Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: Zamia    03/09/2018    1 recensioni
Dalla storia: "Adrien camminava guardingo vicino vicino al muro. Era sfuggito all’autista che l’aveva accompagnato per la lezione di scherma. Quel giorno non aveva alcuna voglia di allenarsi e appena entrato nell’edificio ne era subito uscito. Quell’ora e mezza avrebbe voluto passeggiare, prendersi un gelato, entrare in un negozio di videogiochi; avrebbe voluto fare le cose che facevano i ragazzi normali. Poco prima della fine dell’addestramento si sarebbe rinfilato a scuola e sarebbe uscito tutto trafelato per "la faticosa lezione", pronto per essere riaccompagnato a casa.
"Ahi!" urlò Marinette trovandosi a sbattere contro il petto duro del compagno. "Mi scusi, mi scusi, ero distratta!"
Ma giusto il tempo di alzare lo sguardo che incontrò quello sorridente di Adrien.
"Ciao Marinette. Scusa tu! Siamo destinati ad incontrarci sempre sbattendoci uno addosso all’altro, a quanto pare".
Con uno stile introspettivo sono qui a raccontare uno spaccato della storia di Ladybug e Chat Noir fino alla rivelazione delle reciproche identità.
La storia si pone in continuo agli ultimi episodi della Stagione 2 trasmessi in Italia. Buona lettura!!!
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2 - Incontri Casuali
 
"Grazie maestro Fu, mi sento molto meglio adesso. La sua saggezza mi é di grande conforto e sapere che parlerà ancora con Chat Noir mi rasserena."
"Marinette, le strade che il fato ci indica sono spesso incomprensibili. Il disegno si vedrà alla fine, per ora dobbiamo essere pazienti. Verrà il momento in cui potrai dire la verità alla tua amica e arriverà prima di quando pensi. E arriverà il momento in cui tutti i nostri sforzi saranno ripagati e Papillon verrà sconfitto. Più di un indizio mi porta a credere che Papillon possa essere Gabriel Agreste ma abbiamo avuto anche la circostanza della sua akumizzazione che mi allontana da questa idea..."
"Non credo che il padre di Adrien possa essere un malvagio, maestro. Mi ha spiegato come ha avuto il libro e perché era importante per lui. Perché avrebbe dovuto mentirmi? E poi per quanto sia una persona fredda non credo sarebbe mai capace di fare del male a nessuno."
"Non lo so Marinette, spesso le persone fanno cose sbagliate con i migliori propositi. Aspettiamo e vediamo. Ora cerca di stare tranquilla. Vedrai che le cose andranno tutte per il meglio. E non ti preoccupare per i tuoi colleghi, farò in modo di parlare con loro, se diventerà necessario."
 
Marinette percorse il tragitto per arrivare casa con una serenità ritrovata. Parlare col maestro le faceva sempre bene. Capiva qualcosa in più dei miraculous e di se stessa e sentiva di condividere la responsabilità delle proprie azioni con qualcun altro.
Non era forse lui che l’aveva scelta? Se lei avesse fatto degli errori sarebbe stata anche un po’ colpa del maestro, no?
Ridacchiando mentalmente per questi suoi pensieri, passeggiava a passo veloce. Aveva un certo appetito e non vedeva l’ora di giungere a casa per mettere qualcosa sotto i denti.
Ma come era già capitato una volta, il destino le mise sulla strada, anzi proprio sul muso, il suo amato Adrien.
Adrien camminava guardingo vicino vicino al muro. Era sfuggito all’autista che l’aveva accompagnato per la lezione di scherma. Quel giorno non aveva alcuna voglia di allenarsi e appena entrato nell’edificio ne era subito uscito. Quell’ora e mezza avrebbe voluto passeggiare, prendersi un gelato, entrare in un negozio di videogiochi; avrebbe voluto fare le cose che facevano i ragazzi normali. Poco prima della fine dell’addestramento si sarebbe rinfilato a scuola e sarebbe uscito tutto trafelato per "la faticosa lezione", pronto per essere riaccompagnato a casa.
"Ahi!" urlò Marinette trovandosi a sbattere contro il petto duro del compagno. "Mi scusi, mi scusi, ero distratta!"
Ma giusto il tempo di alzare lo sguardo che incontrò quello sorridente di Adrien.
"Ciao Marinette. Scusa tu! Siamo destinati ad incontrarci sempre sbattendoci uno addosso all’altro, a quanto pare".
"Ciao Adrien. Che ci fai qui? non dovresti essere alla lezione di scherma?"
"e tu che ne sai?" le rispose il ragazzo con un ghigno malizioso.
"Beh, non é che io ti spii; e intendevo dire...che...ti ho sentito...per caso...parlare con Nino...oggi in cla..classe.."
"Si, probabile. Gli stavo spiegando perché non potevamo vederci nel pomeriggio." rispose, avvicinandosi con il viso a quello dell’amica. "Senti, ti andrebbe di venire con me al nuovo negozio di videogiochi? Ho marinato la lezione di scherma e seminato il mio autista. Nessuno sa dove sono e questa volta non voglio che nessuno mi disturbi."
Marinette lo guardava esterrefatta. Di fronte a lei c’era una versione dell’amico che non conosceva. Era scappato, non avevo rispettato un impegno e le stava chiedendo di andare insieme da qualche parte? Decisamente era un sogno e infatti, se lo godeva guardando imbambolata il compagno senza rispondere.
"Marinette! Marinette? Ti va di venire allora? O stai pensando a una qualche scusa? Se hai altro da fare puoi dirmelo, siamo amici, no? Puoi essere sincera..."
Marinette si riprese dal torpore che l’aveva avvolta ma non riuscì a rispondere lucidamente.
"non siamo amici…cioé certo che siamo amici e certo che ti accompagno" sorrise ebete.
"Ok, allora andiamo." E prese a raccontarle del modo in cui aveva imbrogliato il suo autista ed era sgattaiolato fuori dalla scuola e di tutte le volte che per scappare da suo padre sperimentava il suo passo felino per non far sentire ad alcuno i suoi passi. Gesticolava e aveva un tono di voce più stentoreo del solito. Lo vedeva sorridere e scherzare e se ne beava. Raramente lo vedeva così spensierato. Di solito manteneva un piglio serio sempre velato di una dolce malinconia. E raramente poteva sentirlo così a suo agio con lei.
Di solito il suo atteggiamento impacciato creava in lui imbarazzo e disappunto.
Di recente però lei aveva acquisito un nuovo coraggio. Affrontarlo per spiegargli la storia delle sue foto che aveva in camera e il passare più tempo con lui l’avevano resa più coraggiosa.
Aveva capito che non avrebbe avuto il coraggio di confessargli apertamente il suo amore. Le foto le avrebbero potuto dare l’occasione di dirgli che lo amava ma invece gli aveva detto solo che lo ammirava ed era una appassionata di moda. Questa circostanza l’aveva fatta riflettere sul fatto che non era ancora pronta a rivelare i suoi sentimenti né sarebbe stata pronta a subire un rifiuto. La strategia da allora sarebbe stata diversa. Far crescere la loro amicizia. Conoscerlo e farsi conoscere per ciò che era realmente.
Poi se fossero state rose sarebbero fiorite.
 
Automaticamente presa da questi pensieri e senza neppure avvedersene, avvolse il proprio braccio intorno a quello dell’amico. Per sentirlo più vicino ma anche per seguirne il passo, a tratti troppo rapido a tratti cauto e lento. Ad ogni angolo, infatti, Adrien si guardava intorno per essere certo che nessuno si fosse accorto della sua fuga né che nessun paparazzo lo stesse seguendo.
Sorpreso da tanto ardire ma assai contento Adrien si voltò verso di lei e le rivolse un sorriso furbo. "Così mi farai fare le fusa!"
Marinette si staccò repentinamente, tutta rossa in viso.
"Scusa, scusa…ma non riuscivo a tenere il tuo passo..."
"Tranquilla!" Rispose il ragazzo e le prese la mano. "Così riuscirai a tenere il mio passo."
Non era la prima volta che lo faceva. Era successo in altre occasioni. Per farsi seguire durante l’inseguimento dei fan, per aiutarla a scappare da qualche akumizzato, per ballare durante il video di Clara Rossignol.
Era un gesto che gli veniva spontaneo. Un gesto di protezione e di affetto per quella che considerava essere un’amica speciale. Un gradino più in alto delle altre. Provava grande affetto anche per Alya e per Rose e senza dubbio anche per Chloé.
Ma Marinette nel suo cuore aveva un posto unico. L’aveva ascoltato soffrire per Ladybug, lo considerava divertente e aveva una cieca fiducia in lui. Certo lei sembrava apprezzarlo più nei panni di Chat Noir che in quelli di Adrien. Ma in fondo non era la stessa cosa? Il bel visino e i modi ricercati di Adrien e il carattere vispo di Chat Noir ...una combinazione perfetta.
Stringendole la mano, in silenzio la portò verso il negozio di videogiochi e lì passarono un po’ di tempo a scambiarsi opinioni sui giochi più in voga del momento. Ne uscirono dopo poco con tra le mani un acquisto assai desiderato dal ragazzo.
"Non vedo l'ora di mostrarlo a Max e Nino! Giocherai con me anche tu a questo gioco qualche volta, vero?" le domandò.
"Certo!"  Rispose lei, già pregustando momenti felici come quelli in cui si erano allenati insieme a casa sua.
"Quanto manca al termine della lezione?" gli domandò dopo poco.
"Ancora mezz’ora, ma ci siamo allontanati parecchio. Mi sa che è ora di tornare verso la scuola. Andiamo?"
E di nuovo la prese per mano e la trascinò per una stradina che avrebbe dovuto rendere più breve il loro percorso. C’era entrato una volta per ritrasformarsi e si era accorto che tramite delle scaline riportava alla strada principale. Il che permetteva di raggiungere la scuola in minor tempo senza girare intorno ai palazzi come avevano fatto all’andata.
Quello che videro appena entrati nel vicoletto imporporò il volto di entrambi.
 
Nino ed Alya erano seduti sugli scalini, mano nella mano e labbra sulle labbra. Ogni tanto prendevano fiato e si sussurravano qualcosa per poi riprendere a scambiarsi effusioni. Appena li avevano visti Adrien e Marinette avevano fatto qualche passo indietro e si erano nascosti dietro un cassonetto.
"Che facciamo? Li disturbiamo o no?" Chiese Adrien a Marinette.
" Non lo so..ma sono davvero carini! Pensi che si infastidirebbero se si trovassero colti in flagrante?"
"Non so...sapevo che si piacevano e che si corteggiavano ma non immaginavo che.."
Marinette si sorprese del candore del ragazzo. Alya le aveva raccontato del primo bacio con Nino e quindi per lei era normale che i due quando uscivano insieme cercassero anche l’occasione di farsi delle coccole.
"E poi che penserebbero del fatto che sei sola con me?" Adrien, aveva improvvisamente cambiato tono e le si era avvicinato col volto.
Lo trovava schizofrenico...ultimamente passava dall’ingenuità alla malizia come se nulla fosse!
Strinse gli occhi e si scostò.
" non so credo che ...ne sarebbero contenti...credo...."
"… e allora andiamo a salutarli!" propose lui.
"Mancano solo 10 minuti alla fine della lezione" gli ricordò Marinette, temendo una qualche punizione del signor Agreste che avrebbe potuto tenere il ragazzo lontano dalla scuola fino alla fine dei suoi studi. "Ci vorrebbe Ladybug col suo yo-yo a portarti a scuola. Ci metteresti un attimo!" disse tanto per sciogliere un po' la tensione che sentiva salire a causa del contatto ravvicinato col ragazzo che le piaceva.
"Magari.." rispose sognante Adrien e sospirò. "Lasciamo soli i piccioncini e facciamo una corsa per tornare a scuola. Magari incontriamo Ladybug sulla strada e mi faccio dare un passaggio" concluse il giovane.
Marinette rimase male a questa affermazione. Un po’ aveva voluto interpretare quell’incontro casuale come l’appuntamento che lei non aveva mai avuto il coraggio di chiedere ad Adrien e si aspettava un po’ più di galanteria.
"Mi lasceresti tornare da sola e te ne andresti con Ladybug?" osò domandare.
Adrien si accorse di essere stato molto indelicato. La sola idea di trovarsi tra le braccia di Ladybug l’aveva fatto andare in visibilio e si era dimenticato delle buone maniere.
"No di certo...le chiederei di chiamare Chat Noir e di farti trasportare fin su alla tua terrazza. Direttamente in camera!" E sorrise sperando così di aver almeno in parte sopperito alla sua gaffe precedente. "Non saresti più contenta di andare in giro con un supereroe che con me?" continuò proiettando i suoi pensieri e i suoi desideri sull’amica.
Lui stava bene con Marinette e con gli altri amici ma Ladybug era un'eroina, la sua collega, la sua partner. Erano sempre leali l’uno con l’altro e lei era così bella e decisa e determinata...e l’aveva salvato un sacco di volte e lo dirigeva indirizzando i suoi comportamenti per renderlo migliore. Lei era una guida per lui. Un esempio da seguire.
"Sei uno stupido!" Gli disse Marinette spingendogli il braccio. "Come puoi pensare che io sia così superficiale da preferire un supereroe a te? Tu sei mio amico!"
Certo anche Chat Noir era suo amico e lei lo adorava ma Adrien non sapeva che lei lo conosceva tanto bene.
Per la seconda volta era rimasta male. Adrien la credeva così superficiale da pensare che potesse preferire una persona estranea ma famosa a lui?
Ma forse per lui era così. Preferiva a lei, che vedeva tutti i giorni e con cui si divertiva, un'estranea che aveva visto al massimo un paio di volte?
Tra questi pensieri, raggiunsero la scuola.
"Ciao Marinette, ci vediamo domani a scuola. Grazie per la compagnia.”
La lasciò senza aggiungere altro.
Era molto in difficoltà.
Ripensava alle parole di Marinette: "Sei uno stupido!" Questa frase gli rimbombava nella testa. Marinette gli voleva bene nonostante fosse quello che era, un ragazzino ricco e famoso, gentile ma non particolarmente sollecito nei confronti dei suoi amici. Era educato, coi maschi anche divertente e simpatico ma niente più di quello mentre solo Ladybug conosceva la parte più autentica di lui, quella spiritosa, a tratti irritante, ma soprattutto quella coraggiosa.  Lei l'aveva visto sacrificarsi più di una volta ma aveva visto anche quello che il suo cuore sincero portava dentro.
Eppure, Ladybug non lo amava mentre Marinette ne conservava in camera le foto.
Cosa stava sbagliando?
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: Zamia