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Autore: Laly of the Moonlight    25/08/2018    1 recensioni
Il Portale dell'Eclissi è stato infine aperto, e una moltitudine di draghi è fuoriuscita da esso. I nostri eroi, provati dagli scontri dei giorni precedenti, sono allo stremo delle forze, ma cercano di contrastare al meglio delle loro possibilità quelle enormi bestie che solcano i cieli.
Come si dice, la Speranza è l'ultima a morire... ma in questo caso la Speranza avrà una veste alquanto particolare ed insolita. Che cosa accadrà dunque ai nostri eroi?
Tra missioni, feste, guerre, magia, amori e dolori, ecco come la sottoscritta ha immaginato il seguito della storia!
Ho mantenuto inalterati gli eventi fino alla conclusione del Palio della Magia, il resto è tutto di mia esclusiva invenzione; in caso venga menzionato materiale successivo dell'opera originale, verrà segnalato.
Ringrazio in anticipo tutti coloro che decideranno di seguirmi in questa mia prima e strampalata avventura!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrivati a Gallowstown, Rya e Gildarts avevano cominciato a cercare informazioni sul Talismano. La ragazza si era infilata nella piccola biblioteca pubblica, alla ricerca di qualche indizio, mentre Gildarts chiedeva informazioni a commercianti e ristoratori.
Ebbero fortuna, perché la ragazza si imbatté in un antico libro di racconti popolari, tra i quali ce n’era proprio uno che menzionava il fantomatico Talismano di Acra.
Secondo la storia riportata, il manufatto aveva fatto un lunghissimo viaggio dai Regni dell’Est, approdando poi sulle coste di Fiore per essere sigillato in una grotta sui monti alle spalle di Mining Camps.
  • Fantastico! – sentenziò Gildarts – Ora non dovremo fare altro che setacciare l’intera catena montuosa e se avremo fortuna lo troveremo! –
  • Gildarts… sai che quello che hai appena detto è impossibile, sì? – lo riprese lei, inarcando un sopracciglio: ancora non aveva capito se quell’uomo fosse un semplice burlone o un incosciente di prima categoria.
  • Ho girato in lungo e in largo alla ricerca di questo maledetto coso, la parola impossibile non esiste! Devo trovarlo, prima che lo faccia qualche malintenzionato! –
  • Non sarà così facile per altre persone arrivarci. – affermò alla fine lei, incrociando le braccia sul petto.
  • Perché? Dopotutto quello l’hai trovato in una biblioteca. – rispose lui, indicando il manuale ancora nelle mani della ragazza. Rya scosse la testa e porse il libro a Gildarts, che ne scorse alcune pagine, stringendo gli occhi – E questo che roba è? –
  • Appunto. – replicò lei con fastidiosa presunzione - Questo manoscritto è originario dei Regni dell’Est ed è scritto in una delle Antiche Lingue. Non ci sono molte persone in grado di leggerlo. –
  • Tu ci sei riuscita perfettamente, però. – ribatté lui, guardandola serio. Lei ridacchiò divertita, riprendendosi il tomo.
  • I Draghi mi hanno insegnato a leggere e scrivere in diverse lingue, molti di loro sono vissuti nei luoghi da cui proviene anche questo libro. Siamo stati fortunati, mettiamola così. –
 
La Dragon Slayer riprese la sua lettura, con tranquillità, scrutando velocemente le varie righe con gli occhi azzurri che guizzavano agilmente tra le parole, come se per lei quella scrittura astrusa fosse semplice lingua comune.
Gildarts si fece pensieroso.
Finiranno mai le sue risorse?
 
Dopo averla osservata per qualche minuto, l’uomo si alzò in piedi, stiracchiandosi.
  • Beh, direi che non abbiamo più nulla da fare qui. Ci conviene incamminarci, non credi? – Rya, per tutta risposta, chiuse il libro con un sonoro tonfo e si alzò per riporlo nell’apposita scansia in legno scuro.
  • Sarà un’impresa trovare quell’affare. Se è davvero stato sigillato, sarà molto difficile percepirne l’aura magica. – riprese lei, mentre attraversavano la soglia della biblioteca, uscendo nella pallida luce diurna.
  • Beh, allora vorrà dire che useremo la cara vecchia tecnica del setacciare palmo a palmo ogni grotta che troveremo. – rispose lui, convinto. Incamminandosi lungo la strada lastricata diretto a Nord.
  • Gildarts, ti ho già detto che una cosa del genere è impossibile. – ribadì lei, stizzita.
  • E io ti ho detto che troverò quel manufatto a costo di impiegare i prossimi anni a esplorare ogni singola porzione di terreno presente in tutto il Regno, se necessario. – replicò lui, serio.
  • Sei senza speranza. – lo rimproverò lei, con un sospiro. Stava davvero cominciando a chiedersi come diamine fosse possibile che quello scapestrato fosse il mago più forte di Fairy Tail.
  • È proprio per questo che noi di Fairy Tail siamo i più forti. – disse infine lui, continuando a camminare, accomodandosi meglio il sacco contenente i suoi averi.
  • Uh? – Rya si voltò appena a guardarlo di sottecchi, incuriosita.
  • Se avessimo affrontato soltanto le sfide ritenute fattibili, non saremmo mai riusciti a sconfiggere tutti nemici che si sono parati dinanzi a noi. In certi casi, i calcoli statistici vanno lasciati da parte, l’unica cosa che conta è l’impegno che ci si mette in qualcosa. Agli occhi degli altri sembriamo davvero “senza speranza”, come dici tu, ma è proprio questo che ci spinge a dare sempre il massimo, in qualsiasi circostanza. –
  • Che filosofia assurda. – la Dragon Slayer liquidò il discorso con una scrollata di spalle, strappando un sorriso appena accennato a Gildarts. Quella ragazza era davvero ostinata.
 
Camminarono per diversi giorni, fermandosi a visitare ogni anfratto e ogni spelonca che riuscivano a scorgere in mezzo agli alberi, alcune talmente nascoste dall’intrico del sottobosco da risultare appena visibili.
Risalendo da un piccolo dirupo, si ritrovarono su un sentiero di montagna in terra battuta, evidentemente era la strada principale da quelle parti. Decisero di comune accordo di percorrerlo fino in fondo, per cambiare punto d’osservazione.
Erano le prime ore del mattino quando arrivarono in cima, nel luogo in cui la stradina si apriva in un grande spiazzo, lievemente concavo.
Rya si fermò immediatamente al limitare della zona, bloccando anche l’avanzare di Gildarts. L’uomo la guardò incuriosito.
  • Qualcosa non va? – la ragazza alzò lievemente il mento, annusando l’aria davanti a sé, poi a destra e infine a sinistra.
  • Qualcuno è passato di qua. – mosse gli occhi nervosamente, scorrendo la foresta intorno a sé alla ricerca di pericoli o trappole – Recentemente. – soggiunse poi, vedendo la titubanza del compagno.
  • Quanto? – si limitò a chiedere lui, guardandosi attorno con circospezione.
  • Poco. Mezza giornata al massimo. Più probabilmente poche ore. –
  • Allora forse ci siamo. Coraggio, entriamo. – Gildarts mosse un passo in avanti.
  • Vuoi davvero infilarti là dentro? Non sappiamo nemmeno cosa ci aspetta! Potrebbe essere una trappola.  – lo rimbrottò lei, storcendo la bocca.
  • È Zeref? – domandò lui, voltandosi verso di lei, improvvisamente serio, persino preoccupato. Rya sgranò gli occhi.
  • Zeref? No, non è il suo odore. Perché questa domanda? – lui si limitò a tornare a voltarsi riprendendo la discesa – Gildarts. – lo richiamò indietro lei. L’uomo si fermò, voltandosi. C’era qualcosa, nel tono di voce della ragazza, che lo aveva quasi soggiogato, convincendolo a voltarsi. Era seria. Maledettamente seria. Lo stava fissando con i suoi occhi azzurri, scintillanti d’ira.
  • Beh… insomma… - balbettò lui, a corto di parole.
  • Gildarts. – lo richiamò di nuovo lei, la voce ancora più bassa. Stava… ringhiando? In un lampo gli tornò in mente il suono gutturale e vibrante del ringhiare di Acnologia, così dannatamente simile alla voce di Rya in quel momento. Deglutì sonoramente. Possibile che un’umana potesse incutere lo stesso terrore di quella bestia assatanata?
  • Beh, ecco… il Consiglio della Magia teme che anche Zeref sia sulle tracce del Talismano di Acra… - ammise riluttante, soppesando le parole. Sentiva che in quel momento una sillaba sbagliata avrebbe potuto costargli caro. Forse, addirittura la vita.
  • E quando pensavi di dirmelo? – continuò lei, assottigliando gli occhi. Le pupille si ridussero a due fessure e Gildarts si ritrovò quasi immobilizzato e con la gola secca. Cosa stava succedendo?
  • Io… non volevo spaventarti! – sbottò infine riuscendo a recuperare buona parte del suo autocontrollo, spezzando la cupola di aria minacciosa che si era andata creando attorno a loro. Lei sembrò pensarci un attimo, studiando l’uomo davanti a sé guardarla dall’alto della sua statura. Scrollò la testa, facendo tintinnare gli anelli che adornavano la parte superiore delle sue orecchie e chiuse gli occhi, riaprendoli un attimo dopo, la pupilla di nuovo tonda e l’iride tornata azzurra e serena.
  • Zeref non è ancora arrivato, ma se troviamo il Talismano, ci raggiungerà in un batter d’occhio. – disse lei, osservando l’imboccatura della caverna.
  • Come… -
  • Come lo so? Il Talismano di Acra è un potente artefatto magico che proviene dalla città omonima, situata nel Deserto di Reya, a Sud del Regno di Pergrande. Al riguardo sono circolate molte voci, ma una sicuramente è vera. – si interruppe un momento, tornando a guardare Gildarts, che la ascoltava stupito – Zeref ha imprigionato lì dentro uno dei suoi Demoni. Non so di quale si tratti, ma se ha scelto il Talismano, sicuramente si parla di qualcosa di molto, molto potente. E pericoloso, ovviamente.  –
  • Tu… lo sapevi… - riprese lui, senza fiato. Rya incrociò le braccia sotto il seno, un ghigno sarcastico a dipingerle le labbra.
  • Certo che lo sapevo. Quello di cui non ero a conoscenza era il fatto che lo sapessi anche tu. – rispose semplicemente lei, sogghignando – Evidentemente c’è carenza di fiducia, tra di noi, oltre che di comunicazione. –
  • Anche tu mi hai nascosto delle informazioni. –
  • Perché sapevo che mi stavi nascondendo qualcosa anche tu. Ora, prima di infilarci nella tana del leone, credo s’imponga una riunione tattica. Giochiamo a carte scoperte, che ne dici? – propose lei, sedendo sulle ginocchia e guardandolo con aria di sfida.
  • Sono d’accordo. – concluse lui, sedendo di fronte a lei e allungando le gambe, studiandola.
Passarono un quarto d’ora a scambiarsi informazioni, mentre pian piano le barriere cedevano il passo ad una sorta di conversazione. Gildarts rivelò alla ragazza quanto aveva scoperto negli anni in cui aveva inseguito il Talismano in giro per tutta Fiore e Rya, dal canto suo, condivise le sue conoscenze sui Regni dell’Est riguardanti lo stesso Artefatto.
  • Quindi… è questo il motivo per cui Zeref sta cercando il Talismano? – lei annuì.
  • Il Demone racchiuso al suo interno è sicuramente uno tra i più potenti creati dal Mago Nero, non vedo perché dovrebbe lasciarsi sfuggire l’occasione per riprenderselo. –
  • D’accordo, quindi… ora… -
  • Ora scendiamo là sotto e vediamo chi sta cercando di svegliare il Demone che dorme. In caso di necessità, spediamo questo disturbatore a farsi un bel sonnellino, prima che si scateni il pandemonio. –
  • Va bene. Sei pronta? – arrischiò lui, alzandosi in piedi e guardandola.
  • Sempre. – rispose lei, sollevandosi a sua volta e guardando la spelonca scura che si apriva sulle viscere della terra.
Avanzarono verso l’apertura, preparandosi mentalmente a lasciare la tenue luce solare per immergersi in un mondo di tenebra e umidità.
Arrivati a pochi metri dall’imboccatura, Rya si fermò nuovamente, alzando la testa di scatto e tirando immediatamente Gildarts per il mantello.
  • Arriva qualcosa. –
  • Cos… -
L’uomo non riuscì a finire la frase che un eco di passi fu chiaramente udibile, rimbombando tra le pareti di roccia e giungendo fino a loro.
Pochi istanti dopo, una figura umanoide fece capolino dalle ombre della grotta, uscendo alla luce e immobilizzandosi davanti ai due Maghi di Fairy Tail.
Era un uomo, solo. Avrà avuto una quarantina d’anni, i corpi capelli neri pettinati all’insù in una sorta di cresta al centro del cranio, due basette dello stesso colore scendevano fino a congiungersi alla barba curata che gli circondava il mento. Gli occhi scuri e le spesse sopracciglia corvine completavano il viso di colui che era uscito dal luogo in cui era custodito il Talismano, ricoperto da un completo scuro, abbinato ad una giacca viola rinforzata da alcune piastre di ferro.
 
  • Ewan… - mormorò il Mago del Crush spalancando gli occhi. L’uomo alzò appena un sopracciglio scuro, sorridendo malignamente.
  • Gildarts! Ne è passato di tempo, eh? – Rya spostò lo sguardo tra i due uomini, cercando di capirci qualcosa. Evidentemente si conoscevano.
  • Pensavo foste ancora in carcere, tu e la tua banda di farabutti. – sputò Gildarts, velenoso. Altrettanto evidentemente non erano nemmeno in buoni rapporti. La Dragon Slayer si limitò ad appuntarsi mentalmente anche quel dettaglio.
  • Solo perché abbiamo barato un pochino al Palio della Magia? Non mi sembra un motivo sufficiente per gettare qualcuno in gattabuia, non ti pare? – ghignò il Master di Raven Tail, suscitando uno sguardo di disapprovazione da parte di Gildarts.
  • Cosa ci fai qui? – chiese infine il Mago di Fairy Tail, la voce indurita e i muscoli tesi. L’aria si stava facendo pesante.
  • Che domande! Quello che ci fai tu. Voglio mettere le mani sul Talismano di Acra. Anzi… – continuando a sorridere, Ewan infilò una mano dentro la giacca, estraendone una strana collana – Veramente l’ho già trovato. – Rya scattò immediatamente in posizione di difesa, quando l’aura dell’oggetto, pregna dell’odore di Zeref le colpì le sensibili narici. Digrignò i denti, mostrando i canini acuminati.
  • Gildarts, chi è questo idiota? – ringhiò infine, rivolta al compagno.
  • Rya, ti presento uno degli esseri più viscidi e subdoli che esistano sulla faccia della terra. Ewan Dreyer, il figlio del Master Makarov. –
  • Oh, non mi pare di aver mai visto questa bella signorina. Dì, bella fanciulla, non ti andrebbe di unirti alla mia Gilda? Siamo sempre in cerca di adepti. – Rya smise di ringhiare, si rimise in posizione eretta ed emise un leggero “Tsk” di disappunto.
  • Vedi, la ragazza non è interessata. A che ti serve quel Talismano, Ewan? – continuò Gildarts, cercando di seguire la strada della diplomazia. Il Padre di Luxus non sembrava minimamente intimidito dalla reazione di Rya, anzi, pareva sicuro di sé. Forse troppo.
  • Questi non sono affari tuoi. – rispose asciutto l’uomo – Piuttosto – riprese, guardandosi avidamente intorno - dov’è quel buono a nulla di mio figlio? Non te lo sei portato dietro? – Rya ricordò immediatamente che Makarov era il nonno di Luxus, intuendo subito di chi si stava parlando. Perché quel maledetto cercava suo figlio?
  • Se non erro, è stato proprio quello che tu definisci “buono a nulla” a sconfiggere te e i tuoi durante il Palio. – ribatté Gildarts, rabbioso.
  • Un colpo di fortuna, niente di più. – rispose stizzito Ewan, accompagnando l’affermazione a un gesto della mano, come a voler sottolineare il fatto che si fosse trattato di un caso.
  • Non hai ancora risposto alla domanda di Gildarts. A che ti serve quell’artefatto? – si intromise Rya. Sapeva benissimo che non avrebbe ricevuto risposta alla sua domanda, era più interessata alle reazioni dell’uomo di fronte a lei.
  • Ho già detto che non sono affari vostri. Ora vedete di sparire, mi state intralciando! –  latrò Ewan, stizzito.
  • È proprio quello che voglio, miserabile! – ringhiò di rimando Gildarts, facendo segno a Rya di allontanarsi. Non voleva coinvolgerla in uno scontro. Rya si limitò a fulminarlo con lo sguardo, rimanendo perfettamente immobile.
  • Gildarts, lo sai che quella è un’illusione, sì? –
  • Eh? – il Mago del Crush si voltò a guardare la ragazza, che in quel momento se ne stava ferma, con gli occhi chiusi. L’attimo successivo li riaprì all’improvviso, mormorando qualcosa a fior di labbra e scomparendo all’istante. Un tonfo sordo fece voltare l’uomo, notando come Rya si trovasse in quel momento dalla parte opposta rispetto alla grotta e soprattutto come avesse centrato Ewan con un pugno da manuale, facendolo volare nuovamente nella posizione iniziale.
  • Non mi sembra carino cercare di scappare quando le persone hanno ancora qualche domanda da farti, non credi? – si rivolse sprezzante verso l’uomo dai capelli neri, che giaceva scomposto a terra davanti a Gildarts, scrocchiandosi le nocche delle mani mentre tornava accanto al compagno.
  • Un’altra dannata Dragon Slayer, eh? – sputò Ewan, pulendosi un rivolo di sangue che fuoriusciva dalla bocca, macchiandosi il dorso della mano – Ma ormai è tardi. –
Prima che i due potessero reagire, l’ex Master di Raven Tail tirò fuori il Talismano di Acra, che in quel momento brillava di una fulgida luce rosata. Rya sbarrò gli occhi.
  • Il sigillo… sta rimuovendo il sigillo! –
  • Dobbiamo fermarlo! –
  • È troppo… tardi. – mormorò la ragazza senza fiato, evocando istantaneamente la Fairy Sphere, mentre la luce diveniva sempre più intensa fino ad esplodere con un bagliore accecante ed un potente boato.
 
L’onda d’urto li investì in pieno, propagandosi fino al limitare dell’arena in terra battuta e oltre, giù lungo in fianco della montagna. Rya aveva smorzato parte della forza distruttiva, ma non era riuscita ad annullarla completamente. Riparati dietro la barriera di luce gialla, i due attesero che il campo di battaglia fosse nuovamente visibile, invaso com’era dalla polvere alzata dallo schianto improvviso del sigillo. Quasi un minuto dopo, una sagoma cominciò a delinearsi tra il polverone, una massa gigantesca e quasi informe.
Gildarts notò che Rya aveva chiuso gli occhi, quasi inutili in quel frangente, concentrandosi probabilmente sul resto dei suoi sensi. Non si muoveva, segno che nemmeno i loro avversari lo stavano facendo. Anche loro stavano aspettando il momento giusto per attaccare.
Quando finalmente la nube marroncina si diradò, lo scenario davanti ai loro occhi apparve in tutto il suo macabro splendore.
La grotta era ancora integra, ma davanti ad essa faceva bella mostra di sé un cratere spaventoso. Al centro vi era una sorta di enorme istrice, dai pungiglioni in metallo. Li squadrava con i suoi molteplici occhi rossi, come se fosse alla ricerca di qualcosa, che però non riusciva a trovare.
  • Kyogai… - sussurrò Rya, quasi non credesse ai suoi occhi. Gildarts la guardò dubbioso.
  • Che hai detto? – la ragazza si riscosse dal momentaneo torpore, incrociando lo sguardo dell’uomo accanto a sé.
  • Libro Quinto, Sezione Otto, Paragrafo Tre: Kyogai, soprannominato il Parafulmine. È un demone di Zeref che si ciba esclusivamente di energia elettrica. – lo guardò storcendo la bocca in una smorfia di disgusto – Il suo pasto preferito sono i Draghi del Fulmine. Non ho idea di quanti ne abbia fatti fuori, ma sicuramente tanti. Troppi. – digrignò i denti, furiosa.
  • Un Demone che mangia i fulmini… questa poi… -
Sulla testa dell’istrice fece capolino Ewan, in mano ancora il Talismano di Acra, ora avvolto da un’aura nera e densa.
  • Beh, che ve ne pare? Questo demone fa proprio al caso mio, sapete? Ho un certo conto in sospeso con qualcuno che i fulmini li manipola da molto tempo… -
  • Luxus… cosa vuoi da tuo figlio? –
  • Che mi restituisca quello che a suo tempo gli ho prestato, la maledetta Lacrima che ho impiantato nel suo corpo! –
  • E tu pensi che ti faremo avvicinare a lui? Dovrai passare sul nostro cadavere! – esclamò Gildarts, lanciandosi all’attacco del mostro, mentre Rya gli urlava di fermarsi.
L’istrice si avvide del pericolo e scagliò una serie di spuntoni addosso al malcapitato Mago. Alcuni finirono in frantumi, ma uno passò inosservato, forse perché più piccolo e nascosto dagli altri e si andò ad infilare nel torace dell’uomo, strappandogli un grido di dolore.
Rya intervenne prontamente, saltando in mezzo a quella pioggia di ferro e attivando la Sphere, mentre recuperava Gildarts e lo riportava a terra.
  • Fai attenzione Gildarts. Questo bastardo è veloce. Inoltre… - sollevò lo sguardo su Kyogai, che li guardava incuriosito – è protetto dalla magia di Zeref che alberga nel Talismano di Acra. Non sarà uno scontro facile. – concluse poi, rialzandosi e scrocchiando pesantemente le ossa del collo.
Gildarts la guardava, ansante, notando che i tratti del suo viso si andavano deformando lentamente: gli occhi azzurri ripresero la loro forma draconica, i canini si resero visibili anche a bocca chiusa. Le unghie delle mani presero la consistenza degli artigli e le orecchie si allungarono, assumendo una forma più appuntita. Che fosse quella la tanto decantata Dragon Force?
L’attimo successivo, la ragazza sparì completamente per riapparire subito dopo alle spalle del mostro. Kyogai affilò gli aculei e ne sparò una buona quantità addosso a Rya, senza però riuscire a colpirla.
Troppo distratto dai movimenti fulminei di lei, non si avvide di Gildarts che era tornato in posizione di attacco e si preparava a ferirlo col suo Crush. Caricò il colpo e mentre saltava andò a cercare di colpirlo con un pugno ben assestato.
Una barriera nera e lattiginosa si frappose tra lui e il mostro, assorbendo totalmente il suo attacco e avvertendo l’istrice dell’intruso.
Rya era già tornata a terra, le punta delle dita illuminate dalla calda luce gialla della Magia delle Fate, già pronta a reagire.
In quel momento, un odore familiare le arrivò alle narici, facendola voltare di scatto. Nel suo campo visivo, potenziato dai sensi di drago, apparvero, al limitare della radura, tre figure. In una di queste, Rya poté riconoscere distintamente Gray, era sicuramente suo il sentore che l’aveva allarmata, l’aroma leggero di ghiaccio e neve, contornato dalle note di verbena appena percettibili.
Avvertì l’avvicinarsi di Gildarts e sentì il tonfo del suo atterraggio, prima di girarsi verso di lui e constatare che era incolume.
  • Gildarts! Abbiamo compagnia. – l’uomo si voltò appena, nella direzione accennata dalla ragazza, rimanendo allibito. Dietro di loro si erano materializzati Gray, Luxus e Cana.
  • RAZZA DI INCOSCIENTI!! CHE DIAMINE CI SIETE VENUTI A FARE QUI? ANDATE VIA! – sbraitò con quanto fiato aveva nei polmoni, ignorando le fitte lancinanti che si propagavano dalla ferita al busto, sbracciandosi in direzione dei tre.
 
Troppo tardi.
Il mostro che prima stava davanti a loro scattò, saltando i due Maghi e puntando minacciosamente verso la fonte di un odore delizioso che gli solleticava le narici e il palato.
Profumo di Fulmini.
Dopo tutti quegli anni, finalmente si sarebbe fatto una bella scorpacciata del suo cibo favorito.
  
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