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Autore: Zoe__    03/09/2018    1 recensioni
Anne si era iscritta alla facoltà di lettere moderne senza un’apparente ragione, senza che nessuno nella sua famiglia sapesse il perché. Aveva solo detto di voler continuare i suoi studi classici, pur di proseguire indisturbata verso quel futuro che aveva disegnato nella sua mente, ancora poco chiaro.
Jamie detestava ammetterlo, ma rimpiangeva la convivenza con i suoi genitori. Da quando, due anni prima, aveva accettato la cattedra, in poco tempo si era visto privato del suo autista, della domestica, di tutti i comfort che lo avevano cresciuto - viziato - nella sua bella villa di campagna, a trent'anni.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Per ogni novità, per ogni tua prima. 

Di tutti gli appuntamenti che Jamie poteva organizzare per loro, i più belli rimanevano sempre quelli a casa sua. Si respirava un’aria diversa, l’atmosfera più raccolta e privata era l’ideale per due personalità come le loro, che non volevano confondersi fra gli altri, desiderando donarsi unicamente al rispettivo compagno. Specialmente nei primi mesi della loro relazione, quando conoscersi era lo scopo di ogni incontro e la voglia di farlo - su ogni fronte - contrastava qualsiasi altra necessità, quando si era insieme. 
Quella sera era stata Anne a mettere a disposizione casa sua, o meglio, dei suoi genitori. Loro erano partiti per il weekend proprio quel venerdì mattina e non sarebbero tornati prima di domenica sera. Anne, dunque, aveva avuto tutto il tempo di scegliere cosa cucinare, preparare la tavola come piaceva fare a lei e riordinare la casa, creando quella che le parve essere l’atmosfera più intima che lei e Jamie avessero mai potuto respirare - dall’inizio della loro frequentazione. Sebbene fosse oramai passato quasi un anno dal loro primo appuntamento, la loro relazione procedeva regolarmente solo da cinque mesi e momenti così intimi erano stati più unici che rari per loro due. L’estate era trascorsa senza che se ne accorgessero, sfuggendo dalla loro percezione come un lampo - Jamie era stato assente per diverse settimane con la famiglia, impegnato anche in progetti di beneficienza che Anne seguiva da casa, sostenendolo e supportandolo con il cuore pieno di orgoglio. Il rientro in università, poi, era stato assai difficile. Entrambi erano consapevoli di cosa fossero l’uno per l’altra e nessuno lì poteva saperlo. Nasconderlo era stato frustrante per lei che, alla fine, era riuscita a parlarne con le sue compagne, sempre d’accordo con Jamie. 
Quel giorno d’ottobre sembrò ad Anne essere perfetto per recuperare il tempo perso durante l’estate, ritrovandosi fra le mura di casa sua, creando uno spazio per loro tanto simile alla bolla in cui le piaceva tanto rifugiarsi durante le sessioni di studio più dure. L’avrebbe condivisa con Jamie, ultimamente le piaceva condividere con lui la maggior parte degli eventi che caratterizzavano le sue giornate e, in generale, la sua vita in quel periodo. 
Jamie si ostinava a dire, unicamente a se stesso, che la lontananza estiva avesse aumentato in lui il desiderio di passare del tempo con Anne. Se inizialmente fosse stato per lui - ed anche per lei, a dire la verità - facile stare assieme al massimo due volte a settimana, poteva dire, arrivato a quel punto, di non riuscire a passare più di un giorno senza Anne evitando di sentirne la mancanza. La sentiva, era totalizzante, lo investiva senza risparmiare nessun lato della sua essenza complessa che ora vedeva la sua ragazza - sembrava assurdo anche a lui - al centro della maggior parte dei suoi pensieri. Anne era finita lì involontariamente, senza che Jamie se ne rendesse conto e potesse fermarlo - sicuramente non l’avrebbe fatto, non ci sarebbe riuscito. Contrastare l’impetuosità con cui la personalità di Anne si era insinuata in lui sarebbe stato impossibile. Ne era attratto sotto ogni aspetto, perché era proprio lei che lo faceva sentire al posto gusto, in pace con se stesso e come se, tutti quei difetti che la famiglia per prima gli rimproverava, non esistessero. Ad Anne piaceva ogni lato di Jamie e adorava il suo essere senza eccezione alcuna, preferendolo sicuramente quando erano soli, ma ammirandolo anche fra le persone che vedeva e frequentava tutti i giorni. Se c’era qualcosa che Anne cercava e finiva per trovare in tutte le cose che amava, questa era sicuramente l’armonia. Era riuscita a trovarla anche in Jamie, in una personalità così insicura e difficile come la sua. L’aveva vista nel suo corpo e l’aveva letta nei suoi occhi, scuri come i lati più complessi di lui. E glielo aveva detto, Anne, senza scrupoli, e la consapevolezza sentirsi così accettato, totalmente, fece in modo che Jamie si concedesse a lei senza rancore. 
La piccola Anne aveva lavorato su di lui in modo consapevole, ma notevole era stato l’impegno di Jamie nello sradicare la ragazza dalle sue convinzioni, dai suoi status e stereotipi - non che fossero invadenti, ma comunque andavano ad alimentare insicurezze ed indebolire lati della sua personalità che non dovevano per nessun motivo essere danneggiati. Nessun uomo le aveva ispirato particolare fiducia nei confronti del genere maschile e per quanto Jamie potesse attirarla sotto ogni aspetto, Anne inizialmente era diffidente anche nei suoi confronti. I suoi baci dolci, le sue carezze e ogni dimostrazione d’affetto - che anche non fosse fisica - sembravano dire il contrario, perché con il suo corpo non aveva mai avuto particolari problemi. Con Jamie aveva imparato, fra le altre cose l’importanza di una consapevolezza di sé anche sotto quell’aspetto, diventando allora più accorta nei confronti della sua persona all’esterno. All’interno, invece, nei meandri più nascosti della sua personalità, Jamie aveva scavato lentamente e con cura, facendosi spazio nei lati più scomodi di lei, scoprendola un po’ alla volta, buttando giù tutti quei mattoncini che circondavano il suo cuore grande.  Dunque, sebbene la loro relazioni fosse stabile solo da pochi mesi, sembrava andasse avanti anche oltre il loro primo appuntamento, perché in così poco tempo era successo così tanto e nessuno dei due aveva voglia di tirarsi indietro. 

Quando Jamie bussò alla porta, Anne aveva appena finito di controllare il dolce in forno, decretando che fosse pronto. Lo lasciò sul piano della cucina e, sistemandosi velocemente difronte allo specchio all’ingresso, si avvicinò alla porta, aprendola dopo un lungo sospiro. Per quella sera aveva indossato dei pantaloni neri, non troppo stretti, ed una t-shirt bianca, rimanendo però con i piedi scalzi, era come legge per lei, in casa. Era semplice, non c’era stato né bisogno di trucco, tantomeno di lavoro per i capelli. Sarebbero stati a casa, sarebbero stati soli loro due e voleva che Jamie la vedesse anche così, soprattutto così, senza filtri. 
“Hey” parlò dolcemente, lei “ciao.” Si morse il labbro, osservandolo. Jamie aveva addosso dei jeans scuri ed un maglioncino rosso, in netto contrasto con la sua carnagione chiara. Teneva i capelli su con un po’ di gelatina ed il fatto che Anne non riuscisse a staccargli gli occhi di dosso dimostrava quanto in realtà non fosse niente male. Ad un certo punto la sua attenzione fu catturata dal mazzo di rose che teneva in mano. Ora, quella era stata forse la scelta più difficile della sua vita fino a quel momento, perché lui non sapeva niente sui fiori e come andassero accompagnati a degli appuntamenti. La faccia stupita di Anne, i suoi occhi grandi e pieni d’emozione sembravano dirgli di aver fatto centro e dentro di sé esultò, finalmente. 
“Ciao bellezza” Anne lo guardò ancora emozionata per le rose che stringeva fra le mani “è permesso?” Lei annuì velocemente. Non appena chiuse la porta dietro di lui, Jamie si chinò sulle labbra di lei, stringendole la parte bassa della schiena e attirandola sé. Anne sorrise in quel bacio così spontaneo, infilando una mano fra i suoi capelli e ricambiandolo ad occhi chiusi. Quando si scansò dal suo volto e riaprì gli occhi, quelli di Jamie erano già fissi su di lei e la sua mano ancora la accarezzava.
“Questi sono per te” le porse i fiori “spero ti piacciano.” Una ciocca dei suoi capelli scuri le era sfuggita dalla coda, Jamie la tirò via dal suo volto. Anne sorrise con le rose fra le braccia, sussurrando un grazie sottovoce e baciandolo ancora una volta. 

La casa offriva steak and kidney pie, un piatto per cui Anne sapeva che Jamie fosse pazzo, e torta di mele come dolce. Lei era decisamente un asso nei dolci e Jamie aveva potuto provarlo personalmente quella sera. Cenarono proprio in cucina, Anne aveva preferito lo spazio accanto all’angolo cottura più che la sala da pranzo, troppo sontuosa e formale per solo loro due. Aveva sparso qualche candela sul davanzale della finestra e sul tavolo, scegliendo accuratamente quelle inodori affinché il profumo del cibo invadesse la stanza e facesse sentire Jamie proprio come se fosse a casa sua. Per un momento, seduto a tavola, mentre la vedeva muoversi fra i fornelli con dimestichezza, immerso fra tutti quegli odori, gli sembrò di non essere lì, ma in un altro posto, in un altra casa, più loro, in cui vedeva alle pareti pezzi della loro storia. Scosse il capo e tornò a sentir Anne parlare, mentre gli porgeva la seconda fetta di torta e si sedeva sulle sue gambe. Aveva incredibilmente immaginato un futuro per loro due, era la prima volta che accadeva una cosa del genere e per diversi istanti il cuore prese a battergli all’impazzata. 
“Mi senti?” Anne strofinò la punta del naso contro la sua guancia e Jamie sorrise, stringendole la coscia coperta, sulle sue gambe. Le rubò un bacio. 
“Mh?” chiese, poi, ancora confuso mentre tagliava della torta. 
“Dico.. mi stavi ascoltando o no?” Lo guardò dritto negli occhi. Riusciva difficilmente a non ridere, Anne, davanti al suo sguardo un po’ perso.
“Io…” titubò “tu mi hai distratto!” Esclamò allora. Anne rise, a quel punto, e lui dovette per forza seguirla. Le loro risate riempirono la cucina e quando il volto di lei le fu nuovamente vicino lui lo afferrò prima di baciarla di nuovo. Poi allentò la presa sulla sua guancia, accarezzandola dolcemente e socchiudendo gli occhi al tocco delicato delle sue mani dietro la nuca. 
“Ti va di guardare un film?” Anne arrossì appena pronunciò quelle parole. 
“Certo.” Rispose lui, prendendo l’ultimo morso di torta. 
“Ti va di salire su?” Chiese ancora, mordendosi il labbro. Jamie mandò giù, bevve un bicchiere d’acqua e la guardò con occhi sinceri. Anne si sentiva tremare, dalla testa fino alla punta dei piedi, tanto era l’imbarazzo. Era scontato anche e soprattutto a lui che lei volesse solo del tempo insieme. Quello che avevano già avuto a disposizione non era mai stato abbastanza perché riuscissero a concedersi l’uno all’altra senza inibizioni. Era stato sufficiente per permettere ad entrambi di conoscere parti di loro, per scoprirsi lentamente alla luce della curiosità nel buio della stanza di Jamie. Forse Anne non era abbastanza consapevole del fatto che lui lo volesse quanto lei. Erano stati interrotti troppe volte, troppe volte avevano rimandato, inizialmente perché era giusto così, poi per gioco, ed infine perché erano stati costretti. 
“Anne” lei sollevò lo sguardo ed incastrò i suoi occhi in quelli di lui “mi va di fare semplicemente quello che vuoi fare tu.” Allora lei sorrise e chinò il volto sul suo, facendo scontrare le loro fronti. Sorrise alla spontaneità delle sue parole, come se l’avessero accarezzata per rassicurarla. 

Entrato in camera di Anne, Jamie fu istantaneamente investito dalla sua colonia. Incredibilmente, sembrava essere sprigionata dalle stesse pareti rosa chiare. Erano tappezzate di foto, qualsiasi tipo, sembravano ripercorrere tutta la sua vita e Jamie sorrise notandone alcune con persone che conosceva anche lui, ad esempio la signorina Coline. Vi era poi una grande libreria accanto alla finestra e sotto quest’ultima una scrivania che prendeva la parete intera. Riconobbe un pc sotto alcune scartoffie, sapeva che quelle fossero le sue pagine, poi distinse fra i testi universitari fogli con i suoi appunti. Vi era poi un lungo specchio ed altre mensole con libri, foto e scatoline - Anne amava conservarne di ogni tipo. Alle loro spalle il letto, sul quale lei teneva una coperta in più, così freddolosa, e numerosi cuscini. 
“Forse tutte queste mie foto da bambina ti mettono troppa pressione.” Anne lo guardò totalmente rapito e si avvicinò a lui, osservando la stessa foto che aveva catturato la sua attenzione. Rise quando vide di quale si trattasse - lei, il primo giorno d’asilo.
“Mi fanno sentire vecchio!” Esclamò, voltandosi verso di lei. 
“Jamie!” Allora risero entrambi. Poi, Jamie si spostò verso la libreria, osservando alcuni dei suoi testi. La guardò in silenzio, non chiese nulla, semplicemente sorrise nel leggere dei titoli simili ai suoi. 
“Quando tu stavi iniziando le superiori, mi stavo laureando.” indicò poi la foto del suo primo giorno di liceo. Anne si coprì il viso con una mano, era maledettamente imbarazzante con quei capelli mezzi biondi e quei denti osceni. 
“Quando io mi laureerò…” iniziò, ma Jamie la interruppe.
“Sarò al tuo fianco.” Disse immediatamente. Anne si voltò verso di lui, sorrise e gli allacciò le braccia al collo, avvicinandolo.
“Sì?” Chiese allora, facendo scontrare le loro fronti. Lui sorrise.
“Mhmm.” Rispose. Posò la mano destra al lato del suo corpo, spostandola e posandola sul suo fianco, prima di baciarla. Anne strinse gli occhi e si scansò lievemente. 
“Lei è il mio referente, professor Hall.” Mormorò, vicino ancora alle sue labbra.
“Appunto, sarò lì affianco a te.” Le scansò allora i capelli, liberi dal laccetto della coda. “Sarà uno dei giorni più importanti della tua vita, Anne. Non potrò mancare, non voglio.” Le confessò. Il cuore gli si alleggerì nel petto ed Anne fece sfiorare i loro nasi, prima di parlare ancora.
“Allora assicurati anche di una cosa.” Gli disse, accanto all’orecchio.
“Cosa?” Alzò un sopracciglio, nel chiederlo. 
“Di non mancare neanche a tutti gli altri.” Sussurrò Anne. 
Jamie rimase per diversi istanti in silenzio, guardandola, osservandola. Anne aveva pronunciato quelle parole con sicurezza, anche se in un sussurro, lei lo credeva davvero e poteva intuirlo dal suo sguardo attento, che aspettava nient’altro che una risposta. Tuttavia Jamie rimase in silenzio, riuscendo unicamente a colmare quella distanza con un bacio, sperando che potesse rassicurarla come non sarebbe stato capace di fare a parole. Verbalizzare i loro sentimenti avrebbe richiesto più tempo, non voleva essere né affrettato, né scontato, perché non voleva sbagliare, non con lei. 
Anne rispose al bacio senza esitare, unendo subito la sua bocca a quella di Jamie e stringendosi al suo corpo. Posò una mano sul suo petto, accarezzandolo per poi attirarlo a sé stringendo il tessuto rosso del maglione in un pugno. La mano che lui aveva posato sul suo fianco si spostò sulla sua schiena, oltre il tessuto della maglietta, facendosi spazio con i polpastrelli. Conosceva già parti del suo corpo, aveva avuto l’occasione di vederla seminuda e gli era sembrato di osservare un’opera che fosse stata riservata solo per lui - non era il suo primo uomo, il fatto che altri l’avessero toccata ed avessero potuto godere di lei lo faceva pensare. Si chiese perché nessuno l’avesse tenuta stretta a sé, perché fossero stati così stolti da lasciare che Anne sfuggisse dalla loro presa e scivolasse via, fino ad arrivare a lui - e si reputava fortunato. 
Continuò a baciarlo, Anne, sentendo la sua mano salire e le guance istintivamente arrossarsi quando si posò sul gancetto del suo reggiseno. Indietreggiò verso il letto alle loro spalle, scontrando la sua schiena con il materasso, accompagnata dalla presa forte di Jamie attorno al suo corpo. Quando avvicinò una mano al bottone dei suoi pantaloni, Anne sembrò bloccarsi all’improvviso. 
“Spegni la luce.” Asserì, posando una mano sulla sua. Jamie la guardò non capendo.
“Cosa? No, Anne.” Parlava in sospiri.
“Ti prego.” Mormorò, quasi tremando con la voce. L’uomo su di lei ancora non capiva cosa la ragazza volesse dire, aveva sbagliato qualcosa? Cercò ancora delle risposte, inutilmente. 
“An-” Lo interruppe, posando un dito sulla sua bocca, implorandolo con lo sguardo. 
“Accendi l’abat-jour.” Sussurrò. 
Anne sperò con tutta se stessa di averlo convinto, teneva ancora una mano sul suo petto e lo accarezzava mentre i loro sguardi erano ancorati l’uno a quello dell’altra. Quasi tremava e fece per parlare, ma lui la precedette. Prima si avvicinò all’interruttore della luce, spegnendola, allungando infine una mano verso l’abat-jour, accendendola. Poi tornò su Anne, chinando il viso sul suo e baciandola. 
“Ci sono state altre donne, come ci sono stati altri uomini. Ciò che conta è quello che sentiamo.” Le ricordò. Che non aveva bisogno di vergognarsi di nulla, sarebbero stati solo loro due e proprio a lui non avrebbe dovuto nascondere nulla.
“Mi sento bene, come non mai.” Confessò, in un sospiro, quando la bocca di Jamie iniziò a scendere sul suo collo e le sue mani la liberarono dai pantaloni. Finirono presto a terra, seguiti da quelli di lui. Anne li tolse senza imbarazzo, gettandoli di fianco a loro.
La bocca di Jamie si spostò poi sul suo ventre, sollevando appena la t-shirt per baciarle la pancia, con le mani strette attorno ai suoi fianchi. Quelle di lei si confusero fra i suoi capelli, attirandolo a sé, volendolo sentire più vicino, insaziabile di quel contatto. Lo sentiva tuttavia esitante, come se quel precedente tentennamento di lei avesse fatto vacillare anche lui, allora prese fermamente il suo volto fra le mani, avvicinandolo al suo. Lo baciò con bisogno, ma senza foga, stringendo le sue gambe attorno alla sua vita. 
“Toccami, senza chiedere, Jamie” sospirò “sono tua, adesso.” Gli scansò i capelli dalla fronte e la baciò, scendendo sul resto del viso e nascondendo il suo volto nel collo di lui. 
“Ti voglio, Anne.”
“Sono qui” fece scontrare le loro fronti “sono qui, sono tua e lo voglio quanto te.” Si guardarono per diversi istanti negli occhi, fin quando Jamie sorrise ed Anne con lui. Tornarono a baciarsi, Anne si strinse ancora di più a lui.
“Spogliami.” Gli ricordò, fra i baci. 
Jamie non se lo fece ripetere due volte e le sollevò ulteriormente la maglietta, lei alzò le braccia e lo aiutò a sfilarla prima che la lasciasse cadere. Anne gli accarezzò il volto dolcemente, socchiudendo gli occhi ai suoi baci, ora più veloci, che scendevano rapidi verso il suo collo, lungo il petto, la pancia e le cosce. Si dedicò al suo corpo, lo baciò ed accarezzò, soffermandosi dove sapeva avrebbe apprezzato di più. I polpastrelli di lei gli accarezzavano la schiena dal maglione, ormai superfluo, dal quale lo liberò con un gesto veloce, potendo allora ammirarlo senza alcun impedimento. Anne fece scorrere la punta delle dita sul suo petto e fra gli avvallamenti dei suoi addominali, percorrendo lentamente, ma senza indugi, il suo torace allenato e coperto di una leggera peluria. Si fermò appena sopra l’orlo dei boxer, prima di tornare a baciarlo. Ora le loro gambe erano strette fra di loro ed era impossibile per i loro bacini non scontrarsi e per entrambi rimanere indifferenti. Una mano di Jamie si fece spazio fra di loro, oltre gli slip di lei, alleviando la pressione che le stringeva lo stomaco con dei tocchi veloci, ma attenti. Ansimò, Anne, che sollevò la schiena dal materasso, arrossendo ed imbarazzandosi subito dopo. Tornò sulle coperte respirando affannosamente, stringendo la sua mano sulla nuca di Jamie, avvicinando il suo volto alla sua bocca. Tremò non appena la mano di lui si scansò dal suo corpo, sentendola risalire, poi spostarsi ai lati dei suoi slip per tirarli via dalle sue gambe, accompagnati da altri baci impressi velocemente sulle sue gambe. I polpastrelli di Jamie faticarono per liberarla anche dal reggiseno, che presto finì allo stesso modo a terra. Ora la sua bocca lambiva parti del suo seno, mentre le mani di lei si erano fatte strada al di sotto dell’intimo di lui, sfiorandolo senza vergogna ed avvicinandolo a sé, impaziente. 
Gli occhi di entrambi brillavano e la luce fioca dell’abat-jour accarezzava i loro corpi imprimendosi nelle loro pupille, che iniziavano e finivano in quelle dell’altro. 
Anne poteva avvertire l’impazienza di Jamie dai suoi baci sempre più veloci e confusi, fece scivolare i suoi boxer oltre la curva dei glutei e strinse le gambe attorno ai suoi fianchi, avvicinandolo a lei. 
Si scambiarono un lungo bacio, che sapeva esclusivamente di loro, imprimendolo fra le labbra.
“Tu…” iniziò Jamie, esitante. Si poggiò con gli avambracci ai lati del volto di Anne. Tremava come fosse un ragazzino, vedendola così bella sotto di lui e per un momento si sentì più adolescente che uomo. 
“Io?”
“Prendi la pillola?” Chiese in un sussurro. Si morse il labbro, imbarazzato, e vide Anne avvampare prima di rispondere. 
“Sì.” rise allora, imbarazzata anche lei. Sembrò tirare un sospiro di sollievo, lei lo baciò piano sulle labbra.  
“Quindi noi…”
“Già.” Annuì lei.
“Già, meglio.” Annuì anche lui, prima di baciarla nuovamente ed avvicinarsi al suo corpo, chinandosi sul suo collo, lasciandovi dei baci mentre si faceva spazio fra di lei, in lei. Anne trasalì, si strinse ad uno dei suoi avambracci, così che lui potesse lasciare altri baci sulla sua gola e lei proprio nel punto in cui aveva nascosto il capo.
“Stai bene?” Sussurrò col fiato corto. Era rimasto immobile, per quanto fosse impossibile riuscirci senza piccoli movimenti. Anne premette sulla sua schiena e Jamie scivolò contro di lei, poggiando la fronte contro la sua.
“Certo” ansimò appena “sì, sto bene.” Era lievemente sudato e delle goccioline si erano raccolte proprio sotto l’attaccatura dei capelli, Anne le raccolse con una carezza, prima di baciargli la fronte.
“Anne?” Mormorò ancora. 
“Sì?” Ma scosse il capo. 
“Niente, sei bellissima.” Disse solamente. Anne sorrise e si avvicinò per baciarlo, ma lui la precedette con un bacio stampato velocemente sulla sua bocca. Poi si scansò dal suo corpo per ritornarvi subito dopo, lasciandola senza fiato e muovendosi contro di lei. 
Il bacino di Anne si mosse istintivamente contro il suo, il corpo le andava in fiamme già da un po’ e quel senso di vuoto che Jamie aveva appena colmato le offuscò i sensi e la mente, mandandola fuoristrada, totalmente. Lui, d’altra parte, aveva visto scemare tutti suoi dubbi e l’unica cosa che desiderava in quel momento era sentire Anne. 

“Lasciati andare, Anne, non” le tolse i capelli dal volto e lei lo sollevò verso il suo “non rimandare. Sei qui, adesso, ci siamo io e te.” Fece scontrare le loro fronte ed entrambi socchiusero gli occhi. Le mani di lei si arpionarono attorno alle sue spalle e le sue gambe lo strinsero vicino. 
“Jamie” sospirò, il fiato debole e le labbra ad un sospiro dalle sue.  
“Sono qui, sono qui Anne.” mormorò, lasciandosi andare contro di lei, nello stesso modo in cui Anne aveva fatto diversi attimi dopo, imprimendogli un bacio sulle labbra. 

Non appena il piacere si impossessò dei loro corpi e subito dopo che scemò, Jamie scivolò via da Anne, stendendosi al suo fianco. Dopo doversi istanti la sentì vicina e la accolse sul suo petto, accarezzandole i capelli e posandovi un bacio sopra, mentre la mano di lei gli accarezzava distrattamente il volto, lasciando dei baci sulla sua guancia sinistra. 
“Ti va di rimanere qui?” Gli chiese, guardandolo negli occhi. 
“Non riuscirei comunque a lasciarti andare, adesso. Promettimi che dormiremo.” Parlò lentamente, a voce bassa ed Anne arrossì subito. Notato l’imbarazzo di lei si spostò su un fianco e si poggiò sulla sua spalla, contro il suo collo, dove lasciò qualche bacio.
“Non sto dicendo… il contrario.” Disse lei, esitante. Socchiuse gli occhi e si morse il labbro, quando la bocca di lui si posò dietro il suo orecchio.  
“Mhmm”
“Forse tu.” Gli prese il viso fra le mani e lo portò sul suo per guardarlo negli occhi. Non appena Jamie sorrise le risultò impossibile non farlo. 
“Credo che potrei volerne ancora, di te.” confessò, spostandole dei capelli dal viso.
“Come se fossi una torta di mele?”
“Tu mi piaci di più.”


Writer's corner
Anne e Jamie stanno crescendo, insieme e da soli ed io con loro. Spero anche voi che mi state accompagnando stiate crescendo e vi stiate emozionando. Non siate timidi, voglio leggervi sempre! Per me è fondamentale. 
Zoe xx

 

   
 
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