Anime & Manga > Food Wars!
Segui la storia  |       
Autore: Nao Yoshikawa    13/09/2018    2 recensioni
Esistono tanti tipi di famiglia.
E ognuno cerca la propria a modo suo.
Takumi e Soma, Kuga e Tsukasa, Megumi e Shinomiya, Ryou e Akira, sono coppie tra loro diverse, ma accomunati da un desiderio comune: quello di costruirsi una famiglia.
Ma tra problemi, malintesi e situazioni avverse, le cose non saranno per niente facili.
TRATTO DAL SECONDO CAPITOLO:
Tsukasa si portò una mano sul viso. Per quale assurdo motivo in natura aveva permesso a Kuga di prendere la situazione in mano?
“Kuga… abbassa la voce”.
Terunori però gli fece segno di tacere.
“Se ho detto che le pago vuol dire che le pagherò. Cosa pensate che siamo noi, dei barbari? E’ solo un piccolo ritardo, può capitare, amico. Ah, sì? E lo sai io cosa ti rispondo, vaffa...”
“No, no, no!”, Tsukasa gli strappò prontamente il telefono dalle mani. “Pronto? Sì, chiedo scusa, mio marito è un po’ nervoso. Certo, ma certo, assolutamente, non si preoccupi. Grazie, mille grazie. Buona giornata”.
Chiuse la chiamata. Poi sospirò e guardò Kuga, il quale se ne stava imbronciato.
“Terunori, ti prego, per favore… potresti evitare di litigare con ogni essere vivente e non?”
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi | Personaggi: Kuga Terunori, Souma Yukihira, Takumi Aldini, Tsukasa Eishi, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
15 - Natale

Satoru si stava divertendo a guardare Kou e Hajime. Erano così piccoli e morbidi che quasi non se ne capacitava. Non vedeva l'ora che crescessero, poiché erano ancora troppo fragili per poter giocare con lui.
"Quando cresceranno, quando?", domandò il bambino. Takumi stava cercando di dargli retta, ma era molto difficile dal momento che doveva occuparsi di tutto, visto che il Natale si sarebbe festeggiato in casa sua.
"Ci vuole tempo per queste cose. Accidenti a Isami, se ne va sempre chissà dove", si lamentò cercando tra i vari cassetti. "Dov'è il mio coltello? Soma, non dirmi che lo hai buttato!"
"Io non sono come te che butti tutto senza motivo!", esclamò offeso, mescolando qualcosa in una padella. "E poi qual è il problema? Usane un altro!"
"Lo sai che non riesco a cucinare senza il mio coltello!".
Satoru si portò una mano sul viso, guardando poi i gemelli, che adesso stavano seduti sul divano e lo guardavano con curiosità.
"Sono strani forte, vero?", domandò cantilendando, porgendo una mano a Hajime, che la afferrò con entusiasmo.
Il bambino più grande rabbrividì quando sentì un alito di freddo dietro il collo. Effettivamente la porta si era aperta, poiché Isami e Yuki erano appena tornati.
"Papà, mamma!", esclamò contento. "Avete comprato il mio regalo?"
"Ma che accoglienza calorosa, eh?", fece Yuki posando un bacio sulla testa del figlio. "Takumicchi! Come va con la preparazione?"
"Andrebbe meglio se solo Soma non avesse buttato il mio coltello!", si rivolse al marito. "Piuttosto, dov'è tuo padre? Aveva detto che sarebbe arrivato prima per darci una mano con i bambini"
"E che vuoi che ne sappia io?".
Takumi evitò accuratamente di rispondere. Doveva assolutamente  mantenere la calma, considerando che di lì a poco la sua casetta così tranquilla si sarebbe riempita di persone. E infatti, un quarto d'ora dopo arrivarono Kuga, Tsukasa e Rindou, ovviamente con l'immancabile Simba. Poi erano arrivati Nene e Isshiki, poi Hisako con Erina e Alice con Marui. Li avevano seguiti Ryou, Akira con Yukio e infine Megumi e Shinomiya. Di Joichiro neanche l'ombra.
Immediatamente, Yukio e Satoru erano scappati per fare chissà dove. Quei due stavano sempre insieme e malgrado la lontananza erano più uniti che mai. Ryou dovette di sentirsi piuttosto preoccupato, non era mai una buona cosa avere dei legami con gente che viveva dall'altra parte del mondo.
"Ehi, Ryou. Vuoi del vino?", gli domandò Hayama. Lui però lo congedò con un gesto della mano.
"Beh? Non mi dire che sei di cattivo umore. Dai, è la vigilia"
"Io non sono di cattivo umore, stavo solo pensando che Yukio dovrebbe scegliersi bene gli amici". Hayama inarcò un sopracciglio.
"Ma parli di Satoru?"
"Beh... sì. Metti caso che legano troppo? Poi lui soffrirà e non va bene". Ad Hayama venne da ridere.
"Ma che papà premuroso e attento che sei, non me lo aspettavo proprio"
"Io non sono preoccupato, va bene?", domandò isterico.
"Ah, tranquillo. Hanno tre anni, loro non badano a queste cose", fece spallucce. "Se poi crescendo la cosa dovesse trasformarsi in altro..."
"Oh, ti prego", sbottò. "Te ne occuperai tu, chiaro?". L'altro non ribatté. Dopotutto era un compromesso giusto.
Nel momento in cui era arrivata, Megumi si era seduta. A causa della gravidanza era stata costretta a lasciare il suo lavoro di cameriera, ma contava di tornarci il prima possibile. Sarebbe stato facile se solo non si fosse stancata così facilmente.
Con Rindou era in ottima compagnia.
"Eizan mi ha lasciata. È così disturbante il fatto che io porti in grembo il figlio del miei migliori amici gay?"
"No, non è disturbante", la tranquillizzò Yuki. "Lo sai come sono gli uomini, si spaventano davanti a queste cose. E a proposito di uomini e le loro reazioni", guardò Megumi. "Shinomiya sembra più tranquillo adesso, eh?".
La ragazza si irrigidì.
"Sì, almeno credo. Con me è piuttosto gentile ma.... non parliamo mai del bambino. Penso non se ne renda conto, ancora"
"Beh, allora farà meglio a rendersene conto, anche perchè oramai si vede parecchio. La gravidanza dona davvero ad entrambe!", esclamò in preda alla malinconia. Poco dopo arrivò Kuga con un piatto strapieno di cibo.
"Scusate, signore. Rindou, ecco a te"
"Che? Ma Kuga! Si potrebbe sfamare un esercito con tutto questo cibo"
"Tu devi mangiare per due, quindi fidati di me". Rindou posò il piatto sul tavolo, spalancando subito dopo gli occhi.
"Oh, mio Dio"
"Cosa?!", Tsukasa aveva sentito le sue parole da lontano. "Che succede? Qualcosa non va?". Rindou scosse il capo.
"Si è mosso!"
"Ch-che?!", esclamò Kuga. "Si è mosso? Dove? Voglio sentire! Tsukassan, vieni anche tu!". I due si avvicinarono con fare un po' tremante alla ragazza e poggiarono la mano sul suo ventre che sembrava oramai un piccolo monte. Dopo alcuni secondi di silenzio  sentirono chiaramente un colpetto.
"Mi ha dato un calcio!", esclamò Terunori con gli occhi lucidi. "Tsukassan, l'hai sentito anche tu, vero? Tu dici che ci riconosce?"
"Sì", rispose con la voce rotta dall'emozione. "Io credo di sì".
"Davvero? Allora... Lion, sbrigati a nascere, non vedo l'ora di vederti"
"Ah... tranquillo, non gli permetterò di chiamarti così", sorrise Eishi, ricevendo in cambio un'occhiata truce da parte del marito. E poi sentirono i singhiozzi di Rindou.
"E adesso perché piangi?", domandò Kuga.
"Il miracolo della vita è strabiliante, non credete?", tirò su con il naso. "Ho bisogno di cibo, mi passate quel piatto per favore?".

Soma, intanto, aveva ben pensato di andare ad arrecare disturbo a Shinomiya, visto che la cosa lo divertiva tanto.
"Ciao, mio amatissimo amico, come va?", domandò abbracciandolo.
"Togliti di dosso se non vuoi che ti tiri un pugno", rispose freddo l'altro.
"Sì, va bene, mi tolgo", lui si schiarì la voce. "Comunque sia, stavo pensando che, visto che ho due gemelli  e uno andrà sicuramente con il bambino di Kuga e Tsukasa, uno dei due potrà andare con il tuo. Sai no? Intendo insieme. Dai, non sarebbe divertente?"
"Avere te come consuocero? Sì, immagina che spasso"
"Oh, andiamo", borbottò dandogli una pacca su una spalla. "Devi scioglierti un po', i bambini hanno bisogno di dolcezza. Aspetta, ti aiuto io".
A quel punto rubò letteralmente Hajime dalle braccia di Takumi e costrinse Kojiro a prenderlo in braccio.
"Beh? Ora che dovrei fare?", chiese tenendo goffamente il piccolo.
"Non lo so, qualcosa. Insomma, stabilisci un contatto, non è difficile!". Shinomiya alzò gli occhi al cielo e sospirò, puntando poi gli occhi su quelli chiari del neonato.
"Amh... io non sono per niente bravo con certe cose, immagino si veda eh?", Hajime per tuta risposta rise, allungando una manina nel tentativo di afferrare i suoi occhiali.
"Ah è così? Ridi di me. Senza ombra di dubbio sei insolente come Soma. Però sei simpatico per essere un bambino, te lo concedo. Non può essere difficile, vero?"..
Sembrava star andando abbastanza bene. Kojiro era convinto di questo. O almeno ne rimase convinto fino al momento in cui Hajime non vomitò tutto il latte bevuto meno di mezz'ora prima. L'uomo spalancò gli occhi, disgustato.
"Mio Dio, che schifo! Qualcuno vuole riprendersi questo bambino?!", esclamò esasperato. Takumi allora si avvicinò, riappropriandosi di suo figlio e rivolgendosi poi a Soma.
"Soma, ma che fine ha fatto tuo padre? Forse dovremmo chiamarlo? Sono preoccupato"
"Ah, vedrai che non gli è successo niente"
"E infatti non è per lui che sono preoccupato, ma per me. Ha in mente qualcosa, ne sono certo".
Yukio e Satoru intanto se e stavano seduti sul divano a giocare, quando l'attenzione del primo fu attirata da qualcosa, anzi, da qualcun oche stava picchiettando contro il vetro.
"Oh", sussurrò. "C'è Babbo Natale! Akira, Ryou, c'è Babbo Natale!"
"Eh?", domandò il corvino distrattamente. "Ma che dici?"
"È vero!", lo difese Satoru. "Non lo facciamo entrare?".
A Takumi bastò poco per capire quello che stava effettivamente succedendo.
"Oh, mio Dio. Non ci sto credendo", subito si fiondò ad aprire la porta. Ne entrò Joichirò, con su addosso un costume da Babbo Natale e un grosso sacco sulla schiena.
"Oh-oh, Buon Natale!", esclamò. Soma spalancò gli occhi.
"Wow, vecchio, certo che sei proprio fuori"
"Non so di cosa tu stia parlando, io sono Babbo Natale. O almeno",abbassò la voce. "Davanti ai bambini fingi che sia così. Chi vuole un regalo?"
"Io, io!", esclamò Satoru agitando una mano.
"Vedo che alla fine ci avevo preso", sospirò Takumi. "Aveva in mente qualcosa"
"Almeno è stato carino". Soma gli si avvicinò, stringendole un braccio intorno alle spalle. "Questo è il nostro primo Natale insieme e ne sono felice. Avresti mai pensato che saremmo arrivati a tanto?"
"Sinceramente? No. Ed è stato bellissimo essere arrivato fin qui", sorrise. Poi Soma, dimenticandosi di essere in mezzo a tanta gente e lo baciò sulle labbra.

"Quel bambino, non posso crederci", si lamentò Shinomiya pulendosi con un tovagliolo. "Come fa un essere così piccolo a fare delle cose così disgustose?"
"Forse dovresti abituarti", Megumi fece spallucce. Lui allora si zittì. Talvolta dimenticava che tra non molto tempo anche lui avrebbe dovuto avere a che fare con un bambino, per non parlare poi della sua sensibilità da elefante.
Rindou si avvicinò tutta contenta alla coppia.
"Shinomiya! Mi è venuta un'idea geniale. Stavo pensando che io, tu, Megumi, Kuga e Tsukasa potremmo andare insieme al corso pre-parto, che ne dici?"
"Corso pre-cosa? No, grazie, rifiuto l'offerta"
"Ma io non te l'ho chiesto, io te l'ho ordinato! Andremo tutti insieme, così ho deciso!", proferì, guardandosi poi intorno. "Sento odore di formaggio, da dove viene?".
Shinomiya allora guardò sconvolto la moglie. A giudicare dalla sua espressione non aveva altra scelta.
Rindou intanto si era allontanata alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti, aveva una fame incontrollabile. Poi il telefono che teneva in tasca vibrò e lei lo prese. Aveva appena ricevuto un messaggio da Eizan.
"Ciao, Rindou. Vorrei parlarti, puoi? Dove sei? Vengo a prenderti".
Quel messaggio la lasciò sorpresa. e si guardò intorno per essere certa che Kuga e Tsuasa, ma soprattutto Kuga, non la vedessero.
"Sono da Soma e Takumi. Non fa niente, dimmi dove sei e vengo io, altrimenti daremmo troppo nell'occhio".
 Dopodiché infilò di nuovo il telefono in tasca.
"Amh... torno subito!"
"Aspetta? Ma dove stai andando?", domandò Kuga. Lei gonfiò le guance.
"Insomma, chi ti credi di essere, mio padre forse?". Terunori rimase lì come uno sciocco, scuotendo il capo con dissenso. Aveva ancora una lunga, lunghissima strada davanti a sé.
Dopo essersi coperta per bene, Rindou lasciò casa di Takumi e Soma. Aveva ripreso a nevicare dolcemente e l'unico rumore udibile erano le sue scarpe contro l'asfalto. Vide ad un tratto i fari di un auto e si fermò. Riconobbe Eizam, il quale aveva appena accostato.
"Rindou", ansimò scendendo. "Ti avevo detto che sarei venuto io"
"Ah, avevo bisogno di camminare" si schiarì la voce. "Che cosa volevi dirmi?". Eizan si ritrovò piuttosto in difficoltà- Rindou era diversa, forse era per la pancia ormai visibile, forse per i suoi lineamenti adesso più dolci, quasi materni. Non riusciva a credere di trovarsi lì, ma non poteva farci nulla. Rindou era sempre lì nei suoi pensieri, sempre e comunque. E anche se quella particolare situazione era assurda, non aveva il coraggio di rimanerle lontano.
"Sono un bastardo"
"Sì, direi che lo sei"
"Mi dispiace, Rindou. Davvero. Ma è stato tutto così inaspettato che quando l'ho scoperto... sono rimasto sconvolto. Quello che stai facendo è ... è forte, non in molte sarebbero disposte"
"Beh... io nella mia vita non ho fatto molte cose utili. Probabilmente questa sarà una delle poche cose buone che farò. E va bene così. Il pensiero di poter dare la vita... mi soddisfa abbastanza"
"Non devi pensarla così. Ci sono tante cose che puoi fare. Perché sei intelligente, in gamba e..", si sentì in imbarazzo, probabilmente perchè non era abituato ad essere così gentile con una persona, ma lei era diversa. Lei trascendeva ogni cosa. "Rindou, riuscirai mai a perdonarmi?".
Alla ragazza venne sinceramente da sorridere. Ci aveva sperato in un suo ritorno ed anche se l'aveva ferita, poteva capire il suo stato d'animo. Stranamente adesso non riusciva a vedersi con nessun altra persona che non fosse Eizan.
"Potrei. Ma più che me devi convincere Kuga e Tsukasa"
"Oh, aiuto... devo proprio?".
Rindou ridacchiò, avvicinandosi a lui con le mani dietro la schiena. Stranamente la voglia di picchiarlo era scemata.
"Sicuro che non scapperai più? Perché andando avanti sarà molto peggio"
"Me ne rendo conto", abbassò lo sguardo. "Devo essere pazzo. Ma si parla di te, per cui...".
Le bastò soltanto quella frase per convincersi del tutto. Era Eizan colui con cui doveva stare. Gli buttò le braccia al collo e lo baciò con dolcezza. Lui la lasciò fare, mentre portava le bracci attorno alla sua vita per stringerla più forte. Era felice di trovarsi lì, anche se il pensiero di dover affrontare Kuga lo  terrorizzava alquanto.
Ma andava bene così. Quello era decisamente un bel Natale.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Food Wars! / Vai alla pagina dell'autore: Nao Yoshikawa