Mi sono resa conto di aver chiamato Ombretta, la bella e dolce Ocean.
Ocean dai capelli corvini, dalla montatura rotonda, dai poteri sovrannaturali.
Ocean dal modo impercettibilmente sensuale in cui tiene una matita tra le labbra.
Ocean, dagli occhi verdi in cui affogare come un cucchiaino avvolto dalla schiuma di un cappuccino sorseggiato prima dell'orario scolastico.
Prima che la campanella chiami tutti a raccolta per l'appello.
Ocean era la donna perfetta, seppur ancora una ragazzina, in grado di mutare le altrui sembianze, in grado di realizzare disegni che si sarebbero plasmati in panorami concreti.
Ocean era tutto questo, in aggiunta a un sorriso frizzante e sbarazzino dall'aroma di lavanda.
Ricordava i campi di fiori della Provenza.