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Autore: LorasWeasley    25/08/2018    3 recensioni
SEQUEL di "Mission" e "Ombra"
AU [Solangelo|Caleo|Percabeth|Frazel|Jasper]
"-Ho avvertito tutti, domani saranno qui.
Si rivolse alla ragazza.
-Le consiglio di iniziare a prepararsi, penso che vogliano sapere la verità, tutta la verità. Potrà allenarsi con il ragazzo al suo fianco, magari può iniziare dal raccontargli come mai gli ha sempre tenuto segreta l’esistenza di un fratello. Un fratello che ha giurato di uccidere tutti i suoi amici."
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Frank/Hazel, Jason/Piper, Leo/Calipso, Nico/Will, Percy/Annabeth
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'CIA'
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42.Terzo gruppo: Eros


-Giù!
Annabeth spinse Percy a terra mentre una pallottola scalfiva il punto del muro che solo poco prima era nascosto dalla testa del ragazzo.
-Ci hanno scoperti?- domandò Jason, pochi passi più indietro di loro. Il ragazzo stava proteggendo Piper con il suo corpo e si guardava furtivamente attorno.
Anche Annabeth diede qualche occhiata veloce in giro.
-Correte!- Urlò alla fine e tutti obbedirono.
Qualcuno gli stava sparando.
Non sapevano in quanti fossero e se fosse già scattato un allarme.
Schivavano i proiettili riuscendo quasi a capire da dove arrivavano, affinando i sensi per sentirne il rumore.
Jason si prese una pallottola di sfuggita sul braccio, era solo un graffio da cui iniziò a uscire una piccolissima scia di sangue, lo fece per spostare Piper dalla traiettoria di quel proiettile, la ragazza ovviamente ancora doveva fare anni di allenamento per avvicinarsi ai riflessi di tutti loro.
Paolo fu colpito a una gamba e rotolò a terra.
Frank lo aiutò ad alzarsi e riuscirono a guadagnare terreno, Paolo era abituato al dolore, era stato colpito molte volte, riusciva a correre quasi senza problemi, gli bastava stringere i denti.
Si trovarono a un bivio, Piper però li condusse a destra senza pensarci due volte, era quasi certa di quello che stava facendo, ovviamente c’era un margine di errore ma non avevano tempo per fermarsi e riflettere.
Ormai era certo che fossero stati scoperti visto che continuavano a sparargli contro, quindi non si preoccuparono più di farsi notare il meno possibile.
Semplicemente correvano travolgendo chiunque trovassero nel loro cammino.
Preferivano tramortire i soldati che gli venivano incontro, ma se erano costretti a uccidere non si facevano troppi problemi, era semplice difesa personale.
-Dopo questa curva!- Informò Piper.
I ragazzi rallentarono di pochissimo e si misero in posizione di difesa.
Come si aspettavano trovarono diverse guardie a proteggere la porta che dava alla stanza dove si trovava Eros, grazie a questo capirono che l’uomo si trovava davvero nel suo studio.
Annabeth lanciò due coltelli colpendo in contemporanea due uomini agli stinchi.
Jason sparò cercando di colpire le mani dei soldati che tenevano le pistole, in modo che le lasciassero andare e restassero disarmati.
Frank tramortì con pugni e calci gli uomini precedentemente feriti dai suoi amici e anche Paolo gli diede man forte, nonostante la ferita che continuava a perdere sangue.
Percy era impegnato in un corpo a corpo con un altro uomo e in tutto questo Piper riuscì a sgusciare in mezzo alla lotta e ad aprire con forza la porta.
-Adesso basta Eros, è finita.
Jason la seguì preoccupato che le potesse succedere qualcosa, ma l’uomo che trovarono all’interno della stanza era stato preso così in contropiede che non aveva avuto il tempo di reagire.
La faccia dell’uomo divenne una maschera di rabbia e sadismo.
Era incazzato perché lui conosceva tutte le loro mosse, era lui il loro burattinaio ormai da mesi, com’era possibile che adesso quei ragazzini fossero li? Com’era possibile che l’avessero messo nel sacco?
In corridoio gli uomini erano stati tutti sconfitti, ma ne sarebbero arrivati altri, lo sapevano benissimo.
Annabeth si rivolse a Percy –Tu, Frank e Paolo restate qui fuori, minacciate chiunque arrivi che se solo vi tolgono un capello noi uccidiamo Eros, fateli arrendere. Se non funziona uccideteli, capito?
I tre ragazzi annuirono anche se Annabeth continuava a tenere lo sguardo fisso su Percy –Non provare a farti uccidere, Testa D’alghe. Quel privilegio è mio.
Percy abbozzò un sorriso, Annabeth si sentì un po' meglio, poi entrò nella stanza seguendo Piper e Jason.
Il rumore della porta che veniva chiusa alle spalle della bionda fece riprendere Eros dal suo shock.
Si alzò in fretta e si precipitò verso sua sorella, non aveva nessuna arma, solo le sue mani.
Non vedeva nessuno, solo lei, quella piccola ingenua che aveva distrutto il suo più grande piano mandando in fumo mesi e mesi di programmazione e attesa.
-Tu! Lurida puttana!- le sue mani erano a un soffio dal collo di Piper, ma Jason fu più veloce e con un calcio ben assestato fece cadere l’uomo all’indietro.
Gli puntò una pistola alla testa mentre il suo sguardo rimaneva gelido –Inutile dirti che se fai anche solo un movimento ti faccio esplodere la testa, no?
Eros lo guardò con odio, poi tornò a puntare lo sguardo su Piper.
-Come hai potuto?- sibilò.
-Tu hai minacciato di uccidere tutti noi.
-Perché te lo meriti! Lo sai benissimo che te lo meriti!
-Loro sono la mia famiglia! Sei tu che non capisci!
Annabeth si mise in mezzo –Non abbiamo tempo per questo! Potrete urlare e insultarvi non appena lo avremo catturato, ora dicci tutto quello che…
Fu a metà della frase che un esplosione avvenuta da qualche parte indistinta della struttura gli fece perdere l’equilibrio, si ritrovarono tutti riversi a terra, tranne Annabeth che era riusciva ad aggrapparsi al tavolo e si era accasciata su di questo.
Ignorò il dolore al fianco dell’osso che aveva appena sbattuto e provò a chiedere –Ma che cosa…
Poi le sirene di allarme iniziarono a suonare ovunque e Annabeth capì.
-La CIA sta intervenendo! Perché!?
Jason la fissò confuso quanto lei, la ragazza allora corse alla porta, trovò i tre ragazzi dove li aveva lasciati, erano totalmente allerta, ma non era ancora arrivato nessuno.
Prima fissò Percy per accettarsi che fosse illeso, poi si rivolse anche agli altri, dovette urlare per farsi sentire al di sopra delle sirene.
-Deve essere successo qualcosa alle altre squadre! Contattateli! Dobbiamo capire che fare, fra poco questo posto si riempirà di soldati, ci sopraffaranno. FATELO SUBITO!
Lasciò la porta aperta mentre tornava dentro, ormai era inutile cercare di essere discreti.
-Legatelo per bene- ordinò a Jason e Piper –Dobbiamo portarlo fuori di qui.
Eros rideva, il volto stravolto dal sadismo.
Ad Annabeth fece quasi pena, si vedeva che non era per niente sano di mente, che aveva sicuramente qualche problema, una persona normale non poteva essere davvero così e arrivare a tanto.
Jason e Piper obbedirono, legandogli mani e piedi con lo spesso scotch isolante.
L’uomo non fece troppa resistenza, forse perché continuava ad avere una pistola puntata alla testa, ma mentre cercava di scacciarli con i piedi diede un calcio alla sedia della scrivania che, cadendo a terra, fece cadere a sua volta altre cose già spostate e messe in bilico con il boato di poco prima.
Nessuno ci diede troppo peso.
Eros continuava a ridere e ad urlare parole senza senso che venivano coperte dall’urlo delle sirene.
Annabeth guardava un punto impreciso della stanza, persa nella sua mente mentre cercava di elaborare velocemente un piano che comprendesse una via d’uscita quando le iniziò a pizzicare il naso.
Frank entrò nella stanza correndo trafelato nello stesso istante in cui Piper e Jason si alzavano perché avevano finito il loro lavoro.
Annabeth capì che ormai la situazione era sfuggita di mano semplicemente guardando la faccia dell’orientale.
Non appena parlò poi ne ebbe la conferma.
-Calypso sta partorendo.
-Cazzo!- Urlò la bionda.
-C’è di più- continuò Frank –Thalia dice che ha una boccetta di qualcosa, non proprio un virus virale ma qualcosa di simile, non sa gli effetti che fa e a fino a che raggio entra in azione.
Eros li stava guardando con uno strano luccichio negli occhi –Oh ma lo scoprirete molto presto.
Annabeth si guardò intorno, vide la sedia a terra, notò la gran confusione delle cose che erano cadute insieme a questa, compresa una piccola ampolla in vetro, con dentro un liquido trasparente.
L’ampolla era rotta e il liquido era gocciolato a terra, pian piano stava evaporando nell’aria di quella stanza.
La bionda si portò subito una mano sul naso, il suo naso continuava a pizzicare e adesso era certa che non era un qualcosa da nulla.
-NON RESPIRATE!- urlò e non ci fu bisogno di spiegare altro.
-Dobbiamo andarcene- Paolo entrò nella stanza, zoppicava mentre il sangue continuava a scendere copioso dalla sua ferita ai pantaloni –Ne stanno arrivando troppi, Percy non riesce a gestirli da soli.
Annabeth, mentre continuava a tenersi una mano a tapparsi il naso, si girò verso l’unica finestra della stanza.
Non era per niente sicuro, ma era l’unico piano che aveva.
  
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