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Autore: ArrowVI    05/09/2018    0 recensioni
L'Arcadia, un luogo idilliaco dove chiunque vive in tranquillità ed armonia, la nazione con meno criminalità e la qualità di vita migliore fra tutte...
Fino a quando rimani all'interno delle mura della sua capitale.
Dietro la facciata di "Nazione perfetta", si cela un lugubre teatro dove chi non è considerato utile alla nazione viene rapidamente allontanato, un mondo dove coloro che sviluppano abilità speciali sono considerati demoni e prontamente eliminati.
Si dice che la luce della speranza possa nascere anche nei luoghi più bui... Sarà veramente così?
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 4-4: L'Uroboro

 


Quel giorno lo ricordo perfettamente come se fosse accaduto appena poche ore fa...


Inconsciamente, avevo già cominciato a credere alle parole di quella ragazza.
Volevo crederle.

Nonostante tutto, però, il mio desiderio di crederle andava costantemente in conflitto con la mia diffidenza.
Dopotutto, lei era un membro dei ribelli che avevo già avuto il dispiacere di incontrare, nonostante lei stessa mi avesse confermato di non fare parte della "fazione" di quell'uomo.


Prima di quel momento, però, non avevo mai sentito parlare di quelle fazioni fra i Ribelli, quindi mi risultava ancora difficile credere a tutte le sue parole.


Da quel momento, continuai a seguire quella ragazza per quei lunghi e vuoti corridoi, senza mai però abbassare la guardia.
Mi guardai spesso intorno alla ricerca di chiunque, senza però mai vedere neanche l'ombra di altre persone.

Non appena le chiesi spiegazioni, lasciando esplicitamente intendere anche il mio stupore e diffidenza, Serilda mi rispose molto rapidamente.

<< E' un posto molto grande. >>
Mi disse, senza voltarsi verso di me.

<< Di norma le persone stanno al piano terra o primo piano. Sono in pochi quelli che salgono nel secondo. >>
Continuò, gesticolando con una mano.


Approfittando di quel momento, continuai a farle altre domande, incuriosito da quel posto.

<< Dove ci troviamo, esattamente? Non ho visto molte finestre in giro. >>
Le domandai, continuando a fissarla con uno sguardo sospettoso.

Serilda si fermò di colpo, voltandosi rapidamente verso di me.
La sua espressione era dubbiosa: mi fissava con occhi incuriositi, toccandosi il labbro inferiore con un dito.

<< Mhhh... >>
Borbottò, senza rispondermi.

<< Quindi? >>
Le chiesi, di nuovo, infastidito, dopo qualche secondo di silenzio.

<< Non credo di poterti dare questo genere di informazioni... Dopotutto i militari, se dovessero venire a conoscenza della nostra reale ubicazione, non esiterebbero un istante ad attaccarci, lo sai vero? >>
Mi domandò, con un tono quasi divertito.


In quel preciso istante sentii un lieve tic nervoso sulla palpebra inferiore del mio occhio sinistro.


<< Credi davvero io lavori per i militari? >>
Le domandai, con tono infastidito.

Serilda sorrise.

<< Ti trovavi all'interno della capitale, dopotutto... >>
Mi rispose, afferrando una ciocca di capelli e giocandoci delicatamente con un dito.


Stavolta fui io a non rispondere.
Rimasi a fissarla in silenzio per qualche istante con una espressione tutt'altro che divertita.

Pochi secondi dopo, Serilda cominciò a ridacchiare.

<< Oh, non preoccuparti, stavo solo scherzando! >>
Esclamò.

<< Abbiamo già potuto parlare con quella Jeanne, e sappiamo perfettamente tu non sia uno di loro. >>
Continuò, senza smettere di ridacchiare.


Improvvisamente, però, Serilda smise di ridere, cominciando a fissarmi dritto negli occhi con le palpebre leggermente socchiuse e leggermente piegata in avanti.

Non proferì parola per qualche secondo.

Subito dopo assunse di nuovo una posizione eretta, reggendosi poi il fianco con una mano e sollevando l'altra all'altezza della spalla.


<< Al momento ci troviamo all'interno del Monte Olympus. >>
La sua affermazione mi lasciò completamente di stucco.

<< Che significa "all'interno"? >>
Le chiesi, incredulo, guardandomi intorno.

<< Vedi, le fazioni dell'Uroboro e quella dell'Aquila sono le più giovani. Mentre quella di Lissandra è nata quando l'imperatore Roland è deceduto, la nostra è nata circa un decennio prima, per mano di Evans. L'ideologia di Evans era quella di riuscire a unire sia i Ribelli che l'Impero, quindi provò a cercare dei punti in comune tra la fazione di Alphonse e l'Impero stesso. Purtroppo, però, il suo tentativo fallì amaramente, e Alphonse lo cacciò via con le cattive, minacciandolo persino di morte.

Anni dopo provò con la fazione di Lissandra, ma anche lei rifiutò di allearsi con lui.


Decenni prima della nascita della fazione di Lissandra, Evans trovò l'entrata di una caverna nel monte Olympus e decise di esplorarla.
Scoprì, quindi, che all'interno della montagna più grande dell'Arcadia vi era una gigantesca rete di tunnel e gallerie.

Sapendo che né Alphonse né l'Impero sarebbero mai scesi a trattative con l'altra fazione, Evans decise di creare una fazione che rispettasse le sue ideologie, sfruttando quell'immenso network all'interno della montagna come nascondiglio. 


Con il passare degli anni riuscì a radunare un gruppo di persone che la pensavano come lui, e si instaurò silenziosamente all'interno della montagna.
Non aveva, però, ancora esplorato tutti quei tunnel, ed essendo un gruppo ancora relativamente piccolo di persone non si spinse mai troppo oltre nell'esplorazione, non necessitando di troppo spazio. 

Passarono molti anni e, un giorno, io e Mist entrammo come membri della sua fazione.
A quei tempi eravamo poco conosciuti, i militari ci vedevano ancora come semplicissimi banditi... Hanno continuato a vederci in quel modo fino a pochissimi anni fa.

Grazie a me e Mist, infatti, la fazione di Evans cominciò rapidamente a crescere.
Insieme a Mist, Evans esplorò tutto il sistema di caverne, scoprendo finalmente che non vi era nessun'altra uscita.
L'unica entrata era anche l'unica uscita.

Originariamente Mist faceva parte della fazione Azzurra, ma dopo alcuni avvenimenti li abbandonò, unendosi alla nostra. La sua sola presenza fu abbastanza per far crescere esponenzialmente la paura nei nostri confronti, e finalmente sia gli altri gruppi di ribelli che l'Impero cominciarono a riconoscerci.

Io, invece... >>
Non appena pronunciò quelle ultime parole, Serilda si avvicinò a un muro metallico, toccandolo con una mano, voltandosi poi verso di me con uno sguardo soddisfatto.

<< ... Io, invece, mi dedicai a migliorare l'interno della caverna, rendendola finalmente degna di portare il nome di "base operativa". Ovviamente ci serviva denaro e gente per lavorare, quindi Evans decise di cercare anche l'aiuto dei villaggi fuori dalle mura. 
Sentendo le sue proposte e ideali, e anche notando la presenza di Mist, molte persone accettarono di seguirlo e aiutarlo.

Quindi cominciammo ad assaltare svariate carovane militari dirette verso la capitale, rubando le loro armi, armature, denaro e così via.


Evans, essendo al corrente delle mie abilità come fabbro, mi diede il compito di nascondere l'entrata della base e di migliorarne l'interno.
Quindi, mi misi all'opera. 

Fusi i metalli che mi portavano, creando una speciale lega che ho usato per ricoprire le pareti dei tunnel.
Alcune gallerie erano impraticabili, per un motivo o un altro, quindi decisi semplicemente di chiuderle con dei muri.


Le restanti vennero rimodellate per permettere di camminare e vivere tranquillamente al loro interno; usai anche una seconda lega metallica, sempre di mia invenzione, che mi permise di sigillare l'entrata della caverna con una grossa "porta mimetica" che, a occhio nudo, non è differente da una normale parete rocciosa.
Infatti, a differenza dei normali metalli, modificai questa lega in modo tale che non fosse in grado di riflettere la luce come fanno di solito gli altri metalli, rendendola anche il più simile esteticamente alla roccia di cui è composta il monte.

Come ringraziamento, Evans mi offrì un posto come uno dei capitani della fazione, e poco dopo mi seguì anche Mist, viste le sue grandi abilità. >>
Concluse, fissandomi con un sorriso soddisfatto.

Prima che potessi anche solo aprire bocca, Serilda riprese rapidamente a parlare.

<< Hey, se vuoi avere informazioni più dettagliate allora dovrai parlare con Evans. Io sono relativamente nuova qui dentro, meno di quattro anni per essere specifica, quindi posso solamente darti risposte generali. >>
Disse, bloccandomi all'istante.

<< Cosa puoi dirmi di questo Evans, quindi? >>
Le domandai, sospirando.
In quell'istante, Serilda mi diede di nuovo le spalle, riprendendo a camminare.

<< Non molto, in verità... >>
Mi disse, con un tono finalmente più serio.

<< E' il leader della nostra fazione e si aggira sui quarant'anni. E' una persona molto mite di natura, ma non si fa problemi a comportarsi in maniera meno... Cordiale, se necessario. 

Il suo ideale, e quello della fazione dell'Uroboro, è quello di vedere un giorno Impero e Ribelli lavorare insieme. Purtroppo, però, è una cosa molto difficile da fare, visto che i capi dell'Arcadia non vedono molto di buon occhio coloro che vivono al di fuori delle mura, anche meno se parliamo di Ribelli. Quindi siamo disposti a liberarci di questi "capobranco", agevolando la riuscita del nostro intento. >>
Non appena Serilda pronunciò quelle parole sentii quasi un brivido passarmi nella schiena.

Mi fermai improvvisamente nel mezzo di quel corridoio, fissando quella ragazza con uno sguardo tutt'altro che soddisfatto.
Ero molto infastidito da quelle sue parole.

Lei, notando la mia reazione, si fermò pochi istanti dopo, osservandomi con uno sguardo sorpreso e confuso.

<< Che c'è? Ho detto qualcosa di strano? >>
Mi domandò, con tono sorpreso.

<< "Qualcosa di strano"?! >>
Esclamai, incredulo.

<< Mi hai appena rivelato che siete disposti a uccidere chiunque non la pensa come voi, e hai il coraggio di chiedermi se hai detto "qualcosa di strano"?! >>
Continuai, avvicinandomi minacciosamente verso di lei, stringendo i pugni e digrignando i denti.

<< A-Aspetta... Non credo tu abbia capito cosa ho cercato di dirti... >>
Mi rispose, portando le mani avanti e facendo qualche passo all'indietro.

Continuai a fissarla in silenzio, infastidito, con uno sguardo tutt'altro che calmo.

<< Non facciamo del male alle persone innocenti, ai cittadini, neanche ai semplici soldati. Miriamo sempre a chi sta in alto e prende le decisioni. Il Generale Levyathan Melvillei o l'imperatore sono esempi di bersagli di cui vorremo sbarazzarci. >>
Mi rispose.

<< Non so se sentirmi meglio o peggio dopo questa tua risposta. >>
Fu l'unica risposta che fui in grado di darle.

Serilda abbassò lo sguardo, sospirando.

<< Capisco perfettamente cosa vuoi dire. Nonostante tutto, siamo disposti a fare del male alle persone, è vero. L'abbiamo anche già fatto. E' una cosa sbagliata ma è inevitabile. >>
Disse, sollevando subito dopo lo sguardo, assumendo una espressione convinta.

<< Però è necessario. Più quelle persone rimarranno al potere, più difficile sarà riuscire a cambiare le cose. Sono tiranni nascosti dietro una maschera da eroi e santi. Io lo so, tu lo sai e anche loro lo sanno! Per loro, e i loro cittadini, non siamo altro che criminali... Forse hanno ragione, ma noi siamo convinti dei nostri metodi e dei nostri motivi. Noi non vogliamo salire al potere al posto loro: un giorno qualcuno salirà al loro posto e riprenderà a fare le cose come le faceva il vecchio imperatore Roland. Se lui fosse rimasto al potere, adesso quei muri sarebbero già stati abbattuti. Mi fido di Evans e dei suoi metodi, perché sono i miei stessi ideali e convinzioni. >>
Concluse, fissandomi con uno sguardo deciso e fermo.



Mi piacque quello sguardo.



<< E poi? Eliminare chi sta al potere è inutile: chiunque salirà al potere dopo di loro comanderà seguendo gli stessi ideali dei suoi predecessori. Sangue versato da entrambe le parti senza alcun risultato. >>
Le dissi, mostrandole il mio disappunto e la mia contrarietà.

<< Non ho mai detto sarebbe stato facile o rapido. Potrebbe richiedere secoli, non mi importa. Non possono essere tutti uguali... Roland non lo era. Un giorno nascerà qualcuno che vorrà cambiare le cose, e noi della fazione dell'Uroboro supporteremo quel qualcuno come meglio possiamo. Fino a quel giorno, però, siamo disposti a liberarci di chiunque non abbia intenzione di raggiungere quell'obiettivo. >>
Mi rispose Serilda, senza mai smettere di fissarmi con quello sguardo.

<< Quindi basate i vostri metodi sulla paura. State esplicitamente dicendo ai vostri nemici che "Siamo disposti a uccidervi tutti fino a quando non ci sarà qualcuno che la penserà come noi". Credete davvero che il popolo, o chiunque, accetterebbe mai di lavorare insieme a qualcuno con questa mentalità? >>
Non appena le feci questa domanda, notai che per un istante lo sguardo di Serilda perse la sua fermezza.

Le sue palpebre si spalancarono, abbassando poi lo sguardo verso il terreno.
Rimase in silenzio per qualche secondo, evitando il mio sguardo, pensierosa.



<< Non è questo quello che volevamo, ma ormai è inevitabile... >>
Mi rispose, senza sollevare lo sguardo.

<< Abbiamo provato con metodi più pacifici, ma siamo stati ignorati... O peggio. So sia sbagliato, ne sono perfettamente cosciente. Però è l'unica strada che possiamo percorrere, ormai. >>
Continuò, sollevando lo sguardo e incrociando di nuovo il mio.

<< E' la cosa giusta da fare. Le persone al di fuori delle mura vivono in condizioni pietose, le persone che sviluppano abilità vengono considerate come mostri e, nei migliori dei casi, allontanate. Questo non è giusto! Se loro non vogliono cambiare, allora saremo noi a farlo. Un giorno tornerà qualcuno con gli stessi ideali dell'Imperatore Roland. Quel giorno noi della fazione dell'Uroboro daremo a quella persona tutto il nostro supporto. Ma fino a quel giorno faremo in modo di limitare i danni. Ciò che facciamo sarà pure moralmente sbagliato... Ma è la cosa giusta da fare. E continueremo ad andare avanti, non importa cosa accadrà. >>

Il suo sguardo era fermo, sicuro e serio.
Non c'era alcun dubbio nelle sue parole, nessun ripensamento o paura.

Credeva fermamente in ciò che aveva appena detto, non avrebbe mai abbandonato quei suoi ideali.



Quelle sue parole mi bastarono.



<< Ho avuto tutte le risposte che volevo, da te. Portami pure dal tuo capo, così potrò finalmente parlare direttamente con lui, come era vostra intenzione fin dal principio. >>
Non appena pronunciai quelle parole notai uno sguardo sorpreso apparire nel volto di Serilda.

<< Tu... Mi stavi, per caso...? >>
Mi domandò, incredula.

<< Sono bravo a capire quando qualcuno mente. Questa breve discussione con te mi ha fatto capire tu non lo stia facendo... Che io approvi o meno il vostro modo di fare è una questione completamente diversa. >>
Le risposi, parlandole con un tono più serio.

Serilda sospirò, dandomi poi le spalle.

<< Beh, ammetto tu mi abbia colto alla sprovvista. Non mi aspettavo di certo volessi usare questo nostro breve discorso per verificare se ti stessi, o meno, mentendo. Non che lo stessi facendo, in ogni caso, ma ne sono rimasta sorpresa. >>
Mi disse, sollevando una mano verso l'alto.

<< Mi piacerebbe davvero tu considerassi la possibilità di rimanere con noi. >>
Continuò, gesticolando con la mano, senza voltarsi verso di me.

<< Non solo perché credo i nostri ideali siano più simili di quanto tu possa pensare, ma anche perché mi piacerebbe averti come assistente nel mio laboratorio. Amo ogni cosa abbia a che fare con i metalli, e sono rimasta colpita dalla tua abilità fin dalla prima volta che ti ho visto. Quindi... >>
Aggiunse, voltandosi subito dopo verso di me.

<< Mi piacerebbe se tu considerassi questa opzione, ok? >>
Mi domandò, facendomi l'occhiolino e mostrandomi un sorriso ammiccante.


La fissai in silenzio senza risponderle, fino a quando lei non mi diede di nuovo le spalle.


<< Andiamo. L'ufficio di Evans è appena davanti a noi. >>
Mi disse, indicando una porta in metallo scuro a una decina di metri da noi.







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Fine del capitolo 4-4, alla prossima e grazie di avermi seguito!

PS: Chiedo scusa per il ritardo, ma era la mia ultima settimana di vacanza e ho preferito godermela un po' più del dovuto. 
PS2: Consiglio, per chi non l'ha già fatto, di seguie anche il mio secondo racconto "Shadows of Gaia", che riprenderà domani. Potrebbe, in futuro, avere qualche correlazione con Arcadia.
   
 
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