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Autore: Lyla Vicious    04/09/2018    2 recensioni
E se fosse lui l'ammiratore segreto misterioso? Nah, non era così stupida da illudersi che un tipo del genere fosse il classico principe azzurro.
Assomigliava piuttosto a una versione punk e ulteriormente disadattata di un personaggio dei film di James Dean che andavano per la maggiore ai tempi dei suoi genitori.
Un ribelle senza causa, dunque.
“Toglitelo dalla testa” la fece rinsavire Margareth:” Non è assolutamente il tipo per una relazione seria.”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Judy osservava con attenzione la calca di pazienti diretta verso gli inservienti nella sala mensa.

Anche quella mattina, come ormai d'abitudine, aveva ricevuto il solito mazzo di fiori con tanto di citazione poetica allegata, a fare da sfondo a un momento romantico.

Sempre quella mattina, aveva incontrato nuovamente Mike.

L'unica differenza tra questa e le altre volte era che avesse rifuggito il suo sguardo.

Perché? Voleva per caso prendersi gioco dei suoi sentimenti?

Non aveva importanza in fondo, le era stato sconsigliato come un bagno in piscina dopo pranzo.

Quello che si stava accingendo a consumare al tavolo insieme alle ormai inseparabili Margareth e Veronica.

“Che fortuna! Hai l'uscita libera ogni Venerdì, e io rimarrò a marcire qui dentro solo perché sono stata trovata in stato catatonico!” Si lamentò la prima.

“Ad essere sincera non so proprio che farmene, tranne che un giro in piazza o qualcosa di simile.”

“Sicuramente qualcosa di diverso dallo starsene ad ammuffire qui, almeno Veronica sembra avere una vita più interessante della mia, cosa darei per vivere nella sua mente! Sembra non annoiarsi mai.” Sbuffò una demoralizzata Margareth.

“Piuttosto, guarda qui Judy.”

l'amica voltò il biglietto sulla parte del retro, che riportava scritto a mano quello che aveva l'aria di essere un messaggio.

Voglio incontrarti, vediamoci stasera alle 22 sul tetto dell'ospedale. Oddio Judy, sono emozionata per te, finalmente lo incontrerai!” sorrise scrollandole le spalle.

“Sì, ma continuo a credere che si tratti di uno scherzo, però...e se mi venisse incontro con un'ascia o qualcosa del genere? Avete presente la scena della doccia di Psycho, quel vecchio film?”

“Ma se è sempre stato così carino e gentile? Al massimo vi darete qualche bacio e trascorrerete una serata romantica. Andiamo, perfino tu vuoi vederlo!”

Sorrise timidamente:”Sì, voglio scoprire chi sia, facciamolo.”

“Ommioddio! Ti aiuterò a prepararti per il grande evento, dovrai essere una figa da paura. Non potrà resisterti! Giusto Veronica?”

“Cosa? Ah si.”

Dopodichè le tre ragazze finirono di pranzare e si diressero nel loro dormitorio, sempre tenendo la porta socchiusa, come da regolamento.

Una serata importante attendeva Judy, e non poteva di certo presentarsi in abiti da ospedale al cospetto di un ragazzo così dolce.

Fortunatamente il giorno prima le erano stati restituiti gli abiti che era solita indossare prima di aver varcato l'alto cancello metallico del Sunrise Bay, perciò poteva godere di una certa varietà di scelta.

Inoltre, la libera uscita settimanale rappresentava un traguardo tra le mura della clinica.

Significava che una persona era ritenuta in grado di badare a sé stessa.

Judy non era più un pericolo pubblico.

Pensava a questo mentre la fantasia di quelle ore di libertà le balenava nella mente.

Erano ormai due mesi che doveva sottostare ad ogni genere di ordine per quanto riguardava cibo, abiti da indossare e perfino il divieto di chiudere la porta della camera e del bagno.

Quel giorno sarebbe stato soltanto suo, privo di imposizioni e saturo di divertimento, come quello di una qualsiasi sedicenne.

Una sedicenne che non era lei e che non era finita in coma etilico neppure una volta.

 

Sì, i ricordi di quel giorno erano alquanto sbiaditi.

Nonostante questo, la voce del medico e quelle dei genitori le risuonavano ancora nel cervello.

“Vostra figlia ha moltissimi tratti del disturbo di personalità borderline, anzi, è un caso quasi da manuale. Non è di certo la prima overdose che l'ha trascinata qui, come anche voi sapete, è seguita da anni e il suo psicologo può confermarla. E le sue gambe poi...”

I signori Bloom erano interdetti:”Disturbo borderline? Ma ha soltanto sedici anni, è così piccola!”

“L'età dell'esordio si aggira intorno alla seconda adolescenza, quindi il caso di Judy è regolare.”

“Come farà ad adattarsi? Dobbiamo assolutamente non far trapelare nulla, sa, la nostra immagine pubblica non deve assolutamente risentirne.”

Il medico fu perentorio:”Neppure lei deve venirne a conoscenza, le diagnosi tendono spesso ad influenzare gli schemi comportamentali dei pazienti. E comunque, le vostre priorità sono piuttosto discutibili, se ponete l'accento solo sulla vostra immagine pubblica, con una figlia che sta visibilmente male.”

“Ma...”

“Piuttosto aiutatela, fate il possibile.”

“E cosa possiamo fare?”

“Per prima cosa, non può essere dimessa e riportata a casa, date le condizioni in cui versa. Suggerirei un ricovero immediato al Sunrise Bay, questa struttura è la più adatta a fornirle assistenza.”

Nel frattempo la ragazza si rigirava nel letto, tutto era annebbiato.

Ricordava solo questo, sì, subito prima di essersi svegliata.

 

 

 

  
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