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Autore: shinigami di fiori    31/08/2018    3 recensioni
Perchè prima di essere un pirata è un fratello maggiore.
Perchè prima di combattere si prende cura della famiglia.
Perchè prima di chiedere agli altri i loro segreti, mostra il suo.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Charlotte Katakuri, Charlotte Pudding
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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SPOILER per chi guarda solamente l’anime.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Pudding non avrebbe mai dimenticato la sua terribile infanzia:
 
-Sei un mostro-!
-è arrivato il demone a tre occhi-!
-Mostro-”
 
Il suono delle voci ovattate a causa delle sue mani che premevano sulle orecchie era l’unico ricordo nitido che aveva.
Si ricordava anche di quella orrende frangetta che non avrebbe mai voluto portare, ma che era stata obbligata a farsi crescere.
 
-Anche se sei mia figlia sei davvero inquietante...Fatti crescere la frangia, Pudding-.
 
-Si, mamma-.
 
Odiava girare per il villaggio dell’isola con quella stupida acconciatura che non avrebbe nemmeno funzionato.
Ormai era la vittima di tutti i bulli del quartiere che, seppur suoi coetanei, si erano rivelati davvero insopportabili.
Uno di loro le aveva reciso di netto la frangia con un coltellino, costringendola a scappare tra la folla con le mani premute sulla fronte.
 
-Non sono un mostro...-
-Non lo sono...Non lo sono...-
 
Era in lacrime e completamente sola, la gente prima rideva di lei, poi la temeva.
Si era sentita umiliata, insultata...
Non ne poteva più.
 
 
 
 
 
-Aiuto, il mostro a tre occhi vuole ucciderci-
-Scappiamo-
-Aiuto, aiuto-
 
 
 
 
Pudding camminava con un sadico sorriso sulle labbra e un coltello in mano.
Avanzava lentamente, le piaceva che avessero una paura tale da starle alla larga e scappare.
 
-Venite qui, dai, venite a giocare ora- sorrideva mentre le lacrime ancora le offuscavano la vista.
 
-Adesso scappate, e perchè mai-? domandava, agitando il coltello avanti e indietro.
 
Quando vide le schiene di quei bambini scomparire abbassò il coltello e tirò un sospiro.
 
-Così imparate...Così impar...- ma si accorse di non sentirsi meglio.
Dal suo terzo occhio scendevano copiose lacrime e le bagnavano le guance rosee.
Si portò i piccoli pugni agli occhi iniziando a piangere con foga e si abbassò, nascondendo la testolina sulle ginocchia e avvolgendole con le braccia.
Quacosa di freddo le toccò la testa, facendola sussultare.
Sollevò lo sguardo al cielo e una goccia le finì sul naso, una sulle labbra.
Leccò quella gocciolina zuccherata e si sollevò, ammirando le nuvole muoversi velocemente nel cielo.
 
-Questa è la pioggia zuccherata...Devo tornare a casa...- Disse tristemente, asciugandosi le lacrime e incamminandosi verso il castello.
Lungo il tragitto notò, sull’angolo della strada, una piccola pasticceria.
Sorrise, riparandosi sotto il tettuccio e spolverandosi il piccolo vestito rosa.
Si affacciò alla vetrina e quello che vide le fece brillare gli occhi: un intero contenitore di focaccine alle olive nere.
Certo il cioccolato non si batteva, me lei era sempre stata debole a quelle focaccine salate.
Il suo fiato fece appannare il vetro su cui lasciò ben due manate.
Spinse con tutta la sua forza sulla porta mentre la pioggia non accennava a smettere...Avrebbe reso appiccicose le strade di TotLand come al solito e camminare sarebbe stato fastidioso e rumoroso per giorni.
Entrò e si agitò per asciugarsi dalla pioggia, facendo gocciolare l’acqua zuccerata sull’ingresso.
Il suono di una campanella l’accolse, facendo voltare il proprietario che, prontamente, le sorrise.
La piccola si avvicinò al bancone delle prelibatezze con le mani intrecciate dietro alla schiena, indecisa sul da farsi.
Le osservò con tutti e tre i suoi occhietti vispi, sorrise.
Alle sue spalle vi era il bancone dei dolci e, senza che lei se ne fosse accorta, vi era un altro cliente.
Si davano le spalle e nessuno pareva essersi accorto della presenza dell’altro.
Il simpatico vecchietto serviva ai dolci, una ragazza minuta si presentò al tavolo delle focacce salate.
Pudding la osservò con le gote arrossate, nascondendo il suo occhio con una mano.
 
-Benvenuta, cosa desideri piccola-? Chiese la ragazza, sporgendosi appena.
La piccola piegò la testa di lato, indecisa.
 
-Cosa desidera, signore-? Chiese l’anziano, la bocca nascosta da due grandi baffoni grigi.
 
L’uomo piegò appena la testa, a sua volta indeciso.
 
-Vuoi assaggiarne una, per essere sicura-? Sorrise la ragazza.
 
Pudding si mise una mano sotto al mento, pensierosa.
 
L’anziano vide che il cliente era particolarmente interessato alle ciambelle ricoperte di glassa alla frutta, così non esitò.
 
-Desidera assaggairne una in particolare-? Chiese cortese.
 
L’uomo si portò una mano sotto alla folta sciarpa e chiuse gli occhi dalle lunghe ciglia...Era pensieroso.
 
 
-Le olive nere sono senza nocciolo-?
-La frutta della glassa è fresca-?
 
-Certo-
-Certo-
 
-La farina è integrale-?
-Il lievito è naturale-?
 
-Assolutamente-
-Assolutamente-
 
 
Entrambi i clienti, dandosi le spalle, fissarono negli occhi i proprietari.
 
 
-Quanto costano-?
-Quanto costano-?
 
 
 
L’anziano sorrise, e lo stesso fece la figlioletta al bancone sulla parte opposta del negozio.
 
 
-20 barry-
-35 barry-
 
 
 
La piccola mise il broncio, incrociando le braccia al petto.
 
-Non ho soldi con me- disse, voltando lo sguardo da tutt’altra parte.
 
La ragazza sorrise nervosamente.
“Allora...Tutte quelle domande...”
 
-Puoi sempre chiedere alla tua mamma o al tuo papà di darti i soldi, così potrai tornare qui...Le focacce non vanno da nessuna parte- sorrise la ragazza.
 
L’uomo sentì quella conversazione e si voltò, vedendo solamente due simpatici codini castani correre lungo una sottile schiena ricoperta da un vestitino rosa.
Finito di pagare e preso la busta con le ciambelle si avviò verso la bambina che, testardamente, ancora cercava di parlare con la ragazza.
 
-Non puoi darmene una lo stesso? Giuro che poi non torno più- disse Pudding, con le mani appoggiate sul vetro del bancone.
 
La ragazza, costernata, mise le mani avanti, agitandole piano.
 
-N-non posso farlo piccola, mi dispiace- disse.
 
-Tch...- Gonfiò le guance.
 
Improvvisamente sentì una grande mano posarsi sulla sua testolina e fare pressione.
Pudding sollevò lo sguardo e toccò con le sue manine quella grande e coperta da una guanto nero dell’uomo.
Era davvero gigantesco.
Aveva dei capelli color cremisi e una foltissima sciarpa panna che copriva la parte inferiore del viso.
Pudding lo riconobbe subito ma non disse nulla, semplicemente rimase senza parole.
 
-Signor...K-ataku...-? Chiese la ragazza, confusa.
 
L’uomo chiuse gli occhi, poi li riaprì lentamente osservando la giovane al bancone.
 
-Pago io per lei- disse solo, volgendo poi lo sguardo in basso, verso la bambina.
 
Si inginocchiò, tenendo la mano sulla sua testolina color miele e arrivando quasi alla sua altezza.
 
-Quali volevi...Pudding-? Chiese.
 
 
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La piccola stava mangiando la focaccia salata con un sorriso sulle labbra mentre il fratello maggiore, silenzioso, le sedeva accanto.
Erano su una grande panchina dalle estremità arricciolate e del colore della lavanda di fianco alla pasticceria, in un vicolo tranquillo e lontano da sguardi indiscreti.
 
-Grazie mille, fratellone Katakuri- sorrise, senza però guardarlo in faccia.
Era troppo occupata a gustarsi quella focaccia.
 
Pudding faceva dondolare i piedi nel vuoto contenta, mentre le gambe di Katakuri erano ferme e ben piazzate sul terreno, gli speroni lucidi.
Le accavallò elegantemente producendo un piacevolo tintinnio a causa del ferro degli speroni, poi portò un braccio muscoloso alle spalle della piccola Pudding, appoggiato sulla parte superiore della panchina viola.
 
I grandi occhi di Katakuri si posarono sulla piccola figura accanto a lui...Da quanto tempo era che non si occupava di una sorellina così piccola?
 
-è buona-? Chiese solo.
 
Pudding si voltò verso di lui con le sue gote imporporate, spalancò tutti e tre gli occhi involontariamente.
 
-è buonissimaaaa- disse, agitando le gambine.
 
Poi improvvisamente, quasi per istinto, si coprì la fronte con entrambe le mani e lasciò cadere a terra la focaccia, ormai immangiabile.
 
Rimase immobile, con lo sguardo oscurato dal’ombra dei capelli.
 
-Cosa succede, Pudding-? Chiese l’uomo, allungando una mano verso di lei.
 
Ma la piccola scese dalla panchina e si allontanò dal fratello maggiore, intimorita.
 
Katakuri la osservò e, notando il tremolio delle piccole mani sulla fronte, capì che doveva essere colpa di un qualche tipo di trauma.
“Sei diversa, eh?”
Il generale dei dolci sospirò, chiudendo gli occhi.
-Pudding, togli quelle mani- disse solo, sistemandosi meglio sulla panchina e fissando la piccola davanti a sé.
 
-No-! urlò la bimba, sbattendo un piede a terra.
 
-Pudding...- la chiamò severamente, vedendola fare un passo indietro a quel tono.
 
 
-Non voglio...-
 
 
Gli occhi di Katakuri si tinsero di rosso, udendo una frase rimbombare nella sua testa.
 
-Non sei un mostro...Pudding- disse, con voce profonda.
 
-IO SONO UN...Eh-? La piccola era scoppiata in lacrime ma subito si era ripresa, osservando il fratello con occhi tremanti.
 
-Ne sono a conoscenza...Stai tranquilla, non hai niente da temere da m...-
 
-Lo dirai alla mamma-? Chiese con voce tremante la bambina.
 
-Mh-?
 
-Dirai alla mamma che ti ho fatto ribrezzo, vero? E lei mi impedirà ancora di stare al castello- strinse i pugni, ricominciando a piangere.
 
Senza nemmeno rendersene conto la piccola aveva abbassato le mani per asciugarsi le lacrime, lasciando scoperto il suo segreto.
 
L’uomo sospirò per l’ennesima volta, alzandosi dalla panchina e avvicinandosi piano verso la bambina.
Gli speroni in avvicinamento misero all’erta Pudding, ma non si sarebbe comunque mossa.
L’ombra di Katakuri la sovrastava, riparandola dal sole ormai alto nel cielo dopo l’acquazzone di pioggia zuccherata.
Il generale si abbassò alla sua altezza, nascondendo la bimba tra le sue lunghe e snelle gambe.
Mise con delicatezza l’indice sotto al mento di Pudding e lo sollevò, facendola smettere di piangere e puntando i suoi occhi cremisi in quelli della sorellina.
La piccola lo osservò confusa, tirando su con il naso.
L’uomo chiuse gli occhi, solletticandosi gli zigomi a causa delle lunghe ciglia.
Afferrò la sciarpa che teneva nascosto il suo, di segreto, e strinse appena.
 
 
 
“Mah...Per lei, va bene così” pensò, abbassandola con calma e tranquillità.
 
 
Vide il visino di Pudding passare dal sorpreso al confuso, dal pensieroso all’incuriosito.
Katakuri aprì gli occhi, emanavano uno strano luccichio.
Pudding allungò le piccole manine e le posò delicatamente sul viso dell’uomo.
A quel contatto Katakuri chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi; sentì le piccole mani della sorellina passargli sulle guance, accarezzargli le cicatrici, toccargli appena i denti affilati e poi risalire.
 
-Che fico, fratellone- sorrise, arrossendo.
 
Katakuri aprì gli occhi, sollevato da quell’affermazione infantile ma incredibilmente sperata.
Credeva di averla spaventata.
 
Il secondo genito fece per sollevarsi dopo essersi ricoperto il volto ma la piccola afferrò il pantalone scuro, tirandolo appena.
 
-...Credono che tu sia un mostro-? Chiese Pudding, per nulla preoccupata di coprire il suo terzo occhio.
 
L’uomo le mise una grande mano sulla testa, accarezzandole la fronte con il pollice.
 
-No...Io ho nascosto le mie debolezze- sussurrò, con voce profonda, alla sorellina.
Katakuri si sollevò, si diresse verso la panchina e prese il sacchetto contenente le ciambelle.
 
-Andiamo, ti accompagno a casa- disse, raggiungendola.
Pudding scosse la testolina, indietreggiando di qualche passo e piroettando.
 
-Fratellone Katakuri...Questa cosa è molto importante per te-? Chiese, sorridente.
Anche il suo terzo occhio ora brillava.
 
Il fratello maggiore piegò la testa di lato.
 
La piccola chiuse gli occhi, portandosi una mano alla testa.
 
-Memo memo...- sussurrò e, dai suoi capelli lisci uscì un nastro di fotografie composte dai suoi ricordi.
Pareva un rullino infinito, pieno zeppo di immagini, fratelli, sorelle, persone, lacrime e dolci.
 
-Pudding-? Chiese lui, facendo un passo verso di lei ma bloccandosi subito quando vide la piccola mettere il broncio.
 
-Sarai più tranquillo anche tu, fratellone...Non ti preoccupare, mi ricorderò di questo incontro ma non del tuo segreto, quindi...Quindi sarò comunque felice- sorrise.
 
-Pudding...Tu...- Sussurrò, assottigliando lo sguardo.
 
La piccola sfoderò un grande sorriso radioso.
 
-La tua faccia mi piace un sacco, fratellone-
Dopo aver tolto il ricordo, la piccola aprì piano gli occhi, strofinandoseli.
 
-Fratellone...Qualcosa non va-? Chiese, come se non fosse successo nulla.
 
Katakuri, da sotto la folta sciarpa, sorrise.
Si avvicinò alla bimba e la prese in braccio, tenendosela contro il petto stretta stretta.
 
-Ho davvero una brava sorellina- sussurrò, stringendola forte in un abbraccio.
 
La piccola rimase immobile, osservandolo con i suoi tre occhietti, ormai allegri.
 
-Sei strano, fratellone- sorrise, sporgendosi sulla sua spalla e osservando la panchina su cui si erano seduti poco prima.
 
-Ah-! disse all’improvviso la piccola.
 
-Cosa succcede-?
 
-Hai dimenticato le mie focacce sulla panchina-!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice.
 
Okay...Parliamone.
Cosa devo fare per avere un Katakuri a casa mia? Cioè, tipo no? Se io lo metto nell’angolino della cucina e gli dico di stare seduto perchè altrimenti non ci sta, apposto no?
Voglio dire...Se gli porto delle ciambelle e gli do i suoi spazi per farlo mangiare è okay no? Dico bene o dico giusto?
 
Katakuri:.....
Io: Ah! Chi ti ha detto di uscire dalla cucina, fila di là, non ho finito.
 
Allora, è una storiella che mi è uscita dal cuore, davvero.
Quel gigante buono (perchè andiamo, è l’antagonista più buono che Oda abbia mai creato) mi da tante gioie e...E quando s preoccupa per i fratelli? Daiii mamma mia!
So che Katakuri è particolarmente legato ai fratelli che si avvicinano alla sua età, so che è affezionato a Brulee, Oven, Prospero,Daifuqu e bla bla...Ma vederlo salvare Gallette, vederlo sempre pronto a preoccuparsi per i fratelli...Mi scioglie.
Io SO che c’è stata una qualche interazione tra lui e Pudding, dai, ha avuto un passato troppo brutto ed è impossibile che il fratellone Katakuri non abbia mai fatto nulla, suvvia.
I flashback mentono.
Oda mente.
Io dico il vero.
Credetemi...é successo!
Quindi, spero vi sia piaciuta e spero di aver mantenuto Katakuri nel suo personaggio...Vabbe che lui è dolce, ma è pur sempre uno Sweet Commander.
WE LOVE U KATA <3
Spero vi sia piaciuto questo fluffoso momento fratellone-sorellina <3
Alla prossima <3
-Shinigami di fiori-
 
 
 
  
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