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Autore: f9v5    09/09/2018    3 recensioni
Knuckles, come minimo, avrebbe cominciato con la solita frase cliché “Qui io non vedo nessuna signora!” per poi mostrarle i pugni nel tentativo, fallito in partenza, di intimorirla e da li in poi sarebbe scaturito il loro ennesimo litigio senza capo né coda di cui lei, malgrado tutto, sentiva il bisogno.
Knuckles era diverso, stava lì il divertimento.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Knuckles the Echidna, Rouge the Bat
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Family!'
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Era strano.
Non necessariamente preoccupante, ma era comunque strano.
Knuckles non era certo un tipo metodico, l’unica ragione per cui Angel Island fosse il luogo più scontato per trovarlo era la ben nota devozione dell’echidna verso il compito a lui affidatogli, non certo per qualche suo schema pre-impostato volontariamente, dunque non si poteva effettivamente ritenere certo l’incontrarlo lì.
Ma il fatto che ormai da alcuni giorni consecutivamente al posto della figura dell’echidna a fare la guardia al Master Emerald vi fosse l’altrettanto stoica figura di Espio, sempre alla stessa ora del giorno, lasciava adito ad alcuni sospetti.
Non tanto per la presenza di Espio in sé, il legame di Knuckles col trio Chaotix era ben noto ed era altrettanto noto come, di quello sgangherato terzetto, il camaleonte fosse l’unico affidabile al punto da potergli chiedere un favore di tale portata, quanto appunto la costanza di tale avvenimento.
Rouge poteva vantarsi di conoscere il rosso abbastanza bene ormai e dava per scontato che dovesse esserci dietro una motivazione davvero impellente per spingerlo ad allontanarsi dalla gemma cui faceva la guardia, con massima e addirittura eccessiva serietà, ogni giorno e sempre alla stessa ora.
Valutò l’idea di uscire dalla sua postazione a prova di sgamo, non era una ladra professionista per nulla, e chiedere direttamente al custode temporaneo del Master Emerald possibili delucidazioni, ma fu il pensiero di pochi secondi, rimpiazzato dalla sconvolgente, in senso comicamente tragico, realizzazione che, per una volta, Knuckles potesse aver fatto ricorso all’ausilio dell’unico muscolo che tutti gli rinfacciavano di non usare abbastanza: il cervello.
Non era certo intima con i Chaotix, ma sapeva bene che, oltre all’affidabilità, un’altra dote che rendeva idoneo Espio all’essere scelto era la discrezione.
A differenza dei ben più ficcanaso Vector e Charmy, il camaleonte non era certo il tipo da curiosare nelle faccende altrui, era un buon ascoltatore, certo, ma lo diveniva solo se erano gli altri a sentire il bisogno di aprirsi con lui.
Conoscendo Knuckles e il suo orgoglio era decisamente ipotizzabile che questi avesse scelto di rivolgersi ad Espio per la sua appunto nota capacità di non essere mai inopportuno, l’echidna sapeva che il camaleonte non avrebbe fatto domande se lui avesse chiarito di non volerne parlare e la ragazza non dubitava che fosse andata proprio in quel modo.
-Intendi stare lì ancora per molto?- la sua voce calma e pacata raggiunse le sue orecchie, un breve verso di frustrazione le sfuggì dalle labbra.
“Maledetto addestramento ninja!” avrebbe dovuto ricordarsi che Espio era in costante allerta ed era difficile da cogliere di sorpresa, ben più di Knuckles.
Ormai vistasi scoperta, Rouge sbucò fuori dalle fronde dell’albero usato come nascondiglio fin poco prima e, con un rapido battito d’ali, lo raggiunse sull’altare, gli occhi che brillavano di fronte al Master Emerald; non poteva farci nulla, desiderava troppo mettere le mani su quell’enorme gemma, seppur il fatto che l’echidna non fosse presente facesse scendere di molto il suo livello di bramosia.
-Se è un altro dei tuoi tentativi di furto, ti avviso che non sono da meno di Knuckles quando si tratta di assurgere a un compito con serietà.-
-Non lo metto in dubbio, caro, ma non ho dubbi neanche sul fatto che tu sia stato istruito in quello che tutti chiamano “galateo”, a differenza di quel testone, e il galateo insegna che è alquanto scortese far del male ad una signora.- ribattè lei con quel fare civettuolo che faceva tanto innervosire il rosso.
Il camaleonte le concesse solo un sopracciglio alzato ed una risposta seria e ponderata.
-Non ti sbagli. E posso garantirti che saprei svolgere il mio compito senza doverti torcere un capello.-
Bastò quello per farla sospirare e mettere su il broncio, era ovvio che Espio non le avrebbe dato alcuna soddisfazione.
Knuckles, come minimo, avrebbe cominciato con la solita frase cliché “Qui io non vedo nessuna signora!” per poi mostrarle i pugni nel tentativo, fallito in partenza, di intimorirla e da li in poi sarebbe scaturito il loro ennesimo litigio senza capo né coda di cui lei, malgrado tutto, sentiva il bisogno.
Knuckles era diverso, stava lì il divertimento.
Con gli altri uomini la questione era sempre la medesima: qualche sguardo ammaliante, poche parole pronunciate col giusto tono di voce ed ecco che l’oggetto dei suoi desideri, gioiello o denaro che fosse, finiva subito nelle sue mani.
Il guardiano del Master Emerald non ci cascava, era troppo spontaneo quanto devoto al suo compito, con lui non sentiva il bisogno di fingere.
Era certa che con Espio le sue “tecniche tradizionali” avrebbero fruttato l’esito solito, ma non era quello che voleva.
Lei voleva rubare il Master Emerald a Knuckles, solo ed esclusivamente a lui, voleva prendersi quella soddisfazione.
E invece lui non c’era, sparito per andare chissà dove, magari la sua motivazione era davvero importante, ma dentro di sé la ragazza si sentì quasi… tradita, lui aveva infranto la loro routine e non poteva perdonarglielo.
Alzò le mani in segno di pace, per rendere subito chiara la sua mancanza di intenti illegali.
-Sta tranquillo, per oggi il Master Emerald non corre rischi. Lui non ti ha detto niente, ho ragione?-
-Esattamente. Che tu ci creda o no, aveva ipotizzato che avresti voluto ficcanasare, si è ben guardato dal farsi sfuggire anche la minima informazione.-
Lei sospirò, Knuckles non era più ingenuo come una volta.
-Ho afferrato il concetto! Ma digli, quando tornerà, che se si illude di tenermi all’oscuro dei fatti, si sbaglia di grosso. Quando voglio qualcosa so sempre come ottenerla!-
-Aveva borbottato qualcosa sul fatto che avresti potuto dire parole simili, aggiungendo infastidito che avrebbe avuto parecchi problemi a causa tua. Se posso permettermi…- il lieve sorrisetto saccente spuntatogli in faccia, unito alle braccia incrociate in segno di sicurezza, la fece preoccupare per un attimo.
-…non ho potuto fare a meno di notare quanto la vostra conoscenza sia giunta, col passare del tempo, a livelli decisamente approfonditi, oserei quasi definirli “intimi”. Azzardo a pensare che voi due nascondiate qualcosa?-
“E che cavolo!” pensò lei, ma non erano i suoi colleghi quelli che non sapevano farsi i fatti loro?!
Non ci mise molto a metter su la miglior espressione da ochetta giuliva che piaceva a tutti i maschi (beh, grazie a Knuckles, il “tutti” andava per necessità preceduto da un “quasi”)e cominciare la sua piccola recita.
-Non ho idea di cosa tu stia parlando caro, la mia è pura e semplice curiosità.-
Il sorriso svanì dal volto del camaleonte, ma lei continuò a sentire la freddezza del suo sguardo indagatore.
-Come vuoi.-
Lei interruppe la messinscena e sbuffò comicamente, con lui non c’era proprio gusto.
Alzò svogliatamente la mano destra e la agitò pigramente, per fargli capire che ci aveva rinunciato.
-D’accordo, ti sei espresso molto chiaramente. Come fai a convivere con quei due, mi chiedo, non vi assomigliate per niente. Un vero miracolo che non abbiano mai provato a buttarti fuori dalla squadra.- e, spalancate le ali, prese il volo e si allontanò, finché la sua figura non divenne un puntino in lontananza.
A quel punto Espio poté permettersi un sospiro, il rilassamento delle braccia lungo i fianchi e una comica espressione annoiata.
-Fanno di peggio: mi ci fanno restare!-
 
 
 
 
-Ti rendi conto che ciò che intendi fare è assurdo, vero?- Shadow non era il tipo che amava i mezzi termini, sempre diretto, come al solito.
I due colleghi e compagni d’avventure, o disgrazie, se qualcuno l’avesse chiesto al riccio, erano in quel momento accomodati nella cucina della casa di questi, Rouge sorseggiava la sua tazza di caffè in assoluta tranquillità.
Lui si era categoricamente rifiutato, aveva borbottato che mai più l’avrebbe bevuto in sua compagnia, gli scomodi paragoni in cui questa andava a infilarlo insieme ad un ben noto riccio blu lo infastidivano.
-Su, Shadow, mi conosci, sai come sono fatta. Credi davvero di farmi cambiare idea?-
-No, era solo per informarti che, in caso di denuncia per stalking, non verrò a pagarti la cauzione!-
-Che bello sentire il tuo tagliente umorismo, neanche la vita familiare è riuscita ad addolcirti più del necessario, a quanto vedo.- ribattè lei con amichevole sarcasmo.
Malgrado tutto riuscì a strappare un lieve sorriso all’amico, si ritenne fiera di ciò.
-A proposito, dove sono Galaxina e la mia adorabile figlioccia?-
La neonata situazione sociale di Shadow si rivelò una sorpresa piacevole per entrambi, come questi aveva scoperto di non essere poi così male come padre, Rouge aveva scoperto le gioie di essere chiamata zia.
E dire che nessuno dei due ci avrebbe scommesso un ring spezzato fino a qualche tempo prima.
-Riunione con gli insegnanti.- rispose lui.
-Tu come mai non sei andato con loro?-
-Avviso restrittivo, devo tenermi ad almeno duecento metri dall’edificio scolastico o verrò querelato. Non hanno gradito quello che è successo durante la mia ultima visita. Quel tipo dovrà aspettarne ancora di tempo prima di ritrovarsi il braccio a posto.-
-Non vorrai farmi credere che questo ti preoccupa?-
-Ovvio che no, ma non voglio complicare le cose a Iris. E poi Galaxina è molto più brava di me per quanto riguarda la diplomazia.-
Non che Rouge avesse dubbi in proposito. Ma d’altronde che si aspettavano quelli, che Shadow the Hedgehog, l’Ultimate Life Form in persona, lasciasse correre per aver insinuato che sua figlia fosse una pazza?!
Ok, magari minacciare di morte un compagno già il primo giorno per aver fatto un commento poco carino sul suo zainetto (che, tra l’altro, era proprio un regalo di Rouge, quindi questa non poté non sentirsi emotivamente coinvolta e soprattutto favorevole alla sorte toccata allo sventurato insegnante) non era stata una mossa saggia da parte della piccola, e magari Shadow avrebbe dovuto evitare di rincarare la dose minacciando il padre del suddetto di infilargli la canna della pistola su per l’orifizio anale (lo disse in modo decisamente meno forbito) e premere il grilletto, ma insomma, avrebbero anche potuto sorvolare, no?
Dopo la sua redenzione aveva pur sempre contribuito a salvare il pianeta parecchie volte, potevano anche perdonargli una minaccia di tentato omicidio che, Rouge sperava fosse così, non sarebbe mai stata messa in pratica.
-In fondo non ti ci vedo in giacca e cravatta a conversare con dei “ So tutto io” civilmente. Non hai proprio idea di cosa sia la moderazione.- lo sguardo torvo di lui fu alquanto eloquente, quella conversazione andava tranciata di netto e, almeno per quella giornata, non andava più ripresa.
Dopo alcuni minuti di silenzio, intervallati al massimo dal deglutire della ragazza quando prendeva qualche sorso di caffè, Shadow le porse una domanda, con soddisfazione di lei; di norma, infatti, non avrebbe emesso il minimo suono nel sorseggiare una bevanda ma, visto che era stato lui a chiudere il precedente discorso, sperava di stimolarlo a incominciarne un altro.
-Giusto per chiudere la precedente discussione, se dovesse prenderla male, cosa che farà se dovesse scoprirti,e tu dovessi chiamarmi per venirti in soccorso, ti raggiungerò solo per rinfacciarti che avevo ragione dal principio nel dirti che la tua era una trovata idiota e te la dovrai cavare da sola, intesi?!-
Un sorrisino astuto si delineò presto sul volto della donna pipistrello.
Bevve l’ultimo sorso di caffè, in caso di successo del suo piano sarebbe andata a scroccargliene un altro e, ne era certa, avrebbe avuto un sapore ancor più buono, di vittoria.
-Si tratta di Knuckles, Shadow: io pretendo di cavarmela da sola!-
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Ok, è davvero da tanto, troppo tempo, che non pubblico, l’Estate è proprio un deterrente per la mia voglia di vivere.
Ammetto di avere un po’ paura che il lungo assentarmi dalla tastiera abbia arrugginito il mio stile, ma d’altronde è anche per questo che sono qui, rimettermi in gioco ancora una volta.
Questa storia, in realtà, era nella mia testa da parecchio ma la sto mettendo per iscritto solo ora. Doveva essere una one-shot, invece, come l’ultima volta, scrivendo le parole hanno cominciato a scorrere fluide e si sono rivelate più del previsto, anche stavolta, dunque via di spezzettamenti.
Potrebbe anche durare tre capitoli, non saprei dire.
Beh, non mi dilungo ulteriormente, almeno per stavolta, a voi lettori il piacere di leggere e di farvi le vostre opinioni.
Ciao.
 
  
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