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Autore: Abby_da_Edoras    05/09/2018    4 recensioni
Elijah ha finalmente ritrovato Tristan a Vienna, ma il Conte si comporta in modo strano, distaccato, e il vampiro Originale teme che gli ultimi e dolorosi avvenimenti abbiano spezzato il legame che li ha sempre uniti. Tuttavia Elijah non si arrende e pensa di portare il suo piccolo Conte in vacanza con lui per qualche giorno, in un luogo dove niente possa disturbarli e dove possano ritrovare ciò che, forse, hanno perduto...
Dedico questa storia a tutti coloro che leggono, commentano e si appassionano a queste vicende, ma in modo particolare ad Aliseia, che con le sue storie magnifiche e con i suoi commenti mi incanta e mi ispira sempre, arricchendo sempre più il mondo che abbiamo creato per Elijah e Tristan.
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a autori, registi e produttori di The Originals.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Elijah, Tristan
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Je sais pas si je t'aime'
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It just happens (prima parte)

 

Don't underestimate
Your heart is never late
And love will always find a way

It just happens
You don't know what's going on
If it's new or if it's been there since long
If it's right or wrong

You fall in love
You fall in love

(“It just happens” – Roxette)

 

Il mattino seguente, Elijah si svegliò e allungò una mano per cercare Tristan ma, con sua grande sorpresa e delusione, il giovane Conte non era più nel letto, al suo fianco.

Il senso di vuoto e di perdita che aveva torturato il vampiro Originale per un anno e mezzo tornò a stritolargli il cuore e Elijah, in preda all’angoscia, spalancò gli occhi e si alzò a sedere sul letto, sconvolto all’idea che Tristan potesse essere fuggito mentre lui dormiva. Ma non poteva essere, se ne sarebbe accorto, no?

E se avesse solo finto di compiacermi per poi scappare di nuovo? Se fosse questo il suo modo di vendicarsi per ciò che ho fatto a lui e alla Strix? Certo, me lo meriterei, ma…

Tristan, però, non era andato via, non aveva nemmeno lasciato la stanza. Elijah lo vide, vestito di tutto punto e seduto su un’elegante poltrona nella camera da letto. Stava in silenzio e lo guardava con una strana espressione negli occhi, un’espressione che il vampiro Originale non seppe decifrare.

Disprezzo? Rabbia? Oppure forse… solo un’infinita malinconia?

“Tristan, sei già alzato? Credevo che…” era insolito, infatti. Il giovane Conte amava dormire, sebbene come vampiro non ne avesse bisogno, e comunque era solito poltrire a letto anche quando si svegliava, concedendosi il lusso di godere della morbidezza dei cuscini e della freschezza delle lenzuola.

“Credevi che me ne fossi andato, vero? Ammetto che ci ho pensato, ma poi ho preferito non farlo” disse Tristan. Il suo sguardo pareva perdersi lontano, in pensieri decisamente non felici.

Elijah non trovò nulla da dire. Il suo timore era dunque giustificato e Tristan aveva realmente pensato di andarsene. Quella notte, la passione che c’era stata tra loro, l’intimità che credeva di aver ritrovato con lui, non avevano significato nulla per il Conte De Martel…

“Non posso fare nulla per rimediare, quindi? Ho lasciato tutto per venirti a cercare, Tristan, persino la mia famiglia… ho delegato ogni cosa a Klaus, non pensavo che avrei mai fatto qualcosa del genere, ma non potevo sopportare l’idea di averti perso” confessò Elijah, per la prima volta disposto ad aprire il suo cuore al giovane amante. In quel momento, nudo nel letto, di fronte a un Tristan altero e distaccato, era pronto a mortificarsi pur di farsi perdonare.

“Non sono in collera con te” replicò calmo il Conte, “e soprattutto non per ciò che hai fatto a me. Ma non riesco a tollerare il pensiero di ciò che hai fatto alla Strix. Hai lasciato che Klaus, Marcel e la loro feccia massacrassero tutti i membri della Strix di New Orleans, vampiri che erano la tua discendenza, la nostra discendenza. E tutto questo solo per aver creduto alle menzogne di quella deprimente vampira che caccia di notte e si nasconde nell’oscurità quando splende il sole…”

“Potrei dirti che ero soggiogato dall’incantesimo di Inadu, ma non voglio cercare alibi. Hai ragione e io stesso sono disgustato da ciò che ho permesso accadesse” disse Elijah. “Tuttavia sono venuto a cercarti per rimediare e per aiutarti a reclutare nuovi membri per la Strix.”

“Lo so, è per questo che non me ne sono andato” ribatté laconico Tristan. “Avrei potuto farlo e lo sai benissimo, ma ho preferito guardarti in faccia, parlarti e dirti chiaramente perché non potrà più essere come prima.”

“Nemmeno io voglio che sia come prima” replicò Elijah con veemenza. “Prima è tutto ciò che ti ho fatto in questi secoli, è tutte le volte in cui ti ho abbandonato… non voglio più che sia così.”

Fece per alzarsi dal letto, nudo così com’era, voleva stringere Tristan tra le braccia e riportarlo con sé tra le lenzuola, riprendere ciò che avevano iniziato quella notte… ma il Conte lo bloccò con un semplice gesto della mano.

“Vestiti e preparati, poi scenderemo a fare colazione” gli disse. “Hai detto di volermi aiutare nella mia rifondazione della Strix. Sta bene, te lo concedo. Non ho più niente da fare qui a Vienna ed è mia intenzione partire per Praga il prima possibile. Tu potrai venire con me. Vai pure in bagno a prepararti, io ti attendo nella hall e… non scapperò, hai la mia parola.”

Dette queste parole, Tristan si alzò dalla poltrona e si avviò verso la porta. Elijah lo guardò lasciare la stanza e non uscì dal letto finché non se ne fu andato. Era assurdo, ma si sentiva stranamente imbarazzato. Non aveva mai provato disagio a mostrarsi nudo di fronte a Tristan, anzi, spesso si divertiva a provocarlo, ma quel nuovo Tristan freddo e calmo gli pareva un’altra persona. Era come se i loro rapporti di potere si fossero ribaltati e adesso era lui a sentirsi inadeguato, a cercare di fare il possibile per compiacere la sua creatura.

Mentre si preparava, Elijah continuò a pensare a ciò che aveva detto Tristan e al modo in cui si stava comportando con lui. Un sottile timore cominciò a farsi strada nella mente del vampiro Originale, tormentandolo: forse il massacro della Strix era stata l’ultima goccia che aveva spento una volta per tutte l’amore di Tristan per lui? Forse, dopo più di mille anni, il Conte De Martel si era stancato dei continui abbandoni e nel suo cuore non era rimasto più niente che lo unisse al suo Sire, se non l’antico legame di sangue?

No, non poteva essere questo, non poteva permetterlo.

Non poteva aver ritrovato Tristan soltanto per perderlo definitivamente, non ora che aveva compreso quanto lo amasse e quanto non potesse fare a meno di lui.

No. Elijah non lo avrebbe accettato senza lottare. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per risvegliare l’amore nel cuore del suo piccolo Conte, si sarebbe fatto perdonare a qualunque costo. Non poteva più rinunciare a lui, senza di lui non c’era luce, non c’era calore… rimaneva solo il mondo oscuro e triste di Antoinette e dei suoi amici puristi. Come aveva anche solo potuto pensare per un istante di condannarsi a una simile prigionia?

Doveva riconquistare Tristan e doveva farlo subito, ripartendo proprio dall’inizio del loro rapporto.

Sì, adesso sapeva che cosa avrebbe fatto.

Quando Elijah scese nella hall dell’hotel con la sua valigia, Tristan era seduto in uno dei comodi divani, ma la sua espressione era piuttosto imbronciata: era chiaro che il giovane Conte era seccato di averlo dovuto attendere tanto. Non appena Tristan vide Elijah, infatti, si alzò di scatto e andò verso di lui ostentando un certo nervosismo.

“Insomma, dovevi solo farti una doccia e indossare un vestito e ci hai impiegato più di mezz’ora!” protestò. “Non ti avevo detto che volevo fare colazione prima di prendere il treno per Praga? Avrei voluto tornare al Café Central per fare colazione con calma, invece non ne avremo la possibilità, il treno parte a mezzogiorno in punto e…”

“I programmi sono cambiati, piccolo Conte” gli disse Elijah a bassa voce, prendendolo per un polso e guidandolo gentilmente verso l’uscita. “Adesso andremo a fare colazione al Café Central come volevi tu e potrai gustare tutte le prelibatezze che vorrai.”

“Ma il treno per Praga…”

“Come ti ho già detto, i programmi per l’immediato futuro sono cambiati, Tristan. Non partiremo per Praga quest’oggi, ma ci concederemo una vacanza. E’ già tutto prenotato e i biglietti per il treno li ho comprati online” lo interruppe il vampiro Originale, sempre mormorandogli all’orecchio, tenendoselo vicino e camminando con lui fuori dal lussuoso hotel e verso la rinomata pasticceria viennese.

I ruoli erano tornati quelli di sempre e, di fronte a questo Elijah di nuovo sicuro di sé e deciso, Tristan non poté fare altro che lasciarsi guidare, domandandosi che cosa avesse escogitato il suo Sire. Comunque, la prospettiva di poter fare una colazione deliziosa al Café Central abbatteva già di per sé molte delle sue difese.

Poco più tardi, Elijah e Tristan erano seduti ad un elegante tavolino della lussuosa pasticceria, con una scelta dei più tipici e irresistibili dolcetti viennesi davanti a loro. Elijah prendeva un caffè, mentre Tristan sorseggiava graziosamente una tazza di cioccolata calda, già placato.

“Bene, adesso si può sapere che cosa ti è venuto in mente? Una vacanza? E dove vorresti andare?” lo interrogò il giovane Conte, ma Elijah si limitò a guardarlo con un sorriso accattivante e rispose in modo vago alle sue domande.

“Voglio collaborare con te alla ricostruzione della Strix, come ti ho promesso” gli disse, “ma entrambi viaggiamo per il mondo da un anno e mezzo e ritengo che sia giunto il momento di concederci una vacanza rilassante e riposante. Ci attendono altre battaglie e un po’ di relax ci farà bene.”

Elijah non lo disse, ma sperava anche che una vacanza a due, tutta per loro, sarebbe servita a recuperare il rapporto che andava disfacendosi. Per troppo tempo non si era occupato del suo piccolo Conte e adesso avrebbe dedicato alcuni giorni solo a lui, in una sorta di luna di miele.

“E, di grazia, potrei sapere dove hai intenzione di andare?”

“Vorrei che fosse una sorpresa, anche se lo capirai quando saliremo sul treno” replicò Elijah. “Non temere, ho scelto un luogo che ti piacerà sicuramente e comunque vi resteremo una settimana, dopo di che partiremo per Praga, come avevi pianificato.”

Tristan scrollò il capo, arrendendosi alle parole enigmatiche del suo Sire e preferendo dedicarsi invece a gustare la squisita cioccolata e i deliziosi dolcetti che aveva davanti a sé, mentre Elijah si sentiva ribollire il sangue nelle vene già ammirandolo mentre si godeva la colazione con eleganza e una sorta di piacere sensuale. Se non fossero stati in un luogo pubblico avrebbe desiderato sfogare subito ciò che quella visione gli aveva fatto venire in mente, ma si consolò pensando che, nella settimana che si era concesso col suo Tristan, avrebbe indugiato più e più volte a soddisfare anche ogni piacere e voglia carnale… Erano stati lontani per troppo tempo e Elijah aveva bisogno di sentire Tristan in ogni fibra del suo essere, fino in fondo, più e più volte, per non separarsi mai più da lui.

Conclusa la colazione e pagato il conto, Elijah chiamò un taxi per la stazione dalla quale sarebbero partiti per la loro vacanza. Tristan apprese solo quando ebbe il biglietto in mano che la loro destinazione erano le romantiche montagne e boschi della Carinzia, nell’Austria Meridionale.

“Boschi e montagne?” obiettò, quando furono saliti sul treno, nello scompartimento di prima classe prenotato da Elijah. “E questo sarebbe un luogo adatto a me? Mi sembra piuttosto un posto popolato da barbari… del resto la tua famiglia non proveniva da quelle parti?”

“I Mikaelson sono originari della Scandinavia, ma è vero, durante la nostra fuga abbiamo attraversato anche le Alpi austriache” rispose Elijah, divertito. “Ed è proprio per questo che voglio che andiamo in quei luoghi. Mille anni fa ho commesso un terribile errore, ho fatto la scelta sbagliata che poi ha condizionato tutte le nostre vite: con questa vacanza voglio, in un certo senso, ricominciare da capo e capire come sarebbe stato se avessi scelto di portarti via con me, invece di abbandonarti.”

A quelle parole tenere e appassionate, che lo lasciarono del tutto sbalordito, Tristan non seppe ribattere. Si limitò ad arrossire violentemente e a d abbassare lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore e sentendosi improvvisamente e ancora una volta totalmente indifeso, inerme e in balia del suo Sire.

Fine prima parte

 

 

   
 
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