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Autore: green_eyed    30/08/2018    4 recensioni
"Comunque, come funziona? Tu vieni qui quando ti chiamo. Ti basta...entrare e uscire dall'esistenza, o qualcosa del genere?"
"È come un legame magico" spiega Lexa, apparentemente esitante. "Quando dici il mio nome, provo una spinta - proprio qui, nel mio petto" dice, disegnando un cerchio intorno alla pelle sopra il suo cuore. "Che è strano di per sé, visto che non possiedo più un cuore pulsante. Non posso spiegarlo, ma mi sento obbligata ad essere ovunque tu sia."
"Quindi non sono solo io" dice lentamente Clarke, un'espressione piena di speranza a sostituire il suo cipiglio precedente. "C'è qualcosa di più tra me e te, non è vero?"
(oppure: Clarke è una studentessa del settimo anno, Lexa è uno dei fantasmi di Hogwarts. C'è una connessione tra loro che Clarke non capisce, ma è determinata a capirlo.)
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Octavia Blake, Raven Reyes, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3


 
Si trovano nel bel mezzo dell'atrio e gli studenti devono cambiare traiettoria bruscamente per evitare di colpirle, ma loro non prestano attenzione a nessuno se non l'una all'altra. Lexa si sitema la veste nera di Hogwarts mentre Clarke la guarda da testa a piedi.

"Sei veramente qui."

Lexa annuisce. "Lo sono per davvero."

"Non ho mai avuto modo di presentarmi quella notte, nella tua camera da letto" dice Clarke con un sorriso imbarazzato. "Mi chiamo Clarke Griffin."

Lexa tende la mano. Clarke ha la sensazione di aver superato lo step dello stringersi la mano, visto che si erano teunute mano nella mano per circa dieci minuti quando si erano incontrate la prima volta, ma si costringe comunque ad afferrarla. La mano di Lexa è morbida e calda come ricorda.

"Lexa Woods".

C'è un momento di silenzio tra di loro, ma Clarke lo spezza prima che possa diventare troppo imbarazzante.

"Qualcuno ti ha già fatto fare un giro della scuola?"

L'espressione sicura di Lexa vacilla leggermente. "Mi è stato mostrato l'ufficio del Preside, il bagno femminile al terzo piano vicino all'ufficio del Preside e la Sala Grande."

Clarke scuote la testa con finta delusione. "Dai, ti farò fare un vero tour - castello e terreni inclusi. Potrei anche presentarti al Calamaro Gigante. A proposito, è un fan dei toast alla francese, in caso tu voglia fartelo subito amico."

"Avete un calamaro gigante nel castello?" Chiede Lexa confusa.

"Oh, no" ride Clarke. "Se guardi fuori da una finestra qualsiasi al lato sud del castello, vedrai il Grande Lago - è lì che vive."

"Il preside approva che tali creature risiedano nei terreni scolastici?" Lexa domanda incuriosita. Guarda male uno studente che va a sbattere contro la sua spalla e la fa inciampare in avanti.

Clarke tira fuori la sua bacchetta e la punta verso i piedi dell'allievo incriminato. La agita in un movimento veloce e il ragazzo inciampa sui suoi lacci improvvisamente slegati. Lexa inarca un sopracciglio, come se stesse chiedendo se fosse davvero necessario, e Clarke si stringe nelle spalle facendo un mezzo sorriso.

"Non penso che il Professor Jaha abbia un grande controllo sulle creature che vivono qui intorno, ad essere onesti" dice in risposta alla domanda precedente di Lexa. "Soprattutto non nella Foresta Proibita, che circonda la maggior parte del castello."

Anche l'altro sopracciglio di Lexa si alza. "Foresta Proibita? È un nome abbastanza strano per una foresta."

"È un nome appropriato" risponde Clarke. "Ci sono creature nascoste lì dentro che non vorrei incontrare - Acromantule, lupi mannari, creature succhia-sangue..."

"Eppure la foresta rimane aperta e facilmente accessibile sia allo staff che agli studenti" commenta Lexa incredula.

"Oh, e non dimenticarti che teniamo alcune lezioni lì" la informa Clarke. "Cura delle creature magiche, per essere esatti."

Lexa fa una risata. "Hogwarts è davvero una scuola affascinante, non è vero?"

"E non ho ancora iniziato il tour" dice Clarke sorridendo. "Dai, andiamo."

***

Finiscono il tour dove lo hanno iniziato - all'ingresso del castello - e Clarke sta sorridendo così tanto che le guance le fanno male. Lexa è molto divertente e ironica, fa sentire Clarke a suo agio con la sua sola presenza. Non si è mai sentita così rapidamente a suo agio con una persona prima; la sensazione è quasi surreale.

Lexa le sorride dolcemente mentre si fermano sul fondo della Scala Grande. Sembra che voglia dire qualcosa, quindi Clarke aspetta pazientemente.

"Capisco che non ci conosciamo da molto tempo" inizia Lexa esitante. "Ma ho un favore da chiederti."

Clarke le rivolge un sorriso incoraggiante. "Certo, dimmi pure"

"Il professor Jaha mi ha chiesto di unirmi a lui dopo cena nel suo studio - dice che devo essere smistata in una casa?" Chiede Lexa, giocherellando con il bordo della sua tunica. Clarke la trova insolitamente timida. "Vorresti venire con me? Sarebbe bello avere una volto familiare nella stanza, e sono sicura che al preside non dispiacerà."

"Certo" risponde Clarke entusiasta. "Nel frattempo, puoi sederti con me a cena - ti presenterò ai miei amici!"

Con dispiacere Clarke osserva come Lexa arriccia il naso all'idea. "Dopo le storie che mi hai raccontato su Raven Reyes, non sono del tutto sicura di volerla incontrare."

"Raven è innocua, davvero" la rassicura Clarke, conducendola verso la Sala Grande.

"Mi hai detto che ha fatto saltare in aria il suo dormitorio al suo primo anno" le ricorda Lexa.

"Beh, sì, ma si stava ancora abituando alla magia a quel tempo" cerca di farla ragionare Clarke, camminando attraverso le doppie porte di quercia. "Le sue esplosioni sono molto più controllate ora."

"Oh, questo mi fa sentire molto meglio" dice Lexa sarcasticamente. "Grazie."

Clarke le dà un colpetto sulla spalla. Si siede al tavolo di Grifondoro e Lexa la segue. "È una brava ragazza. Dico sul serio."

"Lo giuri?" Chiede Lexa con cautela.

Clarke mostra il suo mignolo. "Lo giuro."

Lexa fissa il dito con espressione assente. "È una cosa di Hogwarts?"

"Oh, mi dispiace" Clarke ritrae frettolosamente il dito e stringe la mano a pugno. "Quello era un, un...era una cosa babbana. Scusa."

"Sei nata babbana?" Chiede Lexa piano.

Clarke si prende un secondo per guardarla negli occhi. Brillano d'oro verdastro alla luce delle candele, ma non trasmettono niente. Lexa aspetta una risposta.

"Sono una mezzosangue - mio padre è un babbano, mia madre una strega" risponde alla fine Clarke. Non si era mai chiesta se Lexa fosse un tipo elitario; spera davvero che non lo sia, ma la sua espressione si trasforma comunque in uno sguardo di circospezione. "È un problema?"

Lexa la fissa per un secondo. Quindi le dice: "No. Non ho nessun problema al riguardo."

Clarke annuisce con approvazione. "Lo giuri?"

Lexa esita. Quindi alza il pugno con il mignolo alzato. Clarke intreccia le loro dita e sorride dolcemente.

***

Si fanno strada sulla Scala Grande dopo cena, e Lexa racconta a Clarke cosa pensa dei suoi amici.

"Non sono i peggiori? Wow, Lexa. Sembri così impressionata."

"Octavia ha fatto molte domande."

"È una ragazza curiosa."

"Bellamy mi stava fissando per tutto il tempo."

"Stava solo svolgendo il ruolo del  fratello maggiore iperprotettivo."

"Wells mi ha chiesto quali sono le mie intenzioni".

"Voleva solamente conoscerti meglio."

"Raven voleva sapere se Beauxbatons è abbastanza piccola da saltare in aria con un singolo incantesimo esplosivo ben eseguito."

"Lei è...ok, va bene. Sono tutti un po' strani. Ma sono pur sempre miei amici."

"Dagli del tempo, Clarke. Sono sicura che alla fine mi abituerò a loro."

"Solo non arrenderti ok? Prometto che vale la pena conoscerli."

"Sono più che disposta a dare loro una possibilità, Clarke. Inoltre, non possono fare niente di peggio che smaterializzarsi nella mia camera da letto, no?"

"Non smetterai mai di rinfacciarmelo vero?"

"Mai."

Mentre si trovano in cima alle scale che ancora stanno girando al terzo piano, si preparano ad atterrare nel corridoio che li condurrà all'ufficio del preside, ma una voce ferma Lexa prima che possa proseguire. Clarke si ferma lentamente accanto a lei.

“Lexa!”

Lexa si gira e guarda il ragazzo che sta in piedi a metà della scala successiva chiamandola.

"...Lincoln?"

È Lincoln Woods, un ragazzone Grifondoro dello stesso anno di Clarke, il quale è oggetto d'interesse per Octavia da un po' di tempo. Lincoln scende i gradini e si ferma davanti a Lexa. Allungano entrambi la mano e si afferrano reciprocamente gli avambracci in una bizzarra stretta, e lo sguardo di Clarke guizza confuso tra i due. Condividono piccoli sorrisi mentre rilasciano la stretta.

"Quanti anni sono passati?" Chiede Lincoln.

"Cinque, credo. Anche se sembra una vita " dice Lexa dolcemente. "Sei più alto di me adesso."

Lincoln ridacchia. "Sono più alto di quasi tutti adesso, Lex."

"Non ne dubito affatto" dice Lexa con un sorriso caloroso. "Le cose vanno bene in famiglia?"

L'espressione di Lincoln si oscura per un momento, ma subito torna normale. "Le cose sono...come ci si può aspettare, immagino. Sai com'è."

Lexa annuisce solennemente. "Sfortunatamente sì."

"Non vorrei interrompervi" interviene curiosamente Clarke. "Ma come fate a conoscervi, esattamente?"

"Scusa, Clarke, non intendevamo escluderti" dice Lincoln con un sorriso di scuse. "Lexa e io siamo cugini, ma non ci vediamo da molto tempo."

"Oh. Wow."

Clarke fa un cenno di comprensione. Con il fisico abbronzato e muscoloso di Lincoln e la pelle relativamente pallida di Lexa e il suo corpo magro, non l'avrebbe mai detto. Lexa ridacchia, ovviamente prendendo nota di come Clarke abbia appena studiato apertamente il loro aspetto fisico. Lei arrossisce per la sua mancanza di tatto.

"Cosa ci fai ad Hogwarts?" Chiede Lincoln a Lexa, guardando le sue vesti scolastiche. "Ti sei stancata delle ninfe del bosco che ti veneravano nella sala da pranzo a Beauxbatons?"

"Non avevo molta scelta - conosci i miei genitori" dice Lexa ironicamente. "Mia madre e mio padre hanno deciso che la mia ex scuola non era più.. adatta, per i loro bisogni."

Clarke non può fare a meno di pensare di essersi intromessa in una parte della conversazione che non dovrebbe aver ascoltato, quindi distoglie lo sguardo. Per fortuna, Lexa sembra accorgersi del suo disagio.

"Ad ogni modo, Lincoln, dobbiamo andare - ho un incontro con il preside"  dice Lexa, lanciando un'occhiata a Clarke. "Ci vediamo in giro?"

"Certo" annuisce Lincoln. "È stato bello parlare con te, Lexa. Anche con te, Clarke. "

"Ciao, Lincoln."

Lincoln torna su per le scale mentre Clarke e Lexa proseguono lungo il corridoio verso l'ufficio del Preside.

"Quindi...tu e Lincoln siete cugini?"

"Sì" annuisce Lexa.

Clarke domanda speranzosa. "Credi di poter mettere una buona parola per Octavia?"

Lexa alza un sopracciglio.

"Non dirle che te l'ho detto, ma Octavia  ha una cotta per lui da così tanto, da un anno ormai" dice Clarke con un sorrisino. "Se c'è qualcosa che posso fare per aiutarla...beh. Sono disposta a rischiare. Il fatto che stia continuando a sbavargli dietro poi sta diventando piuttosto patetico, a dire il vero."

Gli angoli delle labbra di Lexa si muovono all'insù e offre a Clarke un cenno del capo. "Parlerò con Lincoln quando posso."

"Grazie, Lexa."

***

L'incontro di Lexa con il preside è stato interessante, per non dire altro. Era rimasta seduta con il Cappello Parlante in testa per più di cinque minuti - il tempo più lungo a cui Clarke avesse mai assistito - prima di essere dichiarata Serpeverde.

Clarke guarda Lexa mentre fissa la sua nuova cravatta verde e argento davanti lo specchio del bagno.

"Sei in Serpeverde" dice.

Le dita di Lexa si muovono agilmente mentre aggiusta la cravatta. "Così sembra."

"Ho sperato che saresti stata smistata in Grifondoro" ammette Clarke, muovendosi in modo da stare dietro l'altra ragazza.

Lexa si ferma, incontrando i suoi occhi nello specchio. "Perché?"

"Così avrei potuto passare più tempo a conoscerti" risponde Clarke.

Lexa usa il riflesso offerto dallo specchio per dare uno sguardo dalla propria cravatta a quella di Clarke, scarlatto e oro sbucano dalla parte superiore della sua tunica chiusa. "Devo ricordarti che sei amica di Raven, Bellamy e Wells? Nessuno di loro è Grifondoro. Non abbiamo bisogno di stare nella stessa casa per continuare a conoscerci, Clarke."

Clarke sorride al concetto. Lexa si gira quando la sua cravatta è finalmente sistemata a suo gradimento.

"Il colore mi ricorda quello dei vestiti che indossavi quando ci siamo incontrate la prima volta" commenta Clarke, allungando una mano per toccare la cravatta. "Si abbina ai tuoi occhi."

"Sono contenta che la mia nuova casa si abbini alla mia estetica" dice Lexa con leggerezza. Esita prima di continuare "L'ho portata con me. La vestaglia che stavo indossando quella notte. Forse avrai l'opportunità di vederla di nuovo."

Clarke ammicca stupidamente. "E' una proposta?"

"È quello che è, Clarke" dice Lexa in modo uniforme, anche se Clarke può vedere un rossore che sta cominciando ad emergere dalla cima del colletto della sua camicia.

Forse la ragazza può non aver risposto alla sua domanda, ma la sua reazione evidente carica Clarke di aspettative.

***

"Come è stata la tua prima settimana?" Chiede Clarke dopo aver visto Lexa seduta al tavolo dei Serpeverde e facendosi strada per raggiungerla. "Tutto bene?"

Lexa annuisce, ingoiando il boccone di cibo. "È stato illuminante, per non dire altro. Lo sapevi che il castello e i terreni sono protetti da un incantesimo anti-materializzazione? Mi sono persa in uno dei tanti corridoi della scuola e ho provato a smaterializzarmi alla prossima lezione che avrei dovuto seguire, ma sfortunatamente non ha funzionato. La professoressa Cartwig non è stata contenta del mio ritardo."

Clarke ride. "Lo sapevo già, in realtà. Solo il preside ha il potere di scavalcare l'incantesimo anti-materializzazione. È una precauzione di sicurezza su cui Jaha insiste, specialmente dopo la battaglia di Hogwarts nel '98."

"Posso presumere che non riceverò nessuna visita a sorpresa nel bel mezzo della notte, allora?" Chiede Lexa, il suo tono prende un tono canzonatorio. "Visto che non puoi accidentalmente comparire nel mio dormitorio, ovviamente."

Clarke alza gli occhi all'ovvio divertimento di Lexa. "Oh, chiudi-"

"Quindi ora ci sediamo al tavolo dei Serpeverde?" Octavia interrompe le loro battute, lasciandosi cadere di fronte a loro. Non aspetta una risposta prima di iniziare a riempire il suo piatto con del cibo.

Raven entra dall'enorme porta, scannerizza i tavoli e cammina verso di loro una volta che li vede. "Tavolo Serpeverde stasera, eh?"

Come Octavia, non aspetta una risposta prima di sedersi all'altro lato di Clarke. Lexa mantiene il suo sorriso divertito. Clarke si lamenta internamente.

Bellamy arriva qualche secondo dopo e si siede accanto a sua sorella. "Vedo che siamo finalmente migrati verso il lato migliore della Sala Comune. Lexa e io possiamo mangiare con la nostra casa per una volta. Buona scelta, ragazze."

"Nuh" Raven protesta con una cucchiaiata di purè di patate in bocca. "So uì ol hé uti ri o no." Una volta che ha ingoiato il suo cibo si schiarisce la voce " Sono qui solo perché tutti gli altri lo erano."

Bellamy annuisce incredulo, esortando Raven ad iniziare un discorso sulla storia oscura di Serpeverde. Alla fine, Wells si unisce al tavolo, dopo aver detto di aver passato un sacco di tempo a cercare di trovarli al tavolo di Grifondoro, dove di solito sono seduti. Si siede accanto a Bellamy, borbottando Merlino sa cosa tra sè e sè.

Lexa alza un sopracciglio a Clarke quando si sistemano tutti al tavolo.

Clarke si stringe nelle spalle imbarazzata. "Scusa. Sono una specie di pacchetto. Prendi uno, prendi tutti."

"Non scusarti per i tuoi amici" dice Lexa con un sorriso. Lancia un'occhiata alle porte, dove Lincoln e una ragazza - alta, con la pelle marrone dorata e capelli biondi - sono appena passati. "Parlando di amici..."

Saluta Lincoln e la ragazza, un'ovvia richiesta di unirsi a loro. Clarke aspetta che si avvicinino e guarda mentre si siedono di fronte a Lexa. Lexa da una spintarella a Clarke mentre si stanno sedendo, e Clarke si rende conto che Lincoln e Octavia sono seduti l'uno accanto all'altra. Sorride quando Octavia arriva alla stessa realizzazione con gli occhi spalancati.

"Conosci già mio cugino, Lincoln. Questa è una delle nostre amiche di famiglia, Anya Greene" dice Lexa a Clarke. Si rivolge poi ad Anya. "Anya, questa è Clarke, la ragazza di cui ti ho parlato."

"Quella che è apparsa nella tua stanza nel bel mezzo della notte, sì ho presente" dice Anya freddamente. Annuisce a Clarke, che osserva la sua cravatta verde e argento. "Lexa parla molto di te."

Clarke arrossisce quando si rende conto che i suoi amici hanno ascoltato il tutto e stanno ridacchiando alla nuova informazione.

"E questi sono gli amici di Clarke" aggiunge Lexa, lasciando il gruppo a fare le proprie presentazioni.

Clarke sorride a Lexa quando si rimette al suo posto e tutti si disperdono nelle loro conversazioni - tra cui Octavia e Lincoln, nota piacevolmente.

"Non c'è niente di più bello che una cena in famiglia per festeggiare la tua prima settimana a Hogwarts" Clarke fa una battutina. Si prende poi un momento per apprezzare la vista che ha di fronte: un intruglio di vecchi e nuovi amici - sia per Lexa che per Clarke - ma qualcosa la fa sentire a suo agio e nel posto giusto.

"Potrei abituarmi a questo" ammette Lexa, guardando il gruppo di amici.

Il suo tono malinconico fa pensare a Clarke che Lexa non abbia mai avuto qualcosa di simile - una stretta cerchia di amici e familiari - prima. Senza pensarci, Clarke afferra la mano di Lexa.

"Bene, perché non andiamo da nessuna parte."

Il debole sorriso di Lexa strattona le corde del cuore di Clarke, e lei risponde con una leggera stretta della mano.

***


Notte dopo notte, continua a fare questi sogni confusi su Lexa. Clarke non sa cosa pensare a riguardo. Sembrano così reali, ma la sua mente le sta dicendo che questi eventi non potrebbero mai essere accaduti. C'è una guerra che infuria nella sua testa - fatti realmente accaduti contro finzione, sogno contro realtà - e il suo cervello è così pieno di informazioni, che è sicura di non aver spazio per nient altro.

Tutto e niente ha senso, e tutto questo allo stesso tempo. È così incasinato, pensa Clarke, svegliandosi nel cuore della notte dopo un altro dei suoi sogni. Non riesce a riaddormentarsi perché la sua testa è ancora piena di bagliori e frammenti di sogni di breve durata, quindi decide di fare una passeggiata per liberare la mente.

Finisce nella classe della Torre di Astronomia, seduta con la schiena contro il muro di fronte alla finestra aperta. Non riesce ancora a rinunciare all'idea che lei e Lexa siano legate in qualche modo, e che tutti - Bellamy, Raven, Octavia, Wells, sua madre - sappiano qualcosa su Lexa che lei non sa. Perché altrimenti l'avrebbero avvertita di starle lontana?

Tutte le cose riconducono a Lexa, pensa ironicamente.

Alla fine Clarke si stanca di starsene seduta al buio da sola.

"Lexa?" Prova. "Ho bisogno di te."

Ci vogliono alcuni minuti, ma alla fine Lexa fluttua attraverso la porta. Si ferma e si mette nella stessa posizione di Clarke, poi incrocia delicatamente le gambe e aleggia accanto alla ragazza sul pavimento.

"Clarke-" inizia lei.

Clarke non riesce a trattenersi dal parlarle sopra. "Tutti mi stanno mentendo, anche tu" dice lei in tono accusatorio.

Lexa sembra mordersi la lingua. "Tecnicamente, stiamo solo omettendo la verità."

Clarke ride della sua risposta. "Quindi stai mentendo per omissione."

Lexa inclina la testa. "Se è così che vuoi definirlo."

"Fantastico" dice Clarke amaramente. Emette un sospiro e le pone una domanda - una a cui spera otterrà una risposta vera "Comunque, come funziona? Tu vieni qui quando ti chiamo. Ti basta...entrare e uscire dall'esistenza, o qualcosa del genere?"

"È come un legame magico" spiega Lexa, apparentemente esitante. "Quando dici il mio nome, provo una spinta - proprio qui, nel mio petto" dice, disegnando un cerchio intorno alla pelle sopra il suo cuore. "Che è strano di per sé, visto che non possiedo più un cuore pulsante. Non posso spiegarlo, ma mi sento obbligata ad essere ovunque tu sia."

"Quindi non sono solo io" dice lentamente Clarke, un'espressione piena di speranza a sostituire il suo cipiglio precedente. "C'è qualcosa di più tra me e te, non è vero?"

Lexa non risponde, scatenando la delusione in Clarke.

"Stai giocando con il fuoco, Clarke."

"Come, parlando con te?" Chiede Clarke.

Lexa annuisce.

Clarke sospira. "Come può essere pericoloso, esattamente?"

"È pericoloso perché non riesco a smettere" ammette Lexa. "Parlare con te, questo è. Non dovrei nemmeno essere vicino a te. Ma non posso farci niente."

"Sei attratta da me" dice Clarke.

Lexa annuisce. "E tu da me."

"E non posso chiedere perché" borbotta Clarke amaramente.

"Non puoi chiedere il perchè" concorda Lexa. Poi ammorbidisce il tono. "So quanto sia difficile per te accettare semplicemente le cose, Clarke. Ma credimi quando dico che non ne verrà nulla di buono dal cercare di svelare questo mistero."

Ci vuole un minuto buono di silenzio, ma Clarke finalmente parla.

"Va bene."

Lexa sembra scettica, e Clarke presume che il fantasma si aspettasse più resistenza. Clarke può capire perché - Lexa sembra riconoscere la difficoltà che Clarke ha nel non mettere in dubbio tutto ciò che le viene detto.

"Mi fido di te, Lexa" dice sinceramente.

"Non mi conosci nemmeno" ribatte Lexa, apparentemente ancora confusa dalla semplice resa della ragazza.

"No, hai ragione" dice Clarke, sebbene con riluttanza. "Ma sento come se ti conoscessi, e questo deve contare pur qualcosa, no?"

Lexa sembra abbattuta per un momento, con le sopracciglia corrugate e il labbro inferiore tra i denti. Ma i suoi lineamenti si attenuano e annuisce.

Per la prima volta in quella settimana, Clarke non si addormenta con le lacrime a contornarle il viso.


 
Note della traduttrice:
Cosa ne pensate di questo capitolo? I sogni di Clarke si fanno sempre più insistenti e soprattutto sempre più vividi. Nei sogni Lincoln è il cugino di Lexa, e la ragazza che continuava a fissare Clarke durante le lezioni non è altro che la migliore amica di Lexa, Anya. Povera Clarke, è confusa come non mai...e il fatto di non poter avere le risposte che cerca non la aiuta affatto.
Detto questo ho intenzione di pubblicare un altro capitolo domenica perchè poi per dieci giorni sarò in vacanza e purtroppo non sarò in grado di caricare altri capitoli. Dove andrò oltre alla connessione insesistente, non potrò neanche portare il computer perchè non ci sta in valigia :")
   
 
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