Giochi di Ruolo > Vampiri: la masquerade
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Autore: Kodoma    26/08/2018    1 recensioni
Questo è un breve racconto basato una una recente campagna di Vampiri: la Masquerade ambinetata a Miami. La Contessa Bathory, principe di Miami, e sua figlia Valschenka incaricano un gruppo di vampiri molto eccentrici per svolgere due missioni a Tampa. Questo racconto narra delle loro avventure e disavventure. Le storia si svolgerà dal punti di vista dei personaggi, i quali saranno introdotti mano a mano nel corso della storia.
Genere: Azione, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Punto, Vedo, Rilancio

Punto, Vedo, Rilancio

L’aria notturna di Tampa riempie i polmoni di Clarence. I suoni della città ancora sveglia bombardano le sue orecchie di note di musica dal dubbio gusto, clacson di automobili, grida di tassisti e delle risate dei turisti che affollano i bar ed i pub di Downtown.

 Stringendo forte la sua borsa a tracolla, cercando allo stesso tempo di apparire tranquillo, l’uomo fa di tutto per sembrare un semplice abitante della città come tanti. Non ha intenzione di attirare l’attenzione ma allo stesso tempo non vuole apparire un turista, come tale una facile preda per qualche malintenzionato. Si ferma un attimo per togliersi gli occhiali e per asciugarli dalle gocce di sudore che gli hanno sporcato le lenti. Non è abituato a questo genere di cose. È la prima volta che ruba dall’ufficio un intero plico di documenti e non lo consola il fatto che sia solo una copia dell’intero fascicolo. Questo è un reato federale e Dio solo sa cosa lo aspetta se il suo supervisore dovesse scoprirlo.

 Lo strombazzare di un clacson strappa bruscamente Clarence dai suoi pensieri. Il suo cuore  fa un balzo in avanti ed istintivamente stringe a se la borsa a tracolla. Qualche coppia che passeggia sul suo stesso marciapiede lo guarda con fare a metà fra lo stupito ed il divertito. L’imprecazione di un automobilista, evidentemente lo stesso che ha suonato col clacson, sovrasta per un momento tutto il traffico e scuote abbastanza Clarence per permettergli di ricomporsi. Si asciuga la fronte con la manica della camicia e riprende a camminare

 Il Pimento Groove è ad appena un isolato di distanza. Il tempo necessario perché la mente di Clarence inizi a galoppare verso brutte immagini su come lo scambio può andare male. Federali che arrivano a sirene spianate su auto nere, che scendono dai veicoli puntando le loro pistole su di lui. Poi una rapida immagine mentale di un processo seguita da una serie di tristi cose che possono capitargli in prigione. È quasi tentato di mollare tutto, di tornare a casa e mangiarsi una pizza surgelata scaldata nel forno a microonde, quando la sua mente gli propone una carrellata di possibili e radiosi futuri: soldi a sufficienza per lasciare il miniappartamento in cui vive, trasferirsi in periferia magari di un’altra città e chissà, forse trovare una ragazza.

 Clarence viene distratto dai suoi sogni ad occhi aperti dal gradino del marciapiede. Abbandonato nelle sue fantasticherie ha ormai raggiunto il locale. Il Pimento Groove occupa l’angolo del piano terra di un palazzone di Downtown, con tavolini esterni coperti da una tenda retraibile a righe rosse e bianche. Da dentro il locale si sente una ritmata musica pop parzialmente soffocata dal rumore del traffico. Appoggiando la schiena al semaforo, Clarence tira fuori il cellulare ed inizia a far finta di messaggiare a qualcuno mentre invece osserva i pochi clienti che occupano i tavolini esterni.

 Una bella ragazza seduta da sola che si sta sistemando il trucco usando la fotocamera del telefonino. Vestito lungo attillato, occhiali da sole e scarpe col tacco attirano l’attenzione di Clarence che indugia un po’ più del dovuto sulle curve del corpo della donna.

 Tre uomini seduti allo stesso tavolo compongono il grosso degli avventori in quella parte del bar. Uno è più assorto nel guardare il suo tablet rispetto agli altri. È un giovane uomo dall’aria dell’hipster di primo pelo, ma non è facile da capire visto che ha il volto affondato sul suo tablet. Accanto a lui un nero imponente si sta sistemando il colletto e le maniche della sua giacca verde smeraldo di dubbio gusto. Anelli d’oro alle dita, testa rasata, rigonfiamento sotto la giacca pensa Clarence Questo di sicuro promette guai. L’ultimo uomo è un tipo anonimo, dall’aria tranquilla, magro e vestito con dei classici abiti comodi da lavoro. Butta ogni tanto l’occhio da una parte e dall’altra della strada, prima di tornare ad osservare dubbioso i suoi due compagni di tavolo.

 Un rapido sguardo all’ultimo dei clienti del bar rassicura Clarence. Seduto da solo, sguardo perso nel vuoto sopra un bicchiere di birra ghiacciata, c’è un uomo grasso, vestito in modo trasandato e con una barba incolta. Sorridendo, Clarence fissa lo schermo del cellulare pensando al fatto che Jacob è incredibilmente bravo ad interpretare il ruolo del disadattato con problemi mentali. Uno potrebbe quasi pensare che gli venga naturale! pensa fra se, con un pizzico di malignità.

Indugiando ancora un po’ sulla bella ragazza seduta da sola, Clarence prendo un respiro profondo e si dirige con passo sicuro verso il tavolo occupato dai tre uomini. << Vi dispiace se mi siedo qui con voi? >> esordisce, stupendo l’uomo magro quando Clarence si siede al tavolo.

 Il silenzio cala sui quattro uomini, coperto dai suoni della città che non accenna a volersi riposare nonostante la notte che cala su di essa. Clarence inizia a sudare, cominciando a dubitare di essersi seduto al tavolo giusto. Forse erano dentro. Forse ho fatto un passo falso. Cazzo. E ora come ne esco? Stringe forte la borsa a tracolla che ha appoggiato sulle sue gambe. Gli occhi dei tre uomini passano dall’uno all’altro senza fiatare. I loro volti delle maschere di pietra da cui non sembra affiorare alcun tipo di emozione. Grosse gocce di sudore iniziano ad imperlare la fronte di Clarence che vorrebbe passarsi una mano per toglierle, ma non osa muovere lo sguardo dalle tre persone che ha davanti. Una mossa falsa e mi strappano la borsa dalle mani. Sempre che siano le persone giuste. Ho merda, perché ho accettato di dare a quel drogato il mio numero privato?!

 L’hipster rompe il silenzio imbarazzato domandando con voce atona << Immagino che lei sia Clarence Beeks >>. Deglutendo, Clarence risponde << Sì. Posso immaginare che voi siate qui per il mio stesso motivo >>

Un altro momento di silenzio cala sul quartetto, solo che questa volta Clarence inizia a spazientirsi. Ma ci sono o ci fanno? si domanda. Gli sguardi imbarazzati che gli uomini si rivolgono fra loro confermano il fatto che Clarence probabilmente non è al tavolo giusto. Fa quasi per alzarsi e scappare a rotta di collo quando l’uomo magro prende la parola << Siamo qua per il plico che lei dovrebbe venderci. Abbiamo parlato con Javier Gomez che ci ha dato il suo nome >>. L’hipster rivolge uno sguardo furioso verso il suo compagno che ha appena parlato, ma non dice nulla.

 Lievemente rassicurato, Clarence si rilassa per un breve momento, poi riprende a parlare << Bene. Mi fa piacere sentirmelo dire. Ora, io ho qui con me il plico, ma vorrei sapere cosa avete voi da darmi in cambio >>

<< Quanto vuole? >> dice il nero, con voce poco ferma.

Sorridendo, Clarence risponde << Quanto siete disposti ad offrire? >>

<< Abbiamo a disposizione una discreta somma. Lei aveva già in mente una cifra? >>

<< Non è una questione di soldi. Non lo è mai stata >> Gli sguardi dei tre uomini tradiscono un certo disagio quando Beeks pronuncia la frase << Sono interessato ad altro e, spero, che voi mi comprendiate se vi dico che i soldi sono solo una questione secondaria >>

<< Oh, io capisco benissimo >> sussurra una voce femminile accanto a loro.

 In piedi, vicino al tavolo, c’è la bella donna che prima era seduta da sola. Sorride, mettendo in mostra dei denti bianchissimi da reginetta di bellezza. Sbatte un po’ le ciglia ammiccando complice, poi afferra una sedia e si accomoda accanto a Clarence.

<< Lavoro per una persona che avrebbe grande interesse nell’ottenere le informazioni che stai vendendo Clarence. Posso chiamarti Clarence, vero? >> sussurra civettuola.

L’uomo sposta rapidamente lo sguardo dalla donna verso i tre uomini seduti con lui. Poi di nuovo alla donna. Poi, dopo un po’, di nuovo verso gli uomini.

Schiarendosi un po’ la voce, Beeks domanda incerto << Ehm, e lei cosa offrirebbe in cambio? >>

Mettendo in bella mostra i suoi occhi scuri << A parte una discreta somma di denaro, penso che potremmo raggiungere un accomodamento privato >> risponde la donna con tono seducente.

<< Penso che dovreste ascoltare la nostra controproposta signor Beeks >> dice l’hipster, interrompendo le civetterie e facendo un cenno d’intesa ai suoi due amici << Anche noi lavoriamo per una certa persona. Una persona che, oltre ad avere grande interesse per le informazioni che sta vendendo, è un individuo piuttosto importante >>

Strappato allo sguardo carico di promesse di piacere della donna, Clarence rivolge un’occhiata all’hipster, al nero ed al loro magro compagno che, in questo momento, sembra piuttosto nervoso. I suoi occhi passano dalla donna a Clarence e poi alla strada, in un ciclo continuo.

Sorridendo, divertito da questo scambio che da unilaterale è diventato a due parti, Beeks domanda << E chi sarebbe questa persona così importante? >>

Pacatamente l’hipster risponde << Questo non possiamo dirlo. Ma siamo disposti ad offrire 100.000 dollari per il plico >>

Clarence inarca le sopracciglia, stupito dalla frase. La donna invece coglie l’occasione per alzare la posta e, spostando una mano sulla coscia di Beeks replica sicura << Bene, direi che allora potremmo andare a parlare da soli io e te Clarence. Se questi signori non vogliono, o non possono, offrire altro credo proprio che il mio cliente possa pagare 125.000 dollari >> Poi aggiunge con voce suadente << Poi io e te potremmo proseguire il nostro negoziato in un ambiente più… appartato >>

Rosso in volto, Beeks non può fare a meno di sorridere stupidamente mentre balbetta <>

<< Tanja Valşenka >> dice d’improvviso l’uomo magro e nervoso << Tanja Valşenka ci ha mandato per acquistare il plico di documenti >>

Clarence si ferma a metà mentre si alza dalla sedia, poi si risiede con un tonfo << Ho capito bene? >>

L’hipster, visibilmente seccato per quello che l’amico ha appena detto, replica piccato << Sì. Ha capito bene. Ed il nostro capo può arrivare anche ad offrire 150.000 dollari >>

 Clarence allontana distrattamente la mano della donna dalla sua coscia, continuando a guardare i suoi tre interlocutori. Lavorando per i federali il nome di Tanja Valşenka gli è noto. Diverse indagini si sono scontrate con il suo nome, quello di una giovane donna apparentemente ricchissima ed a capo di un impero economico che ha come base l’Europa ma con innumerevoli proprietà anche nel nuovo mondo. Se è davvero Valşenka che ha intenzione di comprare il plico avrebbe senso pensa Clarence Scommetto che ha intenzione di mettere in atto una forte speculazione sfruttando le proiezioni finanziarie contenute nel plico. L’uomo sorride al pensiero di quanto sta per guadagnare.

<< Bene >> sentenzia nonostante la sua bocca sia diventata improvvisamente secca ed asciutta << Posso quindi pensare che oltre al denaro la signorina Valşenka potrebbe garantirmi… altri vantaggi >>. L’hipster, che evidentemente deve essere il capo del trio, mantiene una faccia indescrivibile.

Approfittando della pausa, la donna passa nuovamente all’attacco << Clarence, sei davvero sicuro di non preferire la mia offerta? Il mio principale può offrirti quello che vuoi. E se tu mi aiutassi a concludere l’affare >> aggiunge iniziando a giocare con i bottoni della camicia << te ne sarei davvero molto grata >>

Ancora un po’ imbarazzato, Beeks guarda il volto attraente e leggermente ovale della donna, incorniciato da una cascata di capelli neri e mossi. Nonostante il gonfiore nei suoi pantaloni gridi disperato di accettare l’offerta della bellezza bruna accanto a lui, il suo cervello lo mette a tacere quando i suoi occhi incontrano gli sguardi eloquenti dei tre uomini. Sicuramente anche se accettasse le offerte della donna, il trio non gli permetterebbe di allontanarsi per più di un isolato primo di prenderli alle spalle e foderare le loro schiene di piombo.

Con un triste sorriso, a malincuore Clarence prende la mano della donna e la sposta dal suo petto al tavolino in metallo del bar. << Le sue argomentazioni sono… irresistibili, ma l’offerta dei signori mi sembra più vantaggiosa. Sono davvero dispiaciuto ma mi trovo costretto a rinunciare alla sua proposta >>. Non posso credere di averlo detto pensa dentro di se, mentre il suo secondo cervello dentro i pantaloni prende atto della sconfitta ed abbassa la testa.

 Il bellissimo volto di lei si distorce in una smorfia di disapprovazione. Gli occhi si riducono a due fessure mentre la bocca rossa si assottiglia e si incurva verso il basso. Lampi di rabbia dardeggiano verso Beeks ed i suoi tre compratori mentre lei afferra la borsetta e si alza stizzita.

<< Come preferisci Clarence. Fai come vuoi, ma non aspettarti di avere una seconda opportunità >>

Correrò il rischio dice dentro di sé, nonostante le grida del suo io inferiore mentre la vede allontanarsi tutta curve ancheggianti e scalpiccio di tacchi.

Girandosi verso i tre uomini e sospirando, dice << Abbiamo un accordo? >>

Nonostante il tentennamento dell’uomo dalla giacca verde e dal mingherlino, l’hipster annuisce con la testa.

<< Ottimo. Quando pensate di potermi dare i miei 150.000 dollari? Spero subito perché non ho intenzione di andarmene più leggero di un plico e senza i miei soldi >>

La normale espressione impassibile dell’hipster tremola un momento mentre pensa Abbiamo solo 100.000 dollari. Come diavolo li recuperiamo gli altri 50.000? A quest’ora le banche sono chiuse ed il bancomat ha una disponibilità limitata.

<< Certamente >> risponde lui tranquillo << Ovviamente non ci siamo portati dietro i soldi per ragioni di sicurezza. Posso però andare a prelevarli lasciandola in compagnia dei miei due soci >>

<< Un momento >> lo interrompe Clarence << Non sono uno stupido. Non ho intenzione di rimanere qui mentre magari lei va a chiamare gli sbirri o chissà chi. Se lei se ne va l’affare salta ed ognuno per la sua strada >>

L’uomo magro ed il nero guardano il loro amico con aria interdetta, ma senza fare una piega l’hipster ribatte tranquillo << Certo. Non c’è problema. Abbiamo una parte dei soldi in macchina ma per l’altra parte, i 50.000 dollari, posso provare a fare un deposito sul suo conto >>

<< È una buona idea. Ma non voglio che il governo inizi a farsi delle domande sulle mie entrate. Penso che le darò il numero di un mio conto estero che ho aperto per l’occorrenza, mentre per quanto riguarda i soldi nella macchina potete dare le chiavi al mio amico >> dice Beeks indicando l’uomo dalla barba incolta che ora ha alzato lo sguardo verso il quartetto e li saluta con un cenno della mano << Dite a Jacob dove avete messo l’auto e dove sono i soldi, poi lui li conterà per sicurezza e li porterà qui. Intanto voi potete trasferire i soldi, poi chiudiamo l’affare e dite a Tanja Valşenka che ho fatto la mia parte e che mi aspetto una sua chiamata entro i prossimi giorni >>

Il trio si scambia delle occhiate sospettose e Clarence aggiunge << Non lo sto dicendo per minacciarvi, ma se non ricevo la telefonata potrei sempre decidere di aggiungere le vostre facce all’elenco dei ricercati dei servizi Federali >> . Sentendo queste parole l’hipster accenna ad un sorriso mostrando una faccia beffarda. Per niente intimorito Beeks aggiunge << Può non sembrare, ma sono venuto preparato >>

 Pochi minuti dopo una piccola valigetta in pelle marrone viene deposta sotto al tavolo mentre Clarence e Jacob si lanciano un’occhiata di intesa. Beeks si concede di sorridere mentre guarda lo schermo del cellulare, illuminato dal messaggio ricevuto poco fa dalla banca che gestisce il suo conto off-shore e che gli comunica l’avvenuto pagamento.

<< Bene, sono felice che tutto sia andato per il meglio >> dice Clarence mentre passa la borsa a tracolla verso l’hipster << Là dentro c’è una copia in bianco e nero del plico. Come pattuito >>

L’uomo dalla barba lunga afferra la borsa con una mano, dà una rapida occhiata all’interno senza estrarre il voluminoso faldone e la passa al nero accanto a lui.

Siccome nessuno dei tre uomini davanti a lui profferisce alcuna parola, Clarence si schiarisce la voce e sussurra << Direi che abbiamo finito. Ora possiamo anche lasciarci. Ricordatevi che aspetto quella telefonata >> aggiunge mentre si alza e si allontana con la valigetta sottomano.

I tre uomini rimangono silenziosi a guardarlo mentre si allontana, scomparendo nel via vai di persone che popolano i marciapiedi affollati di Tampa. Poi ad un certo punto, l’uomo nero dalla giacca verde smeraldo si rivolge ai suoi due soci e dice:

<< Non male come primo lavoro fuori città. Ma la prossima volta cerchiamo di essere un po’ più professionali, eh? >>

L’hipster gli rivolge un’eloquente occhiata glaciale.

 Euforico, Clarence prosegue la sua camminata fino all’auto parcheggiata a tre isolati di distanza dal Pimento Groove. Il peso della valigetta piena di denaro e la lunga strada fino alla macchina non gli pesa questa sera. Nei successivi dieci minuti la sua mente galoppa in un panorama di rosei futuri ricchi di agi, successo e comodità: donne, una promozione, una bella casa. Probabilmente anche un abbonamento in palestra. Abiti firmati, un’auto nuova, forse anche una moto.

I piedi lo conducono automaticamente fino alla sua auto. Guardandola ora, Clarence non vede l’ora di poter cambiare quel catorcio comprato a metà prezzo in un autosalone che stava per chiudere. Ancora sorridente, cerca le chiavi dell’auto in tasca, le infila nella toppa e le gira.

<< Buonasera Clarence >>

Il clack della serratura della portiera copre il suono di Clarence che deglutisce. Lentamente si gira per vedere di fronte a se un uomo alto, dalle pelle scura, occhi leggermente a mandorla, senza capelli ma con un rado pizzetto che gli incornicia la bocca. Il suo volto è allungato, probabilmente la fronte alta inganna l’occhio ma anche il collo un po’ più lungo della media rende la figura decisamente slanciata.

<< … buonasera Mister Dreyfus >> risponde tentennando Clarence.

La valigetta gli cade dalla mano quando Dreyfus gli lancia un’occhiata penetrante che lo porta ad immobilizzarsi, come un topo di fronte al serpente.

<< Ora io e te ci andremo a fare una chiacchierata >> dice pacato l’uomo. Le parole gli escono dalla bocca lentamente, aggrappandosi alle labbra prima di volare fino alle orecchie di Clarence.

Poi il buio.

  
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