Capitolo
11
Note
autrice:
Giungo
anche qui, come nel caso della mia long “Black
flame” a scusarmi per l’assenza,
ma era un periodo di blocco e vuoto totale pertanto ho preferito
arrestarmi
invece di proseguire la trama senza nemmeno sapere dove volessi andare
a
parare. Comunque l’ispirazione è tornata e spero
di ritrovare i vecchi lettori …
e magari anche qualcuno nuovo ;)
Rotolò
su un fianco, allungando una mano ad incontrare la
figura rannicchiata contro di lui. Fu allora che aprì gli
occhi e osservò il
profilo della braavosiana.
Gli
occhi erano chiusi e il respiro regolare rivelava che
fosse ancora immersa in un sonno profondo e rilassato. Le mani delicate
erano
affondate nelle ciocche corvine così come aveva fatto quando
aveva cominciato a
cantare per lui.
Appariva
delicata e innocua, persino più giovane di quanto in
realtà non fosse, in quel momento. Si districò
dalla sua presa non appena sentì
un bussare discreto contro la porta in acero delle stanze padronali.
Abbandonò
il letto, facendosi incontro al suo inaspettato
visitatore.
Quando
aprì l’uscio si trovò di fronte Dagmer.
Era
vestito di tutto punto, la spada lunga al fianco sinistro,
e chinò il capo al suo indirizzo.
-
Mio signore, è giunta una lettera dal bastardo dei Bolton.
È
indirizzata a te. –
Suo
nipote Theon, l’ultimo dei figli maschi di Balon ancora in
vita, era loro prigioniero da settimane ormai … prigioniero
ed evirato, si
corresse prontamente, un mezz’uomo agli occhi degli Uomini di
Ferro.
Nessuno
sarebbe andato a salvarlo di sua spontanea iniziativa …
forse solo Asha.
Sì,
sua nipote amava quel fratello rapito e cresciuto al Nord
da Stark.
-
La leggerò in privato -, sentenziò, - Victarion e
il
comandante Nymeros sono salpati? –
-
Aye. –
-
Allora raduna gli uomini, una parte rimane al castello e
l’altra
si prepara a partire. –
Dagmer
annuì nuovamente, un rapido cenno burbero prima di
scomparire a passo di carica lungo il corridoio alla volta degli
alloggi dell’esercito.
Rimasto
solo Euron richiuse delicatamente la porta e si portò
allo scrittoio. Aveva appena rotto il sigillo con l’uomo
scuoiato dei Bolton
quando avvertì una presenza alle sue spalle.
Erin
fece capolino da dietro di lui, scrutando incuriosita la
lettera.
-
Sembri quasi non avere voglia di leggerla -, considerò, -
Chi è che scrive? –
-
La lettera proviene da Forte Terrore, l’ha inviata il
bastardo di Roose Bolton. Sembra che regga il Nord per conto di suo
padre. –
-
Il Nord non è dei lupi? –
-
Così era finchè il Giovane Lupo non è
partito per il Sud.
Mio nipote, Theon, ha preso d’assalto e conquistato Grande
Inverno … poi sono
arrivati i Bolton. –
Le
iridi azzurre della ragazza lo fissarono con apprensione.
-
E di tuo nipote cosa ne è stato? –
-
Theon è prigioniero dei Bolton da settimane. –
-
Cosa hai intenzione di fare in proposito? –
Euron
assottigliò lo sguardo, la fronte aggrottata. –
Dovrei fare
qualcosa? –
Erin
sbottò, incredula. – Certo che dovresti!
È tuo nipote,
sangue del tuo sangue, è mai possibile che sulle Isole di
Ferro non si tenga in
alcuna considerazione la parentela? –
In
effetti la morte di Balon non l’aveva toccato minimamente e
lo stesso valeva per Aeron, lui e Victarion non si tolleravano e si
poteva dire
la medesima cosa del suo rapporto con Asha … quanto a Theon,
erano dieci anni
che non lo vedeva e per quello che ne sapeva il ragazzo non ricordava
nemmeno
che faccia avesse.
-
Non vedo Theon da metà della sua vita, non saprei nemmeno
riconoscerlo. –
La
vide mettere le mani sui fianchi e fissarlo con espressione
severa proprio come aveva fatto la notte prima, quando
l’aveva aiutato a
mettersi a letto dopo che aveva esagerato con l’Ombra della
sera.
-
Queste sono solo scuse. È tuo nipote, lo riconosceresti,
deve assomigliarti almeno un po’. Non puoi lasciarlo nelle
mani di questi
uomini, solo gli Dei sanno cosa possono avergli già fatto e
cosa potrebbero
fargli. Non hai un po’ di empatia in quel tuo cuore nero?
–
Conoscendo
i Bolton l’avranno ridotto a un ammasso di carne
irriconoscibile o quantomeno
portato sulla soglia della pazzia. Una missione per recuperare un sacco
di
carne senza valore ci farebbe solo perdere tempo. Ma quegli occhi
azzurri
sembrano insolitamente risoluti e feroci alla luce delle prime ore del
mattino,
dubito che smetterà di darmi il tormento finchè
non avrò fatto qualcosa in
merito.
-
Proveremo a recuperare Theon, ma se dovesse rivelarsi troppo
costoso in termini di uomini lasceremo perdere – cedette alla
fine.
La
vide allargare le labbra in un sorriso soddisfatto prima di
alzarsi in punta di piedi a depositargli un casto bacio sulla guancia
resa
ispida dalla barba che stava cominciando a ricrescere.
-
Sapevo che avresti fatto la scelta giusta. –
*
Sentiva
su di sé lo sguardo di Dagmer mentre la nave lunga
accostava ai margini della terraferma e gli uomini si preparavano a
sbarcare.
-
Se hai qualcosa da dire fallo – decretò asciutto,
continuando a fissare l’orizzonte.
-
Quella donna ti ha convinto lì dove Asha non è
riuscita a
fare con Balon. Mi domando cosa significhi. –
Storse
il naso, emettendo un verso beffardo.
Non
significa nulla, l’ho solo assecondata, una donna sul piede
di guerra al
momento è qualcosa per cui non ho tempo. E che valore
può avere un Re che
permette che suo nipote sia tenuto ostaggio e torturato dai suoi nemici
senza
muovere un dito? Un Re debole, proprio come era Balon.
-
Significa che magari il Dio Abissale ci concederà la sua
benedizione nel salvare il sangue di ferro da quello rognoso dei
Bolton. –
Dagmer
non aggiunse altro, anche se percepiva chiaramente il
dubbio nel suo silenzio ostinato. Ed era una fortuna che fosse un uomo
tremendamente leale e che per certi versi fosse affezionato ad Asha e
Theon
oppure avrebbe sobillato gli uomini al tradimento.
-
Allora prepariamoci a dare l’assalto a Forte Terrore,
immagino che il Bastardo sappia già che siamo qui.
–
Altamente
probabile, magari ci aspetta da giorni. Sa che sono un uomo molto
diverso da
Balon, davanti una provocazione non mi nascondo ma mi armo di buon
acciaio
resistente e parto all’attacco.
-
Notizie da Victarion? –
-
Un corvo è arrivato questa mattina all’alba, poco
prima che
avvistassimo terra. Il loro viaggio procede senza intoppi. –
Almeno
una buona notizia. Forse il mio ottuso fratello riuscirà
finalmente a fare
qualcosa che mi renda felice.
-
Bene. Dì agli uomini che sbarchiamo e ci accampiamo qui.
–
Poi
gli voltò le spalle e lo lasciò lì ad
abbaiare ordini al
loro esercito con la sua voce bassa e cavernosa.
Lui
dal canto suo percorse il ponte fino alla prua e lì trovo
Erin, intenta a fissare il paesaggio.
-
Il Nord è diverso da come me lo aspettavo –
ammise,
stringendosi maggiormente contro la cappa in ermellino che
l’aveva convinta ad
indossare dopo che avevano abbandonato l’Altopiano.
-
E come lo immaginavi? –
-
Puro e incontaminato, selvaggio … qui vedo solo morte e
distruzione. –
-
I Bolton sono specializzati in questo. “Un uomo nudo ha
pochi segreti, un uomo scuoiato nessuno” … con un
credo del genere non ci si
può aspettare nulla di poetico, ti pare? –
Annuì
in silenzio, mordicchiandosi il labbro inferiore.
Prendere l’Altopiano è stato semplice, ma con i Bolton sarà tutta un’altra storia e credo che abbia appena cominciato a capirlo.