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Autore: Ivy001    12/09/2018    1 recensioni
Anna ed Elsa sono due sorelle che vivranno degli amori difficili. Fortuna che il loro affetto le aiuterà a venire fuori da momenti bui.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Victoria è combattuta. Se raccontasse dell'esistenza del clan alla polizia sua madre sarebbe spacciata; se non lo avesse fatto il senso di colpa l'avrebbe divorata giorno dopo giorno.

“Cosa desideri davvero per te, tesoro?” - le domanda Mary, cercando di capire le reali intenzioni della donna.

“Sono davvero in bilico. Sento di essere ad un bivio e che ad entrambe le possibilità troverò di fronte dei contro”

“Ascoltami bene. È difficile decidere qualcosa che vede coinvolte le persone che amiamo. Io ci sono passata anni fa”

“Io non so neppure se la amo mia madre” - commenta Vicky.

“Certo che la ami. Altrimenti non saresti così dubbiosa. È pur sempre la persona che ti ha messa al mondo. Devi capire se ti spaventa l'idea di mettere nei guai Queen oppure l'idea di perderla per sempre mandandola in galera” - la fa riflettere l'anziana.

“Si può dire che sono cresciuta da sola. Lei mi ha plasmata negli anni della mia infanzia, lì dove invece sarei dovuta diventare come zia Sara” - sottolinea la Westergard.

Sentire nominare la mamma di Hans accende un sorriso dolce in Mary.

“Era un angelo la signora Sara. Mi trattava come una di famiglia” - si commuove la domestica al ricordo di chi, tra quelle mura, le mostrò affetto.

Seguono secondi di silenzio, durante i quali Victoria pensa e ripensa al da farsi.

Poi torna al discorso iniziale, avendo sentito Mary dire “Ci sono passata anche io anni fa”. Allora le chiede - “Cosa volevi dire poco fa? Ti sei trovata ad un bivio anche tu?”

La vecchia collaboratrice della villa annuisce. Si alza dal letto sul quale è appoggiata e tira fuori da un cassetto delle vecchie foto.

“Era la tua famiglia questa?” - le domanda la padrona della villa.

“Si, i due in primo piano sono mio padre e mia madre. Questa invece sono io. Qui avrò avuto quindici anni” - le indica la fotografia in bianco e nero.

“Questo bel giovanotto chi è?”- chiede, notando un ragazzo in giacca e cravatta in primo piano che le teneva la mano.

“Il bivio di cui accennavo” - risponde la lavoratrice.

La Westergard la guarda confusa e riceve subito la spiegazione - “Ai miei tempi, l'amore vero esisteva solo nei film. Erano in poche le fortunate a sposare chi amavano davvero. Io ero follemente innamorata di un soldato inglese che mi rapì il cuore, però mio padre non aveva previsto ciò per il mio futuro. Dovevo sposare il figlio di un suo collega marinaio”

“Cosa? Ma è assurdo! Se ti amava in quanto sangue del suo sangue doveva darti libertà di scelta” - esclama scioccata Vicky.

“Io mi trovai nei guai quando scoprii di essere incinta del mio amante e promessa sposa ad uno sconosciuto” - racconta ancora la domestica.

“Santo cielo! E cosa è accaduto dopo?”

“Tentai di nascondere la gravidanza i primi mesi, ma mia madre riconobbe i sintomi, avendo partorito per la terza volta quattro anni prima. Fu uno scandalo per loro. Papà mi minacciò. O la famiglia o il bebè”

“E tu? Non avrai mica dato via il bambino?” - la donna è senza parole.

“Non potevo tradire chi mi aveva messo al mondo. Ero la prima figlia, la femmina di casa, con un futuro già stabilito che non prevedeva casini” - Mary inizia a singhiozzare e Victoria istintivamente la abbraccia offrendole una spalla sulla quale piangere.

“Lasciai la mia bambina in un orfanotrofio. Lì ho partorito qualche giorno prima di compiere diciassette anni. La chiamai Elisabeth. Ero innamorata del libro Orgoglio e pregiudizio e, infatti,era uno mio sogno dare quel nome alla mia futura figlia”

“Un libro importante” - commenta Victoria.

“Già, me lo regalò il mio soldato prima di partire per la guerra” - aggiunge l'anziana, asciugandosi il viso bagnato con il bordo del suo grembiule bianco.

“Questo è stato il bivio più tragico e duro della mia vita. Sposai un compagno che non amavo. Lui morì prematuramente lasciandomi vedova a diciannove anni. Tornai all'orfanotrofio e di Elisabeth Regen non c'era più traccia. Persi così tutto. Fui assunta qui qualche tempo dopo... il resto è storia!” - conclude la domestica.

“Mi dispiace tantissimo. Non devi arrenderti. Puoi sempre trovare tua figlia”

“Non so dove è e se ha un altro nome adesso. Sta di fatto che preferisco continuare a vivere nella speranza che lei sia serena con chi l'ha cresciuta nell'amore.”

“Sei una donna fantastica. Speciale. E adesso capisco perché vuoi che io segua il mio cuore nella scelta. Tu non l'hai potuto fare. Soltanto che la mia situazione non è minimamente paragonabile alla tua. Tu hai dovuto dare via una bambina...”

“Il dolore è dolore e non è quantificabile. Non si può sostenere che tu abbia nutrito più o meno dolore di me. La sofferenza la stai vivendo anche tu; anche a te tocca decidere se lasciare che sia un genitore a scrivere la tua vita o se sia tu a prenderne in mano le redini” - aggiunge Mary.

Tali parole e così tanto interesse nei suoi confronti, dopo anni di totale menefreghismo da parte del genitore, bastano a dare la spinta necessaria alla Westergard e a farle trovare la soluzione migliore.

“Ho deciso!” - comunica determinata.

“Davvero?”

“Si, basta indecisioni. Voglio essere la donna che dovevo essere dal principio. Se per farlo devo sbarazzarmi di un passato opprimente e doloroso, sono pronta a farlo”

“Stai dicendo che...?”

“Alle otto in punto fatti trovare pronta all'ingresso. Diremo a Hans che abbiamo dei servizi da sbrigare e che è necessaria la tua presenza, quindi ti libero dalle faccende quotidiane!”

“Oh mio Dio!Che intenzioni hai? Dove è che vuoi andare?”
“So come mettere la parola fine agli intrighi di Queen Westergard”

Dà un ultimo abbraccio alla domestica e lascia la camera.

Adesso Victoria sente di essere una persona migliore, una persona degna di essere amata.

Poco dopo Mary si reca da Anna e le racconta quanto appena saputo.

“Non ci posso credere! E' finita finalmente” - singhiozza la Froze. Può considerare conclusa la sua esperienza infernale a villa Westergard.

Victoria, però, mentre si veste, stravolgendo il look sexy che l'ha sempre contraddistinta, pensa al passato dell'anziana collaboratrice. Vuole darle una mano a ritrovare la figlia abbandonata. Per farlo smuoverà mari e monti e non si arrenderà. Ognuno, in fondo, merita un happy ending.

Alle otto in punto scende le scale e trova ad attenderla Mary assieme ad Anna.

“Cosa ci fai tu qui?” - chiede notando la terza incomoda.

“Io sono coinvolta in questa faccenda e lo sai bene!” - commenta la Froze.

“Non le avrai mica detto...?” - esclama sconvolta la donna alla domestica.

“Lei è vittima quanto te. Ti racconteremo tutto via facendo. Ora bisogna andare” - la domestica la prende per mano e si dirigono verso un taxi, chiamato appositamente da Mary.

Seppure infastidita all'inizio, Vicky ascolta le parole della diciannovenne capendo che Queen aveva, in qualche modo, devastato anche la vita della giovane. Mutando Hans lo ha costretto a recarle male e sofferenza.

Ad oggi si sente anche in colpa per la brutta storia di Kristoff e del tranello giocatogli mesi prima.

“Io sono dalla tua parte. Siamo una squadra. Da oggi in poi basta litigi” - sorride la ragazza, mostrandosi per la prima volta con la Westergard come amica.

“Hai ragione. Basta con i segreti e le cattiverie. C'è qualcosa sul tuo ex che devi sapere. Io sono dispiaciuta perché la colpa è solo mia se...” - le confessa, amareggiata.

Però Anna sa tutto e la zittisce - “Tranquilla, le cose si stanno risolvendo. Ti ho già perdonata. Mi è costato tanto farlo, però tu in questo momento stai per aiutare me e mia figlia. Questo mi basta!” - aggiunge la Froze.

A quel punto Vicky accenna un timido sorriso e mettendo da parte l'orgoglio creatosi dopo mesi e settimane di disprezzo reciproco, le sussurra - “Grazie di cuore” - poi scende dal mezzo e si dirige verso la questura.

Sale le scale dell'enorme palazzo, seguita dalle due donne ormai sue amiche e trovandosi all'ingresso nota un poliziotto andarle incontro.

“Ha bisogno di qualcosa signora?”- le domanda l'uomo.

“Devo denunciare un clan di criminali. So anche dove potete trovarli ed arrestarli tutti”

“Mi segua” - risponde la persona in divisa.

Pochi metri più avanti c'è un ufficio vuoto.

Ed una volta preso posto...

“Come facciamo a crederle senza prove?” - chiede lui.
“Le ho. Mi hanno coinvolta per mesi e nascondo alcuni documenti di loro proprietà. Eccoli” - estrae numerosi fogli dalla borsa e li porge all'agente che li studia per dei minuti, in silenzio.

Quel silenzio agita le tre che si tengono per mano.

Anna nonostante il dolore che ha passato e la violenza che ha subìto, anche a causa della Westergard, ha capito quanto l'orgoglio a volte vada messo da parte.

E se perdonarla può regalarle la libertà dalla vita accanto a Hans è disposta a quel gesto caritatevole.

“Andrà tutto bene” - continua a ripetere Mary alle altre due.

Il poliziotto alza lo sguardo sulla donna davanti ai suoi occhi e afferma - “Bene. Le confesso che eravamo alla ricerca di questi malviventi da tempo. Adesso, con la sua confessione, Arendelle tornerà a dormire sogni tranquilli. È stata coraggiosa signora, complimenti” - le sorride l'uomo porgendole una mano.

Anche Mary e Anna sono felici per la grinta mostrata dalla ex darklady.

Ed una volta salite sul taxi, Victoria può tirare un sospiro di sollievo.

“Non mi sono mai sentita così fiera di me”- aggiunge - “Lo devo a voi. Chi avrebbe mai immaginato che noi ci saremmo alleate contro mia madre e saremmo diventate amiche” - sottolinea, ancora incredula.

“Mai dire mai, nella vita! Sei una donna in gamba Victoria e agendo così lo hai dimostrato al mondo intero” - si complimenta Anna.

Chissà se Queen la penserà allo stesso modo quando verrà a sapere che è stata sua figlia a sbatterla in galera?!

   
 
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