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Autore: Reginafenice    12/09/2018    2 recensioni
Il termine che dà il nome a questa storia indica ciò che serve come sostegno per una nuova impresa, una sorta di conforto o spinta morale utile a non lasciarsi scoraggiare dalle impervietà di un cammino appena intrapreso. Si tratta infatti di una fanfiction che vede come protagonisti i personaggi di Poldark, con i loro complessi viaggi interiori verso la scoperta della vera felicità, ma inseriti in un contesto moderno. Lo sfondo delle vicende rimane tuttavia la splendida Cornovaglia, dove vecchi e nuovi amori si ritroveranno e si scopriranno indispensabili per capirsi meglio, anche a costo di grandi sacrifici e scelte dolorose.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demelza Carne, Ross Poldark
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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L’agenzia gli aveva assicurato che la macchina messa a sua disposizione godeva del rifornimento di benzina necessario per attraversare senza problemi l’intero tratto di autostrada che gli interessava per arrivare sino a Trenwith. Tuttavia, una volta acceso il motore, Ross si rese conto che la spia del carburante lampeggiava di una luce rossa piuttosto eloquente. Ormai sarebbe stato inutile lamentarsi e chiedere indietro i suoi soldi, visto che quel pezzo d’antiquariato era l’unico disponibile al momento e non ci sarebbe stato nient’altro di meglio da scegliere se non prima di mezzogiorno.

Per fortuna, qualche ora prima del decollo, Ross aveva prelevato del denaro dal bancomat dell’aeroporto per disporre di una certa liquidità in caso ne avesse avuto bisogno per rimediare ad emergenze come quella, perciò non poté far altro che sperare che la macchina lo conducesse almeno fino alla stazione di servizio più vicina.

Dopo circa tre chilometri, si materializzò alla sua vista proprio quello che cercava, quasi fosse un miraggio. Rallentò per svoltare a sinistra e immettersi nella lunghissima coda di macchine che lo precedevano, cercando nella sua borsa da viaggio un paio di occhiali da sole per proteggersi da quella mattinata particolarmente luminosa.

A giudicare dal tempo, il suo ritorno in Cornovaglia sembrava già segnato da un inizio se non altro caloroso. Così, preso dal buon umore, aumentò il volume della radio e aspettò pazientemente il suo turno, lanciando di tanto in tanto uno sguardo al paesaggio che lo circondava, mentre una bellissima sensazione di sollievo si faceva spazio nel suo cuore nostalgico.

“Ragazza, è da due ore che aspetti qui! Si può sapere cosa ne vuoi fare di quel randagio?”

Il proprietario del punto di rifornimento sbraitò contro una macchina accostata vicino al bar, richiamando l’attenzione di molti degli autisti in coda, tra cui Ross. La ragazza sostenne senza paura lo sguardo minaccioso dell’uomo, continuando ad accarezzare il pelo di quel cane che non voleva saperne di andare via da lì, chiaramente traumatizzato anche a causa della ferita che aveva su una zampa.

Di fronte alla testardaggine della chioma rossa che faceva capolino da dietro la macchina, il benzinaio reagì afferrando un vecchio tubo d' acciaio con l’intenzione di costringere il cane ad allontanarsi dalla sua proprietà. Con la lingua che gli sporgeva da un angolo della bocca, lasciò che un suo dipendente lo sostituisse e si incamminò con determinazione verso il malcapitato.

Ross aveva osservato con attenzione tutte le fasi di quella scena assurda che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi, facendo il tifo per la ragazza, di cui riusciva a scorgere soltanto i bellissimi capelli rossi, e il meticcio che lei tentava di difendere disperatamente dalla violenza dell’uomo. Ma, quando intuì che la situazione avrebbe potuto degenerare, non esitò nemmeno un secondo a precipitarsi fuori dall’automobile per disarcionare quel bruto che si stava per lanciare contro il cane.

Un urlo si levò nel momento in cui l’arma mirò il suo obiettivo. La ragazza si schierò in difesa del cane, pronta a ricevere il colpo lei stessa piuttosto che vedere soffrire ulteriormente l’animale che aveva appena salvato da un incidente potenzialmente mortale.

Il sacrificio le fu risparmiato. Ross gettò via con un colpo solo quell’arma improvvisata e insieme ad essa l’uomo che la impugnava.

“Cosa diavolo hai fatto, eh? L’avevo quasi preso quel figlio di…”

La ragazza rimase quasi pietrificata, con gli occhi ancora protetti dalle mani che le nascondevano il viso, spiando con cautela tra le dita ciò che succedeva a qualche metro di distanza da dove si trovava. Dopo aver constatato che il pericolo era scampato, aprì rapidamente lo sportello della macchina e sistemò sul sedile posteriore la povera creatura spaventata.

“Non avere paura, adesso andiamo via da qui. Te lo prometto.”

Ross prese la rincorsa per poterla raggiungere prima che lei entrasse in auto e partisse a tutta velocità, “Aspetti! Posso fare qualcosa per lei?”

“Oh, no. Ha fatto già tanto, non credo sia il caso di privarla ulteriormente del suo tempo.” La ragazza si voltò verso di lui, rivelando uno splendido paio di occhi azzurri. Era molto magra, ma non troppo esile ed emanava un carisma raro, attraverso delle espressioni e degli atteggiamenti in cui Ross riusciva curiosamente a ritrovare una parte di se stesso.

Si guardarono intensamente, poi la ragazza distolse lo sguardo in preda all’imbarazzo.

“Mi scusi se l’ho messa a disagio. E’ solo che…niente, scusi di nuovo. La stanchezza inizia a farsi sentire.” Ross si sporse per guardare meglio la ferita sulla zampa del cane, togliendosi gli occhiali da sole per ispezionarla meglio. Era stata fasciata con una sciarpa dal tessuto leggero, da cui traspariva il colore del sangue ormai secco.

“Vedo che se la cava bene con le fasciature. Mi dica, come ha…?”

“Per prima cosa gli ho messo su una museruola, precisamente quella offertami da un signore che ha deciso gentilmente di aiutarmi togliendola al suo bulldog. Poi ho disinfettato la zona interessata con della semplice soluzione salina, sa la porto con me per via delle lenti… Dopo aver irrorato anche un ago da cucito che mi ritrovavo nella borsa, ho preso del filo interdentale e ho cucito i lembi di pelle. Infine ho protetto la ferita con la mia sciarpa, e questo è tutto.” Concluse con un sorriso soddisfatto sulle labbra.

“Bene, ora si spiega tutto. Lei è un medico, suppongo.”

“Un medico specializzando. E pensare che oggi avrei dovuto iniziare il mio tirocinio! Ma non importa, almeno qui sono stata d’aiuto.”

Ross la incoraggiò, “Si consoli  pensando alle conseguenze che questo inconveniente avrà su di me. Ovviamente dovrò cercare un altro punto di rifornimento, solo che non credo che la macchina camminerà ancora per molto.”

“Potrei darle io un passaggio, se vuole. Dove deve andare?”

“Lei conosce Trenwith? Non è troppo lontano da qui.”

“Oh, certamente. Io abitavo a Illuggan, conosco benissimo quella zona.” Si interruppe, sforzandosi di ricordare un dettaglio che in quel momento sembrava volersi dileguare inconsciamente dalla sua memoria… In realtà, sentiva che quello non era il momento di rivangare il passato e che tutto sommato sarebbe stato meglio lasciarsi alle spalle anche quei pochi ricordi felici che si ostinava a tenere conservarti per poter ritornare ogni tanto su quelle scogliere solitarie dove da piccola si rifugiava per sfuggire alle botte di suo padre. A volte ci tornava col pensiero per ripararsi da un altro tipo di colpo, quello infertole dalla solitudine e dalla paura del futuro. Solamente quando il dolore subito, a causa del peso della povertà e del vizio, aveva la meglio sul suo umore, la lontananza da casa le appariva come una benedizione e il sentimento di tristezza decisamente più sopportabile del bruciore alle piaghe che le marcavano la schiena.

Anche la cicatrice disegnata su un lato del viso di quello sconosciuto raccontava una storia, probabilmente difficile come la sua, che la intrigava e intimoriva al tempo stesso. Non conosceva nemmeno il suo nome, ma era sicura di averlo già visto da qualche parte.

“Io mi chiamo Demelza Carne, mi scusi se non mi sono presentata prima. Allora, pronto per partire?”

Dopo aver spostato la macchina in un’area di sosta e trasferito i suoi bagagli in quella di Demelza, Ross prese posto sul sedile accanto al suo. Dentro di lui sentiva che era esattamente di questa svolta che aveva bisogno per iniziare ad avvertire davvero il calore di casa e, chissà, magari Demelza lo avrebbe condotto persino più lontano di quanto riusciva ad immaginare.

   
 
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