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Autore: Nao Yoshikawa    24/08/2018    2 recensioni
Esistono tanti tipi di famiglia.
E ognuno cerca la propria a modo suo.
Takumi e Soma, Kuga e Tsukasa, Megumi e Shinomiya, Ryou e Akira, sono coppie tra loro diverse, ma accomunati da un desiderio comune: quello di costruirsi una famiglia.
Ma tra problemi, malintesi e situazioni avverse, le cose non saranno per niente facili.
TRATTO DAL SECONDO CAPITOLO:
Tsukasa si portò una mano sul viso. Per quale assurdo motivo in natura aveva permesso a Kuga di prendere la situazione in mano?
“Kuga… abbassa la voce”.
Terunori però gli fece segno di tacere.
“Se ho detto che le pago vuol dire che le pagherò. Cosa pensate che siamo noi, dei barbari? E’ solo un piccolo ritardo, può capitare, amico. Ah, sì? E lo sai io cosa ti rispondo, vaffa...”
“No, no, no!”, Tsukasa gli strappò prontamente il telefono dalle mani. “Pronto? Sì, chiedo scusa, mio marito è un po’ nervoso. Certo, ma certo, assolutamente, non si preoccupi. Grazie, mille grazie. Buona giornata”.
Chiuse la chiamata. Poi sospirò e guardò Kuga, il quale se ne stava imbronciato.
“Terunori, ti prego, per favore… potresti evitare di litigare con ogni essere vivente e non?”
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi | Personaggi: Kuga Terunori, Souma Yukihira, Takumi Aldini, Tsukasa Eishi, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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10 - Casa dolce casa

Soma Takumi erano tornati a casa. Era statu un viaggio lungo, stancante - con due bambini così piccoli in particolare non era di certo una passeggiata - e alla fine erano arrivati esausti.

"Tutto ciò di cui ho bisogno è una doccia e una dormita", sospirò il biondo. Ormai gli veniva naturale cullare uno dei due bambini, poiché finiva sempre con il tenerli in braccio, conscio che fosse un'abitudine pessima.
"Non preoccuparti, prometto che mi prenderò cura io dei bambini mentre tu riposi. Ma prima dobbiamo assolutamente passare da mio padre".
Takumi annuì, preparandosi psicologicamente ad abbracci stritolanti e reazioni esagerate. Già da fuori era possibile sentire Simba abbaiare. Sperò di trovare quel cane in perfetta salute, altrimenti Kuga lo avrebbe ucciso. Soma si avvicinò alla porta e bussò con impeto, udendo poco dopo una voce dall'interno.
"Chi è?"
"Vecchio, sono io. Apri"
"ARRIVO SUBITO!".
Un'entusiasta e ansante Joichiro aprì la porta. Fece per dire qualcosa, rimanendo totalmente di stucco nel vedere Soma e Takumi con in braccio un bambino ciascuno.
"Cosa? Ma-ma-ma..."
"Eh, sì. Sorpresa, gemelli! Non te lo aspettavi, vero?", sorrise suo figlio. E Joichiro prese a piagnucolare.
"Cosa?! Insomma vecchio, ma si può sapere cosa c'è che non va?"
"Non c'è assolutamente niente che non va! Va tutto benissimo, è solo che non me lo aspettavo", s strofinò gli occhi. "Gemelli... adorabili!", si avvicinò ad Hajime, accarezzandogli una mano. "Quali sono i nomi dei miei adorabili nipotini?"
"Hajime e Kou", rispose Takumi.
"Sono davvero adatti. Posso tenerli in braccio?"
"Tutti e due?", chiese, Lì, in quel momento, dovette fare i conti con la sua ansia mista a gelosia. Il pensiero che qualcun altro tenesse in braccio i suoi bambini, eccetto ovviamente Soma, gli creava un certo fastidio, forse era normale?
"Su, Takumi! Puoi fidarti di mio padre, ci sa fare con i bambini. Insomma, guarda come sono venuto fuori io".
Suo marito si astenne dal rispondere con grande sforzo, porgendo delicatamente prima Kou e poi Hajime a Joichiro, che era entrato in modalità brodo di giuggiole.
"Sono bellissimi, sto adorando tutto ciò. Gli altri lo sanno?"
"Eccetto che Kuga - che chissà perché viene a scoprire sempre tutto - no", spiegò Soma. "Dovremmo organizzare una sorta di festa o qualcosa del genere?"
"Bella idea, così riuniamo i nostri amici tutti insieme. Preparati a condividere i gemelli con il mondo intero"
"Ma loro sono miei", fece guardandolo male.
"Nostri al massimo. Comunque sia, faccio un giro di telefonate". Takumi alzò gli occhi al cielo, osservando poi Simba che se ne andava in giro per casa ad annusare oggetti a caso. E lì accadde qualcosa.
"CHE COSA HAI FATTO A SIMBA?!"
"Eh? Ah, gli ho accorciato un po' il pelo, ho pensato gli desse fastidio", se ne uscì tranquillamente Joichiro.
"MA COSA SIGNIFICA? KUGA MI AMMAZZA, VAGLIELO A SPIEGARE!", gridò, infastidendo Hajime che prese a piangere.
"Cavolo! No, no, no, non piangere!", esclamò prendendo lo in braccio. "La colpa è tutta tua!"
"È soltanto un po' di pelo, ricrescerà", disse con noncuranza.
Certo. Tanto era lui quello che avrebbe dovuto avere a che fare con l'ira di Kuga. Tutto regolare come sempre.

Kuga stava dormendo indisturbato. Non aveva idea di che ore fossero, probabilmente avrebbe dovuto alzarsi di lì a poco. Con questo pensiero si destò senza però aprire gli occhi. Davvero troppe cose a cui pensare. Lui, Tsukasa e Rindou dovevano tornare assolutamente in Giappone. L'ideale sarebbe stato rimanere lì fin quando non avessero saputo se l'inseminazione avesse funzionato o no, ma avevano un ristorante da gestire e il lavoro doveva andare avanti. E d'alto canto, Rindou non poteva rimanersene lì in America da sola.
Si voltò dall'altro lato per abbracciare Eishi. Peccato che finì con lo stringere qualcosa di più morbido.
"Eh?! Rindou?"
"Scusa, Terunori, non volevo dormire da sola", disse pensierosa. "Non faccio altro che pensare a questa cosa, che facciamo se non funziona? Non dovremo fare cose strane, vero? Io non voglio fare sesso con uno dei due per rimanere incinta, a meno che io non sia completamente ubriaca"
"Ah", biascicò massaggiandosi le tempie. "Qui nessuno dovrà fare sesso. Tsukassan, svegliati".
Eishi avrebbe voluto essere lasciato fuori dai loro discorso, ma ovviamente la cosa riguardava anche lui.
"Cosa?"
"Niente "cosa", sbrigati, dobbiamo andare. Ci aspetta un viaggio lungo, poi Simba, casa e lavoro..."
"Da notare quali sono le sue priorità: Simba, casa, lavoro...", sospirò Eishi. Rindou ad un tratto sussultò, mettendosi in piedi. Il suo telefono aveva appena ricevuto una notifica.
"Ah! Emh, scusate... vado in bagno a rispondere!". I due la osservarono allontanarsi.
"Umh... chissà come Eizan prenderà il fatto che probabilmente Rindou partorirà nostro figlio"
"Tanto quel troglodita non conosce l'empatia. Allora... abbiamo un po di tempo... Magari...".
Le labbra di Tsukasa si dipinsero di un sorriso malizioso.

Yukio riposava tranquillo e indisturbato. Hayama aveva adibito una delle stanze vuote come camera per il bambino, c'erano già un letto, un tappeto e vari giocattoli sparsi sul pavimento. Era solo questione di tempo, prima o poi l'avrebbe riempita tutta. Richiuse piano la porta, facendo attenzione a non svegliarlo. Gli aveva appena letto una favola per farlo addormentare. Era incredibile, non avrebbe mai pensato che certe cose gli venissero così naturali, eppure era successo e la cosa lo rendeva... felice. Sospirò. Avrebbe fatto un buon lavoro, anche negli anni a venire?
Si girò e nel buio del suo corridoio trovò la figura di Ryou che sembrava appena uscito da un film dell'orrore. Probabilmente per questo si ritrovò a sussultare violentemente.
"Ryou, cosa cazzo.... non farlo mai più"
"È tardi. Vieni subito a dormire"
"Stavo soltanto leggendo la favola della buonanotte a Yukio"
"Ah, adesso sei diventato un genitore modello, eh?"
"Io sto soltanto facendo del mio meglio", disse serio. "Possibile che non vuoi neanche un po' di bene a quel bambino"
"Non è questo", gli puntò il dito contro. "E smettila di farmi passare per una persona orribile"
"A quello ci pensi già tu", borbottò nella speranza di non essere sentito. Ryou però lo udì eccome. E fece anche per rispondergli male, ma in aiuto di Akira arrivò la chiamata di Takumi. In seguito l'avrebbe ringraziato.
"Pronto?!"
"Akira, ciao! Scusa l'orario, eh..."
"No, va bene, sta tranquillo", lanciò uno sguardo a Ryou che gli stava mimando di accoltellarlo in seguito. "Dimmi pure"
"Io e Soma abbiamo adottato. Quindi, pensavamo di invitare voi e gli altri a casa mia uno di questi giorni. Così, per farveli conoscere"
"Davvero? Saremo molto felici di venire... Anche perché sai... abbiamo adottato ufficialmente Yukio"
"Beh, questo è fantastico. Non pensavo che Ryou fosse d'accordo"
"Ne... riparliamo in seguito. Comunque grazie per il pensiero, ci saremo sicuramente".
Avrebbe tanto voluto che quella conversazione durasse per sempre, non voleva affrontare Ryou.
Quest'ultimo gli si avvicinò, l'espressione degna di un pazzo.
"Ryou... non dicevo sul serio poco fa..."
Poi sorrise in modo strano.
"A letto. Subito. Mi è venuta una certa voglia".
Hayama spalancò gli occhi.
"Oh no. Ti prego no. Non le corde, non le catene, farò tutto quello che vuoi, ma non quello!"
"Ho detto a letto. Subito!".
Non c'era cosa peggiore di andare a letto con Ryou quando era di cattivo umore. Hayama ne aveva pagato le conseguenze più di una volta. E avrebbe continuato a pagarle...

Era passato qualche giorno da quando Hajime e Kou erano entrati a far parte della famiglia. Fino a quel momento non c'era stato nulla di troppo difficile. Certo, la notte dovevano svegliarsi ogni due ore per dar loro da mangiare, ma a parte ciò non era così terribile. Takumi però si disse che quello era solo l'inizio e che il peggio sarebbe arrivato dopo, con la stanchezza e lo stress.
Quel pomeriggio, i loro amici li avrebbero raggiunti a casa per conoscere i due piccoli nuovi arrivati. I primi a presentarsi, impazienti, furono Isami, Yuki e Satoru. Il bambino infatti non vedeva l'ora di conoscere i due nuovi cugini.
"Dove sono i bambini? Dove?", domandò.
"Sono nella culla, stanno dormendo", spiegò Soma. Satoru allora implorò Isami di prenderlo in braccio. Dopodiché si avvicinarono alla culla dove i due neonati stavano dormendo beatamente. A Yuki subito si illuminarono gli occhi.
"Come sono carini! Li adoro, sembrano due bambolotti! Isami, ne facciamo uno anche a noi?"
"Eh? Come, così? All'improvviso?", domandò assumendo un'espressione indecifrabile, mentre Soma se la rideva alla grande. Satoru aveva dal canto suo uno sguardo assorto.
"Ma sono troppo piccoli, non possono giocare con me!"
"Non ancora, ma prima o poi cresceranno. Nel frattempo, occupati di proteggerli, d'accordo?", domandò gentilmente Takumi. Il bambino si sentì riempito d'orgoglio, dopotutto quello era un compito davvero importante.
Non passò molto tempi prima che anche il resto della compagnia arrivasse. Ovviamente, quello che faceva sempre più casino... era il solito.
"Dove sono, dove?", Kuga fremeva dall'impazienza. "Bambini! Piccoli! Sono bellissimi. Congratulazioni Takumicchi e Soma. Hajime Kou, potete essere felici, lo zio Kuga vi ha portato delle cose belle"
"Oh, cielo, di che si tratta?", domandò Takumi esasperato.
"Body personalizzati....", spiegò vagamente Tsukasa. "Si è scatenato". Uno degli adorabilissimi body diceva semplicemente "I love daddy" , e fin lì era anche normale, poi però Kuga tirò fuori il suo pezzo forte.
"Figo come lo zio? Saresti tu?", domandò Soma.
"Certo che sì! E Hajime sarà effettivamente figo come me, vuoi scherzare?"
"Spero solo che vanga più alto", commentò Takumi, facendo andare fuori di testa il suo amico.
"Vaffanculo", imprecò. "Piuttosto, dov'è il mio Simba?".
Nel sentirsi chiamare, il chowchow corse incontro al suo padrone, facendogli festa. Terunori si lasciò andare a mille moine con il suo adorato bambino, mentre Soma parlava di lui con Tsukasa.
"Hai notato che Simba non è stato il suo primo pensiero quando è arrivato? Certo che l'istinto paterno fa miracoli. A proposito... com'è andata quella cosa?"
"Inseminazione artificiale, Soma. Comunque... non saprei! Credo bene, ma deve passare un po' di tempo prima. Sinceramente sono molto in ansia"
"Su, non ci pensare. Nel frattempo puoi far pratica con i miei figli"
"Davvero? Posso?"
"Certo", lo rassicurò. Più che altro gli aveva detto ciò per suo divertimento personale. Un tipo così con un neonato? Era tutta da godere.
Poco dopo arrivarono anche Megumi e Shinomiya. La prima adocchiò subito i due gemelli: Hajime stava in braccio a Nene, mentre Isshiki tentava di strappargli una risata, mentre invece Kou si trovava in braccio a Erina.
"Oh, no, non posso crederci, ma che amori!", fece accarezzando una manina della bambina. "E che occhioni, questa bambina farà una strage di cuore"
"Ah, direi che è già troppo tardi", sospirò Erina. Shinomiya si schiarì la voce, facendo ben intendere di trovarsi a disagio. Megumi allora tentò di spronarlo.
"Tesoro, vuoi tenerla in braccio?"
"Che... che cosa? Io? No, non è il caso, non sono pratico"
"Coraggio, non è difficile!".
Shinomiya tentò di farle cambiare idea, ma prima che se ne accorgesse, Megumi gli aveva già posato Kou tra le braccia.
"Emh... okay, e adesso che dovrei fare?"
"Non saprei. Cullala, parla con lei"
"Parlare con lei? Ma non mi capisce! Va bene, d'accordo", guardò gli occhioni ora più azzurri che grigi di Kou. "Amh... salve. Piacere d fare la tua conoscenza,, Kou".
Megumi tentò di trattenere le lacrime a quella visione. Era necessaria una riunione.
"Erina, Hisako, Nene, Yuki e Rindou! Vi devo parlare!".
Nene sospirò, cedendo il piccolo a Isshiki, che fu ben felice di prendersi cura di lui. Le cinque ragazze si chiusero nel bagno.
"Va bene, basta. Devo dirglielo. Non lo capirebbe in altro modo, altrimenti"
"Direi di sì! Anche perché più passa il tempo e più difficile sarà!", esclamò Erina. "Cosa ti ha convinto?"
"Il vederlo con Kou. Mi sono sciolta, non è detto che la prenderà male, no?"
"Assolutamente! Tranquilla Megumi! Ti sosterrò io, ci staremo accanto in questi lunghi mesi... anche se non so ancora se sono effettivamente incinta, ma ti sono accanto comunque", la rassicurò Rindou.
Lei sorrise, ringraziò e poi uscirono di lì. L'importante era il come si dicevano certe cose. Shinomiya si avvicinò a lei con un bicchiere di spumante.
"Ho ceduto Kou ai suoi genitori. I bambini sono così... piccoli e stranamente morbidi, non sono sicuro di avere la giusta delicatezza".
Lei sorrise, fissando il bicchiere. I loro amici avevano preso a parlare.
"E Isshiki e Nene?", chiese Yuki. "Quando ci darete la lieta notizia?".
La ragazza era arrossita, era sempre molto riservata su certe cose, contrariamente a suo marito.
"Ah, lavori in corso", rispose lui ammiccando.
"Lavori in corso? Bastano due minuti!", esclamò Kuga.
"Guarda che non duro così poco. Almeno tre minuti me li devi concedere!"
"Ah... mi immagino che gioia avere un padre come te", sospirò Takumi. Megumi sorrise nervosamente, insinuandosi nel discorso nella maniera più naturale che le venne in mente.
"Ehi, lo sapete che sono incinta?".
In quel momento calò un silenzio tombale e tutti gli occhi si posarono sulla sua figura. La ragazza sorrise nervosamente. Non aveva ancora visto l'espressione indecifrabile di suo marito.
Shinomiya prese a ridere.
"Ah, divertente, davvero divertente. per un attimo ci ho quasi creduto".
Megumi però lo guardò negli occhi. E in quello sguardo c'erano tutte le parole non dette n quelle ultime settimane.
"No, aspetta... un momento. Tu sei davvero incinta?". Lei annuì.
"Davvero?", chiese a quel punto Soma. "Beh, auguri, allora! Bravo Shinomiya, allora la notte non la passi solo a dormire!"
"Ma questo non è possibile!", disse lui. "Com'è successo?"
"Come fai a non saperlo?", chiese Takumi.
"Lo so com'è successo! Intendevo... non prendevi la pillola?". Megumi fece una smorfia.
"Io... potrei averla interrotta"
"CHE COSA?! MA PERCHE'?!"
"Perché volevo un figlio! È cosi strano?"
"No, però... non ci posso credere! Mi hai ingannato? Eppure sapevi come la pensavo!".
Soma e Takumi si guardarono, la situazione stava diventando un po' pesante.
"Dai, queste sono cose belle, no?", il rosso gli si avvicinò, circondandogli le spalle con un braccio. Shinomiya lo fulminò con lo sguardo.
"Toglimi questo braccio di dosso se non vuoi che te lo stacchi"

"Sì, signore..."
"Stai reagendo in modo assurdo", disse Megumi,
"Io sto reagendo in modo giusto. Dovevi parlarne con me, prima!"

"Ah, allora a quanto pare è diventata una moda non dire le cose al proprio marito, eh?", intervenne Ryou.
"Io ne ho parlato con te, ma tu non mi ascolti. Pensavo che in un modo o nell'altro saresti stato felice della notizia", affermò Megumi delusa. A quel punto suo marito non seppe più cosa dire. Era semplicemente sconvolto e non era pronto ad un'evenienza del genere. Megumi capì che sarebbe stato meglio allontanarsi un attimo e far calmare le acque.
"Wow", fece Kuga. "Anche Megumi è incinta, hai sentito? Spero che Rindou sia così fortunata"
"Lo spero anche io", disse Tsukasa. "E se per caso l'inseminazione non funziona per qualche strano motivo?"
"Allora prenderò una siringa e faremo un'inseminazione casalinga!", esclamò nervoso. "Tsukassan, positività, d'accordo? O devo preoccuparmi de fatto che anche i tuoi spermatozoi siano troppo ansiosi?".
Eishi arrossì.
"Credo di no. Piuttosto, Rindou dov'è?"
"O è consolare Megumi o a scambiare messaggi con Eizan"
"Già, Eizan. Secondo te è una buona idea che si frequentino adesso? Come pensi che reagirebbe se scoprisse che lei... insomma, è incinta e il figlio è nostro?"
"Bella domanda. Preferisco non sapere".


Takumi si massaggiava la testa dolorante, probabilmente a causa del sonno arretrato. I gemelli si trovavano con Yuki e Isami, doveva ammettere che non gli dispiaceva avere un po' di tempo per sé. Soma gli arrivò alle spalle, abbracciandolo.
"È stato un successo!"
"Sì, a parte il fatto che probabilmente Megumi e Shinomiya divorzieranno"
"Ma va! Un figlio unisce una coppia. Pensa un po' quanto siamo uniti noi..."
"Già", sospirò. "Ehi, Soma... sono contento di averlo fatto. Se non fosse stato per te, starei ancora a rimuginarci"
"Ah, io io ho soltanto espresso un mio desiderio. E tu mi hai aiutato. In fondo bisogna essere sempre in due a volere un figlio".
Dietro di loro, Ryou e Hayama discutevano.
"Non me ne frega un accidente se sei stanco! Tu l'hai voluto e tu te ne occupi!"
"Ho capito! Mio Dio, che razza di isterico".
"Beh, almeno i bambini non si annoieranno mai...".



NDA
Poteva andare peggio, Shinomiya poteva morire male per il colpo subito... anche se non è detta l'ultima parola. I bambini sono stati ben accolti soprattutto da Kuga, che compra cosine carine. Per Takumi e Soma adesso inizia il difficile, dopotutto perchè preoccuparsi quando si è circondati da amici così.... amh... lasciamo perdere.
   
 
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