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Autore: Lyla Vicious    30/08/2018    1 recensioni
E se fosse lui l'ammiratore segreto misterioso? Nah, non era così stupida da illudersi che un tipo del genere fosse il classico principe azzurro.
Assomigliava piuttosto a una versione punk e ulteriormente disadattata di un personaggio dei film di James Dean che andavano per la maggiore ai tempi dei suoi genitori.
Un ribelle senza causa, dunque.
“Toglitelo dalla testa” la fece rinsavire Margareth:” Non è assolutamente il tipo per una relazione seria.”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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21 Giugno 1990

 

Quella mattina la sveglia suonò come sempre, puntuale, alle otto.

Judy si stiracchiò pigramente sotto le coperte.

Era ancora troppo stanca per immaginare anche soltanto di doversi sbarazzare di quel comodo giaciglio, anche se solamente per alcune ore.

Voleva godersi ancora per qualche minuto quel tepore, crogiolarsi in sé stessa e in un sonno interrotto da un trillo improvviso.

Ciononostante non sarebbe stato da lei trovarsi in ritardo per la colazione, perciò si decise, si infilò con un balzo le ciabatte ai piedi e si diresse verso il refettorio insieme alle compagne di stanza, divenute ormai amiche, quasi inseparabili.

Infatti, trascorso poco più di un mese dal suo primo giorno al Sunrise Bay, il rapporto con Margareth e Veronica si era ulteriormente consolidato.

La ragazza dai capelli biondi, per la prima volta nella sua vita, non avrebbe avuto difficoltà a dire di avere delle relazioni amicali durature, dei rapporti che avrebbe potuto comodamente definire tali e che non sarebbero scomparsi dopo lo schiocco di dita di un prestigiatore.

Raggiunsero la mensa dopo aver sceso una rampa di scale, seguite da un'orda terribilmente colma di persone da far immaginare senza non poca difficoltà il bacino di pubblico che aveva gremito il festival di Woodstock oltre vent'anni prima.

Immediatamente si trovarono quasi soffocate dalla folla che tentava di entrare nella sala, mentre si udivano le voci dei sorveglianti che richiamavano tutti all'ordine in sottofondo.

Il caos sovrastava l'ambiente asettico dell'ospedale, il quale ricordava un mostro che tentava di inghiottire tutto quanto ciò che gli capitava a tiro, tra pazienti e personale.

Comunque, in un modo o nell'altro, il trio riuscì a raggiungere il solito tavolo in cui consumava i pasti quotidiani.

Sì, le ragazze erano piuttosto abitudinarie, fossilizzate in una solida routine impossibile da squarciare.

C'era però da fare un piccolo appunto, qualcosa, da un paio di settimane a quella parte, era cambiato.

E quel qualcosa riguardava un mazzo di fiori che ogni mattina troneggiava accanto al posto in cui sedeva Judy.

Il mittente non era segnato, solo citazioni di Shakespeare, Keats e altri poeti rendevano il biglietto che accompagnava il grazioso regalo meno impersonale di quanto non fosse.

Quel giorno toccò ancora a Keats: Vorrei quasi che fossimo farfalle e vivessimo appena tre giorni d'estate, tre giorni così con te li colmerei di tali delizie che cinquant'anni comuni non potrebbero mai contenere.” Era scritto.

Judy arrossì lievemente, sia dall'imbarazzo sia per quanto si sentisse lusingata di ricevere quel genere di piccole attenzioni.

“Com'è romantico!” Sospirò Margareth con occhi sognanti:”Vorrei tanto che qualcuno mi regalasse dei fiori ogni mattina! Judy, sono ufficialmente invidiosa di te, sappilo.”

“Un po' troppo sdolcinato per i miei gusti, ma è pur sempre un gesto carino.” Aggiunse Veronica, più obbiettiva, per quanto la schizofrenia tendesse ad estraniarla dal mondo reale, rinchiudendola spesso in un universo visionario e fittizio.

“Sì ragazze, ma non so nemmeno chi sia! E se fosse uno scherzo?”

“Allora si tratterebbe di uno scherzo di due settimane, con tanto di ricerche accurate, chi avrebbe così tanta pazienza?” Domandò ancora Margareth.

“Beh...”

Judy alzò lo sguardo per un millesimo di secondo e si soffermò con gli occhi, come ogni mattina e come ogni volta che usciva dalla sua stanza, all'interno dell'abitacolo, aveva soltanto una persona in mente, quel ragazzo dai capelli corvini che non faceva altro che bere costantemente da una bottiglia di aranciata.

In quell'istante si trovava in fila per ricevere la sua razione mattutina, sempre vagamente deformato dal camice largo quanto una tenda che indossava, che tutti lì dentro indossavano, compresa lei.

Gli occhi smeraldini di lui incrociarono quelli nocciola di lei.

Ormai accadeva da qualche tempo, così tante volte che la ragazza aveva perso il conto, ma quel contorcimento delle viscere che le provocava quel gesto non si era minimamente esaurito dalla prima occhiata che si erano lanciati, né tantomeno era diminuito.

Ovviamente, come sempre, finirono entrambi per ritrarre lo sguardo, per evitare di risultare troppo invadenti.

E se fosse lui l'ammiratore segreto misterioso? Nah, non era così stupida da illudersi che un tipo del genere fosse il classico principe azzurro.

Assomigliava piuttosto a una versione punk e ulteriormente disadattata di un personaggio dei film di James Dean che andavano per la maggiore ai tempi dei suoi genitori.

Un ribelle senza causa, dunque.

“Toglitelo dalla testa” la fece rinsavire Margareth:” Non è assolutamente il tipo per una relazione seria.”

“M-ma io, non stavo guardando nessuno.” Balbettò Judy.

“Si, infatti si nota, hai un'espressione da ameba ogni volta che lo noti nei paraggi. Comunque si chiama Mike Sanders, è entrato qui poco dopo di me, o almeno l'ho notato intorno a quel periodo, si è già fatto tutte le mie conoscenti, quello ha solo una cosa in mente, e di sicuro quella cosa non sei tu, insomma, probabilmente punta solo al tuo corpo, o a quello che può notare.” Si interruppe:”Piuttosto dai una chance a questo dolcissimo ragazzo.” Le disse, riportando l'attenzione sul mazzo di rose rosse che giaceva sul tavolo.

Rose rosse dal sapore parigino e passionale su un tavolo metallico e incolore di un ospedale psichiatrico, che insolito contrasto, le venne da pensare.

Ad ogni modo Mike era sparito dalla sua visuale, come sarebbe dovuto sparire dai suoi pensieri.

Era ormai certo che con lui non avesse alcuna possibilità.

 

  
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