"E fa male, sì ma non ci devi pensare
Nella mia testa c’è una tempesta
E non è temporaneo questo temporale
Sbaglio a chiamare, sbaglio chi amare"
~Irraggiungibile, Shade ft. Federica Carta
07/10/2017
«Perché mi guardi così?» le chiese Joele ridendo, un po’ per l’espressione buffa di lei e un po’ per l’ebrezza dovuta all’alcool. Nonostante il frastuono della musica nella discoteca, Lucy percepì chiaramente la sua voce, che manteneva come sempre un timbro caldo e profondo, che non mancava mai di causarle brividi lungo tutta la schiena. Appoggiata alla parete, in un angolo scuro e appartato della sala, ammirava le lame di luce colorata provocate dalla strobosfera danzare sul viso del ragazzo. Chiunque avrebbe notato, avrebbe capito, anche solo osservando l’espressione sul volto di lei in quel momento, i suoi sentimenti. Chiunque, tranne lui.
Le belle labbra della ragazza erano leggermente curvate all’insù, gonfiando le paffute guance rosee. Ma gli occhi, i suoi occhi luccicanti erano ciò che la tradivano, che rivelavano impudicamente la sua anima in fiamme. Erano colmi di tenerezza, affetto e tanto, incauto amore… e desolata tristezza. Lo guardava come fosse una meraviglia del mondo, come un’opera d’arte dal valore inestimabile, inavvicinabile e irraggiungibile per lei, semplice ragazza che era, uguale a migliaia di altre.
‘Perché ti amo’ avrebbe voluto rispondergli, ma la paura di essere respinta, forse disprezzata e allontanata, era troppo forte. Sentì un groppo alla gola e gli occhi bruciare per la rabbia e il dolore, detestandosi per la propria impotenza, per essere così… così. Non poteva perdere il suo amico più prezioso, colui che amava silenziosamente da quattro anni ormai, solo per i propri avidi, egoisti sentimenti. Perciò, mentre lo sguardo di Lucy vagava per la sala, le sue labbra si dischiusero a formare una sola, piccola, tormentata parola «Nulla».
Le belle labbra della ragazza erano leggermente curvate all’insù, gonfiando le paffute guance rosee. Ma gli occhi, i suoi occhi luccicanti erano ciò che la tradivano, che rivelavano impudicamente la sua anima in fiamme. Erano colmi di tenerezza, affetto e tanto, incauto amore… e desolata tristezza. Lo guardava come fosse una meraviglia del mondo, come un’opera d’arte dal valore inestimabile, inavvicinabile e irraggiungibile per lei, semplice ragazza che era, uguale a migliaia di altre.
‘Perché ti amo’ avrebbe voluto rispondergli, ma la paura di essere respinta, forse disprezzata e allontanata, era troppo forte. Sentì un groppo alla gola e gli occhi bruciare per la rabbia e il dolore, detestandosi per la propria impotenza, per essere così… così. Non poteva perdere il suo amico più prezioso, colui che amava silenziosamente da quattro anni ormai, solo per i propri avidi, egoisti sentimenti. Perciò, mentre lo sguardo di Lucy vagava per la sala, le sue labbra si dischiusero a formare una sola, piccola, tormentata parola «Nulla».