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Autore: milla4    31/08/2018    1 recensioni
Ed è così difficile scoprire di essere sempre stati soli, vedere il mondo creato passo dopo passo venire giù per mancanza di verità... eppure è così che riesce a andare avanti perché non ci può essere risalita senza caduta, seppur dolorosa.
Storia d'amore, di pianti e risate, di ironia e di serietà.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Prologo
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Storia di una tazza

 


Il marciapiede era carico di rifiuti lasciati a marcire da chi era passato per quelle strade, quel giorno. La fortuna per i residenti degli  appartamenti di quella zona poco fuori il centro città era che il mese di maggio impediva la nascita di quell’odore che prepotente aveva invaso le strade solo pochi mesi prima. Un cane randagio, uno di quelli che stazionavano fissi ormai da anni, stava assaggiando dubbioso un pezzo di pizza trovato accanto ad un cestino, gettato con noncuranza da qualche ragazzino dal ritorno da scuola. Era un cane secco ma dal pelo sorprendentemente morbido e pulito o almeno è quello che poteva sembrare dal quarto piano di uno dei quei palazzi.

Precisamente dalla piccola finestra dell’ingresso all’interno 7B; Anne era lì  fissare quella scena nel suo maglione più morbido e sformato, beige con un’orribile rosa di paillettes stampate sopra, i pantaloni del pigiama a quadri la cui fine era rinchiusa all’interno di caldi calzini a forma di papera che sua nonna le aveva regalato quattro anni prima. A condire una coda sformata per contenere la massa di capelli sporchi e una coperta tenuta come stola.
Il vetro della finestra era appannato per via del ghiaccio, tutto il mondo era filtrato da quella pellicola di freddo. Il cane lì sotto era nient’altro che una macchia marroncina accanto ad un tubo ovale che doveva essere il cestino.  Sembrava felice.
Anne tolse la manica masticata dalla bocca per prendere un sorso di cioccolata: quattro cucchiaini di zucchero di canna, non era tempo di pensare alle calorie o alle carie sui denti. No, per ora la sua testa era impegnata ad elaborare il fatto di aver appena posato sulla bassa mensola accanto alla finestra la sua bevanda di conforto contenuta nella  tazza che lui aveva dimenticato di portarsi dietro, l’unica cosa che aveva lì. Unico oggetto che ricordasse il suo passaggio, il suo ricordo in quella casa, aveva stampato sopra una pacchiana riproduzione della Torre Effeil, un ricordo del suo primo viaggio dopo il college.
Prese l’ultimo sorso poi, aperta la finestra, lasciò cadere la tazza che si frantumò al suolo pochi secondi dopo, spaventando il randagio.
 
Bene,  odiava vedere quella felicità così spudoratamente messa in pubblico
.





 
Note: Non so, penso sia una pazzia perché non ho mai scritto commedie, ma avevo quest'ideuzza in mente e vuoi vedere che finalmente è arrivata l'ora che Madama Ispirazione decide di alleggersi un po'? Che si sia stufata dell'angst?
Francamente non lo so, però mi piace scrivere qualcosa di diverso, un campo nuovo da scoprire, chissà dove andrà a finire... mah! Lo scopriremo insieme


Spero a presto!

milla4
   
 
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