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Autore: Lena_Duchannes    10/09/2018    0 recensioni
Otto mesi d'inferno, in cui la notte il volto di sua sorella Therese tornava più vivido di quanto non fosse stato la sera precedente. Sembrava sempre che volesse dirle qualcosa, ma ogni volta che apriva bocca Alicia si risvegliava di soprassalto. Cosa significava? Perché da quando Therese era morta, otto mesi prima, si materializzava sempre nei suoi sogni?
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pianti, urla, grida... Anche quella notte era la stessa storia. Alicia si risvegliò con le lacrime agli occhi. No, ancora la perseguitava. Lei era sempre presente. Del resto non poteva dimenticarla in quel modo, era passato pochissimo tempo. Otto mesi. Otto mesi d'inferno, in cui la notte il volto di sua sorella Therese tornava più vivido di quanto non fosse stato la sera precedente. Sembrava sempre che volesse dirle qualcosa, ma ogni volta che apriva bocca Alicia si risvegliava di soprassalto. Cosa significava? Perché da quando Therese era morta, otto mesi prima, si materializzava sempre nei suoi sogni?
La psicologa aveva dato la spiegazione del lutto, che le fosse ancora impossibile stare senza di lei. Alicia non le credeva del tutto: su dei libri aveva scoperto, sì, che si potessero fare sogni ricorrenti a persone morte, ma non era sempre lo stesso sogno, e nemmeno tutte le notti.
Lei e Therese, sole in una stanza buia, ecco cosa le si presentava ogni singola notte. Sua sorella che si avvicinava, lei che le diceva di allontanarsi, poi pianti, urla, grida... Infine Therese apriva bocca e tutto svaniva. Alicia non ce la faceva più, inoltre passato il sogno subiva notti insonne, ascoltando e vedendo i gufi dalla finestra della sua camera. Le sarebbe tanto piaciuto essere come loro, non dover fare quei brutti incubi e passare la notte cacciando e volando per la città. Voleva fuggire, ecco. Allontanarsi da tutto ciò che le ricordava Therese e la loro famiglia prima che la sorella si ammalasse. I genitori non sembravano mai tristi da quando se n'era andata. Sentendo parlare del sogno rassicuravano Alicia, anche se pure loro erano titubanti, ma niente di più. Era stata la ragazzina da sola a rivolgersi alla psicologa della scuola.
I suoi genitori avevano continuata la loro vita come se nulla fosse. Avevano tolto le foto di Therese da tutta casa. Avevano voltato pagina. Parlandone la psicologa le aveva detto che doveva essere il loro modo per superare il lutto. Lutto, che brutta parola. Ogni volta che qualcuno la pronunciava ad Alicia venivano i brividi. Non capiva proprio come potesse dimenticare la persona che le era stata accanto per tutta la sua vita, quasi tredici anni...  Sua madre, ogni volta che toccava il discorso, cambiava subito argomento, papà invece la trattava come se fosse sempre stata figlia unica. Era stanca,  Alicia voleva delle spiegazioni, negli ultimi mesi si erano comportati in modo troppo strano. Anche quella notte ripensò alla sua famiglia e guardò i gufi. Doveva uscire. Peccato che la sua camera si trovasse al secondo piano. Allora, cercando di non svegliare i suoi, scese lentamente le scale. Prese le chiavi di casa sopra il tavolo della cucina e si diresse in salotto.Faceva molto freddo, trovandosi a novembre, e la ragazzina uscì con addosso un pesante cappotto. Alla porta però si fermò.  Sul serio voleva lasciare i suoi genitori, le persone che prima della storia di Therese, aveva amato sopra ogni cosa? Quelle stesse persone che le avevano donato la vita, prima a sua sorella, poi a lei...
Si sentì egoista ad andarsene, in fondo anche loro soffrivano. Non lo davano a vedere, ma la perdita di una figlia si può manifestare in tanti modi. Altre parole della psicologa,  che francamente decise non avrebbe più frequentato. Alicia tornò dentro. Ma si ripromise che, se l'indomani non avesse ricevuto delle vere spiegazioni sarebbe scappata di casa. In quel caso non sarebbe stata lei l'egoista.
   
 
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