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Autore: Felixia    24/08/2018    1 recensioni
[Yooseven]
La monotonia della chatroom dell'RFA verrà sconvolta dall'arrivo di un nuovo personaggio: nome utente MC. La ragazza si rivelerà una grande amica per Yoosung che finalmente si renderà conto di quel che prova davvero per quello che aveva sempre considerato il suo più grande amico. Ma come reagirà Seven a questa novità? E come potrà affrontare il suo terribile passato tornato a galla così all'improvviso?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: 707, Un po' tutti, Yoosung Kim
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Era ormai mezzora che V e Seven stavano parlando. Yoosung era rimasto in disparte, gli avevano chiesto di lasciarli soli. Lui aveva annuito senza dire niente, non ne poteva più di tutti i segreti che avevano quei due, ma era troppo stanco per ribellarsi, sentiva ancora gli occhi gonfi per il pianto e per quella sera aveva già discusso abbastanza per i suoi gusti. Era difficile per lui gestire i conflitti, tendeva ad evitarli perché litigare era qualcosa che non gli apparteneva. Con Seven poi non gli era mai successo, sentirlo alzare la voce, dirgli quelle cose, quel litigio lo aveva devastato, soprattutto perché si era da poco reso conto di quanto tenesse a lui e di quanta distanza ci fosse fra di loro in realtà. Seven aveva costruito un muro fatto di scherzi, battute e stupidaggini dietro cui nascondeva chissà cosa. Per quanto Yoosung gli fosse vicino, si rendeva conto di essere ancora lontano dal conoscerlo davvero. Ma quella era l'unica cosa che voleva in quel momento, sapere che cosa ci fosse che non andava e fare di tutto per farlo stare meglio. Forse sarebbe stato meglio per lui odiarlo dopo quella litigata, dopo che gli aveva detto che non erano nemmeno amici, eppure in qualche modo Yoosung non poteva smettere di preoccuparsi per lui. E in quel momento Seven era dentro casa a parlare con V che, non aveva idea del perché, indossava una lunga tunica nera. Qualsiasi cosa stessero nascondendo, era davvero grande. Era ormai sera inoltrata e Yoosung aveva la testa affollata di così tanti pensieri che sentiva il bisogno di qualcosa che lo facesse smettere di pensare, almeno per qualche ora. Subito gli venne in mente Zen, compose il numero senza pensarci due volte.

"Pronto? Yoosung, lo sai che ore sono?"

"Sì, ma so anche che tu non vai mai a dormire prima dell'una"

"Questo è vero, ma che succede? Perché mi stai chiamando a quest'ora?"

"Puoi passarmi a prendere? Ho bisogno di un amico con cui bere."

"Ma che diavolo? Stai bene?"

"No."

"...Ok, arrivo fra un quarto d'ora."

"Grazie, Zen."

Chiuse la chiamata e si passò una mano sugli occhi sospirando. Doveva avvertire Seven che se ne stava andando? Probabilmente non gli importava, aveva altro a cui pensare. Dopo poco più di un quarto d'ora Zen era lì, Yoosung salì sulla moto con lui senza dire niente e si lasciò la casa di Seven alle spalle costringendosi a non guardarla, non sapeva bene il perché, forse temeva aveva paura di vedere Seven apparire di fronte alla porta, forse gli faceva ancora più paura il fatto che lui desiderava che Seven si affacciasse, anche solo per vederlo per un millesimo di secondo. Ma Yoosung non si voltò. La moto partì rombando e lui si concentrò unicamente sulla strada, sgombrando la mente da qualsiasi altra cosa.

"Allora? Ne vuoi parlare o...?" chiese Zen mentre osservava Yoosung buttare giù un'altra sorsata di birra.

"Sono gay." rispose lui di getto lasciando l'attore a bocca aperta. Quando vide la sua reazione scoppiò a ridere. Bene, era solo la seconda bottiglia ed era già brillo. "No, in realtà non lo so neanche io, forse sono bi." aggiunse tornando a bere un altro sorso.

"Ehi, non c'è niente di male, non devi mica ubriacarti per questo" rispose Zen appoggiandogli una mano sulla spalla per dargli un po' di conforto.

"No, no. Non è per quello che bevo, quello è okay, lo so." parlava biascicando le parole, ma questo non gli impediva di continuare ad attaccarsi alla bottiglia alla fine di ogni frase.

"Allora spiegami che problema c'è" disse Zen mentre provava ad allontanargli dalle mani la birra.

"Il problema è Seven" risponde Yoosung accasciandosi sul tavolo e coprendosi la testa con le braccia.

"Seven? Che c'entra ades- Oh..." nel momento in cui Zen capì, fu lui ad attaccarsi alla bottiglia. Yoosung aveva ancora il viso nascosto, per l'imbarazzo e un po' anche perché gli girava la testa.

"Hai presente quando sei arrivato oggi?" gli chiese voltandosi verso di lui.

"Ehm, sì. Quando sono venuto a chiedere l'indirizzo dell'appartamento" rispose Zen senza capire il punto.

"Ecco, quando sei arrivato io l'avevo appena baciato" ammise Yoosung con le guance arrossate dall'alcol e dalla confessione che gli aveva appena fatto.

"Ah" era evidente che Zen non aveva idea di come prendere la notizia "Scusa per l'interruzione" cercò di scherzaci su.

"Non c'era niente da interrompere, non gliene importa niente di me" sospirò Yoosung.

"Che dici? A Seven importa di te, a Seven importa di tutti, si ammazza di lavoro per aiutare per qualsiasi-" cercò di rispondere Zen.

"E allora perché ha detto che non siamo nemmeno amici?!" lo interruppe Yoosung alzandosi di scatto dal tavolo.

"Lui cosa?" Zen non sapeva come reagire, conosceva Seven abbastanza bene da sapere che non avrebbe mai detto qualcosa di così insensibile.

"Abbiamo litigato, gli ho chiesto di Saeran e lui mi ha urlato in faccia di lasciarlo in pace perché non siamo amici, siamo solo membri della stessa fondazione!" Yoosung sentiva di nuovo la voce farsi più fioca, la gola stringersi.

"Ma questo non è vero, lui ti adora-" cercava di tranquillizzarlo Zen.

"No. Non è vero, non gliene frega niente di me" di nuovo le lacrime gli stavano inumidendo gli occhi, ma non ne poteva di più di piangere, non voleva.

"Non gliene frega niente di te?" chiese Zen mentre prendeva il telefono.

"Già. Ho una cotta per lui e non so nemmeno il suo vero nome, per quanto io possa cercare di avvicinarlo, lui si allontana sempre di più e io... io..." stava per cominciare a singhiozzare, lo sentiva chiaramente.

"Yoosung, a lui importa di te" disse Zen con decisione guardando lo schermo del telefono.

"E tu che ne sai?" chiese passandosi una mano sugli occhi per asciugarli.

"Sta venendo a prenderti" rispose mettendogli il cellulare di fronte agli occhi.

"Che?" Yoosung saltò sulla sedia afferrando il telefono per leggere la chatroom.

*Una nuova chatroom è stata aperta*

707

Yoosung, dove diavolo sei?!

Yoosung?!?!?!

Maledizione.

Yoosung!!!!

Non è per niente divertente!!!!

*Zen è entrato nella chatroom*

Zen

Yoosung è da me.

Pensavo ti avesse avvertito, mi ha chiamato chiedendo di passare a prenderlo.

707

Arrivo.

*707 ha abbandonato la chatroom*

Zen

Aspetta!

...è già andato.

Ma Yoosung ha bevuto, non so se è il caso di...

Uff, cerco di rimetterlo in sesto.

*Zen ha abbandonato la chatroom*

"Vatti a lavare la faccia che il tuo fidanzato sta arrivando" gli disse Zen per prenderlo in giro dopo che Yoosung gli aveva restituito il telefono.

"Sì, magari..." Il ragazzo con un sospiro di rassegnazione e corse in bagno a darsi una sistemata. Sentiva ancora la testa che girava e la vista annebbiata, ma era abbastanza sobrio da capire che era un disastro e che non voleva farsi vedere con gli occhi così gonfi di pianto da Seven.

_____________________________________

Quando Yoosung tornò nella cucina, si trovò davanti Seven che parlava con Zen.

"Perché lo hai lasciato bere?" Seven sembrava piuttosto spazientito.

"Erano solo un paio di birre, non mi aspettavo bastassero a farlo ubriacare! Ma tranquillo, non sta così male, penso si sia già ripreso abbastanza." gli rispose Zen giustificandosi come meglio poteva.

"Non penso abbia mangiato niente stasera..." disse Seven voltandosi a guardare le bottiglie vuote pensieroso. Il suo sguardo subito si rivolse verso Yoosung che era appena entrato nella stanza.

"Perché non mi hai detto niente? Ti avevo detto di non andare in giro, è pericoloso." gli disse mentre si avvicinava velocemente a lui, era visibilmente arrabbiato.

"Ero con Zen, non c'era nessun pericolo, ci sono le guardie di Jumin proprio qua fuori." rispose Yoosung facendo un passo indietro.

"E allora? Dovevi comunque dirmelo!" Seven diminuì la distanza facendo un altro passo avanti, sempre più deciso.

"Perché? Che te ne importa? Non siamo amici." rispose Yoosung incrociando le braccia e guardandolo con aria di sfida.

"Smettila di fare il bambino." disse Seven, sembrava quasi deluso.

"Non faccio il bambino. Semplicemente non te ne frega niente di me, quindi non c'era bisogno di dirti dove vado e cosa faccio." Yoosung tentò di essere il più tagliente possibile, non aveva intenzione di perdonarlo così facilmente.

"Non è vero..." rispose Seven abbassando lo sguardo.

"Cosa non è vero?" Yoosung mantenne gli occhi fissi sul suo viso, senza spostarli nemmeno di un centimetro.

"Lo sai. Non farmelo dire." Seven sembrava infastidito, imbarazzato.

"Ok, ragazzi, forse io dovrei-" Zen cercò di tirarsi fuori da quella discussione che ormai aveva capito che non lo riguardava più. Ma Yoosung lo interruppe ignorando completamente quello che stava dicendo: "No, non lo so, Luciel. Non so nemmeno il tuo vero nome! Cosa dovrei sapere?"

"Che m'importa di te, ecco cosa! Ero preoccupato, ok?" urlò Seven tornando a guardarlo in faccia, era rosso in volto, forse per l'imbarazzo, forse per la concitazione.

"Bene. Io penso che andrò di là per un po', vi lascio la vostra privacy. Fate come se foste a casa vostra." Zen decise che era arrivato il momento di andarsene e lasciare quei due da soli a discutere come la coppietta di fidanzatini che sembravano in quel momento.

"Scusa, Zen, ora ce ne andiamo" finalmente Seven tornò a dare attenzione al padrone di casa.

"Ce ne andiamo?" gli chiese Yoosung perplesso.

"Sì, che c'è? Non vuoi venire? Vuoi restare qua?" Seven sembrava ancora più imbarazzato di prima, parlava velocemente, come se facesse fatica a dire quelle parole e non vedesse l'ora di liberarsene facendole uscire dalla sua bocca.

"Non è un problema, puoi rimanere per stanotte, Yoosung" propose Zen cercando di riportare la calma.

"Io... non lo so." Yoosung guardò prima Zen, poi Seven, senza sapere cosa rispondere.

"Fai come vuoi. Se vuoi venire, ti aspetto in macchina." sospirò Seven voltandogli le spalle in direzione dell'uscita. Ma Yoosung lo bloccò afferrandogli un braccio: "Seven, aspetta. Perché sei venuto fin qui?"

"Per te, mi sembra ovvio." disse guardandolo fisso negli occhi, convinto della propria risposta. Yoosung rimase interdetto per un istante, la mano ancora stretta al suo polso allentò la presa. Per un attimo pensò che fosse meglio lasciarlo andare, ma il suo corpo decise per lui prima che il suo cervello, ancora un poco annebbiato dall'alcol, potesse farlo tornare completamente razionale. Non appena lasciò il braccio di Seven, si lasciò cadere sul suo petto, incrociò le braccio dietro la sua schiena aggrappandosi con le dita alla sua maglietta e posando la testa contro la sua spalla. Seven, sorpreso per quell'abbraccio improvviso, impiegò qualche secondo per stringerlo a sua volta.

Seven guardò Zen da dietro i capelli di Yoosung che aveva ancora la testa poggiata sulla sua spalla, era completamente rosso in volto, i due si capirono con quello sguardo e non ci fu altro da aggiungere. Si scambiarono la buonanotte, poi Seven aiutó Yoosung a camminare fino alla macchina perché continuava ad inciampare ad ogni passo che faceva. Non appena si sedette nell'auto, il ragazzo posò la testa bionda sul sedile e chiuse gli occhi.

"Yoosung?" provò a chiamarlo Seven che nel frattempo si era sistemato davanti al volante, ma lui non rispose.

"Ehi, devi mettere la cintura. Yoosung...? Non posso credere che ti sia già addormentato." sbuffò mentre si allungava per legare la cintura del suo passeggero. Dovette alzarsi per riuscirete ad afferrare la cintura, ma quando si ritrovò con il viso vicino a quello di Yoosung, quello aprì gli occhi e gli sorrise, posò le mani sul suo volto facendolo bloccare in quella posizione decisamente scomoda.

"Ma che ti prende? Non dirmi che l'alcol ti è arrivato alla testa solo ade-" non fece in tempo a finire quella frase che le sue labbra furono fermate da un bacio veloce e leggero. Yoosung lo guardava con il sorriso innocente e spensierato di chi ha bevuto un bicchiere di troppo. Seven divenne ancora più rosso in volto, si allontanò da lui e finendo di allacciargli la cintura.

"Potrei benissimo lasciarti qui da Zen, lo sai, vero?" disse mentre metteva in moto la macchina.

"Non lo farai" rispose Yoosung ridacchiando, poi tornò a chiudere gli occhi posando la testa sul sedile. Seven lo guardò sospirando ed iniziò a guidare in direzione di casa.

Sapeva che doveva mettere in chiaro le cose, sapeva cosa era meglio per lui. La sua vita era complicata, il suo lavoro era pericoloso e il suo passato era orribile, la cosa migliore per Yoosung era restarne fuori. Questo Seven lo sapeva benissimo, eppure era debole. Non riusciva a lasciarlo andare via, non completamente. Lo aveva cercato di allontanare qualche ora prima e ora eccolo lì, era corso a riprenderselo pentendosi di ogni parola che gli aveva urlato. Chissà quanto male gli aveva fatto. Non meritava il suo amore, lui era così innocente e puro, sempre dolce e affettuoso. Non sapeva neanche se Yoosung lo amasse. Certo, lo aveva baciato, ma davvero provava qualcosa per lui? Prima che arrivasse Zen gli si era praticamente lanciato addosso, ma perché? Perché aveva scelto lui? E perché lo aveva scelto adesso? Con tutti i problemi che si stavano presentando in quel momento, non poteva pensare anche a quello. La sua priorità doveva essere Saeran. La conversazione avuta con V poco prima lo aveva sconvolto. Non gli aveva ancora rivelato tutti i particolari, ma sapeva che si trattava di qualcosa legato alla religione, Saeran probabilmente era stato "reclutato" e V proprio in quel momento era riuscito a intrufolarsi in quella setta, il "Mint eye", per cercare di salvarlo, ma aveva bisogno di più tempo e dell'aiuto del suo fidato hacker, il quale però in quel momento stava facendo da babysitter a uno Yoosung ubriaco e fin troppo amorevole nei suoi confronti. Lo guardó di nuovo per un secondo, dormiva ancora beatamente sul sedile del passeggero. Fece un lungo sospiro e tornò a guardare la strada. Perché doveva essere tutto così complicato?

____________________________________________________________________________

Quando Yoosung si svegliò nel mezzo della notte per un attimo non capì dove si trovasse. Era avvolto nelle coperte sul letto che poi si rese conto essere quello di Seven. Si alzò di scatto e subito se ne pentì perché la testa gli girava terribilmente. Cercò invano di placare la confusione che aveva in testa chiudendo gli occhi e reggendosi la fronte con le mani.

Sete. Aveva troppa sete per pensare.

Si diresse verso il bagno sbandando e colpendo il muro con la spalla. Fantastico, camminava ancora male.

Dopo un bicchiere d'acqua ne bevve un altro. Aveva ancora la bocca impastata dal sapore della birra, così si lavò i denti e quella sensazione di freschezza riuscì a svegliarlo definitivamente. Quando incrociò il suo stesso sguardo nello specchio l'unico pensiero che gli attraversò la testa fu "Che faccia di schifo". Si diede una sciacquata veloce al viso, la situazione era di poco migliorata. La porta si aprì di colpo mentre Yoosung era ancora chino sul lavandino con il viso e parte dei capelli gocciolanti.

"Ah. Scusa, credevo stessi dormendo, non pensavo fossi in bagno" disse Seven apprestandosi a chiudere la porta. Ma Yoosung istintivamente afferrò la maniglia. Non sapeva nemmeno lui perché lo aveva fatto, cosa aveva intenzione di dirgli. Seven era confuso quanto lui, lo guardava senza avere idea di cosa aspettarsi ormai.

"Grazie" si decise a dire Yoosung dopo quella pausa che era sembrata infinita "So essere fastidioso quando bevo, scusa." Ricordava abbastanza bene quel che era successo, quel tanto da rendersi conto che era il caso di scusarsi

"Non più del solito" rispose Seven prendendolo in giro. Quel suo atteggiamento scherzoso riuscì a rassicurarlo tanto da farlo sorridere.

"Che ore sono?" chiese Yoosung mentre si asciugava il viso.

"5:13" gli rispose Seven guardando l'orologio.

"Che? E tu stai ancora lavorando?" domandò lasciando l'asciugamano e concentrandosi su Seven.

"Già, che ci vuoi fare? La dura vita dell'hacker" rispose facendo spallucce. Yoosung rimase in silenzio per qualche secondo ad osservare il suo viso stanco, gli occhi rossi e le occhiaie scure coperte dalla montatura degli occhiali. Quell'idiota si sarebbe di nuovo messo a lavorare fino allo sfinimento se non lo avesse costretto a dormire. Fece un sospiro di rassegnazione, lo prese per mano e lo trascinò con sè ignorando le sue proteste.

"Yoosung, ma che...?" chiese Seven perplesso mentre le sue guance iniziavano ad assumere un colore più tendente al rosso.

Ma il ragazzo biondo camminava spedito e stringeva forte la sua mano, così si lasciò guidare da lui confuso e maledettamente felice. Yoosung non rispose a quella domanda, agì senza dire nulla. Lo portò davanti al letto e lì lo fece sedere, si voltò a prendere la stessa coperta in cui era avvolto lui poco prima e con un gesto veloce ed ampio gliela sistemò sulle spalle, stringendogliela sul petto e lasciando Seven completamente senza parole. Se quello era un sogno, non si voleva svegliare. Rimase a guardare Yoosung che con espressione decise aveva ancora le mani strette alla coperta con cui lo aveva avvolto. Sospirò e gli sorrise.

"Va bene, va bene, ho capito. Devo dormire" disse Seven con rassegnazione mentre si stendeva sul letto "Ma dovresti anche tu". Yoosung annuì prendendo un cuscino.

"Vado sul divano, buonanotte" rispose voltandogli le spalle per dirigersi fuori dalla stanza.

"Che? No, sul divano starai scomodo!" Seven scattò a sedere.

"Non è un problema, prendi pure tu il letto, hai più bisogno di me di riposarti" rispose girandosi appena per guardarlo.

"Il letto è abbastanza grande per entrambi" disse Seven pentendosi immediatamente dopo aver detto quelle parole. Perché si stava facendo questo? Doveva dimenticarsi di Yoosung e invece lo stava invitando a dormire con lui! Che idiota, che idiota, che idiota.

"Vuoi... Che dorma con te?" domandò Yoosung mostrando delle guance arrossate.

"Io... Insomma, se non vuoi è okay, ma a me non dà fastidio" Seven si sentiva così in imbarazzo che faceva davvero fatica a guardarlo in faccia, ma mantenne lo sguardo fisso su di lui.

"Oh, allora va bene, credo sia okay" rispose l'altro avvicinandosi al letto. Seven gli fece velocemente spazio a fianco a lui e tornò a stendersi. Rimasero qualche minuto in silenzio, con mille pensieri che gli ronzavano in testa, ma senza nulla di concreto da dire. Entrambi stavano combattendo con tutte le loro forze per non sentirsi così bisognosi di dire tutto quello che pensavano, ma era una battaglia che non potevano vincere.

Yoosung fu il primo a spezzare quel silenzio, come se gli avessero appena dato la scossa, si alzò velocemente dal letto: "Scusa, non ce la faccio. Non posso." disse passandosi le dita prima sul viso e poi intrecciandole nei capelli. Seven non aveva idea di come reagire, si mise a sedere guardandolo confuso e imbarazzato, il cuore nel petto batteva sempre più veloce. Forse non avrebbe dovuto chiedergli di dormire lì, forse non sarebbe dovuto andare a prenderlo da Zen. Si stava pentendo di qualsiasi scelta fatta nella sua vita perché lo aveva portato a quel momento terribile. Yoosung incrociò il suo sguardo e divenne ancora più rosso in volto. Seven lo vide fare un enorme sospiro, come se con tutta quell'aria nei polmoni potesse trovare la forza di parlare. Le sue mani scesero lentamente dal suo viso fino ai suoi fianchi, dove si fermarono con decisione.

"Credo di starmi innamorando di te" disse stringendo i pugni che tremavano leggermente. Seven sentì il cuore mancare un battito, poi ricominciare ancora più velocemente a danzare nel suo petto. Ringraziò qualsiasi scelta fatta nella sua vita perché lo aveva portato a quel momento stupendo. Rimase in silenzio a guardare Yoosung come se fosse la cosa più bella che avesse mai visto, ma probabilmente lui non capì che cosa stava davvero pensando.

"Scusa, non so perché te lo sto dicendo adesso. Io... Scusa, non-" iniziò a farfugliare chiaramente terrorizzato dalla sua reazione, Seven continuava a non dire niente e lui stava impazzendo, non riusciva più a guardarlo, era convinto di aver appena rovinato ogni cosa. Stava per chiedergli ancora scusa, quando si rese conto che gli si era pericolosamente avvicinato mettendosi sulle ginocchia lungo il bordo del letto. Non fece in tempo a capire cosa stesse succedendo che sentì le mani di Seven afferrargli la maglietta e tirarlo a sè.

Lo baciò.

Seven lo stava baciando.

  
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