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Autore: Soly_D    31/08/2018    2 recensioni
• Day 1: Again – «Non era questo il patto», le ricordò diretto e conciso. «Avevamo detto solo sesso, niente coinvolgimento emotivo».
• Day 2: Change – Fin da subito, infatti, la sua cara mogliettina si era mostrata decisamente più dolce e accondiscendente del solito.
• Day 3: Blessing – «Signor Haruno, signora Haruno, chiedo umilmente la m-ma...», la voce si incrinò, «la mano di vostra figlia».
• Day 4: Teach – «Devi solo aver chiaro il tuo obiettivo. Curare, non ferire. Salvare, non salvarti».
• Day 5: Friendship – Pag. 1, “L’amicizia tra uomo e donna è sempre un poco erotica, anche se inconsciamente”.
[Raccolta NaruSaku♥ | prompt usati: 5/7]
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Naruto/Sakura
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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[NaruSaku Week 2018]




Day 1: Again


Era bastato un breve messaggio [Sono sola a casa. S.] affinché Naruto, dopo una lunga e stancante giornata in ufficio, la raggiungesse di nuovo fino a villa Uchiha con il mantello da Hokage ancora addosso e la disordinata zazzera bionda nascosta sotto l’appariscente copricapo bianco e rosso. “Così non desteremo sospetti”, diceva, “la gente penserà che vengo a parlarti di lavoro”, ma poteva la gente di Konoha essere davvero così stupida?
Sakura si rigirò su un fianco avvolta dalle lenzuola stropicciate e nascose il naso nel cuscino inspirandone l’odore a pieni polmoni: mai avrebbe creduto, da ragazzina, di poter un giorno avvertire nello stesso momento e nella stessa stanza il profumo selvatico, agrodolce della pelle nuda di Naruto, misto a quello proibito, penetrante del sesso consumato con intensa fretta.
«Devo andare».
Quando Sakura aprì gli occhi, trovò di fronte a sé la schiena larga e abbronzata dell’amante seduto con le gambe fuori dal letto, in procinto di alzarsi. Svelta abbandonò le lenzuola e si allungò con tutto il corpo verso quello di Naruto per avvolgergli il collo e le spalle con entrambe le braccia; la sua schiena le aderì al petto cozzando con i seni piccoli e sodi che poco prima l’Hokage aveva reclamato tutti per sé, baciato con ardore e voracità, accarezzato con le sue grandi mani callose. «Rimani ancora un po’», gli sussurrò Sakura in un orecchio mentre con le dita gli scostava dalla tempia i capelli biondi incollati di sudore. «Solo qualche altro minuto».
«No, Sakura». Naruto aveva smesso di usare il -chan da un po’ di tempo ormai. «È tardi».
Tardi per Hinata che lo aspettava pazientemente a casa di fronte alla tavola apparecchiata per la cena, tardi per Boruto e Himawari che si chiedevano se quella sera il loro papà sarebbe tornato in tempo per salutarli prima di trovarli addormentati.
«Io ti amo, Naruto».
Sakura non lo aveva previsto. Le era venuto fuori in maniera talmente spontanea e naturale che non era riuscita a fermarsi, ma non era nemmeno pentita. Lei voleva dirglielo, voleva che Naruto sapesse.
L’uomo irrigidì i muscoli della schiena ma non si girò. «Tu ami tuo marito».
«Non amo più Sasuke», era quello il suo nome, costava tanto pronunciarlo? «Non lo amo più da molto tempo ormai».
Fu allora che Naruto, rigirandosi nell’abbraccio, si voltò finalmente verso di lei, ma i grandi occhi azzurri, ora così vicini, le restituirono uno sguardo duro, severo, niente a che vedere con quelli languidi e sorridenti che il Naruto ragazzino le aveva rivolto per anni venendo puntualmente ignorato. «Non era questo il patto», le ricordò diretto e conciso. «Avevamo detto solo sesso, niente coinvolgimento emotivo».
Ferita, Sakura strinse i denti e abbandonò le spalle di Naruto. «Ho un cuore io, dannazione». Le braccia ricaddero ai lati del busto con i pugni chiusi per la rabbia, le nocche sbiancate nello sforzo di restare calma. All’inizio il patto le era sembrato l’alternativa migliore per placare quella malsana – e inaspettatamente ricambiata – attrazione nei confronti di Naruto, ma forse aveva solo peggiorato le cose. Forse non avrebbero dovuto nemmeno iniziare, forse sarebbe stato meglio ignorarsi a vicenda.
«Com’è potuto succedere?», le chiese Naruto incredulo. «Quando?».
«Io... io non lo so». Sakura abbassò lo sguardo avvertendo gli occhi pizzicare, ma non avrebbe pianto, no. Era stanca di versare lacrime: per Sasuke, che non aveva mai davvero accettato il suo amore e la famiglia che lei gli aveva donato; per Sarada, che desiderava invano un padre che fosse presente nella sua vita; per Naruto, di cui Sakura si era scoperta troppo e troppo tardi innamorata.
«Mi dispiace così tanto, Naruto». Sakura sollevò le braccia alla ricerca di conforto, ma si sentì bloccare i polsi dalle mani dell’Hokage. Le sue dita premevano bollenti sulla pelle, i suoi occhi arrabbiati sembravano ora più cupi, di un azzurro sporco tendente al grigio.
«Non capisci, Sakura? Potevamo tirare avanti finché era solo uno di noi due ad amare l’altro, ma se ci amiamo entrambi le cose si complicano».
Il cuore di Sakura saltò un battito, i suoi occhi verdi si sgranarono di sorpresa per quella rivelazione che l’aveva colpita dritta come un fulmine a ciel sereno. «Naruto», sussurrò a corto di fiato. «Allora mi ami anche tu».
«Perché credi che io sia qui?». Naruto addolcì lo sguardo e abbandonò i polsi di Sakura per accarezzarle le mani con le proprie. «Per tutto questo tempo ti è sembrato solo sesso?».
Certo che no. La tenerezza con cui Naruto le catturava le labbra al suo arrivo ancora prima di raggiungere la camera da letto, l’urgenza con cui la prendeva in braccio e la stendeva sul letto e la spogliava dei vestiti e delle insicurezze, la passione con cui le afferrava i fianchi affondando desideroso in lei per ore e ore, le attenzioni che le rivolgeva alla fine dell’amplesso (un bacio sulla fronte, una carezza tra i capelli, una parola sussurrata all’orecchio). Non poteva essere solo sesso, Naruto era davvero innamorato di lei. Lo era sempre stato.
«Ma quella volta nella grotta*!», si ricordò improvvisamente Sakura specchiandosi decisa negli occhi dell’Hokage. «Ti ricordi, Naruto? Hinata era stata rapita, noi due eravamo da soli e tu mi hai detto che la tua cotta per me era dovuta alla rivalità con Sasuke».
Naruto sorrise, ma di un sorriso così triste, così amaro, che a Sakura sembrò tornato il ragazzino dal cuore a pezzi – per colpa sua, sempre e soltanto sua – di tanti anni prima.
«Cos’altro avrei potuto dirti, Sakura?».
«Ma se io avessi saputo...».
«Cosa? Avrebbe fatto la differenza?».
Sakura si arrese. No, non avrebbe fatto la differenza, perché a quel tempo era tutta presa dal rincorrere un amore adolescenziale che tanto sembrava profondo, duraturo, e tanto si era rivelato superficiale, effimero. No, perché non era quello il loro momento, la loro strada. Non era quello il loro destino, il loro finale. Eppure Sakura sentiva egoisticamente di meritarsi Naruto. Era suo, le spettava di diritto perché la amava, perché lo amava. E quanto le sarebbe piaciuto scappare con lui via da Konoha, vivere in un villaggio di montagna, fare l’amore in una baita con il fuoco acceso nel camino e la neve che scendeva dietro i vetri delle finestre... ma i loro figli non se lo meritavano, così come Sasuke e Hinata. L’intera Konoha aveva bisogno del suo amato Hokage e del suo miglior ninja medico. Forse un giorno avrebbero potuto amarsi liberamente, alla luce del sole, senza colpe, ma non era quello il giorno. Forse non lo sarebbe mai stato.
«Io vado».
Senza attendere oltre, Naruto si alzò dal letto e si piegò sulle ginocchia per afferrare i vestiti sparsi per terra. Sakura percorse con lo sguardo il profilo del suo volto assorto, la linea morbida della schiena curvata in avanti, la rotondità del sedere tonico, le gambe lunghe e muscolose, e desiderò stringerlo tra le sue braccia un’ultima volta. Quando Naruto si drizzò in piedi, Sakura scese dal letto e lo raggiunse circondandogli con le mani il viso un po’ ispido di barba. Infine lo baciò sulle labbra premendosi contemporaneamente contro il suo corpo nudo e ancora caldo.
«Tornerai di nuovo, Naruto?». [Anche se abbiamo entrambi infranto il patto?]
L’Hokage sorrise contro le labbra di Sakura, quel sorriso così bello, così raro, che riservava solo a lei.
«Io torno sempre dalla mia Sakura-chan». [Non è mai esistito nessun patto.]









*scena del film "The Last"

Note dell'autrice:
Il titolo della raccolta è una citazione della canzone "Shape of you" di Ed Sheeran. Ogni tanto mi rifaccio viva con una nuova NaruSaku perchè sì, rimane la mia OTP della vita, e sono felice che ci siano ancora persone che sul web organizzano intere settimane dedicate alla coppia. Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto nonostante sia un po' triste ♥ ma non temete, troverete anche del fluff, qualcosina di più allegro e qualche scena un po' più piccante ;) grazie a chi leggerà e vorrà lasciarmi un commentino. A prestissimo!

Soly Dea

  
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