Midnight
Capitolo 7
Corro…Corro…Corro più veloce che posso…Vorrei poter scappare
chissà dove, in un qualsiasi luogo lontano da qui. Ma lo so… Non ho possibilità
di fuga. Sento che è sempre più vicino…Mi tremano le gambe…Sono allo stremo
delle forze…Lo sento…Sta arrivando…Concentro tutte le mie energie nell’ultimo
scatto veloce che il mio corpo riesce concedermi, quando improvvisamente mi
sento afferrare per un braccio. Vorrei urlare, ma non mi esce la voce.
È troppo tardi.
Vengo scaraventata a terra. Qualcosa di pesante mi piomba
addosso, immobilizzandomi.
Sento che è la fine. Non posso scappare. Il suo respiro mi
sfiora la pelle. Non mi resta che una possibilità. Con tutta la poca forza che
mi è rimasta provo a dargli uno strattone, riuscendo così a girarmi a pancia in
su e portando inevitabilmente il mio volto ad incontrare il suo.
Mi si ferma il respiro.
Quello che fino ad ora era stato un incubo terribile, sembra
essersi trasformato improvvisamente in un sogno bellissimo. Bellissimo almeno
quanto lui.
Mikey.
Contrariamente alle ultime volte in cui mi ero ridestata da
quel solito incubo angosciante, non ero affatto scossa ed agitata. Questa volta
mi sentivo piuttosto…rilassata?
Avevo un leggero mal di testa, tuttavia mi sentivo come in
Paradiso. Non ne capivo il motivo, eppure il mio letto, le mie coperte, non mi
erano mai sembrati così soffici e accoglienti. Il cuscino poi, decisamente più
morbido di quanto ricordassi, aveva un profumo che mi faceva davvero sentire
bene. Un profumo così dolce, così familiare.
<< Sunlit?>> sentii qualcuno pronunciare il mio
nome, con un tono di voce molto basso, quasi con troppa gentilezza. Non riuscii
a distinguere chiaramente a chi appartenesse quella voce. Ero ancora troppo
legata al mondo dei sogni.
<< Ehi Sunny sei sveglia?>> di nuovo quella voce
troppo dolce per essere ignorata.
Anche se abbastanza controvoglia, mi sentii in un certo qual
modo obbligata ad aprire gli occhi.
Quando lo feci, ciò che mi si presentò davanti mi lasciò
letteralmente impietrita.
Accanto al mio letto, seduto su di una sedia che non
ricordavo di avere, Mikey mi stava guardando con un mezzo sorriso abbozzato sul
volto.
<< Buonanotte..>> chiusi gli occhi e mi girai
dall’altra parte del letto, coprendomi il viso con le coperte. Ero convinta di
essermi svegliata, ma a quanto pare mi sbagliavo. L’ultima cosa che ricordavo
di aver visto nel sogno era il volto di Mikey e il fatto che una volta aperti
gli occhi me lo fossi ritrovata di fronte era senza dubbio la prova che stavo
ancora dormendo.
<< Ahahah macchè buonanotte. Non ti sembra di aver
dormito abbastanza? Non che mi crei disturbo ospitarti nella mia stanza ancora
un po’,ma penso faresti meglio ad alzarti o ti perderai una delle ultime belle
giornate di sole. Ormai siamo quasi in inverno no?>>
Aprii nuovamente gli occhi. Questa volta di scatto.
Aveva detto “nella mia stanza” ???
Tirai fuori la testa da sotto le coperte e mi misi a
scrutare l’ambiente in cui mi trovavo.
Era una camera leggermente più grande della mia, ma
decisamente più ordinata.
C’era un grande armadio bianco, di fianco al quale una
finestra semi aperta lasciava trapelare un filo di luce all’interno della
stanza. Dall’altro lato una scrivania, sormontata da una pila smisurata di cd
affiancati da un portatile, vicino alla quale svariate mensole ospitavano libri
e fotografie.
In fine, qualche poster attaccato alle pareti e un piccolo
comodino a lato del letto.
Il letto. Il suo letto! Mi ci volle qualche minuto
per capire chiaramente in che posto, ma soprattutto in che situazione mi
trovassi. Ero comodamente sdraiata sotto le stesse coperte con le quali ogni
notte si addormentava il ragazzo dei miei sogni! Come diavolo ero finita lì???
<< Ben alzata. Allora, come va? Immagino ti starai
chiedendo perché ti trovi nella mia camera da letto…Mi spiace…è che sul momento
mi era sembrata la cosa più semplice da fare…Spero non sia stato un problema
per te…>>
“la cosa più semplice da fare”??? non riuscivo a
capire…cercai di fare mente locale, e probabilmente mi si dipinse in volta un’espressione davvero
idiota poiché Mikey mi si rivolse con aria preoccupata.
<< Ehi tutto bene? Sembri quasi sconvolta…per caso ti senti
male per via della botta di ieri sera?>>
<< Botta??>> lo guardai completamente
sbigottita. Di che botta stava parlando?
<< Uh…devo dedurne che non ti ricordi niente…beh,
comprensibile…eri talmente ubriaca che>>
<< Ubriaca??>> lo interruppi nuovamente, con un
tono sempre più incredulo nella voce.
<< Ah…ahahahah mamma mia allora la situazione è più
complicata di quanto potessi immaginare. Senti, perché non mi dici fin dove ti
ricordi gli avvenimenti di ieri? Per il seguito di aiuto io>>
Proprio non riuscivo a capire cosa ci trovasse di
divertente. Io mi sentivo completamente a disagio.
Tuttavia non mi rimanevano molte possibilità, per cui
cominciai a ripensare alla serata precedente…
Sono le 20.00h. Puntuale come un orologio svizzero, ecco
Mikey arrivare sotto casa di Violet.
Lily carica prontamente la sua amata chitarra nel
bagagliaio, dopodichè si accomoda nel posto a fianco del guidatore, seguita a
ruota da me e Violet. Grande errore sedermi dietro vicino a lei. Ogni minima
curva e mi si fionda letteralmente addosso.
Nel giro di mezz’ora giungiamo a destinazione.
Manca più o meno un’ora all’inizio della serata, eppure
fuori dal locale c’è gia parecchia gente.
Entriamo dalla porta sul retro, dove veniamo avvicinati dal
proprietario, il quale ci avvisa che saremo la terza band ad esibirsi.
Sistemiamo velocemente le nostre cose e ci prepariamo per
sound check.
Finiti i preparativi, il locale comincia a riempirsi.
Verso le 21 la prima band apre la serata. Si tratta di un
gruppo punk-rock. Nice Price. Sembrano riscuotere un grande successo,
soprattutto tra un gruppetto di ragazzine che continua a schiamazzare sotto il
palco.
Mentre attendiamo l’esibizione della seconda band in
programma, io e Lily ci attacchiamo al bancone del bar. Violet non è solita
fare uso di alcolici, ma questa sera decide di unirsi a noi. Sarà l’ansia da
prestazione?
Ecco che anche il secondo gruppo comincia la sua
performance. Si chiamano Mistery. Devo ammettere che non mi dispiacciono.
Soprattutto il chitarrista. Tuttavia non riesco a concentrarmi molto su di
loro. Ancora pochi minuti e tocca a noi salire sul palco.
Sarà l’effetto dei due bicchieri di rum e coca, ma comincia
a venirmi un leggero senso di sonnolenza.
Smette la musica. La band si allontana.
Tocca a noi.
Saliamo lentamente sul palco. C’è decisamente più gente di
quanto avremmo mai potuto sperare, ma
non c’è tempo per farsi prendere dal panico. Raggiungiamo
ognuno la propria postazione.
Lily è davvero bella questa sera. Gonna di pizzo nera lunga
appena sopra le ginocchia, maglietta a maniche lunghe tagliata in alcuni punti,
aperta sul davanti e con un piccolo teschietto disegnato sul lato sinistro,
anfibi e calze a rete.
Violet invece indossa un paio di jeans strettissimi pieni
strappi, all star rosso laccato, una camicetta a mezza manica molto scollata,
con qualche nastrino cucito qua e là, e una cravatta rigorosamente rossa.
Mikey poi…beh Mikey è sempre bellissimo. Pantaloni neri
strettissimi, all star nere e maglietta a mezza manica degli Anthrax,
probabilmente la sua band preferita.
Per quanto mi riguarda, maglietta senza maniche con qualche
spilla da balia che regge una grande stella nel centro, calzoncini neri con due
enormi tasconi ai lati, collant a righe,anfibi e guanti in pelle senza dita.
Suonare la batteria è molto faticoso e sudo parecchio. Nonostante il freddo non
posso vestirmi in modo troppo pesante o rischierei uno svenimento.
Ancora pochi istanti ed eccolo. Il momento è arrivato. Si
suona.
Il tempo sembra passare così velocemente…è una sensazione
fantastica. Diamo il meglio di noi stessi. Violet sta cantando come non aveva
mai fatto. E Mikey…sfiderei chiunque a dire che si è unito alla nostra band da
così poco tempo…c’è un’intesa fantastica.
Il pubblico. Il pubblico applaude. Grida. Canta. Non avremmo
potuto sognare di meglio. Un debutto fantastico.
Scendiamo dal palco accompagnati da applausi e urla di
gradimento. Davvero una soddisfazione grandissima.
Ci avviciniamo tutti e quattro al bancone del bar e
ordiniamo da bere. Ci voleva proprio.
Anche il gruppo dopo di noi inizia a suonare. Non ricordo il
nome, ma a giudicare dalla musica si tratta di una band prog metal. Mi
piacciono molto.
Altro giro.
Alcuni ragazzi si avvicinano e cominciano a farci
complimenti per l’esibizione appena svolta. Violet inizia a pavoneggiarsi come
al solito e tutti scoppiamo a ridere.
Il senso di sonnolenza che avevo avuto poco prima comincia a
rifarsi sentire.
Tra le risate e le bevute ecco che anche la quarta band
scende dal palco per lasciare il posto agli ultimi musicisti della serata.
Inizio a sentirmi leggermente confusa. La stanchezza è
tanta.
Un ragazzo si avvicina a me. Lo riconosco dopo qualche
secondo. È il chitarrista della seconda band che si è esibita prima di noi.
Quello carino. Porta il suo viso a tre centimetri dal mio per chiedermi
qualcosa. Non riesco a capire. Mi volto per chiedergli di ripetere ma…il
bicchiere…e poi…poi…
<< Il bicchiere >>
<< Bicchiere?>> rispose lui con aria dubbiosa.
<< Ah, intendi forse il bicchiere che hai fatto
cadere per terra?>>
<< Penso di si…cioè…ricordo che si era avvicinato un
ragazzo e…per sbaglio girandomi verso di lui devo aver urtato il bicchiere di
vino che c’era sul bancone e…e…>>
<< Non ricordi nient’altro?>>
<< L’ho rotto vero?>> chiesi abbastanza
infastidita.
<< Già>> ecco, lo sapevo. Possibile che se non
combino qualche casino non sono contenta? Il peggio era che non mi ricordavo il
seguito…cos’avrò mai fatto per ritrovarmi a passare la notte a casa del
bassista della mia band?