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Autore: DarkFoxChannel    04/09/2018    0 recensioni
Epsòdi è un continente sperduto, composto da sette regni sempre rivali e in guerra tra di loro.
Dark è un ragazzo della Lucasside che vorrebbe le cose cambiassero.
Con lui, alcune persone sognano in grande... ma i loro grandi sogni diventeranno una realtà?
Genere: Fantasy, Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il drago cominciò a camminare ondeggiando e facendo strisciare la coda per terra. Lican incoccò una freccia, con una goccia di sudore che gli scivolava sulla tempia. Il cuore di Dark batteva come un tamburo, ed Enemy stringeva l’arco tanto forte da avere le dita viola. Il dardo partì e colpì il drago al collo, ma non fu un colpo mortale. L’animale urlò e ruggì ferocemente, poi si voltò verso il cespuglio in cui i tre ragazzi erano nascosti. Lican posò l’arco e sguainò la spada, poi annuì a Dark ed Enemy, che lo guardavano con gli occhi strabuzzati, ed uscì dai cespugli con un urlo. Il drago lo squadrò e alzò una zampa anteriore, massiccia e pesante. Il soldato rotolò di lato e affondò la spada nella gamba del drago, che urlò e agitandosi riuscì quasi a colpirlo con la coda. Dark rabbrividì: se quella coda avesse colpito una qualsiasi persona, l’avrebbe uccisa. Non era un animale che si potesse uccidere in un duello rapido, Lican avrebbe dovuto sfiancare l’animale prima di abbatterlo. E così stava facendo, evitando o parando i sui colpi con il grosso scudo che aveva con sé. Enemy tese l’arco, concentrandosi e mirando. Doveva stare attento, perché spesso l’animale gettava verso il basso la testa per colpire, e avrebbe potuto mancare il colpo. Decise di scoccare quando il drago stava combattendo più con gli artigli, e colpì vicino a dove Lican aveva già conficcato la sua feccia. Ma i draghi occidentali, Dark lo sapeva, avevano una pelle spessa almeno una ventina di centimetri e le squame erano dure. Era praticamente impossibile trafiggerne uno con un singolo colpo. E infatti i colpi che Lican aveva inflitto erano superficiali e non sembravano dare troppi pensieri all’animale. A malapena sanguinavano, solo ogni tanto per i continui movimenti del drago cadeva una goccia di sangue. Il combattimento andava avanti da più di venti minuti quando qualcosa di rilevante successe per la prima volta: e sfortunatamente fu Lican a venire colpito dalla massiccia coda. Volò contro un albero e ci sbatté contro di schiena. Cadde al suolo con una goccia di sangue che gli uscì dalla bocca, e si rialzò a fatica, stordito e traballante, mentre l’animale si avvicinava minaccioso, coperto di ferite, ma tutte poco gravi, e con la bava alla bocca. A quel punto Enemy strappò la spada dalle mani di Dark e con un grido balzò fuori dai cespugli, lasciando l’arco lì. Dark lo guardò e poi decise di prenderlo, nonostante la paura. Era abbastanza bravo nel tiro con l’arco, l’aveva praticato molto quando era più piccolo. La faretra di Enemy però era fuori dal cespuglio, si sarebbe dovuto scoprire per prendere le frecce. Guardò il drago che combatteva. Lican stava cercando di riprendere l’equilibrio, mentre Enemy teneva la bestia occupata colpendola alle zampe, per distrarla. Dark allora si avvicinò al limite del cespuglio, senza sapere se sarebbe stato più conveniente correre a prendere la faretra o strisciare. Enemy gridava e faceva rumore, per distrarre il drago da Lican, quindi magari avrebbe potuto passare inosservato sia di corsa che strisciando, però il drago guardando Enemy guardava anche nella direzione di Dark. Alla fine il ragazzo decise di rischiare e forse fuori, prese la faretra, noncurante delle due frecce che caddero a terra, e tornò nel nascondiglio con uno scatto felino. Poi rapidamente prese una freccia e la incoccò. In quei tre anni di tiro con l’arco agonistico aveva imparato una tecnica più che altro scenica da usare su bersagli grandi: sapeva incoccare e scoccare rapidamente, mettendoci poco a mirare. Il drago era abbastanza massiccio per usarla, ma il ragazzo controllò il vento prima, e con suo sommo sollievo praticamente non ce n’era. Così cominciò a scaricare la raffica di frecce sul drago, che gridò di dolore e sorpresa, distraendosi. Enemy lanciò un’occhiata verso il cespuglio, poi verso la coda del drago, e balzò in avanti menando a tutta forza un fendente. Un pezzo di coda lungo quasi un metro e mezzo cadde sanguinante nell’erba, tagliato via dal resto. Il drago urlò, era la prima ferita seria che gli veniva inflitta. Ma se il drago fosse sopravvissuto non sarebbe stato un problema, la coda gli sarebbe ricresciuta, come ricresceva alle lucertole. Lican in quel momento si riprese e si rimise in posizione. Con la coda gravemente ferita il drago perdeva progressivamente energie, e aveva un’arma in meno. Ma aveva anche guadagnato una furia incontrollabile. Si acquattò come un gatto, in maniera un po’ buffa visto il lungo collo, ringhiando contro Enemy, che gli balzò contro con la spada. Aveva malinterpretato. Pensava fosse un segnale di resa e debolezza. Invece il drago alzò di scatto la testa, ferendo Enemy ai fianchi con le corna e scaraventandolo in aria. Il ragazzo ricadde dietro al drago, vicino alla coda mozzata, e rimase inerme. Dark raggelò. Un colpo del genere poteva averlo ucciso. Di nuovo il drago si acquattò, avvicinandosi al corpo di Enemy. Lican corse in avanti, pronto all’attacco, ma Dark fu più rapido; visto come l’animale stava fermo lanciò in fila tre frecce: una colpì la bestia nell’occhio, le altre due l’una accanto all’altra sul collo. Il rettile proruppe in un ruggito straziante e fortissimo, e si girò verso il cespuglio. Adesso aveva notato Dark, ma Lican gli era addosso e vista la distrazione del nemico ebbe l’occasione di passargli da parte a parte una massiccia zampa anteriore, che era così spessa da lasciar spuntare solo la punta della spada, affondata fino all’elsa nella carne. Lican, in segno di grande abilità e destrezza, estrasse con una sorprendente rapidità la lama e balzò all’indietro, evitando un morso del drago, e approfittando della testa abbassata gli colpì la mascella con l’impugnatura della spada, con tale forza che un dente dell’animale volò via e cadde nell’erba, riempiendo di gocce di sangue l’arco che percorse in aria. Ora la bestia era abbastanza distratta e lontana da Enemy, così Dark corse fuori e trascinò l’amico nel nascondiglio, con il cuore che gli martellava a tutta velocità le costole per lo spavento, terrorizzato e quasi paralizzato dalla sola idea che il drago potesse girarsi e vederlo. Per questo c’era voluto uno sforzo immane per correre e trascinare Enemy sotto il cespuglio, tanto che gli facevano male e gli tremavano gambe e braccia, e non aveva più fiato. Tornò a concentrarsi sulla battaglia in tempo per vedere Lican che trafiggeva di nuovo la stessa gamba di prima, che ormai il drago teneva piegata e alzata da terra. Poi il guerriero la usò come appoggio per saltare e atterrò sulla nuca dell’animale, ma prima che Lican potesse fare qualsiasi cosa, il drago spiccò il volo, lasciando Dark atterrito. Ma nemmeno questo bastava a scoraggiare quel soldato. Avrebbe anche fatto a pugni con la morte, se avesse potuto, noncurante di quella temibile falce ricurva. Affondò la spada nella spalla destra del drago e la spinse in avanti, al che il drago strillando di dolore cominciò ad andare in picchiata. Quando fu abbastanza vicino al suolo, mentre Lican estraeva la spada, il drago roteò su sé stesso disarcionandolo e facendolo cadere con poca eleganza a terra. Il guerriero riuscì di nuovo a rialzarsi, tremando per la stanchezza e per i vari colpi ricevuti, e si preparò. La bestia ora stava volando verso l’alto, poi sembrò stesse volando via, oltre la sua caverna, ma subito dopo tornò indietro, volando a poco più di un metro dal suolo, con le fauci spalancate, contro Lican. Il soldato rotolò in avanti e alzò la spada mentre il drago gli passava sopra, conficcandola nella pancia gialla e squamosa, ed estraendola solo quando aveva creato un taglio di due metri e mezzo nel ventre del rettile. La bestia atterrò goffamente e perse l’equilibrio, cadendo in avanti e rantolando, poi, senza girarsi a guardare Lican, si alzò e spiccò, a fatica, di nuovo il volo. E se ne andò, con le squame verdi rilucenti al sole che cominciava a scendere, con tagli scintillanti di rubino che lasciavano una sottile scia di gocce alle loro spalle.
   
 
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