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Autore: lmpaoli94    05/09/2018    1 recensioni
Sei donne.
Tutte diverse tra loro.
Ma c’è una cosa che unisce la loro amicizia: l’amore per i libri e per la lettura.
Ogni domenica si riuniscono nella biblioteca di una loro amica per discutere sul prossimo libro da leggere.
Ma in quei momenti, non perderanno occasione di parlare della loro vita e dei loro problemi di donne.
Genere: Commedia, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era passato all’incirca una settimana e i lavori alla ricostruzione della biblioteca procedevano molto velocemente.
«Tra pochi giorni potrò riaprire al pubblico» fece Anita al settimo cielo alle sue amiche.
«Grande! Devo dire che è venuto meglio di prima, sai?»
«Anch’io ho questa impressione, Sandra.»
«Quando ricominceremo con il nostro circolo letterario?»
«Possiamo farlo anche qui in casa mia, se volete.»
«Perché no? Mi sembra una buona idea» fece Stefania.
«Preparo i caffè. Sarà una giornata molto lunga.»
Mentre Anita si diresse in cucina, il suo cellulare cominciò a squillare.
Il numero che gli venne scritto sul display era sconosciuto.
«Pronto?»
«Quando dirai alle tue amiche la verità?»
Nel sentire quelle parole, Anita sbiancò improvvisamente.
«Con chi parlo?»
«Con il tuo peggiore incubo se non ti decidi a parlare.»
«Smettila di importunarmi o chiamo la polizia.»
«Puoi chiamare chi vuoi… Sono io che ho il coltello dalla parte del manico.»
«Lasciami in pace!»
«Non urlare. Non voglio che le tue amiche ti sentano.»
«Come fai a sapere…»
Scossa dalla conversazione tra lei e Davide, Anita guardò immediatamente fuori dalla finestra per vedere se il ragazzo la stesse spiando.
«Dove sei? So che ti trovi nelle vicinanze.»
«Abbastanza al rifugio senza che tu possa trovarmi… Parla con le ragazze e digli chi sono veramente e che cosa hai fatto. Altrimenti, ci parlerò io.»
«Non oseresti…»
Ma dopo l’ennesimo avvertimento del ragazzo, egli aveva riagganciato la chiamata.
Anita tornò dalle sue amiche visibilmente scioccata.
«Anita, tutto bene?»
La ragazza fissò le ragazze con sguardo inespressivo.
«Vi devo dire una cosa…»
Le ragazze erano visibilmente preoccupate.
Non avevano mai visto Anita in quello stato.
«Qualcuno mi sta stalkerando…»
«Cosa?»
«Michela… tu lo conosci molto bene…»
«Di chi parli, scusa?»
La giovane del gruppo pensò a chi poteva essere.
«No… Non può essere Davide… È impossibile.»
 «Non so perché ma mi ha preso di mira… Mi dovete aiutare.»
«Certo che ti aiuteremo» fece Lucia abbracciando la sua amica.
«In questo momento sono sicura che ci sta spiando… Dobbiamo trovarlo. Al più presto.»
«Lascia fare a noi» fece Sandra.
«Quando lo scoveremo, vedrai che non ti darà mai più fastidio.»
«Grazie… Grazie di tutto» fece Anita sfogandosi con le ragazze e iniziando a piangere disperatamente.
 
 
Dopo la notizia sconvolgente di Anita, Michela prese le sue cose per andare a cercarlo.
«Michela, ma dove stai andando? Dobbiamo parlare del nostro libro.»
«Per non parlare del nostro romanzo.»
«Mi dispiace Simona, ma mi sono ricordata che ho un impegno... Continuate pure senza di me.»
«Ne sei sicura?»
«Mai stata più sicura prima d’ora» disse infine la giovane ragazza prima di richiudere la porta d’ingresso.
Michela era furibonda.
Non riusciva proprio a credere di aver trovato un giovane uomo di cui piano piano si stava innamorando che potesse fare lo stalker.
Inorridita, ogni minuto si guardava attorno per vedere se la stava seguendo.
Fino a quando non lo vide dietro un lampione mentre la stava fissando con il suo sguardo rancoroso.
«Ti ho visto, Daniele. Vieni immediatamente fuori.»
Il ragazzo, senza battere ciglio, acconsentì alla richiesta di Michela.
«Devi spiegarmi un sacco di cose, sai?»
«Non qui. Andiamo in un posto più appartato.»
«Non ci penso nemmeno a venire con te.»
«Che cosa ti ha detto quella vipera di Anita?» domandò il ragazzo furioso.
«Non osare parlare così della mia amica.»
«Lo vuoi sapere cosa ha fatto? Ha ucciso i miei genitori.»
«Tu sei pazzo!»
«Davvero? Allora ti racconterò questa storia: Quando mia madre e mio padre stavano per prendere la biblioteca di Anita, lei si è messa di mezzo provando a corrompere il venditore.
Quando mia madre è venuta a conoscenza di questo, è andata su tutte le furie.
Voleva denunciarla.
Voleva fargliela pagare.
Ma purtroppo mia madre non era riuscita a capire che razza di sorella aveva…»
«Cosa? Sorella?»
«Mia madre, di nome Angela, aveva una sorella di nome Anita.»
«Non può essere la mia amica…»
«Ah no? Perché allora non provi a interrogarla su questa storia?»
«Perché so che mi direbbe che è tutta una bugia!»
«La vostra amicizia è una vera bugia! La biblioteca doveva essere dei miei genitori! Non di quella sporca assassina.»
Esasperata, Michela cominciò a piangere.
«Quando interrogherai la tua amica, fissala intensamente negli occhi… A lei non piace.»
«Ma cosa vuoi che capisca dal suo sguardo?»
«Fidati. Capirai se ti sta mentendo oppure no.»
Michela non sapeva a cosa pensare.
Davvero la sua amica era un’assassina?
«Se è così come dici tu, tutta la nostra amicizia è una farsa…»
«Mi dispiace vederti soffrire in questo modo… Ma devo fargliela pagare. Sono passati fin troppo anni perché questo omicidio sia ancora impunito.»
«E adesso dimmi, perché vuoi giustizia proprio ora? Dov’eri quando sono morti i tuoi genitori?»
«La mia cara zietta mi aveva rinchiuso in un orfanotrofio nel sud Italia… Quando ho ritrovato le mie origini facendo alcune ricerche, sono tornato qui in cerca di vendetta.»
«In certi casi si dice meglio tardi che mai…»
«Ho aspettato fin troppo… Adesso è il momento di agire. »
«Michela! »
Una voce alle loro spalle mise in allarme la ragazza e Davide.
Anita si stava avvicinando a loro con sguardo furioso.
«Che cosa ti ha detto questo maledetto? »
«Non parlarmi in questo modo! »
«Zitto! Non ti permetto di rovinare la mia amicizia con le tue bugie! »
Anita e Davide stavano litigando furiosamente.
Ma Michela non poteva sopportare oltre.
«Adesso smettetela! Tutti e due! »
«Michela…»
«E’ vero quello che mi ha detto Davide? Hai ucciso i suoi genitori per impossessarti della loro biblioteca? »
«No! Non è vero! »
«Guardami negli occhi. »
Anita stava diventando sempre più nervosa.
Non si era mai sentita così.
Non riusciva a guardare la sua amica.
I sensi di colpa la stavano attanagliando.
«Allora è vero…»
«Ti prego Michela, non rendermi le cose più difficili. »
«Sei un’assassina!» gridò Michela «Lo so e me ne pento tuttora…»
«Bugiarda! »
«Tu stanne fuori, Davide! »
«Davide, ci potresti lasciare un attimo soli? »
«Va bene…»
Il giovane ragazzo si allontanò con sguardo cupo.
«Devi spiegarmi un sacco di cose, sai Anita? »
«Talvolta la mente umana è molto stupida è irragionevole. Se io potessi tornare indietro…»
«Come pensi di pagare tutto ciò?»
«Se devo andare in prigione, ci andrò. »
«Andare in prigione non risolverà niente. »
«Allora cosa dovrei fare, secondo te? »
«Dai la tua biblioteca a Davide. Gli appartiene. »
Anita rimase in silenzio per qualche secondo mentre le lacrime gli inondavano gli occhi.
«Ok. Farò come mi hai detto tu. »
«E’ la cosa migliore. Fidati. »
«Ma adesso cosa dirai alle nostre amiche? »
«Ci parlerò io. Non ti preoccupare di questo. »
«Ok…»
«Sei una donna molto coraggiosa, Anita. Ricordatelo. »
«No. Sono solo una vigliacca. »
«Adesso basta pensare a questo. La vita va avanti. »
«Ci proverò» disse infine Anita abbracciando la sua amica.
   
 
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