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Autore: FlamingPhoenix    31/08/2018    0 recensioni
Lucy è una ragazza ordinaria, curiosa e un po' maldestra, una semplice liceale con una cotta stratosferica per un suo compagno di classe. In questa storia, ispirata ai momenti della vita reale dell'autrice, tutti i lettori che hanno vissuto un amore non corrisposto potranno rispecchiarsi e non riusciranno a fare a meno di legare e tifare per la sua divertente protagonista.
Dal capitolo 4 "[...] I suoi pensieri erano ridotti a un groviglio indistinto. Era rossa? Visibilmente. Accaldata? Eccome, ma per una febbre ben diversa da quella ordinaria. Bagnata? Senza dubbio, e non solo a causa del diluvio. E dire che, normalmente, era lei quella ingenua e lui quello pervertito… l’amore era un bel problema."
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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3. Negli occhi di chi guarda


"Maybe tonight I'll call you
 after my blood turns into alcohol,
 Oh I just wanna hold you"

~Give me love, Ed Sheeran
 
07/10/2017
 
Lucy lo osservava ballare nel mezzo della sala, bagnato dalla luce fluorescente dei riflettori, insieme ad un gruppetto di ragazze civettuole e un po’ ubriache. Era sempre stato così: lui al centro dell’attenzione di tutti, grazie al suo bell’aspetto e alla sua personalità accattivante; lei abbracciata dalle ombre, spettatrice di tutto e protagonista di niente. Non fraintendiamoci: non era quel genere di persona che disprezzasse le feste o stringere nuove amicizie, semmai il contrario, semplicemente non era nel suo stile mettersi in mostra, né tantomeno essere la social butterfly della situazione. Tuttavia, in momenti come quello, quando la gelosia la divorava da dentro, azzannandole il cuore e stringendole lo stomaco, non poteva fare a meno di schermirsi e cercare la solitudine. Era più forte di lei, essere gelosa di qualcosa – qualcuno – che non era nemmeno suo.
La ragazza stava distrattamente dondolando il cocktail che aveva in mano, un nettare arancio vivo, bello da vedere e dolce da gustare, mentre vagava con la mente da tutt’altra parte, quando i suoi nervi si misero all’allerta. Prima la raggiunse il suo profumo, simile all’odore del bucato steso ad asciugare durante una giornata di sole e il muschio umido dopo una tempesta; poi arrivò lui, le guance leggermente rosse e il viso reso lucido dal sudore. «Che fai qui tutta sola?» le chiese Joele ridacchiando e, senza attendere risposta, aggiunse «Io devo lavarmi le mani.» Non c’era bisogno che glielo domandasse, la giovane lo stava già seguendo verso la toilette. Ovviamente, da una parte voleva approfittare dell’occasione per passare un attimo da sola con lui, dall’altra era seriamente preoccupata che l’amico non fosse abbastanza sobrio per scendere gli scalini senza cadere.
Davanti allo specchio, Lucy si perse, come tante altre volte, ad ammirare il volto riflesso di lui. Alcune ciocche di morbidi capelli neri, in cui sognava di affondare le sue dita ed accarezzare, si attorcigliavano dolcemente sulla sua fronte abbronzata, dandogli un’aria da bambino innocente. Gli occhi, tuttavia, sormontati da folti sopraccigli scuri, brillavano quasi sempre di una luce maliziosa e provocatoria. Non erano di un blu marino né di un grigio misterioso, ma di un comune marrone cioccolato, che riusciva lo stesso a trasmettere molteplici emozioni; accaldata confusione nel caso della ragazza. A lui non era mai piaciuto il suo naso, si lamentava spesso della sua grandezza, ma lei lo trovava perfetto per la forma del suo viso e più volte aveva immaginato di dargli un tenero bacio eschimese. Le labbra, poi, erano un magnete per lo sguardo. Idratate e della spessore giusto, lievemente circondate dalla peluria dei baffi, promettevano morbidezza e sensualità. Una volta lei le aveva sfiorate con il polpastrello del pollice ed il suo ferreo, temprato autocontrollo aveva vacillato.
«Non funziona.» esclamò il ragazzo, con un tono a metà tra l’infastidito e l’incredulo, passando ostinatamente le mani sotto l’asciugatore automatico.
«Genio del male, non è attaccata la spina alla presa di corrente!»
«Oh, è vero. Sei proprio intelligente.» Scoppiarono entrambi a ridere. Era ubriaco, eppure il sorriso che le rivolse era tanto luminoso e sincero quanto da sobrio. 
«Sei una vera amica, lo sai?»
Una fitta al cuore «Lo so.»

 
 
   
 
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