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Autore: evelyn80    12/09/2018    2 recensioni
Molte cose sono cambiate: il Knight Two Thousand non è più un auto. Michelle Boswald, nipote di Bonnie, è la sua nuova pilota. Con lei lavorano altre due ragazze, Mary Cassidy e Helen Seepepper. Insieme si fanno chiamare le K.I.T.T.'s Angels.
La nuova Fondazione, diretta da Michael e Bonnie, le invia in Alaska, nelle isole Aleutine, per sventare un traffico di droga tra la Russia e gli USA. Ma poiché quasi nessuno sa della loro esistenza, dovranno lavorare in incognito per passare inosservate tra le ciurme degli altri pescherecci.
Avranno a che fare con pescatori scorbutici e maschilisti e dovranno faticare un bel po' per portare a termine la loro missione.
Storia cross-over tra Supercar e Deadliest Catch (settima stagione)
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pescatrici in incognito


Le tre ragazze, indignate come non mai per la reazione avuta dal capitano Hansen, lasciarono l’Elbow Room pochi minuti dopo l’uomo, sentendosi addosso gli sguardi di tutti i marinai presenti.
Con un sospiro si presero sotto braccio e si incamminarono verso la loro imbarcazione, che era ormeggiata poco lontano. Mentre camminavano in silenzio, tutte e tre rifletterono su quanto fosse duro, per loro, dover lavorare in incognito, specialmente in mezzo ad un gruppo di gretti pescatori dell’Artico, maschilisti e maleducati.
Dopo pochi passi giunsero in vista del Knight Rider che, non appena le vide arrivare, le salutò accelerando il ritmo dello scanner frontale. Le ragazze salirono a bordo e si diressero subito nella timoniera, dove furono accolte da una calda voce familiare.
“Bentornate ragazze!”.
“Grazie, K.I.T.T….”, esalò Mary, lasciandosi cadere sulla sua poltrona.
“Com’è andato l’incontro? Non mi sembrate molto entusiaste”. Il sintetizzatore vocale del computer, piazzato proprio al centro della consolle della timoniera, si illuminò al ritmo della domanda.
“No, infatti! È andato malissimo!”, esclamò Helen, appoggiandosi con il sedere alla plancia e fissando lo sguardo fuori dal boccaporto.
“Che cosa è successo?”.
“Abbiamo scoperto che il capitano Hansen è il peggior maschilista di tutta la flotta! Ci ha trattato come pezze da piedi! Brutto pezzo di…!”, sputò fuori Michelle, stringendo le mani a pugno. “Ha detto che non accetterà mai di farci da nave appoggio, perché siamo donne!”, continuò la ragazza, mettendosi seduta nella poltrona al centro.
“Anch’io ho avuto la mia personale offesa, se può esservi di conforto. Uno dei pescatori mi ha lanciato contro il mozzicone della sua sigaretta ancora accesa”, commentò K.I.T.T. in tono accomodante.
“E chi è stato, quel brutto figlio di…”, esclamò Helen, accomodandosi a sua volta nella sua poltrona.
“Gli ho scattato alcune fotografie: ve le mostro”.
Lo schermo televisivo alla destra del sintetizzatore vocale si accese, mostrando in rapida successione le immagini di un uomo infagottato in una giacca a vento blu che lanciava la sua sigaretta. Le tre ragazze lo riconobbero immediatamente.
“È lui, il nostro amico capitano Hansen. Brutto bastardo…”, commentò Michelle, agitando i pugni in direzione dello schermo.
“Ti ha fatto male?”, chiese Mary, preoccupata.
“Oh no, Mary. Lo sai che la mia copertura molecolare è in grado di resistere a ben altre sollecitazioni. Ti ringrazio comunque per l’interessamento”, rispose dolcemente il computer.
Helen lanciò un’occhiata all’orologio.
“Accidenti, sono già le sei e mezzo. Dobbiamo prepararci per la cena di stasera. Vado a farmi una doccia!”. E con quelle parole si alzò e scese sotto coperta.
“Scendo anch’io”, aggiunse Mary. “Intanto metto fuori i miei vestiti. Tu cosa fai, Mich?”.
“Vi raggiungo tra un attimo”.
Non appena rimase sola, Michelle appoggiò le braccia sulla consolle e vi poggiò sopra la fronte, tornando con il pensiero indietro di cinque anni, quando era cominciato tutto. Quando sua zia, Bonnie Barstow, l’aveva chiamata per chiedere il suo aiuto. Chiuse gli occhi e si lasciò andare ai ricordi.

Erano molto poche le persone a sapere che K.I.T.T., Michael, Devon e Bonnie non erano solo i protagonisti di un telefilm ma persone reali, e che la F.L.A.G., la Fondazione per la Legge ed il Governo, esisteva veramente. Una di queste era Michelle Boswald, e solo perché Bonnie era sua zia, sorella di sua madre. Michelle aveva studiato informatica all’università, perciò sua zia aveva deciso di chiamare lei per farsi aiutare a rimettere in sesto K.I.T.T.
Tutto aveva avuto inizio cinque anni prima. Quando, nel 1987, K.I.T.T. era stato smantellato, Michael e Bonnie – che nel frattempo si erano sposati – erano riusciti a portare in salvo la CPU del computer, nascondendola al nuovo consiglio di amministrazione della Fondazione che voleva riciclarne i pezzi per produrre altri macchinari. I due si erano stabiliti a Los Angeles, dove Michael aveva cominciato a lavorare come guardiaspiaggia e Bonnie si era dedicata alla ricerca scientifica nel campo della cibernetica. In attesa dell’avvento di tecnologie più avanzate, la CPU di K.I.T.T. era rimasta chiusa in una cassaforte nel laboratorio di Bonnie. Fino al 2006, quando i due avevano deciso di creare, con il primario pool di scienziati della vecchia Fondazione, una nuova carrozzeria per K.I.T.T. Non avevano scelto però un’automobile, poiché entrambi credevano che nessuna sarebbe stata all’altezza di ospitare il nuovo Knight Two Thousand. Avevano deciso quindi di costruire un motoscafo avveniristico, con cui Michael avrebbe potuto lottare contro i crimini che avvenivano in mare.
Bonnie aveva chiamato sua nipote per avere aiuto e consulenza ma, una volta terminata la costruzione del motoscafo, Michael si era reso conto di non avere più il fisico adatto per le missioni sul campo. Così, Michelle era diventata a tutti gli effetti la nuova pilota di K.I.T.T.
Poiché però le richieste di intervento erano molte, la ragazza aveva pensato di assumere altro personale da impiegare nelle missioni. Bonnie e Michael avevano acconsentito, così Michelle aveva chiamato al suo fianco Mary ed Helen, due ragazze che aveva conosciuto al corso di arti marziali che frequentava ormai da diverso tempo, e che le erano utili per la sua difesa personale durante le missioni sul campo. Aveva scelto proprio quelle due ragazze per motivi ben precisi: oltre ad essere le uniche con cui aveva legato maggiormente, entrambe avevano un curriculum di tutto rispetto.
Mary era pilota di Formula Indy: era abilissima alla guida ed era in grado di effettuare inseguimenti mozzafiato con la sua Ferrari ogniqualvolta le missioni si spostavano sulla terraferma. Helen, invece, oltre ad essere la più brava delle tre nel Kung Fu, era anche un meccanico provetto, in grado di riparare qualsiasi cosa.
Le due ragazze avevano accettato entusiaste la proposta di entrare a far parte della nuova F.L.A.G. e ben presto le tre avevano cominciato a chiamarsi, spiritosamente, le “K.I.T.T.’s Angels”, gli angeli di K.I.T.T.
Due settimane prima il gruppo Trident, una nota industria dedita al commercio dei granchi, aveva chiamato la Fondazione per chiedere il loro aiuto: avevano il sospetto che su uno dei pescherecci della loro flotta si facesse contrabbando di droga. Per non destare sospetti, i dirigenti della compagnia avevano chiesto assoluto riserbo, per cui le tre ragazze avrebbero dovuto spacciarsi per pescatrici di granchi, e K.I.T.T. era stato opportunamente modificato per fargli assumere l’aspetto di un peschereccio. Ricordava molto bene il tono di voce del computer nell’apprendere quella notizia.
“È già abbastanza seccante non essere più un’automobile e dover stare a contatto con quest’odiosa salsedine che io non ho mai potuto soffrire; figuriamoci dover diventare un puzzolente peschereccio! È proprio necessario tutto questo, Bonnie?”, aveva chiesto, mentre i tecnici installavano uno scivolo per le nasse lungo la sua murata di dritta.
“Sì, K.I.T.T., purtroppo è necessario. Lo sai anche tu che, dalla Trident, hanno chiesto il massimo riserbo sull’indagine”, gli aveva risposto la donna mentre programmava le sue nuove funzioni, ovvero il controllo automatico sullo scivolo, sulla gru e sull’impianto idraulico.
“Pensa a noi, K.I.T.T., che dovremo maneggiare dei pesci morti e degli schifosi granchi per tutto il santo giorno!”, aveva aggiunto Helen con una smorfia, pulendosi una macchia di morchia dalla guancia con una mano mentre con l’altra avvitava i bulloni che sostenevano il basamento della gru.
Ed era per questo motivo che la Trident aveva chiesto al capitano Sig Hansen, quello con maggior esperienza, di fare, con il suo peschereccio, da nave appoggio: per rendere più credibile il travestimento delle tre ragazze.
Ma quelli della compagnia non avevano fatto i conti con il caratteraccio del capitano, che si era categoricamente rifiutato di prestare la sua consulenza. Avrebbero dovuto parlarne con il direttore della Trident, quella sera, e trovare una soluzione…

La voce di Helen che la chiamava fece tornare Michelle alla realtà.
“Ehi, Mich, noi siamo pronte! Tu che fai, non vieni?”.
Con un sospiro la ragazza si alzò dalla sua poltrona e scese sotto coperta, per andare a prepararsi per la cena di beneaugurio.
 

Spazio autrice:
Capitolo un po’ corto, ma necessario per spiegare come si è evoluta la Fondazione negli anni.
Inoltre, come avrete potuto capire leggendo, mi sono fatta influenzare anche da altre due serie TV: Baywatch (e non ce lo volevi mettere Michael bagnino?) e le Charlie’s Angels. Per le mie tre OC, infatti, mi sono ispirata non soltanto a me e a mie due care amiche che avevo al tempo (tra di noi ci chiamavamo Charlie’s Angels, appunto), ma anche alle protagoniste del film, Cameron Diaz & C.

Vorrei lasciarvi inoltre con i link alle foto di come ho immaginato le mie OC:
Helen:
https://i.pinimg.com/originals/20/aa/79/20aa797ce6ace682e26e36c1dec1da49.jpg

Mary:
http://www.capellistyle.it/wp-content/uploads/2016/05/54585178d1cb8fa2105c5f50df4316b5.jpg
Michelle:
https://thumbs.dreamstime.com/z/ritratto-della-ragazza-con-la-treccia-25973973.jpg




 
  
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