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Autore: Slytherin_Divergent    09/09/2018    0 recensioni
Izuku Midoriya non avrebbe mai voluto uccidere quel Villan. Eppure, quando aveva sferrato quel pugno, tutta la rabbia che aveva represso per la morte della madre si era manifestata. Eppure, mai si sarebbe immaginato che lo spirito dell'uomo si sarebbe impossessato di lui per i suoi ultimi minuti di vita, facendolo quasi impazzire.
Genere: Angst, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Izuku Midoriya
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Il sangue colava sull'erba come fosse acqua, a fiotti, e la macchiava, donandole un colorito color carminio che si intonava al colore del tramonto. Lentamente, il terreno perse il suo tipico colore verde smeraldo, tanto simile a quello degli occhi del ragazzo che, in piedi di fronte all'uomo steso a terra, lo osservava.Le pupille tremavano, e si teneva il labbro inferiore tra i denti. Le braccia avevano preso un colorito violaceo, e la pelle del collo era tirata, e lasciava vedere chiaramente i nervi tesi, che sporgevano e, talvolta, pulsavano, in un ritmo incessante e a tempo con il suo cuore, che batteva troppo forte, facendogli male al petto, quasi vi avessero posato un pesante macigno.
Il ragazzo si inginocchiò, atterrando sull'erba rossa con un tonfo, e posò la mano sulla guancia dell'uomo. Il gelo lo investì, e rabbrividì. Fece scivolare l'arto verso il collo, e fece vagare il pollice in un determinato punto, alla ricerca di un battito. Sperava che, nonostante l'uomo avesse un polmone forato, fosse ancora vivo. Il ragazzo allontanò la mano dal corpo inerme, si dondolò sul posto e strinse un pugno.
Il tanfo, lentamente, si fece sentire. L'odore del sangue, degli organi già in decomposizione, l'odore di morte. Il ragazzo deglutì, cercando di ignorare quel disgustoso tanfo.
Gli occhi del morto lo osservavano, vitrei, spalancati, un residuo barlume di sorpresa e disperazione che si aggirava, andandosi a spegnere, nelle pupille nere. Il ragazzo gli abbassò le palpebre e si alzò.
« Midoriya! » Izuku Midoriya si voltò nella direzione dei suoi compagni di classe, in attesa che dicesse loro che quell'uomo steso a terra era ancora vivo, e che nessuno sarebbe stato incolpato d'omicidio. Socchiuse le labbra, tremanti, e strinse le palpebre, poi fece un passo avanti e deglutì sonoramente, tornando ad osservare i ragazzi.
Non sapeva come dare quella notizia. « Lui » prese un profondo respiro e si fece forza. « Lui è morto. »
Un mormorio generale si levò dai compagni, e quella parola, morto, morte, si levò nell'aria, circondando Izuku come fosse un pesante velo. Prese qualche respiro profondo, alla ricerca di aria, e passò le mani sul costume, macchiandolo del sangue del morto.
Fece un passo avanti, oscillando in maniera incerta, e fissò i suoi compagni, ascoltò le loro parole, lontane e deformate. « Midoriya! » qualcuno lo chiamò, ma lui non capì chi fosse stato a fare il suo nome.
Scosse la testa e sforzò un sorriso e, lentamente, il mondo tornò concreto. « Sto » deglutì. « Sto bene. »
Ochaco Uraraka si avvicinò a lui e lo osservò, posandogli una mano sulla spalla. « Deku »
Izuku scosse con forza la testa e si spostò, dirigendosi verso i suoi amici. « Va tutto bene. Cioè, sto bene. »
Si voltarono, incamminandosi verso le macchine della polizia che, in lontananza, si intravedevano, mentre correvano a tutta velocità verso di loro, le sirene suonanti e lo strombazzare continuo alle altre macchine che non le facevano passare. Izuku si voltò verso il corpo steso a terra, e gli sembrò che il suo odore lo colpisse nuovamente. Tornò a voltarsi in avanti, con lo stomaco in subbuglio.
Tenya Iida lo affiancò. « Midoriya. » lo chiamò. Izuku deglutì e si voltò nuovamente. Quell'uomo sembrava chiamarlo, chiamare il suo sguardo. Il suo tanfo lo investì nuovamente, e si sentì oppresso, ancora una volta, da quel velo che la parola morte aveva creato attorno a lui. Sgranò lo gli occhi, lentamente, e socchiuse le labbra. Il mondo sembrò liquefarsi, e il buio lo circondò.
Come fossero loro ad emanare luce, Izuku e l'uomo brillavano nella fitta oscurità. Il ragazzo rimase a fissare il corpo per un lasso di tempo indeterminato. Il cuore gli martellava nel petto, e riusciva a sentire chiaramente il sangue, pulsato nelle vene, mentre scivolava nel cuore, prendeva ossigeno dai polmoni. Il silenzio era tale da riuscire a farlo impazzire, e le orecchie presero a fischiargli. Fece per muovere un passo avanti, ma l'uomo si voltò di scatto, spalancò gli occhi e lo fissò. Izuku si gelò sul posto, e rimase ad osservare quegli occhi liquidi, eppure così pieni di vita da sembrare irreali, che risplendevano di una luce maligna. L'uomo si alzò, e la giacca che portava scivolò a terra.
Il corpo del ragazzo ebbe un tumulto, mentre l'uomo faceva scivolare la mano all'interno del foro sul petto. Quando la ritirò, era sporca di sangue, il ché lo fece sorridere in maniera sadica. Puntò quel suo orrido sorriso su Izuku e scoppiò a ridere, una risata pazza e spezzata dal respiro roco. Izuku si sforzò di indietreggiare, ma era come se il suo corpo fosse diventato improvvisamente roccia, e non riuscì a muovere un solo muscolo. Restò ad osservare l'uomo con occhi sgranati, mentre il panico lo assaliva.
« Guarda! » disse l'uomo, improvvisamente, allegro. « Non è buffo? »
Il ragazzo scosse la testa con forza e socchiuse le labbra per rispondere, ma ne uscì solamente un verso strozzato. L'uomo rise. « Perché non lo trovi buffo? »
Mosse un passo verso di lui e, zoppicando, lo raggiunse, abbassandosi alla sua altezza. Il tanfo di sangue lo raggiunse con lui, ed un conato attraversò lo stomaco del ragazzo, scuotendolo pesantemente. L'uomo fece una smorfia, poi posò una mano sulla guancia del ragazzo. « Eppure, pensavo che apprezzassi. Sei stato tu. »
Izuku scosse con forza la testa, sgranò gli occhi e fece un secondo verso strozzato. L'uomo rise di gusto. « Sì, è così. » Izuku scosse la testa, tremante e immobile. L'uomo si avvicinò al suo orecchio e sussurrò: « Sei stato tu. »
« No » rispose il ragazzo, sorprendendosi al sentire la propria voce. Continuò, con più convinzione. « No è è stato un incidente. »
L'uomo rise ancora. « Questo mondo è fatto di incidenti. » puntò il dito contro suo petto. « Questo non è un incidente. Tu volevi. Volevi che andasse così. »
Il ragazzo strinse gli occhi e scosse la testa. « Smettila, non è vero! »
« E per via di quell'altro incidente, forse? » domandò l'uomo. Izuku tremò.
« Basta! » una lacrima gli rigò il viso. « Sta zitto! »
« Povera donna, non credi anche tu? Così indifesa. E poveri i suoi coinquilini, vero? Chissà come se la passano ora » l'uomo ghignò, sadico. « all'inferno. »
« Smettila! » gridò Izuku. L'uomo gli accarezzò la guancia.
« Mi sarebbe piaciuto fartelo vedere, l'inferno. E, chissà, magari avresti anche rivisto la tua amata madre. » scoppiò a ridere.
« Basta » mormorò il corvino. L'uomo fece scivolare una mano sul suo collo, e prese a stringere. Izuku annaspò, alla ricerca di aria.
« Invece dovrò rivederla io! » gridò. « E non le darò pace! Così come tu hai fatto con me! Soffrire, soffrire, soffrire, soffrire! Che bello vedere soffrire! »
Il ragazzo spalancò gli occhi, mentre l'uomo affondava una mano nel suo stomaco e la muoveva, attraversandolo come fosse fatto di burro. « Soffrire, soffrire! »
Izuku crollò a terra, in cerca di aria e in preda alla nausea. L'uomo posò una mano sulla sua bocca e lo spinse a terra con forza, mentre la schiena del ragazzo scricchiolava, poi si sedette sopra di lui e prese nuovamente a stringergli la gola, mentre affondava i pugni nel suo petto. Izuku scosse la testa, stringendo il polso nell'uomo nel vano tentativo di fargli lasciare la presa, eppure sembrava che fosse molto più forte di prima.
« Smettila » gracchiò.
« La farò soffrire! Farò soffrire entrambi! » il ragazzo scosse la testa. « Soffrire! SOFFRIRE! »
Scoppiò in lacrime e gridò. « SMETTILA! »
Il pugno dell'uomo affondò nel suo petto con forza, e macchie rosse schizzarono tutt'attorno a loro, come una fontana. Il ragazzo annaspò, mentre l'aria veniva strappata via dai suoi polmoni. L'uomo rise e, lentamente si alzò, tenendolo sollevato per la gola. Gridò un ultimo soffrire e si dissipò nel buio. Izuku crollò a terra, tenendosi in piedi e barcollando in avanti e indietro. Si voltò qualche volta su se stesso e, come fosse stato vento, vide il buio scomparire al suo movimento. Prese la forma dell'uomo che, poco prima, lo stava strozzando, e si avvicinò a lui, circondandolo nuovamente.
Di fronte a lui, tuttavia, non cera più quell'uomo, ma un ragazzo dagli occhi verdi, e i capelli scompigliati, intento a passare un dito sulle lentiggini sparse sulle guance. « Cosa fai? » domandò.
Il ragazzo arretrò, e il nuovo arrivato rise, muovendosi verso di lui. « Va'... va' via! » gridò, con il poco fiato che gli era rimasto. Eppure, gli sembrava che il dolore al petto fosse svanito.
Il secondo ragazzo rise, poi si avvicinò e posò una mano sulla sua guancia. « Non posso andare via. Io sono te. » rise, e Izuku scosse la testa.
« Non è vero! » gridò, e l'altro rise.
« Sì, lo so io e lo sai tu. In fondo, siamo la stessa persona. » lo afferrò per le spalle e lo fece ruotare, lasciando che aderisse con la schiena al suo petto. « Perché neghi tutto? Lo sai, lo sai bene che sei stato tu. Lo sento. Non vuoi ammetterlo. Perché? »
Il ragazzo rise, e Izuku deglutì, quando lo afferrò per i capelli per tirargli la testa all'indietro. « Oh, interessante! » esclamò, ridacchiando. « Assassino! Assassino. Assassino. Sei un assassino! »
« Non è vero! Basta! Vattene! » gridò il corvino, mentre l'altro si allungava verso il suo orecchio.
« Assassino. » sussurrò, divertito, come quella fosse stata una potenziale battuta. «Tu l'hai colpito! Sei un assassino! »
« No! Non è così! » gridò l'altro, tra la disperazione e la paura. La voce cambiò improvvisamente, e riconobbe l'uomo.
« Assassino! » gridò, poi infilò la mano nel suo stomaco e lo trapassò. Un fiotto di sangue ne uscì, facendo piegare in due il ragazzo, che fu prontamente rialzato per i capelli dal ragazzo di prima.
« L'hai ucciso tu! » esclamò, ridendo, poi si piazzò di fronte a lui e lo colpì al petto. Inarcò la schiena all'indietro, gridando, il fiato corto, e una goccia di sangue gli macchiò le labbra.
L'uomo, dietro di lui, lo colpì ancora, e ancora, e ancora, così come il ragazzo. Izuku gridò, portò le mani alla testa e si dimenò, invano.
Lentamente, le loro voci, le loro parole, andarono a dissolversi, così come i loro corpi e i loro colpi. Izuku traballò e si mosse avanti. Il suono dell'acqua lo raggiunse, ma quando abbassò lo sguardo cera solo una distesa di sangue che lo immergeva fino alle caviglie. Sotto di lui, riflessa nell'acqua, la sua immagine lo osservava, gli occhi sgranati, il volto trafelato. Alzò le mani e le osservò. La pelle era bianca, e, lentamente, prese un colorito rosso. Izuku sobbalzò, mentre il sangue prendeva a fuoriuscire dal suo corpo in maniera incontrollata. Il livello del liquido rossastro lo investì, inglobandolo e tranciandogli ogni via d'aria.
Il ragazzo annaspò, si dimenò, agitò le mani e le gambe nel tentativo di raggiungere la superficie, invano. Lentamente, il suo corpo perse le forze, e lui rimase immobile, poi la sua schiena toccò il pavimento e lui ebbe uno scatto. Si mise improvvisamente seduto, e riemerse, il respiro grosso e pesante. Si guardò attorno, ma della distesa di sangue nemmeno l'ombra. Si alzò e guardò attorno. Con velocità, il buio attorno a lui si dissolse, e tornò alla realtà.
Rimase a ruotare su sé stesso per un minuto buono, mentre i suoi compagni lo guardavano preoccupati e spaventati, a qualche metro di distanza. Izuku si fermò solamente quando, con un piede, diede un calcio a qualcosa di morbido. Abbassò lo sguardo e vide il corpo, steso a terra, dell'uomo. Il tanfo lo investì, e un conato gli risalì la gola. Portò una mano alla bocca, mentre sputava un grosso grumo di sangue. Crollo a terra, sulle ginocchia, e prese a vomitare. Strinse lerba tra le mani, poi ebbe uno scatto e inarcò la schiena all'indietro, gridando. Indietreggiò con velocità, schizzando il sangue del morto da tutte le parti, poi si alzò e barcollò, come fosse in preda alle convulsioni. Riprese a vomitare, questa volta sangue, e sulla sua maglietta, e un senso di vuoto lo investì. Barcollò, mentre il bianco lo avvolgeva per qualche secondo, poi la realtà tornò a circondarlo, e di fronte a lui vide l'immagine dell'uomo, che risplendeva di una luce bianca. L'uomo lo fissò, tenendo la mano tesa di fronte a sé, diretta nella direzione del ragazzo.
Izuku si sentiva le gambe cedere, ma non riusciva a muoversi. Era come se l'immagine dell'uomo lo stesse trattenendo, tenendolo in piedi, come sapesse che, se non ci fosse stato lui, Izuku sarebbe crollato a terra.
Quando, dopo qualche decina di secondi, si dissolse nell'aria, il ragazzo roteò gli occhi e crollò a terra, atterrando nella pozza di sangue, al fianco del corpo dell'uomo, con un sonoro splash, sotto lo sguardo stralunato dei compagni, della polizia e di qualche eroe che era arrivato a controllare la situazione.


 

*Angolo Autrice*
Ciao ragazzi!
Benvenuti ai nuovi, e bentornati ai vecchi! Per vecch, naturalmente, intendo i miei amici di Wattpad. Sono nuova, qui su EFP, ed ammetto che ho un po' di paura a pubblicare. Per me, stare dalla parte dell'autrice in questo sito, è completamente nuovo, a differenza di Wattpad, in cui oramai mi sono abituata. Spero, in ogni caso, che possa destare la vostra simpatia come ho fatto lì.
Detto ciò, se la storia vi è piaciuta fatemelo sapere con una piccola recenzione, e ditemi anche se ci sono errori di battitura, per favore!
See you soon,
Eevee

   
 
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