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Autore: jarmione    23/08/2018    1 recensioni
Michael ed Amy vengono mandati a Dallas per fare delle indagini e con la scusa di farsi una "mezza vacanza".
Nonostante le difficoltà iniziali, per i nostri protagonisti sarà anche l'occasione per conoscersi meglio.
Ma c'è qualcosa che non va a Dallas e la "mezza vacanza" rischia di tramutarsi in una tragedia.
Riuscirà Michael a concludere le indagini senza perdite?
Genere: Azione, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Knight family '
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E rieccoci con il nuovo capitolo!!! 

Perdonate il ritardo ma mi stavo dedicando ad Un altra long e poi il lavoro...quello mi ha ucciso.

Grazie a chiunque vorrà ancora seguirmi.

Ciauuuuuu

 

 

Ormai era sera tarda.

Qualunque cosa fosse successa, Michael sembrò non notarla finché non si ritrovò seduto sulle sedie della sala d’aspetto in un ospedale di Dallas.

KITT lo aveva avvertito via orologio che Devon lo stava chiamando ma, non ottenendo risposta di alcun genere, aveva bloccato le chiamate scusandosi lui stesso per Michael.

Quest’ultimo era stato cacciato dall’ambulanza e costretto a seguirla a bordo di KITT, che aveva insistito a prendere lui i comandi.

Walker, Trivette, Alex e CD lo avevano raggiunto pochi minuti dopo e si erano messi anche loro nella sala d’attesa.

Alex stringeva la mano di Walker, evidentemente preoccupata.

“Non vorrai davvero interrogarla” mormorò, sapendo che tanto Michael non li avrebbe sentiti.

“Per quanto indelicato...” rispose Walker “Amy è l’unica che può darci una pista o dirci qualcosa di più”

“Ma, Walker...” Alex tentò di parlare ma venne interrotta da Michael che, preso da un attacco di ira, diede un pugno alla parete facendoli sobbalzare.

Per sua fortuna non c’era nessun’altro.

Si alzò di scatto ed uscì fuori, iniziando a fare avanti e indietro nervosamente e con i pugni stretti.

Walker fu tentato di seguirlo, ma sia Alex che gli altri lo fermarono.

Non era di loro che aveva bisogno.

“Michael...” la voce di KITT, proveniente dall’orologio, lo ridestò dai suoi pensieri “verresti da me per favore?”

Michael sbuffó e raggiunse il parcheggio dove era KITT e sali a bordo.

“I tuoi battiti sono accelerati”

“Chissà perché” rispose Michael con tono scettico e infastidito.

“Riesco ad avvertire i parametri vitali di Amy”

“Come sta?” Domandò con urgenza.

“I battiti sono irregolari”

“Dannazione!” Esclamò battendo i pugni sul cruscotto.

KITT non si difese, né disse nulla.

Capiva la frustrazione del suo amico.

Michael sentì la rabbia salire alle stelle, ma non poteva prendersela con una macchina che non poteva difendersi.

Non era KITT il suo problema.

“C’è di mezzo Austin” mormorò.

“Ma risulta ancora in prigione” disse KITT “non è fattibile”

“Non c’è altra spiegazione” ribattè Michael.

Ci fù silenzio alcuni istanti

“Michael...credo che tu stia delirando”

“Vorrei vedere te al mio posto”

“Non sono umano” gli ricordó KITT, con tono evidentemente infastidito “non posso provare le vostre emozioni e non ho modo di fare quello che fate voi, ma vorrei farti notare che sono programmato per difendere le vite umane ed Amy rientra fra quelle, non per niente la sto monitorando da quando è salita in ambulanza” ancora silenzio “spero di essere stato chiaro”

“Si...si, scusami” Michael sospirò e si porto le mani al volto “perdonami, amico mio...” tremò visibilmente “È solo che...KITT, non posso perdere anche lei...non credo di poterlo sopportare”

“Vai dentro” gli disse KITT “scommetto quello che vuoi che starà bene, a Devon ci penso io”

Michael sospiró di nuovo e battè un piccolo colpo sul cruscotto, stavolta più amichevole “Grazie, KITT” ed uscì respirando a pieni polmoni l’aria fresca della sera.

Erano ormai le dieci.

Tornò verso l’ingresso, trovando Trivette che lo aspettava.

“Ah eccoti” disse il ranger.

“Allora?” Domandò, iniziando a pregare mentalmente.

Il ranger sospiró “Vieni dentro”

Michael inizio ad avvertire un groppo alla gola e corse immediatamente dentro, trovando un medico che parlava con Walker.

“Michael, Amy è...” CD cercò di parlare ma venne ignorato.

“Dottore! Come sta?” Chiese “la prego, mi dica che sta bene”

“Per adesso è stabile” rispose il dottore “ma ha ingerito più di due milligrammi di veleno e quindi è possibile una ricaduta”

Michael si senti morire.

“La fortuna è che grazie ad Amelia e alle informazioni del ranger Walker, sappiamo di che veleno si tratta e possiamo immediatamente metterci alla ricerca di una cura adeguata”

Anche se era una notizia buona, Michael non era intenzionato ad ascoltare nient’altro che la voce di sua figlia che gli diceva che andava tutto bene.

“Posso vederla?”

“L’orario di visite è chiuso da un pezzo e non credo che...”

“Posso vederla, o no?” Lo interruppe bruscamente, riproponendo la domanda “le faccio presente che mia figlia è ancora minorenne e fino a prova contraria sono il padre”

“Signor Knight...”

“SONO SUO PADRE, DANNAZIONE!” Gridò per tutta la sala.

Per fortuna non c’era nessuno.

“Michael!” Intervenne Walker “calmati”

Michael sbuffó e cerco di calmarsi.

Alla fine, il medico non centrava niente e si stava prendendo cura di sua figlia.

“Resterò in un angolo” mormorò “ma non mi mandi via”

Walker annuì, facendogli capire che poteva fidarsi.

Stessa cosa fecero Alex e gli altri.

Il medico si arrese e annuì “Buonanotte” e se ne andò.

“Signor Knight” CD si avvicinò a Michael e gli diede un colpetto sulla spalla “tornerò domani mattina e le darò io il cambio” anche se tranquillo, era un tono che non ammetteva un no “e le porterò la colazione”

Michael sorrise appena “Grazie”

CD salutó ed uscì, seguito da Trivette e da Alex.

“Ci vediamo domani” disse Walker.

“Si” annuì Michael “Grazie, Walker”

Ed anche Walker uscì.

Rimasto finalmente solo, Michael andò subito nella stanza.

Vedere Amy sdraiata su quel letto gli riportò alla mente Bonnie.

 

Ci fu silenzio e, lentamente, la mano di Bonnie scivolò giù, colpendo il materasso...senza muoversi.

"Bonnie?...Bonnie!" La scrollò lievemente per le spalle, accorgendosi solo in quel momento del bip prolungato della macchina segna battiti.

 

Si aspettava la stessa scena da un momento all’altro.

Amy mugugnó qualcosa nel sonno e Michael le fu subito accanto.

“Sono qui Amy” le prese la mano “papà è qui”

Ma lei, ovviamente, non lo sentì e non rispose.

Fece un sospiro e andò a sedersi sulla poltrona accanto al letto, facendo cadere per sbaglio i vestiti appoggiati su di essa assieme all’orologio.

Quest’ultimo lo prese e lo appoggio su comodino accanto al letto, in modo tale che KITT avrebbe potuto dirgli qualcosa se peggiorava.

Infine passo ai vestiti.

Li raccolse e li piegò ma da una delle tasche della borsetta, che Amy aveva con se quella sera, uscì un foglio piegato in quattro.

Incuriosito lo raccolse e lo lesse, la scrittura era di Amy.

I suoi occhi si sgranarono dallo stupore.

Erano indirizzi di Dallas, alcuni di essi corrispondevano a case.

In alto al foglio, scritto con tratto pesante quasi a voler spaccare il foglio e persino sottolineato, vi era posto un nome.

 

I vari Austin Roger

 

Amy aveva fatto una ricerca con KITT su tutta Dallas e periferia.

Non sapeva della macchina che avevano visto lui e Walker e che Austin era in circolazione.

Ma grazie a quegli indirizzi aveva una pista extra.

Sorrise e diede un bacio sulla fronte ad Amy.

“Grazie, tesoro mio” mormorò “Grazie”

Ed uscì dalla stanza, nonché dall’ospedale, salendo a bordo di KITT.

“KITT controlla questi indirizzi” mise il foglio nello scanner della macchina “dimmi quale di questi corrisponde a grattaceli o uffici”

KITT eseguì l’ordine “Pacific Ave, Michael” rispose “è l’unico che corrisponde ad ufficio, gli altri sono industrie nelle periferie”

“Grazie amico, partiamo” mise in moto.

“È il ranger Walker?”

“Avvertilo che sto andando lì” disse secco Michael “non mi importa se sono le dieci di sera passate”

Anche lì, KITT eseguì “Michael...”

“Si KITT?”

“Ed Amy?”

Tu cerca di stare più che puoi collegato al suo orologio e tienimi informato” rispose Michael “starà bene KITT...vedrai che starà bene”

  
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