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Autore: Lidzard    24/08/2018    3 recensioni
Michifer AU
'' La gente fa caso solamente alle immagini delle cose. Nessuno fa caso alle cose stesse. '' -Kurt Vonnegut Jr.
Lucifer è un soldato, la sua famiglia è radicata nell'esercito da che ha memoria, il suo destino sembra già essere scritto e si arrende ad esso, abbandonando sogni, speranze ed ambizioni in un vecchio cassetto della mente. I colori e le luci svaniscono lentamente, finché non rivede la torre. Nella torre incontrerà un uomo, e la possibilità di un destino diverso, più luminoso, si affaccerà alle porte della sua coscienza. Riuscirà il misteriomo uomo della torre a far tornare Lucifer al suo vecchio splendore?
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lucifero, Michael
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
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Mikael

Stavo ancora tremando, una lacrima bollente macchiò il foglio di rosso e in quella frazione di secondo che impiegai ad aggrottare la fronte, questo prese fuoco nelle mie mani, e con esso il mio senso della realtà. Ogni cosa non fu più ciò che era un millesimo di secondo prima, non mi riconoscevo nemmeno nella mia pelle. Gli ultimi pensieri di senso logico iniettati di emozioni umane e fragili mi fecero tremare e contorcere lo stomaco.

E se non fosse stato tutto un sogno? Se questo non fosse mai terminato, sarei riuscito a distinguere il mondo reale da quello onirico?

Che essere debole che mi ero dimostrato.

Infondo Michael era una di quelle creature che potevano esistere solo in un sogno. Però era tutto così vivido, quando i suoi occhi erano vicini ai miei, quando potevo percepire il battito del mio cuore pompare nelle vene con ferocia e lui era lì, in silenzio, inspiegabilmente ed incondizionatamente al mio fianco, come un fratello. In quei momenti mi pareva che tutto il resto si stesse sgretolando come in un sogno, che esistesse solamente lui per me, tutto il resto non contava. Ed ero in pace, come se avessi trovato finalmente il pezzo che mi mancava per essere completo.

Ma senza di lui, cos'ero?

Feci qualche passo indietro, come scottato, boccheggiando. Sgranai gli occhi, paralizzato, con il fiato sospeso in gola ed il cuore martellante nel petto. Cosa era appena successo? Chiusi gli occhi, respirando con affanno, sentivo le ginocchia deboli e un calore fortissimo irradiare il mio corpo come un fuoco liquido nelle vene. Una mano si posò sulla mia spalla e spalancai le palpebre, sentendo il fuoco ardere più di prima.

"Michael" Dissi, una lieve smorfia di dolore ruppe il sorriso che stava per sorgere sul mio viso. "Mi hai trovato tu, alla fine" E le mie iridi si fecero rosse, irradiate di una forza che poteva essere paragonata solo alla collera di un angelo caduto come una cometa in picchiata, che per disgrazia di altri o per propria fortuna s'era ridestato dal suo sonno. Quante vite avevo vissuto prima di Michael? Quanto dolore umano e irripetibile avevo patito, quanti indescrivibili episodi di violenza possibilmente immaginabili avevo sorpassato nel mio stato di sonno indotto? Era forse una manifestazione d'amore di mio padre, questa? Se questo era amore paterno, non potevo e non volevo immaginare cosa fosse il disprezzo e l'odio, ma sapevo di per certo che sapore avesse il tradimento.

Mi aggrappai a quella mano poggiata con forza sulla mia spalla, mettendomi in piedi, e vidi un viso perfetto, ornato da un'espressione un po' colpevole, che mi scrutava in soggezione. In silenzio lo osservavo tremare, esattamente come tremavo io, ma stavolta sapevo che poteva vedermi, ed io potevo vedere lui.

Oltre quella coltre inutile di carne e sangue che dava una forma umana alla cosa che più vi differiva in tutto il creato, c'era il mio cuore, il mio vero cuore pulsante.. Ed avrei scavato in quella carne con le mie mani, se non avessi immaginato che questo lo avrebbe gemere di dolore.

Mi sembrava che i suoi occhi di cristallo avessero il potere di scrutarmi nel profondo, come due grandi diamanti che splendevano di una luce propria e assolutamente innaturale. Nelle acque della memoria le ricordo come quelle gondole che illuminarono caparbiamente la via della mia coscienza, con le lanterne infuocate con le quali alla fine sciolse il ghiaccio eterno dentro di me. Perché quel ghiaccio si stava davvero dissolvendo, lo sentivo provocarmi i brividi dentro, e questi riverberarono in ogni cosa che mi componeva, dalle dita si dispersero vibrazioni di un colore puro e limpido, dagli occhi sgorgò argento caldo e denso di rosso, dalle labbra preghiere ed inni appassionati, canti di gioia, musica ed ogni singolo verso che deliziasse l'udito. Avevo il mio Michael e niente di più che potessi mai desiderare in quell'abisso di incoscienza che era ormai la mia vita.

"Mikael" Mi ridestai, aggrappandomi al suo corpo e sostenendomi alle sue spalle, ripetendo a me stesso e a lui il suo vero nome, per non dimenticare mai più, per pronunciare quelle lettere anche se limitato da una voce non mia. "Mikael, Mikael.." La gioia di riaverlo mista allo sconforto di essere una creatura a metà fra abominio ed errore divino mi confuse, e mi mandò piuttosto velocemente in una terribile crisi di identità. Nascosi il viso contro il suo collo, che non sapevo se baciare o strappare a morsi per l'amarezza.

Cos'era stata la mia vita fino a quel preciso istante?

"Cosa ci faccio qui? Non mi ricordo di niente, Mike."

 

   
 
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