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Autore: lmpaoli94    24/08/2018    1 recensioni
Sei donne.
Tutte diverse tra loro.
Ma c’è una cosa che unisce la loro amicizia: l’amore per i libri e per la lettura.
Ogni domenica si riuniscono nella biblioteca di una loro amica per discutere sul prossimo libro da leggere.
Ma in quei momenti, non perderanno occasione di parlare della loro vita e dei loro problemi di donne.
Genere: Commedia, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dopo che Anita aveva mandato la bozza che aveva scritto Michela alle sue amiche, non dovette attendere molto per ricevere le risposte.
Tutte le ragazze erano contente dell'inizio del racconto, anche se Simona aveva espresso un po' di scetticismo.
"La nostra Simona... Non è mai contenta" aveva pensato Anita leggendo la sua risposta via e - mail.
Nel leggere la prima bozza di Michela, ad Anita venne voglia di scrivere.
Aveva appena aperto la biblioteca ma non era entrato ancora nessuno.
Di conseguenza aveva ancora tempo per buttare giù nuove idee.
Ma il giovane ammiratore di Michela entrò nel negozio con il suo solito sorriso sfavillante.
«Buongiorno.»
«Buongiorno. Desidera qualcosa?» domandò la donna con indifferenza.
«Non vorrei essere troppo sfacciato o curioso, ma vorrei sapere se Michela aveva già iniziato a scrivere qualcosa.»
«Perché lo vorrebbe sapere?»
«Così.»
Nello sguardo di Davide c’era qualcosa che ad Anita non piaceva.
Era troppo enigmatico e misterioso.
«Per ora non ha iniziato a scrivere niente. Ma se vuoi puoi domandarglielo di persona.»
«Non credo che sia una buona idea. Risulterei troppo invadente.»
“Perché? Ora che stai facendo? Stai facendo l’invadente con me disturbandomi molto.”
«Posso chiederti una cosa?»
«Certamente.»
«Ma quali sentimenti nutri per la mia amica Michela?»
«S-sentimenti?»
«Sì, esatto. Ti piace?»
«Beh, non lo so.»
«Ti confido un segreto: a lei non piacciono gli uomini poco convinti. Lei vuole un uomo irremovibile che sa prendere sempre ogni sorta di decisione… Ti consiglio di rivelargli i tuoi reali sentimenti se non vuoi che la mia amica trovi un altro ragazzo. Sempre che lei significhi qualcosa per te.»
«Certo… Naturalmente.»
«Se vuoi posso lasciarti il suo indirizzo. Purtroppo per ora è una ragazza disoccupata in cerca di lavoro, quindi sarà molto probabile che tu la trovi a casa.»
«Capisco.»
«Ecco qua. Segnatelo pure.»
Dopo essersi segnato l’indirizzo e il suo numero di casa, Daniele prese il foglietto e se lo infilò in tasca.
«Grazie mille. Lei è davvero gentile.»
«Nessun problema. Se faccio questo, è perché voglio molto bene alla mia amica. Ha bisogno di trovarsi un uomo valido e sono convinto che quell’uomo possa essere lei… Ma l’avverto: se prova a farla soffrire, ne dovrà rispondere principalmente a me. E l’avverto che non sarò tanto buona e accondiscendente.»
«In questi casi si dice: uomo avvisato, mezzo salvato.»
«Esatto. Vedo che mi ha capito.»
«La ringrazio ancora per tutto… A proposito del libro che stavo cercando qualche giorno fa’, sa per caso se gli è arrivato?»
«Purtroppo no. La mia biblioteca non tratta libri poco famosi. Deve cercarlo solo su internet.»
«Ci ho già provato, ricorda?»
«Aspetti che magari possa uscire. Io purtroppo non posso aiutarla in nessun modo.»
«Grazie lo stesso. Arrivederci.»
«Arrivederci» replicò la donna con sorrisetto compiaciuto fissando il giovane ragazzo uscire dalla sua libreria.
Appena il ragazzo se ne fu andato, Anita non perse tempo e continuò il racconto.
“Vorrei tanto sapere quale titolo Michela ha in mente di dare a questo romanzo…” pensò ad un tratto.
Ma non era il momento adatto a pensare al titolo.
Doveva continuare a scrivere.
Il titolo del romanzo sarebbe arrivato all’improvviso.
 
 
Lorenzo se ne stava nelle scuderie a dare da mangiare ai cavalli del suo padrone e a ripulire la stalla.
Non era un lavoro ratificante per le sue aspirazioni.
Ma almeno si poteva permettere di portare ogni giorno il pane in tavola.
«Allora, Lorenzo? Cosa mi dici del mio cavallo?»
«Oggi è molto in forma, signore» replicò il ragazzo inchinandosi al suo padrone.
«Molto bene. E’ così che deve essere trattato.»
«Però se mi posso permettere, è da alcuni giorni che non cavalca in aperta campagna. Ha bisogno di sfogarsi. Rimanere qui dentro non gli farà bene.»
«Purtroppo in questo periodo sono stato molto impegnato con alcuni affari della mia tenuta. Ma vedrai che adesso potrò rimanere molto tempo con il mio cavallo… Ah, sai dove si è cacciata mia figlia?»
«No, signore. È da ieri che non la vedo.»
«E’ sparita improvvisamente e non so dove andarla a cercare.»
«Perché non prova in paese? Forse è andata a fare un giro.»
«Eppure sa che non mi piace quando si allontana dalla proprietà. Se la vedi, fammelo sapere. Io intanto vado qualche ora a cavalcare.»
«Molto bene, signore.»
Il padrone del ragazzo montò sul suo cavallo fissando intensamente il suo stalliere.
«Ho saputo che ieri hai aiutato una giovane donna con il suo sacco di grano…»
«Esatto, signore.
»
«E’ stato un bel gesto il tuo. Non si incontrano molti gentiluomini in questo periodo, sai?»
«Credo che l’avrebbe fatto chiunque… Nel senso di aiutarla, s’intende.»
«Questo non ci giurerei… E poi mi hanno detto che per poco non distruggevi il tetto della stalla con la scala…»
«E’ stata solo una piccola distrazione, signore. Le prometto che non succederà più.»
«Ne sono convinto. Ci vediamo oggi pomeriggio sul tardi quando ti riporterò la mia giumenta.»
«Senz’altro, signore. Buona cavalcata.»
«Grazie… Comunque, se vuoi uscire prima per andare a trovare quella ragazza di paese, potresti farti sostituire da un tuo aiutante… Negli ultimi anni hai lavorato molto e un po’ di riposo non può che farti bene.»
«La ringrazio del pensiero, signore, ma per ora sto bene così.»
«Come vuoi tu. A più tardi.»

 
 
Anita era talmente immersa nella scrittura che non si era nemmeno accorta che i suoi clienti erano entrati.
«Buongiorno, Anita» fece il suo aiutante.
«Oh, Buongiorno Giacomo. Da quanto sei arrivato?»
«Da alcuni minuti… Che cosa stai scrivendo?»
«Niente d’importante. Mi sto solo appuntando alcune cose che mi devo ricordare.»
«Talmente importanti che non riesci a staccare gli occhi di dosso dal computer?»
Anita stava per essere colta sul fatto.
Ma non aveva voglia di parlare del libro che lei e Michela (per ora), stavano scrivendo.
Anche se si fidava molto del suo aiutante bibliotecario.
«Comunque se vuoi rimanere ad appuntarti le tue cose, penserò io alla biblioteca.»
«Grazie, ma non ce ne sarà bisogno. Bisogna sistemare ancora i cartoni di libri che sono venuti ieri.»
«Va bene. Vado subito.»
«Grazie mille.»
Nel mentre Anita era occupata a convincere una signora a comprare un libro per la sua nipotina che aveva appena imparato a leggere, Simona entrò nel suo negozio sbattendo violentemente la porta.
«Mi scusi signora, mi assento un attimo.»
«Prego, faccia pure.»
«Intanto dia un’occhiata ai libri per bambini che ci sono qui intorno… Dopo le saprò dire quale secondo me è il più carino.»
«Va bene, grazie»
Dopo aver liquidato una sua cliente, Anita di diresse verso una Simona molto arrabbiata.
«Ciao Simona, cosa ci fai qui?»
«Ho bisogno di un posto tranquillo che non mi permetta di pensare a quello stronzo del mio compagno.»
«Perché? Cosa è successo?»
«Continua ad insistere che vuole un figlio e che si sente un vuoto dentro… Quando lo capirà che io non sono assolutamente d’accordo su questo argomento?»
«Ne possiamo parlare dopo? Devo finire di servire una signora.»
«Fai pure. Tanto non ho intenzione di muovermi da qui.»
«Aspettami nel reparto di fantasy, ok? Tra poco sarò da te.»
«Certo. Nessun problema.»
 
 
Una volta che Anita tornò dalla sua amica, vide Simona intenta a leggere Le Cronache Di Narnia.
«Davvero un bel racconto, non trovi?»
«Cosa?»
«Eri talmente assorta nella lettura che non ti sei resa conto che stavo tornando da te?»
«Scusami, ma oggi sono molto distratta.»
«Ora che ho un momento di pausa, vuoi parlarmi della tua situazione sentimentale?»
«Non c‘è molto da dire a parte che mio marito è un vero rompipalle.»
«L’hai appena chiamato marito!» esclamò sorpresa Anita.
«Ma per poco… Se continuerà a stressarmi con questa storia, non potrò fare altrimenti che chiedere il divorzio.»
«Simona, cerca di ragionare…»
«Perché non capisce che voglio essere libera? Già è stato un sacrificio potermi unire a lui… Ma se poi ci mettiamo che devo partorire un figlio e poi guardarmelo, non ci penso nemmeno.»
«Non sarai solo a badare a tuo figlio.»
«Davvero? Già mi vedo la vita con un marmocchio frignone: mio marito che va in giro per il mondo per il suo lavoro ed io che rimango a casa 24 ore su 24 a badare ad un bebè… No. Questa non è la vita che voglio.»
«Da quando in qua il tuo compagno va in viaggio per lavoro?»
«Ultimamente la sua cartiera organizza viaggi per promuovere i suoi lavori. Infatti la prossima settimana, il mio compagno deve partire per la Germania per una riunione importantissima con i funzionari delle cartiere più importanti del paese e dell’Europa.»
«Accidenti. Questa è un’ottima possibilità per lui e per la sua carriera.»
«Ci puoi scommettere. Soprattutto io non lo vedrò per un paio di giorni.»
«Simona…»
«Tornerò ad essere una donna tranquilla. In attesa del suo ritorno, s’intende.»
«Vuoi davvero tornare ad essere una donna tranquilla? Perché non cominci a scrivere una parte del romanzo che stiamo scrivendo io e Anita?»
«Io? Scrivere un romanzo? È già tanto se leggo.»
«Fidati. Scrivere qualcosa libererà la tua mente e ti farà sentire molto meglio.»
«Non credo di essere portata per questo genere di cose… E poi sinceramente, il racconto che sta scrivendo Michela non mi piace granché.»
«Davvero? Prova a leggere quello che ho scritto stamattina.»
Anita porse la sua bozza che aveva appena stampato.
Simona la lesse accuratamente un paio di volte prima di dare il suo giudizio.
«Allora? Che ti sembra?»
«Da quello che ho letto, non succede niente d’interessante.»
«Siamo solo all’inizio, Simona.»
«Lo vedo… Questo romanzo ha bisogno di un po’ di brio e d’azione…»
«Ti avverto che questo libro è di genere drammatico, non d’azione.»
«E quindi? Nelle situazioni drammatiche non deve succedere niente d’interessante?»
«Certo che no.»
«Visto che oggi ho la giornata libera, che ne dici se continuo questo racconto?»
«Mi sembra un’idea fantastica!» esclamò Anita contenta.
«Però potrei rimanere a scrivere nella tua biblioteca? Non ho voglia di tornarmene a casa.»
«Certo! Nessun problema! Puoi metterti nascosta là in fondo. Nessuno ti disturberò.»
«Grazie.»
«Tornerò più tardi a sapere quali idee hai usato per il romanzo.»
«Va bene.»
 
 
Era ora di chiusura per la biblioteca.
Era da più di quattro ore che Simona era incollata la computer che Anita gli aveva prestato per scrivere il romanzo.
«Simona?»
«Dimmi, Anita.»
«E’ ora che io chiuda. Puoi continuare a casa tua, se vuoi.»
«No. Ho paura che la mia ispirazione venga a mancare… E’ un problema se chiudo io?»
«Non so. Devo mettere l’allarme…»
«Te lo posso mettere io, se vuoi. Mi lasci il codice?»
Con sguardo restio, Anita consegnò il codice alla sua amica.
«Cerca di non fare tardi, va bene?»
«Tranquilla. Ho ancora una mezzoretta e poi vengo via.»
«Va bene. Buonanotte, Simona.»
«Buonanotte Anita e grazie di tutto.»
«Figurati. Adesso ti senti un po’ meglio?»
«Assolutamente sì. Avevi ragione, sai?»
«Dovresti accettare più spesso i consigli dalle tue amiche.»
«Hai ragione. Domani ti aggiorno su quello che ho scritto, va bene?»
«Ok. A domani.»
   
 
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