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Autore: victoria electra black    05/09/2018    2 recensioni
(Mabel Crowlee x Keith Meghetos) - Dedicata a Phebe Junivers ed a Bluemoon02
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“L’amore. Tutto nella mia famiglia si basta su questo sentimento umano. I miei genitori stessi si sono sposati per amore, così come i miei nonni ed i miei bisnonni e via dicendo, ed io ho sempre desiderato poter percorrere, un giorno, gli stessi passi dei miei antenati” (...)
“Per questo sono qui oggi, Mabel. La festa non è solo per me, ma è anche per te. Per noi, se tu vorrai…”
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La oneshot è uno spin-off de "I cavalieri della luna rossa e del sole nero".
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Zodiac Chronicles'
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Dedico questa oneshot alle creatrici di Mabel e Keith, Phebe Junivers e Bluemoon02, con la speranza che possa piacergli.



YOUNGBLOOD:

Say you want me”


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16 Marzo

L’ampio salone della magione era illuminato dal bagliore delle candele e dagli sgargianti lampadari di cristallo che riflettevano la luce delle stesse per tutta la stanza.

Il soffitto era stato incantato con un incantesimo di estrema eleganza, a suo parere, in modo che rispecchiasse il più possibile quello di Hogwarts durante le lezioni di astronomia.

Le stelle erano chiare e brillanti quella sera, esattamente come le pareti della stanza in cui si trovavano, ed il cielo appariva così spaventosamente simile al quadro di Van Gogh “Notte Stellata” in movimento, da far sembrare come se tutti gli invitati facessero parte proprio di un’opera d’arte.

Tutto era stato decorato con gli stessi colori che si ripetevano per tutto il perimetro: il blu e l’argento non facevano che vorticare da una parte all’altra del salone, dal colore dell’argenteria a quello delle tende delle ampie portefinestre, dalla tovaglia di seta che ricopriva una tavolata imbandita di varie pietanze, al lucente pavimento di marmo che ricopriva l’immensa scalinata posta proprio al centro della stanza.

Tutto era un’alternanza di quei due colori, persino lo stemma della famiglia Meghetos che si stagliava, in quel momento, proprio al centro del pianerottolo della scalinata. Come se volesse ricordare ai maghi ed alle streghe lì presenti a chi apparteneva la festa a cui erano stati invitati. Come se volesse imporre con presunzione la sua stessa importanza.

Forse era solo la sua impressione e si stava sbagliando, ma Mabel non potè fare a meno di pensarci.

D’altronde era pur sempre la festa di compleanno di un fanatico dell’attenzione quale era il suo ragazzo, Keith Meghetos. Per questo non era poi così difficile associare lo stemma di famiglia al carattere esuberante – se così possiamo chiamarlo – del ragazzo.

Il solo pensare di aver nominato il suddetto con la frase il suo fidanzato, la fece sorridere leggermente imporporandole lievemente le guance.

Ormai erano anni che stavano insieme ma ancora non riusciva a creder di aver ceduto, alla fine, alle avances di un egocentrico corvonero quale era lui.

Francamente aveva sospettato più e più volte che il biondo le avesse rifilato l’amortentia nel suo caffè la mattina quando facevano colazione, eppure in cuor suo sapeva di aver sempre nutrito un certo interesse per lui.

Che fosse astio all’inizio ed amore alla fine, questo era irrilevante.

Come si suol dire: l’odio e l’amore sono due facce della stessa medaglia, e nel suo caso non poteva che essere più d’accordo.

Mabel Crowlee che arrossisce! Un evento più unico che raro, a mio parere. Allora è vero che l’amore ha la facoltà di cambiare le persone!”

Allargando il suo sorriso, Mabel alzò gli occhi al cielo poco prima di girarsi in direzione del suo caro amico Farley Alister Baskerville e, con uno strano luccichio negli occhi chiari, l’ex corvonero rispose:

Sul fatto di essere arrossita, non mi pronuncio più di tanto…”

Farley guardò la sua amica quasi ghignando dopo quell’affermazione, ma la battutina tagliente che stava per essere pronunciata dalle sue labbra si fermò poco prima che uscisse, dopo che la ragazza ebbe finito di parlare:

Sulla questione che l’amore ha la facoltà di cambiare le persone, beh… sono convinta che tu ne sappia qualcosa, non è vero Farley?!”

Mostrando la più finta espressione di sgomento, il chiamato in causa si limitò ad una mera alzata di spalle.

Non so proprio a cosa tu possa riferirti”

Ah no? Ed il nome Rasha Korozova non ti dice nulla?”

Farley fece per ribattere ma tutto ciò che riuscì a fare fu aprire e chiudere la bocca svariate volte, come se volesse in qualche modo affermare che “no, il nome di quella ragazzina non gli diceva niente”, ma non fosse capace di riprodurre quel suono nella realtà, all’infuori della sua testa.

Questo perché, effettivamente, quel nome significava molto per lui, se non anche troppo. E in un certo senso non se la sentiva di negare un qualcosa che, era chiaro come il sole, era palesemente la verità.

A quel punto il ragazzo afferrò al volo un calice di vino dal vassoio di uno dei camerieri e lo trangugiò come se fosse in procinto di vincere una chissà quale scommessa.

Sai che c’è, Bel?! Credo di aver intravisto Lavi ed i suoi fratelli prima, sarà meglio che vada a salutarli. Non sia mai dovessero offendersi…”

Non sia mai” rispose divertita la ragazza mentre osservava, ridacchiando, un omone di un metro e novanta dileguarsi con la velocità di un ragazzo di metà della sua stazza.

Scosse la testa con fare quasi rassegnato e nel giro di pochi istanti ritornò a focalizzare la sua attenzione all’interno della stanza.

Era da quando era arrivata con la sua famiglia che non vedeva l’ora di trovare il festeggiato ed augurargli un buon compleanno come si doveva, ma più si girava attorno e meno riusciva a scorgere la sua figura fra la folla.

Certo che il ragazzo non aveva proprio badato a spese quel giorno!

I più importanti ed influenti membri della società magica, erano tutti lì riuniti sotto lo stesso tetto.

In fondo alla sala, ai piedi della scalinata, Kyomaro non faceva che conversare abilmente con influenti maghi del ministero inglese, affiancato da Leila, la sua ragazza, che continuava a tenere per mano nonostante l’acceso dibattito in atto; accanto a loro Kyla ed Ian stavano bisticciando amabilmente come due neo sposini per chissà quale argomento questa volta e sulla panchina del terrazzo Adelaide ed Eric riuscivano a mala pena a distinguersi nel turbinio di emozioni che li aveva sopraffatti in quel momento, obbligandoli a baciarsi con una trepidazione tale come se dovessero morire il giorno seguente. Ed anche se un po’ la imbarazzavano certi gesti, Mabel non potè fare a meno di guardarli con un’espressione tenera in volto.

I due ragazzi si erano giurati “amore eterno” proprio qualche mese prima ed anche se non l’avrebbe mai ammesso neanche sotto tortura, in cuor suo anche lei sperava che – un giorno – riuscisse a coronare il suo sogno di continuare a condurre un’esistenza felice. Magari affianco proprio alla persona che amava da anni a questa parte.

Il sorriso le si allargò ulteriormente non appena si immaginò una scena del genere con un Keith-pieno-di-sé che, per una volta, avrebbe tentennato di fronte alla richiesta che le avrebbe proposto.

Si diede subito mentalmente della stupida perché, in fondo, era assai improbabile che una simile eventualità si concretizzasse. Insomma, la parola Keith ed il verbo tentennare, non era certamente un accostamento reale.

Mia cara, sei splendida stasera”

La voce di Elisabeth Meghetos, madre di Keith, la riportò subito alla realtà facendola girare nella sua direzione.

I coniugi Meghetos erano di una bellezza quasi illegale, specie vestiti in abiti eleganti.

Ecco da chi doveva aver ripreso quella testa bionda del suo fidanzato.

Kauss Meghetos era un distinto signore di cinquant’anni suonati ma aveva mantenuto una figura piuttosto “giovanile”, nonostante l’età anagrafica. I capelli brizzolati gli ricadevano in morbide ciocche sul volto, mettendone in contrasto la carnagione olivastra, ed i suoi occhi erano chiari, svegli e brillanti, come quelli di un ragazzo della metà dei suoi anni. Era un uomo alla mano che stravedeva per la moglie e ciò glielo si poteva leggere in ogni momento che si fermava ad ammirarla. Si vedeva ad occhio nudo che era una persona di buon cuore.

Una volta Keith le aveva raccontato che suo padre incarnava in tutto e per tutto la figura di un “tassorosso doc”, essendo appartenuto a quella casa anni orsono. E Mabel non poteva non essere d’accordo con lui.

Ma se il signor Meghetos era di una bellezza disarmante, quella di sua moglie era veramente una cosa da togliere il fiato. Elegante, sofisticata e con le maniere di una vera signora, Elisabeth si distingueva nettamente dalla massa soprattutto per i suoi modi garbati ed altolocati.

Niente a che vedere con quelli del figlio, nonostante esteticamente Keith fosse la sua esatta copia.

La ringrazio moltissimo, signora, e contraccambio i complimenti” continuando a sorridere, Mabel si affrettò a risponderle mostrando le sue buone maniere che sua nonna le aveva inculcato nel cervello anni ed anni prima.

Alla fine quelle noiose lezioni, erano pure valse a qualcosa.

Spero che tu stia trovando la serata di tuo gradimento” continuò nella conversazione Elisabeth “E spero che anche la tua famiglia possa apprezzare questo avvenimento mondano nel migliore dei modi”

Sicuro, non si preoccupi da quel che ho potuto vedere dai loro volti, credo che abbiano apprezzato molto essere qui presenti”

Beh, non potevamo certo lasciare fuori il casato dei Crowlee, non dopo quello che succederà stasera” A quel punto fu Kauss ad intervenire, ridacchiando leggermente dopo lo sguardo di ammonizione che gli aveva appena rivolto la moglie.

Mabel li guardò entrambi confusa.

Cosa voleva dire con dopo quello che succederà stasera?

L’ex corvonero fu veramente tentata di porgli quella domanda, ma allo scoccare della mezzanotte un tintinnio di un cucchiaio sbattuto sul calice di cristallo, destò l’attenzione di tutti i presenti ammutolendo di colpo la sala.

Ed ora che aveva la completa attenzione di tutti loro, Keith poteva finalmente procedere nel suo intento.


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Ok, aveva ripassato il discorso mille volte. Anzi, quali mille volte, un MILIONE di volte!

Si era preparato persino un pezzo di carta dove aveva riportato, per filo e per segno, ogni punto che aveva intenzione di esplicare. Tuttavia, più continuava a rigirarselo all’interno della tasca sinistra dei pantaloni, e più si rendeva conto che non sarebbe stato minimamente d’aiuto.

Aveva gli occhi di tutti puntati su di lui, ma non erano quelli che gli incutevano timore e lo rendevano così nervoso. Insomma, era pur sempre abituato ad essere sempre al centro dell’attenzione. Era fatto così e poteva farci ben poco, nonostante negli anni avesse tentato di migliorare quella parte del suo carattere.

Eppure, per quello che aveva intenzione di fare, aveva sentito una certa agitazione prendere forma dentro di sé già dall’inizio di quella mattina.

Ormai l’aveva deciso da mesi ma non reputava mai l’occasione sufficientemente “giusta” per procedere, per questo alla fine aveva optato per aspettare la festa per il suo compleanno.

Gli era sembrata una bella idea all’epoca, nonché una cosa molto carina e romantica da fare alla sua ragazza. Ed ora che era ad un passo dalla vittoria, non aveva la benché minima intenzione di tirarsi indietro. No, non l’avrebbe fatto. Aveva deciso ed avrebbe proseguito fino all’agognato “sì” che si sarebbe sentito dire.

Ne era certo, per questo iniziò senza aspettare oltre:

Buonasera a tutti voi, signori e signore, colgo l’occasione per ringraziarvi per essere qui con me e la mia famiglia stasera, in un evento tanto banale come la festa per il mio compleanno”

Alcuni degli invitati ridacchiarono per il tono scherzoso con cui si era riferito e, sentendo l’aria meno tesa rispetto a prima, il ragazzo continuò:

Compirò gli anni precisamente fra 7 minuti e prima di accingerci a mangiare il dolce accompagnato con dello champagne, ci tenevo a fare un annuncio importante”

Riprese fra le mani il calice di vino che aveva appoggiato prima sul tavolo e si perse un secondo a contemplarne la bevanda.

Fanculo il bigliettino di carta ed il discorso organizzato!

Non era mai stato una persona organizzata e non avrebbe cominciato oggi, in un momento delicato come quello, quando la situazione richiedeva la sua totale spontaneità.

D’altronde Mabel si era innamorata di lui nonostante i suoi pregi ed i suoi difetti – anche se erano di gran lunga di più i secondi dei primi. Quindi tanto voleva procedere come aveva sempre fatto: diretto e ad emozione “calda”, senza troppi giri o parole altisonanti.

Sapete sono sempre stato un ragazzo scapestrato” levò gli occhi da quel liquido leggermente ambrato ed iniziò a guardare un ad uno i presenti in sala “Fin da piccolo mi distinguevo dagli altri bambini per il mio carattere troppo esuberante. Avevo bisogno di attenzioni ed ero anche sufficientemente egoista, per cui ringrazio i miei genitori per non aver avuto altri figli, altrimenti credo che il mio ego smisurato ne avrebbe risentito molto” ridacchiò a quell’affermazione, facendo intendere che si trattava solamente di un puro scherzo di autoironia. Anche i suoi genitori ridacchiarono e lo sguardo di incoraggiamento che gli rivolse sua madre, faceva intendere che stava procedendo bene anche senza biglietto.

Ed anche se la lista dei miei difetti è ancora lunga - parecchio lunga se devo essere sincero - sono comunque grato ai miei genitori per essere le persone che sono. Senza di loro non sarei mai diventato la persona che sono oggi. Loro mi hanno insegnato i valori che realmente contano a questo mondo, come il rispetto, l’amicizia… e l’amore”

A quella parola, le sue iridi smeraldine si focalizzarono sulla figura di Mabel.

Il vestito azzurro, i capelli scuri raccolti ed i suoi occhi color grigio ferro erano messi ancor più in evidenza da una spessa linea di eyeliner e varie passate di mascara. Le labbra rosso scarlatto, piene e leggermente dischiuse a causa del possibile stupore per via delle sue parole. In più, il leggero rossore sulle sue gote le conferiva davvero un fascino non indifferente, almeno per Keith.

Il ragazzo poggiò il proprio calice sul tavolo alla sua destra e come ipnotizzato si affrettò a raggiungere la sua amata, senza distogliere lo sguardo da lei.

L’amore. Tutto nella mia famiglia si basta su questo sentimento umano. I miei genitori stessi si sono sposati per amore, così come i miei nonni ed i miei bisnonni e via dicendo, ed io ho sempre desiderato poter percorrere, un giorno, gli stessi passi dei miei antenati” si bloccò a due passi dal volto di Mabel. Gli occhi sgomenti di lei e l’espressione fra il confuso ed il felice, fecero sciogliere il cuore del ragazzo come neve al sole. Mabel non era scema e sicuramente aveva capito dove voleva andare a parare. Era pur sempre una corvonero e l’ingegno non le mancava di certo.

Prese delicatamente le sue mani fra le sue, accarezzandone dolcemente il dorso con le sue dita affusolate.

Il suo cuore perse un battito e Keith potè giurare di sentire la stessa agitazione che lui stava provando anche in Mabel.

La guardò negli occhi con un’espressione profonda, le sue iridi rese ancora più brillanti dal chiarore delle luci dei lampadari, si sciolsero come smeraldi fusi.

Per questo sono qui oggi, Mabel. La festa non è solo per me, ma è anche per te. Per noi, se tu vorrai…

Cosa…”

Sospiri trattenuti si levarono per tutta la sala non appena Keith le si inginocchiò di fronte, impendendole di terminare la frase che stava per pronunciare.

Con il cuore in mano, gli occhi pieni di speranza ed il petto gonfio di tutte le emozioni possibili, Keith le strinse le mani un’ultima volta prima di portarsele in direzione delle tasche dei pantaloni. E quando ebbe terminato la sua ricerca all’interno di esse, si affrettò ad allungare la scatolina di velluto nei confronti della sua futura – sperava – proprietaria.

Mabel Crowlee, ti piacerebbe diventare mia moglie e sopportarmi fino alla fine dei tuoi giorni, finché morte non ci separi?”


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Le labbra di Mabel tremarono per l’emozione, così come le mani ed il resto del suo corpo e presa dal momento, non riuscì a fare a meno di trattenere le lacrime.

Ad un certo punto, per lei tutti i presenti iniziarono come a scomparire sotto gli occhi, mentre la sua testa si sforzava non poco di credere che tutta quella situazione non fosse solo un sogno e non stesse sognando.

Eppure Keith era lì, davanti a lei, in ansia nel ricevere una risposta che tardava ad arrivare, solo a causa della forte emozione che stava provando.

A quel punto si ridestò un poco, quel che bastava per rendere felici entrambi.

Mabel si gettò fra le braccia di lui con uno slancio inaspettato, gli prese il viso fra le mani e sussurrando un leggero “Sì, certo che sì” si affrettò a toccare le labbra del suo ragazzo con le proprie.

Due cuori che battevano all’impazzata.

Due anime solitarie che il destino aveva fatto incontrare sul rispettivo cammino.

E non sarebbero mai stati da soli, ma soprattutto Mabel non sarebbe mai più stata da sola. La maledizione della sua famiglia era stata definitivamente sciolta anni prima e da quel momento le cose erano solo che migliorate per le donne del casato Crowlee: sua madre aveva ripreso il suo lavoro al ministero, rivelandosi una moglie appagata dalla sua stessa vita e dal marito che aveva ritrovato dopo tanto tempo; sua nonna si era messa l’anima in pace ed alla fine si era ritrovata ad amare Louis Selwyn più di quello che avesse mai potuto immaginare.

Tutti in quella famiglia avevano trovato – o ritrovato - la felicità. Tutti avevano avuto il tanto agognato “happy ending”. Ed ora era il suo turno e non poteva che essere più felice.

Fischi di congratulazioni si levarono fra la folla nel momento esatto in cui Keith si alzò e la fece roteare su se stessa, dopo averla sollevata da terra.


Sì, era il suo momento e niente e nessuno gliel’avrebbe mai portato via.



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20 Maggio


Keith, vuoi accogliere Mabel come tua sposa, promettendo di esserle fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarla e onorarla tutti i giorni della tua vita?”

Keith guardò la sua futura moglie con lo stesso sguardo adorante che suo padre utilizzava quando si concentrava su sua madre. Il sorrisetto sghembo, i capelli tirati all’indietro, la postura elegante, l’abito bianco immacolato perfettamente abbinato ad una cravatta color avorio e gli occhi. Oh, gli occhi. Quegli smeraldi avevano sempre avuto il potere di incantarla, di incatenare il suo sguardo al proprio ed impedirle di distogliere lo sguardo.

Sì”

Un leggero tremore tradì l’emozione del biondo, rendendolo quasi più fragile di quello che si ostinava a dimostrare all’esterno.

Mabel, vuoi accogliere Keith come tuo sposo, promettendo di essergli fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarlo e onorarlo tutti i giorni della tua vita?”

Ascoltando le parole del mago solo con il senso dell’udito, Mabel non staccò gli occhi di dosso al suo futuro marito, neanche un secondo.

Non voleva perdersi un singolo attimo di quel momento e voleva goderselo appieno, in tutto il suo splendore.

Sì”

A quel punto il mago pronunciò l’accoglienza del consenso e, dopo aver benedetto gli anelli, li porse ai rispettivi ragazzi.

Keith prese la fede nuziale ed iniziò ad infilarla nel dito sottile della ragazza con delicatezza, proprio appresso al suo anello di diamanti e zaffiri che le aveva regalato il giorno le aveva chiesto di sposarlo.

Mabel, ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà”

A quel punto fu il turno di Mabel la quale, con un leggero tremolio anch’ella nella voce, pronunciò la medesima frase, rifacendo il medesimo gesto del biondo.

Keith, ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà”

Deglutì pesantemente poco dopo aver terminato di infilargli la fede al dito. Ancora stentava a crederci che tutta quella scena si stesse svolgendo nel mondo reale e la stesse realmente vivendo.

E quando la sua mente realizzò di essere arrivata alla fine della celebrazione nuziale, per poco non collassò sull’altare, di fronte a tutti gli invitati, tanto era l’emozione di gioia che minacciava di dilaniarla in due.

A questo punto vi dichiaro marito e moglie” il mago incaricato di pronunciare la celebrazione sorrise ad entrambi e con gli occhi colmi di gioia pronunciò la frase finale, riferendosi a Keith:

Ora può baciare la sposa” e lui non se lo fece ripetere due volte.

L’ex corvonero si fiondò sulle labbra della ragazza come un assettato in cerca di acqua. Le circondò la vita con le braccia in modo che lei potesse portare le proprie al suo collo. Inclinò leggermente la testa quando introdusse la lingua nella bocca di lei e le accarezzò possessivamente il busto quando la sua testa realizzò il fatto che – finalmente – Mabel era diventata sua moglie.

Già, sua moglie.

Si staccò da lei ridacchiando e procurandosi un’occhiata stralunata da parte sua:

Tutto bene?”

Mai stato meglio, Ma-belle” e sillabò l’ultima parola con un sorriso furbetto stampato in faccia.

Mabel colse subito la palla al balzo e con altrettanta sfacciataggine gli rispose:

Beh, buon per te, baby

Ridendo a più non posso, Keith tornò in esplorazione delle labbra della ragazza zittendola una volta per tutte. Ed il silenzio, per lei, non fu mai così azzeccato come in quel momento.



Angolo Autrice:

Ebbene sì, dopo quasi 6 mesi che non scrivo più su di loro, sono tornata con due dei protagonisti della mia storia “I cavalieri della luna rossa e del sole nero”.

Devo dire che ho deciso di pubblicare questa oneshot perché in effetti mi manca un po’ scrivere quella storia, con quei ragazzi a cui mi ero affezionata incredibilmente assieme a Gin… e non escludo il fatto che possa pubblicarne altri in futuro con i restanti protagonisti, come Leila, Lavi, Farley, Kyomaro… insomma, loro xD

L’idea per questa oneshot mi è venuta ascoltando in radio la canzone dei 5 Seconds of Summer – Youngblood – che mi ha dato la “carica” per poterla scrivere.

L’ho scritta tutta in questo pomeriggio, per cui spero che possa piacervi e che non risulti troppo “banale” o pucciosa.

Se vi va di farmi sapere cosa ne pensate – anche solo per dirmi “Ehy Vic, guarda che è talmente dolce da fà venì er diabete” – come si dice a Roma xD – l’accetterò ugualmente. Sono sempre aperta a critiche, purché costruttive.

That’s all!

Alla prossima,

Baci

Vic^^



  
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