Terzo tentativo

Aveva deciso: adesso o mai più.
Avrebbe provato un’ultima volta, e se neanche quella fosse stata quella giusta, beh... si sarebbe arreso.

Chi l’avrebbe mai detto?

Natsu Dragneel che si arrendeva, stentava a credervi anche lui.

“Dove vai, Natsu?”

“Da Lucy, tu avviati pure alla gilda, Happy” sorrise all’amico per poi procedere verso l’appartamento della giovane. Sicuramente aveva passato tutta la mattinata sul manoscritto del suo libro e per questo non si era fatta vedere.

Arrivò all finestra bussando, poi,  contro il vetro di essa vedendo la ragazza con i capelli biondi legati in una crocchia disordinata, la testa china sui fogli e una penna tra le mani. Sembrava non essersi resa conto della sua presenza.

Bussò nuovamente, attirando la sua attenzione.

“Natsu?” sussurrò confusa, aprendogli “Quante volte devo dirti di usare la porta?”

“Devo dirti una cosa” rispose lui, tono sicuro e fermo, lasciando perdere la domanda della giovane, afferrandole dolcemente le spalle.

“Cosa...?”

“Io... ecco...” ed eccolo di nuovo, quel timore a lacerargli le corde vocali annullandogli voce e pensieri.

Perché era così difficile?

Soprattutto per lui, che aveva combattuto contro il potente Zeref.

Magari con i gesti sarebbe stato più semplice?

Senza staccare gli occhi smeraldini da quelli nocciola di lei si avvicinò al suo viso, era così che facevano i personaggi nei romanzi di lei, no?

Posò le sue labbra su quelle di lei, trovandole tremendamente morbide e gonfie a causa del suo vizio di mordicchiarsele sempre mentre scriveva o pensava.

Si allontanò leggendo la sorpresa - e l’imbarazzo - nei suoi occhi.

“Che... che significa?” la voce tremante, forse emozionata. Lui le sorrise, un sorriso di quelli che solo lei riusciva a strappargli.
“Significa che mi piaci, o ti amo, o come dicono spesso nelle bozze dei tuoi romanzi” sussurrò arrossendo grattandosi una guancia.

Lucy gli sorrise di rimando, per poi lasciarsi andare in una risata.

Che avesse fatto una pessima figura?

Poteva ben comprenderlo: era la prima volta che provava qualcosa di simile, la prima volta che baciava una ragazza e la prima volta che esprimeva i suoi sentimenti a voce.

“Anche tu mi piaci tanto, Natsu, sei davvero speciale”
Rimandare tutte quelle volte, alla fine, ne era valsa la pena.

Seraaa!
Premetto che non ho idea del perché il font sia uscito così, ma a quanto pare passare i testi dal cellulare al pc sballa tutto - o magari sono io negata con questo genere di cose.
Prima di concludere del tutto questa breve raccolta volevo ringraziarvi per avermi letto, nonostante i personaggi siano del tutto ooc, ma il pensiero di vedere Natsu provare queste cose era più forte di quanto pensassi quindi perché non provarci?
Grazie davvero per avermi seguito,

Vera.