arriverà un giorno l’incarnazione del Male in Terra e che ci sarà bisogno dei cavalieri valorosi di un altro mondo, per fermarlo.

“L’incarnazione del male?” chiese Dean scioccato.
“Lucifero.” Disse semplicemente Albert.
“Il Diavolo??” disse Dean scioccato.

“Non proprio lui in persona.” Disse tranquillamente Albert. “Questa profezia, dice che il diavolo potrebbe servirsi di un ragazzo, un ragazzo che già in PASSATO è stato cercato e voluto dal maligno, lo userà per tornare sulla Terra in questo tempo e regnare.”

 
“Quindi dei cavalieri di un altro mondo, dovrebbero fermare IL DIAVOLO? Perché proprio di un altro mondo? E chi dice che siamo noi?” chiese Dean.

“Perché, la profezia dice che il ragazzo in questione è già stato cercato e voluto da lui IN PASSATO, a quanto pare adesso lo rivuole, ma non lasciatevi ingannare dal termine maschile, il ragazzo che lui cerca potrebbe anche essersi reincarnato in una ragazza, a questo proposito siete tutti in pericolo.”
“Quindi..tra di noi c’è una persona che potrebbe essere cercata dal diavolo?” chiese Marika impaurita.

“Non necessariamente.” Rispose Black intervenendo per la prima volta. “Voi siete solo ALCUNI dei ragazzi che hanno manifestato poteri magici e ricordi vaghi di altri mondi, non sappiamo quanti in realtà siano i cavalieri prescelti, voi potreste anche essere le briciole di un disegno più ampio, chissà quanti cavalieri ci sono..quindi se vi ritenete speciali, beh, mi duole dire che..”
“Black, questo non li fa sentire meglio..” disse Albert.

“Beh, dovrebbe, invece..” disse Black irritato.

“Piacerebbe anche a noi, non sentirci così coinvolti, ma il sogno del professor Black e il coinvolgimento della professoressa Ariel, ci dice che loro sono chiaramente coinvolti..nel sogno parla di ragazzini.. è vero, potrebbero essere chiunque, però intanto gli unici che hanno avuto una visione a quanto pare, siamo io, e Alisea forse no..non lo sappiamo..ma è comunque coinvolta anche lei.” disse Sam.

“Sam ha ragione, poi magari ci sono anche altri, ma loro due sono chiaramente coinvolti e a quanto pare anch’io..e anche Marika” disse Dean.
“E se includono tutta la nostra cerchia, dobbiamo aspettarci anche delle sorprese da parte di Clère, Ruben e Castiel? Mancano solo loro e stanno sempre con noi.” disse Sam.
Albert sembrò riflettere per un momento.
 
“Potrebbero essere coinvolti anche loro, come potrebbe darsi di noi, la questione è troppo importante per rischiare di spifferare tutti questi segreti a ragazzini così giovani che non sono direttamente coinvolti. Bisogna prima accertarcene, per adesso è importantissimo venire a chiave della questione, Marika, sappi che ci hai dato un ottimo aiuto con il tuo racconto, nonostante, se Sam e Dean non ti avessero scoperto, non l’avresti mai rivelato, ma non preoccuparti, è comprensibile.”
Marika cercò di sorridere.

“Bene, credo che visto che a questo punto, siete gli unici finora che sono riusciti a passare il PORTONE, potrei chiedervi di tentare di farlo di nuovo.” Disse Albert.

Sam e Dean rimasero impassibili. Se l’aspettavano in un certo senso.
Marika sembrava scioccata.
“Ma loro..LUI..non li vuole..li ha cacciati!
“Signorina, comprendiamo i tuoi sentimenti per la persona che credi essere tuo padre, ma..”

LO è!”

“Anche se fosse come tu dici, è ancora più importante accertarci di quello che lui sa davvero su tutta questa storia, tu sei troppo coinvolta per riuscire a indagare come occorrono le circostanze, quell’uomo può darci informazioni vitali su questo mondo misterioso. URGE interrogarlo.”

“Pensate che non ci abbia provato? Lui non mi ha mai detto niente..se credete di essere più in gamba di me, fate pure.” Disse Marika, abbastanza offesa.
Albert tornò a rivolgersi a Dean e Sam.

“A quanto sostiene la vostra amica, lei avrebbe sognato questo ragazzino che era in fin di vita..”

“Sì, ma Robert, quell’uomo..sostiene che non era lei..” disse Dean, guardando Sam incerto.
“Naturalmente quest’uomo potrebbe anche sbagliarsi, la connessione che sembrano avere tutti quelli coinvolti, potrebbe aver portato Sam a sentire quel dolore come se fosse suo, ma non è detto che fosse lui davvero…è quella ragazzina.. che mi preoccupa..” disse Albert pensieroso.

“Io lo sapevo che lei c’entrava!” sbottò Black furioso. “L’ho notato subito da come ha reagito davanti a un semplice racconto letterario!”
“Giudica racconto letterario, quell’ammasso di enormi sciocchezze sul giudicare mostri dei poveri bambini, solo perché nati con un colore di capelli particolare?? “ chiese Sam arrabbiato. Quella cosa lo bruciava ancora.

La reazione che ha avuto quella ragazzina è la dimostrazione lampante che ha qualcosa da nascondere e tu la stai ancora difendendo, sciocco ragazzino!”
“Non parli così a mio fratello!!” intervenne Dean arrabbiato.

“Cerchiamo di calmarci tutti.” intervenne Albert esasperato. “Black, se davvero quella ragazzina è coinvolta più di quanto pensiamo e più di quanto lei stessa dice, non è da condannare o mandare alla berlina, ma ma va PROTETTA. Potrebbe essere il bersaglio per il diavolo..”

“Non sono d’accordo, a quanto dice la signorina qui, ha mandato allo sterminio i genitori di questo ragazzo.” disse Black fuori di sé, indicando Sam, che sussultò.

“Black..” disse Albert con un’infinita pazienza. “Il fatto che la ragazzina vista da Marika, avesse i capelli rossi, NON INDICA per forza di cose, che si sia reincarnata esattamente così. Non sappiamo quante di quelle persone che compaiono nella visione di questi ragazzi, sia effettivamente QUI. Non sappiamo se quella ragazzina sia Alisea, potrebbe anche benissimo essere un ragazzo. Tuttavia, non negherò di certo quello che Marika ha visto, chiedo solo prudenza con i giudizi. Ciò che riteniamo cattivo potrebbe in realtà dimostrarsi il buono. E questo è tutto. Dean, Sam, ho bisogno della vostra risposta.”

Dean e Sam si sbrigarono a dire che accettarono. Anche loro non vedevano l’ora di saperne di più su tutto quel mistero.
 
   
 
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