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Autore: Gatto1967    12/09/2018    3 recensioni
È lei o non è lei? È lei o non è lei? Cerrrrrrto che è lei! Si certo, è lei ma non è esattamente come ce la ricordavamo. È come se… le mancasse qualcosa. Come se fosse passata attraverso altre vicende, ma saranno davvero poi tante altre?
Forse per essere completamente lei avrebbe bisogno di conoscere alcune persone che non ha conosciuto prima, avrebbe bisogno di fare esperienze che le mancano.
O magari non le mancano tanto?
Magari potrebbe anche farne a meno…
Non ci state capendo niente vero? Neanche io.
Allora ricominciamo tutto daccapo...
E se Candy non andasse dai Legan a fare la dama di compagnia?
E se non venisse adottata dalla prestigiosa famiglia Andrew?
E se non andasse nemmeno a studiare a Londra?
Come e quanto cambierebbe la sua vita rispetto alla storia originale?
Signore e Signori, lasciate che vi presenti la protagonista di questa storia “altra” ma non troppo, “simile” ma non troppo.
Questa è la mia bionda eroina, Candice White, un'adolescente ribelle e inquieta, e questa ff vi racconta le sue "nuove" avventure.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella sera un’elegantissima Candy uscì dall’ospedale sotto gli sguardi stupiti e ammirati delle colleghe infermiere e dei medici di turno che incontrava strada facendo.
Quando sentì i commenti del tipo “Wow! Che schianto!” che le allieve infermiere si scambiavano a vederla, se ne risentì, ma non troppo. La sua vanità femminile ne fu indubbiamente compiaciuta.
Fuori dall’ospedale un’automobile la attendeva.
A guidarla era Stear, il ragazzo occhialuto fratello di Archie che aveva conosciuto qualche giorno prima. Con lui c’era una ragazza, occhialuta anche lei, non particolarmente bella, ma dall’aria simpatica.
Le venne di salutarlo confidenzialmente
-Ciao Stear, grazie per essermi venuto a prendere.-
-Ciao Candy! Ti presento la mia fidanzata Patricia O’Brien, ci siamo conosciuti a Londra frequentando lo stesso collegio.-
-Onoratissima signorina O’Brien.-
La ragazza era scesa dalla macchina per stringerle la mano.
-La prego, mi chiami Patty, e il piacere è tutto mio!-
-D’accordo Patty, e tu chiamami Candy.-
Salirono sull’automobile di Stear e lui la mise in moto dopo qualche tentativo. Poi strada facendo la macchina fece qualche sobbalzo senza apparente motivo.
-Siamo alle solite Stear?- disse Patty -non sarà che questa tua carabattola ci farà finire un’altra volta dentro il lago?-
-Co-co-come sarebbe a dire dentro il lago?- disse Candy facendo una smorfia di paura
-Devi sapere Candy, che il mio Stear è un mago della meccanica, o almeno così crede lui, e questa automobile l’ha costruita lui.-
-Che cosa?!?!?-
-Con la sua ultima creazione siamo finiti dentro il lago al primo viaggio…-
-Avanti Patty! Un po’ di fiducia! Stavolta il volante è ben fissato e non si sgancerà come l’altra volta.-
Gli occhi di Candy sembravano roteare come due spirali, mentre gocce di sudore freddo le colavano lungo le guance.
-Coraggio Candy! Siamo arrivati ormai, quello è il cancello della nostra residenza!-
La macchina “fatta in casa” di Stear imboccò il cancello della tenuta degli Andrew.
-Oh oh!- esclamò Stear.
-Che succede stavolta Stear?- chiese Patty imbronciata e spaventata al tempo stesso.
-Stavolta il volante è troppo ben fissato. Si è incastrato!-
-Oh mio Dio!- disse un’atterrita Candy.
-E allora frenaaa!!!- Urlò Patty all’orecchio del fidanzato.
Stear frenò e l’auto si fermò con un ultimo sobbalzo.
-Questa è l’ultima volta che salgo su una delle tue trappole Stear!- disse Patty scendendo dalla macchina.
-Ma Patty…-
-Sia-siamo arrivati?-
-Candy, tutto bene?- quest’ultima era la voce di Anthony.
-Cr-credo di sì…-
Poco dopo i quattro ragazzi sedevano intorno a un tavolo insieme ad Archie e ad Annie, la cara Annie che Candy finse di vedere per la seconda volta in vita sua.
Nonostante la tristezza che Candy provava, per non poter abbracciare Annie come avrebbe voluto, la conversazione fra i sei giovani fu piacevole e divertente.
Candy apprese così che i suoi nuovi amici avevano frequentato la stessa scuola in Inghilterra, la Royal Saint Paul School. I ragazzi definirono l’esperienza simile all’andare in prigione, ma raccontarono anche che in quella scuola erano nati l’amore fra Patty e Stear e fra Annie e Archie.
-Avresti dovuto vederci a quella festa di Maggio Candy!- raccontò Patty ridendo. –Io e Stear che ballavamo insieme eravamo un completo disastro! Più o meno come le macchine che costruisce lui!-Candy ridacchiò, passata la paura dovette ammettere di essersi divertita un mondo.
-Ruzzolammo a terra e facemmo inciampare altre coppie, così ci cacciarono via dalla sala!-
Patty era davvero simpatica, mentre Annie… non aveva ancora detto mezza parola.                                        
-Oh, guarda chi si vede Neal!- la voce gracchiante era quella di Iriza Legan –La biondina imbranata dallo schiaffo facile.-
Candy fremeva, il ricordo dell’umiliazione subita quel giorno le bruciava ancora.
-Gira al largo Iriza!- le intimò Anthony –La signorina White è nostra ospite e non deve essere disturbata.-
Davanti ai modi bruschi di Anthony, Iriza fremette di rabbia. Aveva sempre desiderato quell’idiota ampolloso di Anthony e lui le aveva sempre preferito ragazze di rango inferiore come quella White e quell’altra...
-Non ho ben capito il suo nome signorina.-
Candy decise di affrontare la situazione con quel piglio sicuro che le era congeniale. Si alzò e porse la mano all’altezzosa Legan.
-Io sono Candice White signorina Legan.-
Iriza non strinse la mano che Candy le offriva e anzi cercò di dare un ulteriore affondo.
-La sua famiglia è di Chicago signorina? Non mi sembra di aver mai sentito di una famiglia White nel nostro ambiente.-
Candy fremette per un secondo ma poi il suo orgoglio ebbe la meglio e rispose a quell’odiosa ragazza con una sicurezza e una dignità da invidiare.
-Io non ho famiglia signorina. Sono un’orfana e non ho mai conosciuto i miei genitori. Sono cresciuta in un orfanotrofio nell’Indiana e sono qui a Chicago per studiare da infermiera.-
I presenti rimasero di stucco.
-Un’orfana… non se ne vedono molti di orfani nel nostro ambiente signorina.-
-Iriza adesso basta!- la voce era quello di un furente Anthony. –Stai importunando una nostra ospite! Sei pregata di andartene!-
-D’accordo, d’accordo, me ne vado Anthony! Coccolati pure la tua orfanella!-
-Candy non è l’unica orfana a questo tavolo Iriza!-
Annie si era alzata in piedi!
-Non intendevo certo offenderti Annie. So benissimo che tu sei stata adottata dai tuoi genitori, ma sei comunque la figlia di un loro nobile parente morto tanti anni fa, non sei certo una trovatella!-
-E invece lo sono! Sono cresciuta nello stesso orfanotrofio di Candy! Anche se in questi giorni ho fatto finta di non conoscerla…-
Calde lacrime le inondarono il viso. Mai la timida e introversa Annie aveva osato tanto.
-Va bene.- rispose la fredda e cinica Iriza –Vi lascio alle vostre rimpatriate. Buona serata signori!-
Mentre i due Legan si allontanavano, Candy in lacrime si avvicinò ad Annie, e senza bisogno di altre parole la abbracciò più forte che poteva.
 
-Perché non mi hai detto che sei cresciuta in un orfanotrofio Annie?- chiese poi Archie alla sua fidanzata.
-Mi vergognavo Archie… temevo che tu non mi avresti più voluta… Perdonami Candy…-
L’abbraccio di Archie e le lacrime di commozione dei suoi amici fugarono ogni dubbio di Annie.
 
Le note del Valzer risuonavano nella sala e Anthony chiese a Candy di concedergli l’onore del ballo.
Lo stesso fecero Archie e Stear con le loro fidanzate, e gli altri invitati furono lieti di fare spazio alle tre giovani e simpatiche coppie.
Anche la matriarca degli Andrew, la signora Elroy, sembrava aver preso in simpatia quella bionda che pure non apparteneva al suo “ceto sociale”.
Durante il ballo cavalieri e dame si scambiarono spesso così che Candy poté ballare con tutti e tre i suoi nuovi amici.
In quella magnifica serata aveva fatto una nuova amicizia, la dolce Patty, una ragazza fondamentalmente timida e riservata ma che nascondeva un temperamento peperino.
Ma soprattutto aveva ritrovato la sua cara Annie.
   
 
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