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Autore: Lyla Vicious    26/08/2018    0 recensioni
E se fosse lui l'ammiratore segreto misterioso? Nah, non era così stupida da illudersi che un tipo del genere fosse il classico principe azzurro.
Assomigliava piuttosto a una versione punk e ulteriormente disadattata di un personaggio dei film di James Dean che andavano per la maggiore ai tempi dei suoi genitori.
Un ribelle senza causa, dunque.
“Toglitelo dalla testa” la fece rinsavire Margareth:” Non è assolutamente il tipo per una relazione seria.”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Judy era ossessionata dal commettere brutte figure, non voleva farsi notare e desiderava passare inosservata, nonostante i demoni che la pervadevano.
In fondo non era che una ragazza come ogni altra, con la propria personalità, i propri dubbi e le proprie insicurezze.
A questo pensava mentre era seduta sull'autobus.
Se ne stava composta, con le gambe incrociate, eppure leggermente goffa tale e quale a una bambina di tre anni.
La sua posa era a dir poco infantile, graziosamente incerta.
Il sedile giallo e plastificato non era di certo tra i più confortevoli, mentre lei avrebbe desiderato sprofondarci dentro e distrarsi dalla realtà circostante.
Non c'era molta gente all'interno del mezzo di trasporto, il che era piuttosto insolito in una città gremita di persone come Londra.
Ciononostante si trattava di una preoccupazione in meno per la timida ragazza: non le andava certamente di sentirsi sotto esame più di quanto già non ne avesse la percezione.
Judy osservava il viavai della folla londinese fuori dal finestrino, pareva proprio un formicaio in balia di un enorme formichiere più simile a un sistema reticolato.
Un crocevia di persone, insomma, uno sciame d'api pronto ad aggredirla, in un modo o nell'altro.
“Troppi problemi per una ragazza di sedici anni.” asseriva continuamente sua madre, sebbene l'adolescenza altro non fosse che un coacervo di problemi.
Almeno era così che l'aveva vissuta lei fino a quel momento.
Non un istante che potesse classificare come positivo, solo alcolici alle feste (compreso lo scorso Hannukkah, che i suoi non mancavano mai di celebrare), nel tempo libero e profondi tagli che si rincorrevano da una gamba all'altra, come fossero una ventina di vagine.
Lei naturalmente, riservata com'era, non mancava mai di nasconderli alla vista dei parenti, dei conoscenti, di chiunque.
E quella volta, sotto un paio di jeans slavati, non faceva di certo eccezione.
Continuava ugualmente, benché fossero alquanto invisibili, ad avere l'impressione che tutti li avessero di fronte agli occhi, pronti a puntare il dito, a ridere e ad essere disgustati, a tacciarla di scorretto esibizionismo.
Ed ora era lì, su un autobus di linea diretto al cuore della città, giusto per farsi un giro durante le ore pomeridiane.
Ad un certo punto la vettura si fermò e ne salì un ragazzo completamente vestito di nero, chiodo di pelle, braccialetti pieni di borchie e tutto l'arsenale tradizionalmente affibbiato ad un tipo poco raccomandabile.
Notò che era davvero molto alto, il che la mise ancora più in soggezione.
Non disse una parola e si sedette sul sedile dietro al suo, le cuffie del walkman premute contro le sue orecchie emettevano un brusio che faceva facilmente presumere che si trattasse di musica rock.
Judy ne fu un po' messa in soggezione, ma contemporaneamente si scoprì affascinata da quel ragazzo, così diverso dal tipico principe azzurro e al contempo così schivo.
Come avrebbe notato, però, una ragazza con la coda di cavallo e piena di complessi?
No, non funzionava così, meglio toglierselo dalla testa.
Mentre rifletteva su questa linea, l'autobus si fermò alla stazione e la portiera, con un sonoro schiocco, si aprì.
La ragazza, per evitare di inciampare, si tratteneva ai manici posti tra un sedile e l'altro, mentre quel ragazzo faceva lo stesso.
Mosse la mano di un altro centimetro e, accidentalmente, le loro dita si sfiorarono, facendole un pochino perdere il contatto con la realtà.
“Scusami” bisbigliò impercettibilmente, sorridendo appena appena dall'imbarazzo.
Lui non le rispose, ma immediatamente ci fu un tonfo e il rumore di qualcosa che cadeva in mille pezzi.
Il walkman del ragazzo era caduto.
Uscì dall'autobus e non la guardò neppure.
“Vaffanculo.” bofonchiò.
Sì, era certa di non avere alcuna possibilità.


  
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