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Autore: SasuSweeTeme    13/09/2018    0 recensioni
[Fem!SasukexNaruto]
Virago è un termine generalmente utilizzato per indicare una donna che, nell'aspetto fisico e soprattutto nel pensare e nell'agire, ha tratti significativi del sesso maschile, pur conservando una forte sensualità tipicamente femminile.
La parola aveva connotazione positiva in contesto mitologico, in cui venivano descritte delle donne eroiche.
Dalla storia:
in un primo momento pensò che per quanto poco gli interessasse la religione lo stava tentando abbastanza con quel miracolo, reso reale dall'inebriante odore dell'ammorbidente dell'altra a pochi centimetri dalla faccia.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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« "Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov'è l'agnello per l'olocausto?" Abramo rispose»
La classe vide chiaramente i polmoni di Iruka-sensei riempirsi d'aria, prendendone in abbondanza per tornare ad interpretare il ruolo di Adramo e quindi a fare una voce matura che non fosse sottile ed acuta come quella di Isacco. La passione che ci metteva nell'insegnare e, in particolar modo, ad illustrare loro tutte le possibili religioni per farli essere consapevoli del mondo che avevano intorno finiva sempre a coinvolgere tutti, anche i più disinteressati e i più chiassosi.
Kiba e Choji cadevano in un silenzio insolito, Shikamaru sporgeva il mento per sentire meglio e Ino, che di solito prestava attenzione solo ed esclusivamente ai suoi lunghi capelli biondi a stento batteva ciglio pur di non perdersi una parola.
« "Dio stesso provvederà l'agnello per l'olocausto, figlio mio!" Proseguirono tutt'e due insieme e così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato.  Qui Abramo costruì l'altare, collocò la legna, legò il figlio Isacco e lo depose sull'altare, sopra la legna. 
Poi stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio" »
Un coro di sobbalzi si scatenarono in reazione alle parole dell'insegnante, facendo cadere l'aula in un'attesa elettrica che venne rotta solo quando, titubante, Rocklee si fece portavoce del dubbio di tutti.
« Non lo ucciderà mica, vero? » 
Il professore tacque e il ragazzo non demorse, acceso da una rabbia che solo chi se lo era trovato contro nella corsa campestre aveva potuto vedere.
« Ma non sarebbe giusto!! È una persona ed è suo figlio, sangue del suo sangue!! »
Iruka si mosse in avanti, trovando scomodo l'appiglio momentaneo che il bordo della cattedra gli aveva offerto e fece per parlare ma una voce femminile non gliene diede il tempo, tagliò in due lui e tutti i presenti.
« A volte non conta, un sacrificio è un sacrificio e basta. I legami di parentela non interessano a nessuno. » 
Dall'alto della sua docenza, ma in particolar modo dall'alto dei suoi trent'anni, Iruka Umino sentì qualcosa nel suo petto contrarsi dal dolore nel guardare negli occhi la fonte -una fonte così giovane e che evidentemente non era così limpida se era riuscita a tenersi dentro tutto il rancore che trasudava la sua voce- di quelle parole alzarsi ed uscire dall'aula, tuttavia la fitta finì nel vedere una testa bionda seguire la più piccola degli Uchiha.
A quel punto sospirò e riprese il discorso lasciato incompleto con un sorriso sulle labbra.
« Non volevo anticiparvi niente, ma dato che siete così preoccupati ve lo dico già da adesso: no, Abramo non uccide Isacco.
Un angelo gli salva la vita appena in tempo. »



Quando aveva vietato alla loro secondogenita di tagliare i capelli lunghi perché sono i maschietti a portarli così , dall'alto dei suoi sei anni Sasuko aveva accettato la cosa pensando che, in un certo senso, fosse sensato. Si era limitata a scrollare le spalle, a deporre le forbici argentate sul mobiletto del bagno e ad accantonare l'idea di andare del barbiere dove solito portava il figlio, tornando sul tappeto del salone dove la attendevano l'album da colorare e i pastelli.
Era stato semplice.
Quando ad otto, con il candore che solo una bambina di quell'età può avere, aveva provato a chiedergli di poter prendere lezioni di karate -come Itachi si era affrettata a precisare, alludendo alla brillante carriera di suo fratello in quello sport- si era congelato sul posto, immobile come una statua di sale per secondi che parvero interminabili e che si interruppero con un secco no privo di spiegazioni aggiuntive, senza la necessità di spiegarle perché le arti marziali andavano bene per un maschio e non per lei, una femmina.
Lei aveva socchiuso la bocca per una replica, poi l'aveva richiusa e si era limitata a guardarlo prima di tornare tra le braccia del fratello in cerca di conforto. 
Era stato facile.
Quando a diciassette, ancora con la divisa scolastica addosso e i capelli raccolti con le forcine, sua figlia aveva messo in discussione le sue scelte come genitore e gli aveva strappato di mano la patria podestà andandosene di casa tutto diventò decisamente più complicato.
E quando poi finì addirittura per sognarsela piccola, delicata ed esile nel suo vestito da sposa a percorrere la navata per raggiungere all'altare quello che riconobbe essere uno yakuza e si svegliò di soprassalto, inquietato dalla vista della propria figlia che accettava la fede prima di guardarlo con aria di sfida e sorridere soddisfatta capì che la situazione aveva preso una piega assurda.
Una piega che diventava addirittura straziante quando gli occhi di sua moglie si posavano su di lui -così simili a quello della ragazza ed enigmatici nonostante i trent'anni passati insieme-e lo guardavano con un'occhiata che non sapeva se definire ferita o risentita, uno sguardo che non le aveva mai visto sul volto e che bastava definire letale per compensare l'indecisione tra i due aggettivi precedenti.
Tanto da far scappare Fugaku Uchiha dalla sua stessa casa.
Perché Mikoto lo aveva sposato senza battere ciglio per volere dei suoi genitori e aveva dato lui due figli rinunciando al suo desiderio di studiare arte e diventare pittrice, ma per quanto rispettasse le scelte e l'autorità vigente di suo marito non poteva negare che la lontananza forzata di Sasuko e l'espressione che le aveva letto sul viso appena questa aveva saputo dell'agenzia matrimoniale l'avevano risvegliata dallo stato passivo in cui la madre e il padre l'avevano costretta in tempi remoti.
Non voleva questo per sua figlia, lei non sarebbe stata l'ennesimo sacrificio.
Seguendo ogni movimento del coniuge con il viso che esprimeva la più totale ostilità lo osservava uscire di casa, sicura di saperlo diretto in ufficio, dove una mole spropositata di lavoro lo avrebbe distratto dal suo orgoglio a doppio taglio e dalla consapevolezza bruciante di essere nel torto.
Poi tornava a bere la sua tisana notturna e andava a letto conscia che il marito si sarebbe dovuto capacitare da solo del suo comportamento e di come porvi rimedio.



Ci ho messo due secoli per aggiornare la storia, ma la verità la sappiamo io e la sapete pure voi: sono una persona inconcludente con le fan fiction e non ho la più pallida idea di come si porti avanti una long dandosi tempi prestabiliti, specie quando poi il fulcro di tutta la questione sono gli Uchiha che hanno tutto tranne che un carattere semplice, gestibile e facile da decifrare.
Scrivo ogni singola parola di questa storia sul filo del rasoio che separa OOC e Tsundere
™ da una scrittura decente per un membro di quella famiglia.
Ma ci provo lo stesso, perché che ho da perdere?


Prossimamente su questi schermi: forse qualcosa di felice, ma non ci sperate troppo.
 
  
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