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Autore: Uptrand    12/09/2018    16 recensioni
In questa storia ho voluto scendere nei dettagli di un evento secondario solo citato in Mass Effect 4 riguardante Steve e Isabella. Ho preferito scriverlo a parte, per poter inserire tutti i dettagli che volevo.
Spero vi piaccia.
Isabella deve festeggiare il suo addio al celibato e l'unica persona invitata è Steve.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Steve stringeva a se Isabella, in un abbraccio colmo di desiderio mentre le sue mani le afferravano il sedere di lei con forza. Tirandola più a sé, come se i loro corpi non fossero già a stretto contatto. 
Sotto i vestiti leggeri, adatti all'estate calda di quella che fu la città di Las Vegas per diventare in seguito un enorme parco a tema per soli maggiorenni, poteva sentire l'effetto che gli procurava quel magnifico corpo femminile contro il suo. 
Il suo odore nelle narici, il calore che emanava, il seno di lei contro il suo petto. Nei pantaloni l'erezione strusciava contro la stoffa dandogli fastidio. 
Aveva un desiderio di lussuria mai provato prima, avrebbe voluto penetrala lì sul posto. In quella sala olografica, dove quello che era un combattimento sportivo aveva finito per risvegliare passioni sopite. 
In qualche modo sapeva che se l'avesse fatto non avrebbe trovato ostacoli. 
Quella che stringeva tra le braccia non era Isabella, ma solo una donna. 
Ma ancora esitava, una parte della sua mente non si era arresa alla scarica di ormoni ed eccitazione che sentiva in corpo. Sapeva che tutto quello che doveva fare era temporeggiare. 
Rimase così, immobile, beandosi di quella sensazione carnale e antica che spingeva un maschio a cercare una femmina. 

Isabella abbracciava Steve, il suo odore la stimolava. Nessuna traccia di profumi o altre cose chimiche, ma solo quello di pelle e sudore. 
Il suo corpo da soldato la eccitava, nessun muscolo ridicolmente sviluppato e ingrossato all'inverosimile. Sotto una corporatura normale, si celava un fisico allenato a combattere e a resistere. 
Le mani di lui gli stringevano così forte il sedere da farle male, ma le piaceva. 
Steve le piaceva, praticamente da quando l'aveva conosciuto. 
Riconosceva in lui delle similitudini di carattere o altri aspetti che non aveva riscontrato in nessun altro maschio. Per un individuo come Isabella, la cui mente era stata oggetto per esperimenti facendole sviluppare istinti e sensi più simili a quelli di un animale che a una persona, voleva dire riconoscere in lui un compagno adatto alla riproduzione. 
Non c'era amore per lui, di questo lei si rendeva conto. Ogni possibile traccia di sentimento era rivolta solo a Dasha Weaver. 
La donna che amava e motivo per cui si trovava lì con Steve. Lei le aveva spiegato l'esistenza di un rito chiamato “Addio al celibato.” 
Non aveva nemmeno capito in cosa consistesse, solo che si andava con gli amici da qualche parte. 
Solo una persona nella galassia si era guadagnata quell'appellativo da parte sua: Steve William Shepard. 
Isabella era l'assassina più spietata che potesse esistere, lui aveva fatto capire fin da subito che la cosa non gli creava problemi fintato che poteva “voltarsi dall'altra parte. “
Steve non giocava a fare l'eroe o a salvare qualcuno, se un problema non lo riguardava direttamente o non gli veniva ordinato non si interessava. 
I bisognosi potevano benissimo andare a bussare a un'altra porta, perché lui non avrebbe aperto. La sua vita quotidiana aveva già troppi impegni per cercarne altri. 
Proprio per questo Isabella non percepiva da Steve nessun rifiuto o falso senso di approvazione, stare vicino a chi toglieva la vita anche solo per divertimento non gli dava disgusto. 
Per questo apprezzava la sua compagnia. 
Tuttavia quella eccitazione sessuale che sentiva da e per lui le piaceva. Gli morse il collo, non sapeva neanche lei il perché. Seguiva solo l'istinto, la sola altra cosa che ascoltasse tranne Dasha. 
Un morso non feroce, ma sensuale e sentì il suo corpo reagire come anche il suo. 
Stretta com'era a lui sentiva l'erezione maschile, mentre lei si percepiva pronta. 
Nelle sue parti più intime era umida, tutto il suo corpo si stava preparando per un determinato atto. 
Tuttavia...sospirò, mancava qualcosa e lo sapeva. 
I loro corpi erano pronti, non pensava nemmeno le sarebbe dispiaciuto l'evento. 
Per la prima volta sarebbe stata violata da un maschio, ma quello che provava era totalmente diverso da quando stava con Dasha. 
Non era eccitazione o qualcosa di altrettanto semplice, quella mancanza avrebbe reso tutto diverso e non in meglio. Di questo era sicura anche se non capiva cosa fosse. 
Appoggio la testa sulla spalla di lui. 

Sospirarono assieme, Steve alzò il viso a guardare un orizzonte invisibile. 
<< Credo che sarebbe la più grande cazzata che possiamo fare, sei una donna bellissima ma fra noi non c'è il minimo sentimento. Non c'è amore. Io mi sono sposato da poco, Ilary non si merita questo e se penso all'amore è lei il mio primo pensiero. Consideriamo questo solo come uno stupido incidente, di quelli tipici degli “Addii al celibato” che non vengono mai  raccontanti a nessuno. >> 

Isabella alzò la testa a guardarlo, stinse gli occhi come a fissarlo meglio. Ormai lui aveva imparato il significato di certi sguardi. Comprese la muta domanda.
<< Amore è … come posso spiegartelo? Il desiderio di stare tutta la vita con quell'unica persona. Esempio: se tu amassi me, non potresti mai più stare con Dasha. >> 
Lei sgranò gli occhi per lo stupore, tese leggermente sorpresa le braccia a distanziarsi da quel corpo che aveva stretto con piacere. 
<< No Dasha? >> chiese lei.
<< No Dasha. >> fu la risposta di lui. Nell'istante dopo era a terra, a corto di fiato perché aveva sputato tutto quello che aveva in corpo. 
“ Ok, brutta idea spiegare l'idea No Dasha mentre le toccavo il culo. “ rifletté tra se mentre il phantom l'osservava dall'alto dopo che lo aveva buttato a terra con una mano. 
Però non era spaventato, aveva imparato a riconoscere le reazione di lei, era stupita e allo stupore aveva reagito a modo suo. 
<< È questo che dico è solo “un classico incidente da addio al celibato.” Nessuno di noi due desidera l'altro. Giusto? >> 
Isabella l'osservo per un istante. Annuì.  
<< Ho dolore ovunque. >> commentò lui rialzandosi, come se niente fosse lei gli porse un volantino. 
<< Cos'è? La prossima tappa? Vuoi andare a bere in un locale? >>
Annuì una risposta affermativa. 
<< La tua resistenza all'alcool fa schifo, seriamente. >> 
<< Allenare. >>
Lui la guardò stupito << Vuoi imparare ad ubriacarti? >>
Ancora una risposta affermativa. 
<< Va bene, sarà anche più riposante. Andiamo. Però, visto che adesso puoi parlare fallo! >> 
Lei gli diede di spalle e si incamminò. 
Ignorato lui le andò dietro. 
Steve sorrideva compiaciuto di se stesso al bancone del presunto bar, tutto era andato come aveva immaginato. 
Isabella, al primo bicchiere, aveva inclinato la testa ubriaca addormentandosi. Lui era rimasto seduto sullo sgabello accanto, sorridente. 
La donna non avrebbe dato problemi per un po' e la serata sarebbe passata tranquilla. Dopotutto erano sei ore che erano in giro a divertirsi, a lui era venuta voglia di terminare la serata. 
Tra se però non riusciva a smettere di pensare a cosa era successo tra loro due, si sentiva in colpa verso la moglie.
Però al momento c'era un pensiero che superava qualsiasi altro nella sua mente “Ho toccato il culo ad Isabella! Ho toccato il culo della modella più famosa della galassia!”
A cui seguiva “ Sono un uomo morto, un cadavere che cammina, è impossibile che la cosa non si scopra. “ e il relativo momento di depressione. 
Alternanza di buono e cattivo umore che andò avanti per tutta la serata. Fino a quando non venne il momento di tornare indietro. Questa volta, fortunatamente, non avrebbe dovuto trasportarla a spalle.
Compose un numero e vennero a prenderli. 
Adagiò Isabella nell'auto della Noveria Corps, la donna sorrideva mentre dormiva. Lui le sedette accanto. 

 
***** 

<< Steve mi ha toccato il culo. >> con questa frase Isabella rispose a Dasha, quando le chiese se si era divertita. 
La bruna rise di gusto, al punto da lasciare interdetta la bionda che inclinò la testa verso destra per farglielo capire. 
<< Scusa, scusa, è solo che trovo divertente la situazione. Prima che ti facessi la mia dichiarazione di matrimonio, io non mi sono di certo fatta mancare il divertimento. Avresti potuto toglierti questa curiosità e provare. Dopotutto, virtualmente sei ancora vergine. Nessuna voglia di provare la sensazione di un cazzo dentro di te? Come si dice, quello che accade ad un “addio al Celibato” è segreto.>> 
L'unica risposta di Isabella fu chinarsi verso di lei, darle un leggero morso sulla base del collo e molto lentamente risalirlo con la lingua. 
Dasha sospirò di piacere. 
A Isabella non importava niente il genere sessuale o il tipo di organo sessuale. Desiderava sempre e solo Dasha, il resto era trascurabile. Quello poteva dirsi amore? Non lo sapeva. 
Ma l'eccitazione che provava adesso era quella giusta. 
Degli eventuali amanti occasionali di Dasha non le importava. Dopotutto gli istinti avevano ragione e andavano soddisfatti. Lei lo sapeva meglio di tutti. Quello alla riproduzione era uno dei più forti.
Se poteva starle accanto era soddisfatta, non aveva però ancora ben capito cosa fosse un matrimonio o come la sua vita sarebbe cambiata. 
<< Ok, adesso basta. >> dichiarò Dasha allontanandola  << Mancano pochi giorni alla cerimonia, non roviniamo niente. >> disse con notevole sforzo. 
Isabella ubbidì di mala voglia, non capiva il perché servissero così tante cerimonie per fare sesso?
Non si poteva farlo e basta? 

 
****** 

Kelly stava finendo di sistemare alcune sue cose nello studio che usava alla fondazione Lawson per i bisognosi, quando sentì qualcuno bussare alla porta. 
<< Avanti! >> disse la rossa che non era più tale. I suoi capelli, causa l'età, stavano cedendo al bianco. 
<< Ciao Kelly. >>
<< Steve, ciao, è raro vederti qua... è successo qualcosa? >> dichiarò la psicologa. Conosceva Steve dalla nascita, in più la sua decennale professione come psicologa le aveva affinato l'intuito per certe cose. 
Lui si mise seduto, esitante. Questo la fece preoccupare molto. 
<< Io... ecco...sarei dovuto andare dritto a casa, ma ho inventato una scusa per venire di nascosto. >>
Lei l'osservava silenziosa.
<< Qualche giorno fa...ho toccato il culo ad Isabella! Mi sento in colpa verso mia moglie, avevo il bisogno di dirlo a qualcuno. >> 
Il cozzato lo prese totalmente alla sprovvista, se non fosse stato già seduto sarebbe caduto << Ma sei cretino? >> sbottò la donna << Ho passato anni a cercare di dare stabilità alla mente di Isabella, a convincerla che non tutto quello che respira è qualcosa da uccidere quando più le piace ...e...tu... me la vai a confondere con...una relazione illecita! Sei sposato! >>
<< Una che...? No, ferma, io le ho solo stretto il culo ma niente di più. >>
Questo parve calmarla << Ok, facciamo entrambi un bel respiro e raccontami tutto. >>
Dieci minuti dopo aveva finito.  
<< Quindi...solo una palpatina al culo? Niente di più. Potevi farti Isabella e hai resistito? Complimenti per la tua fedeltà. >>
<< Però sto male per Ilary. >>
<< Io... proverei a non ingigantire la cosa. Hai toccato un sedere, non credo ci sia bisogno che lo sappia. Non credo che sia qualcosa per cui tu debba farti venire dei sensi di colpa. Siamo essere umani, sbagliare è normale. L'importante è non ripetere l'errore. Ci siamo capiti? >>
Lui annuì.  

Ore a dopo era sul pianeta Bekenstein, entrò tranquillo in casa e Ilary arrivò ad accoglierlo. Alta 175 cm, con bellissimi capelli corvini lunghi e uniti in una fluente treccia che portava in avanti su una spalla, un viso dolce e compassionevole che nascondeva bene un carattere energico, gli occhi erano di un azzurro insolitamente scuro che li faceva sembrare blu, il seno era abbondante. 
“ Non posso farcela.” pensò tra se sospirando.
<< Io...ho toccato il sedere ad Isabella, al suo addio al celibato. >> dichiarò tutto a un fiato. 
Lei sembrò congelarsi un istante << Aspetta, cosa? Perché? >>
<< L'eccitazione del momento, eravamo in un simulatore olografico di quelli che trovi nelle sale giochi. Prima contro gli ologrammi, poi abbiamo cominciato a farlo fra noi. Non so come sia successo, a un certo punto l'ho desiderata, abbracciata. >>
<< E...? >>
<< Le ho toccato il sedere, le ho afferrato il culo a piene mani. >>
<< E...? >>
<< Mi sento malissimo e in colpa verso di te. >> 
<< Lei cosa ha fatto? >>
<< Mi ha abbracciato e dato anche un morso. >> 
<< Dopo? >>
<< Isabella voleva imparare a ubriacarsi, si è addormentata dopo il primo bicchiere, l'ho portata a casa e basta. >> rimase in silenzio ad osservare la moglie, quasi trattenendo il fiato per la paura. 
Ilary l'osservava severa, non sapendo bene che fare. 
Una moglie aveva il diritto di essere allarmata, se una donna come Isabella girava attorno al suo uomo. Nonostante questo non se l'era mai sentita di protestare per quella strana amicizia. 
Si mise seduta, doveva ammettere che la notizia l'aveva colpita abbastanza da farle preferire quella posizione. << Raccontami tutto nei dettagli? >> 
Dieci minuti dopo aveva sentito tutto << Quindi, per un istante vi siete desiderati a vicenda? >>
<< Si. >> a Steve quell'ammissione di colpa pesò tantissimo. Vedeva la sua vita distrutta.
<< Però non è successo niente dopo, Isabella ti ha perfino colpito quando hai provato a spiegargli “L'amore”. >>
<< Come ho detto, c'è una certa attrazione. Non mi discolpa, ma una donna non diviene la più famosa modella della galassia senza un motivo. Non posso dire che fisicamente non mi attrae, lo fa come farebbe qualsiasi bella donna incrociata per caso per strada. Prima di venire qui, ne ho anche parlato di persona con Kelly per avere un consiglio. >> 
<< Ah, ecco il vero motivo di quella deviazione sulla Terra. Cosa ti avrebbe detto? >> 
<< Mi ha tirato un pugno. >> 
<< Donna saggia. >>  e aggiunse << Uomini. >> mormorò Ilary quasi fosse un'accusa. 
Lei guardava sua marito e la situazione le pareva assurda, doveva arrabbiarsi e lo sapeva. Ma come  fare? Lui stava lì, seduto davanti a lei palesemente pentito di ogni cosa. Non stava fingendo, lo conosceva bene. Talmente preoccupato dal suo gesto e onesto da aver preferito confessare tutto subito.
Confessare poi...cosa? Che aveva toccato il sedere di un'altra? Era irritante, lei si sentiva ferita nell'orgoglio. Cos'aveva il suo sedere che non andava? Cercò di rimanere seria, ma ammise tra se che aveva qualche difficoltà. 
Suo marito si era comportato come un adolescente arrapato. Adesso come fare per esprimere quello che sentiva? La strana sensazione di rabbia per l'accaduto e sollievo che non fosse successo niente di peggio.
<< Andiamo in palestra. >> dichiarò lei. 
<< A far cosa? >> la pessima occhiata che ottenne lo fece alzare dalla sedia, evitando altre domande. 
Prima del matrimonio Ilary era stata il miglior pilota dell'Alleanza, ma era anche molto portata per il corpo a corpo. 
Steve fece un volo di schiena e cadde a terra, prima che potesse rialzarsi Ilary si sedette su di lui. 
<< Perché non ci riesco? Non ti eccito? Non ti...piaccio? >> disse l'ultima frase provando un forte magone in gola. Una lacrima le scese lungo una guancia.
Suo marito si era eccitato a combattere contro Isabella, perché non succedeva con lei?  
Lui si alzò col busto, in un istante la baciò, rovesciò le posizioni e la mise sotto mente le sue mani correvano su di lei. Ilary ricambiò, arrendendosi a quella nuova posizione. 
Qualcosa scattò. Quella strana formula alchemica, famosa per la sua estrema variabilità e al contempo sconosciuta, nota come “amore” diede a ogni loro gesto un significato. 
Andarono avanti fino allo sfinimento fisico, non si scambiarono una sola parola e versi di piacere erano gli unici suoni che emettevano. 
Si addormentarono stanchi, nudi, sporchi dei propri umori sul pavimento della palestra quando mancavano tre ore all'alba. 
<< Che brutta notte. >> mormorò Steve, si sentiva uno schifo e quel giorno doveva recarsi al matrimonio. Aveva bisogno impellente di una doccia, con la mente andò a poche ore fa. 
I ricordi avevano quasi la sfumatura di un sogno, quando aveva visto quella lacrima su Ilary le era sembrata così debole e vulnerabile da essere irresistibile. 
Si fermò a riflettere, lui non aveva mai avuto una ragazza. Nel caso di loro due era stata lei a farsi avanti. Nemmeno si era mai innamorato prima, non poteva fare confronti. 
Adesso però aveva ben in mente la sensazione che gli aveva dato stringere Isabella e quella provocatagli da Ilary. C'era un abisso di emozioni tra l'amore e la passione carnale.  
“Penso di essere fortunato dopotutto...ho anche toccato il culo ad Isabella, oltre ad avere la moglie tettona. “ rifletté fra se. 
<< A cosa pensi? >>
La domanda lo fece voltare, Ilary si era svegliata e ancora con il volto poggiato a terra lo fissava. Anche lei non sembrava aver voglia di muoversi. 
<< Che mi dispiace... e se per caso sono perdonato? >> 
<< Stavi sorridendo un po' troppo per essere dispiaciuto. >> osservò lei.
“Merda!” urlò nella sua mente, cercò di rimanere calmo << Pensavo a quello che abbiamo appena fatto. >> 
<< In più scommetto che non ti è dispiaciuto aver toccato il culo di Isabella, ha un bel sedere dopotutto. Il tuo ego deve essere salito di qualche tacca. >> 
<< Io … >> 
<< Sei perdonato, non sei il solo ad avere qualche peccato. >>
<< Cosa? >>
<< Non sei il solo ad aver sbagliato ad un addio al celibato, ma per tradizione gli errori commessi in quel caso non contano. Direi che è quasi una legge.>> 
<< Quale legge? >> 
<< “La legge”. >>
<< Ma... >>
Lei si limitò a sorridere sensuale e dire << Se-gre-to.>>
Lui la strinse a se, dicendo solo << Mia! >> 
Data la vicinanza, la sua bocca al suo orecchio sinistro e disse con tono tentatrice << Se però ricapita scoprirai che anch'io so essere sadica. >> lasciando lui inebetito, mentre liberandosi dall'abbraccio Ilary si alzava dicendo << Andiamo a prepararci. >> 
Mentre si allontanava Steve le gridò << Aspetta...cosa? In che senso sadica? >> ma non ricevette risposta.
“Ilary non può essere sadica, è la dolcezza fatta persona...tettona e sadica?” pensò dubbioso se dovesse sperare o meno di vedere quel lato inedito della moglie.  
Quindi si alzò anche lui.
   
 
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