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Autore: Uptrand    13/09/2018    7 recensioni
Raccolta di one shot dedicata agli uomini del primo reggimento dell'iniziativa di difesa galattica.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ignazio Gorse era un uomo con folti capelli e baffi neri, dalla carnagione scura era uno degli ufficiali dello stato maggiore del I reggimento. Era un esperto di crisi, la sua sarebbe potuta essere una presenza preziosa in questo corpo militare destinato alle zone di guerra più pericolose. 
Normalmente la sola funzione del I era distruggere il nemico, ma potevano capitare situazioni impreviste a cui dare una risposta immediata. 
Lui era a persona a cui rivolgersi in quei casi. 
Il fatto che si chiamasse Ignazio sembrava uno scherzo di cattivo di gusto. Significava figlio, ma chi fossero i suoi genitori non lo sapeva. 
Il nome dovrebbe indicare una persone sempre sorridente, dalla battuta pronta e simpatica a tutti. Le voci su di lui dicevano che non aveva mai sorriso da quando era nato, sentirlo parlare era una rarità, vederlo in compagnia qualcosa d'impensabile. 
L'idea che potesse fare una battuta, era una possibilità che nessuno poteva prendere in considerazione. 
Era originario dell'India, uno degli infiniti orfani dell'enorme disastro ambientale dello stato di Assam una dozzina di anni prima. Era stato il più grande disastro ambientale ad opera dell'uomo, in tutta la sua storia. Undici milioni di morti in tre giorni, l'intera nazione evacuata. 
Se il problema degli stati poveri, il “Terzo mondo”, sembrava essere stata risolto su tutto il pianeta era come se questo si fosse spostato in quest'unica zona. 
Quasi a ricordare che gli essere umani non si sarebbero mai sbarazzati di cose come povertà, odio, fame, fanatismo religioso e di qualsiasi altro problema. 
Quello che fu lo stato di Assam era diventato l'unica zona senza legge dell'intero pianeta. Investire nella sua ricostruzione era una spesa assurdamente folle, inoltre nessuno credeva fosse possibile. 
Il livello del danno subito dal pianeta era tale da lasciare un senso d'impotenza.
Ignazio era allora solo un ragazzo, trovato e salvato da alcuni missionari gesuiti che gli diedero quel nome. Non voleva parlare con nessuno, ma in qualche modo bisognava chiamarlo. 
Prese quel nome nella più completa indifferenza, era nato Ignazio Gorse e chiunque fosse stato prima era morto il giorno del disastro. 
Rimase a lungo con i volontari gesuiti, anche se lui era chiaramente indiano come indicavano i suoi lineamenti la differenza di cultura e religione non parve un problema. Era disinteressato a tutto. 
All'età minima entrò nell'Alleanza dei Sistemi, sapeva che avrebbe dovuto trovarsi un lavoro un giorno. Nessun entusiasmo, era un impiego come un altro. 
I soldi erano sempre tali, qualunque fosse la loro provenienza. 
Dimostro da subito una notevole abilità nella gestione delle crisi che coinvolgevano la popolazione, 
era vissuta per anni in una di esse. 
Aveva imparato molto sul panico e la paura, in quei casi la cosa più importante era l'ordine anche a costo di causare dei morti. Le sue decisioni erano logiche, necessarie, giuste ma assolutamente carenti di umanità. Diversi psicologi militari avevano rilevato una sorta d'incapacità a sviluppare ansia o qualsiasi sentimento di confusione. Era privo di qualunque vero interesse per qualcosa. 
Questo faceva sì che non piacesse a nessuno, ovunque fosse stato mandato era stato trasferito nel giro di qualche mese, unica soluzione non potendo congedarlo. 
Il suo ultimo trasferimento e attuale impiego era al I reggimento I.D.G. 
Gli venne affidato il comando del reparto medico, sebbene lui non lo fosse. Dopotutto i reparti sanitari entravano all'opera in quasi ogni crisi, il suo compito sarebbe stato garantirne l'operatività e la protezione.

« Mi rifiuto. » dichiarò seccato Ignazio al suo comandate, erano nel suo ufficio. 
Lui lo guardò seccato « Guarda che non puoi scegliere, la missione è da svolgere. » obiettò Steve.
« Pretendo di poterlo fare. Mi sto ammutinando mi faccia arrestare. » 
« Non ti metto agli arresti, non ti darò una scusa per evitarla. » 
« Dannazione. » 
« La questione è semplice, ci sono delle navi piene di profughi che sono salpate da Erinle. Hanno bisogno di assistenza medica, tu sarai tra quelli che la fornirà. » 
« Un attimo, quel posto è al centro di tutto il casino che sta succedendo tra Dominio Yahg e il Consiglio della Cittadella. Entrambe la parti hanno deciso che nessuna nave sarebbe entrata o uscita  dall'orbita del pianeta, accettando qualsiasi situazione che si fosse venuta a creare sul pianeta al termine di un periodo di quindici giorni. Dopodiché pace e il pianeta sarebbe stato suddiviso in base alla posizioni di ciascuno. Queste navi come hanno fatto a lasciare il pianeta? » 
« I civili sul posto hanno deciso per conto loro, fregandosene di militari e politici. Gli yahg non hanno avuto nulla da ridire, più gente scappa e prima il pianeta sarà loro. » 
« Questo ha senso, però non capisco perché deve essere l'unità sanitaria del I ad occuparsene. Ci sarà un esercito di quelle patetiche associazioni di volontari pronti ad aiutare dei profughi, lasciamo tutto a loro. Amano credere di servire a qualcosa, quegli idioti stravedono per il sorriso di un poveraccio contento di avere un pasto caldo. » 
« Sono d'accordo con te, ma … » 
« Ecco la fregatura! » 
« Il Consiglio pensa che sarebbe un ottima pubblicità, se ci fossero anche i suoi soldati. » 
« Dannazione. » ripeté Ignazio sapendo di non aver scelta, odiava l'idea muoversi per la “politica”. 

Le astronavi in fuga erano atterrate su un vicino pianeta abitabile in attesa di avere una destinazione definitiva. La maggior parte dei profughi erano salarian, normale visto che fuggivano da una loro colonia. 
Le previsioni iniziali di Ignazio di rilevarono giuste, c'erano tanti volontari di almeno una quindicina di gruppi diversi a prestare soccorso agli sventurati.  
Il tutto senza la minima coordinazione, tempo e risorse erano sprecate. 
La scusa della sua presenza era che i soldati ai suoi ordini avrebbero dovuto portare ordine e gestire quella che sulla carte sarebbe stata una breve emergenza. 
Lui si presentò senza un accenno di sorriso in viso, dentro a una massiccia armatura NC-13 quel volto impressionò non poco. I suoi baffi gli davano un aspetto ancora più austero, imbracciare il fucile T-17 non lo aiutava a rendersi simpatico.  
« Adesso comando io, voi ubbidite. Non perdete tempo a protestare, perché a priori ho ragione io su qualsiasi cosa. » 
Questo frase fu il discorso con cui si presentò. Non chiese quale fosse la situazione, ne aveva viste parecchie e alla fine erano sempre tutte uguali fra loro almeno all'inizio. 
Anche le decisioni da prendere per risolverle. 
Niente di particolare, solo buon senso. Ma tutte le sue esperienze dimostravano che le famose associazioni di volontari erano troppo impegnati nelle rivalità fra loro per curarsene.
Da sempre i poveri, disgraziati e reietti potevano essere un buon affare.
Era passata un'ora dal suo arrivo a quando aveva finito di dare le sue istruzioni, aveva un'aria di chi aveva visto troppe volte quello scenario. 
Quando udì l'urlo si drizzò in piedi, il coro di urla lo fece correre all'esterno. Quelle non facevano parte della “routine”, almeno non fino a quando l'accampamento improvvisato non cadeva vittima dell'anarchia o di qualche farabutto. 
Normalmente capitava dopo una ventina di giorni di cattiva gestione, non dopo un solo giorno. 
Aprì la porta, quello che vide lo lasciò confuso. 
Davanti a lui una sorta di cavità oscura all'apparenza umida. Prima che la sua mente realizzasse cosa vedesse, questa si chiuse su di lui. 
Un essere grottesco, tondeggiante, senza braccia e gambe fluttuava in aria. Aveva un solo grande occhio verde che oltre all'enorme bocca, segnata da denti grande quanto la mano di un uomo, era la sola cosa che definiva quello che si poteva definire un volto. 
Un'aurea blu elettrico avvolgeva la creatura, segno che riusciva a fluttuare in aria usando poteri biotici. La pelle era ruvida, spessa e rossastra. 
Il T-17 nella mano destra di Ignazio fece fuoco, un singolo colpo che sventro l'essere lungo tutto il lato destro. Cadde al suolo trascinando con se il soldato. 
Lui si rialzò confuso ma sano, la corazza dell'armatura l'aveva protetto dal morso. Non era però priva di danni, ben visibili erano numerose ammaccature provocate dai denti.  
Aveva un'infinità di domande, ma le priorità erano altre.
L'allarme si era ormai diffuso, i suoi soldati stavano combattendo e li sentiva sul canale militare.  
Facevano quello per cui erano addestrati, contrastavano il nemico. 
« Tutto sbagliato. » mormorò fra se.
« A tutti i soldati, evitate lo scontro col nemico, concentratevi sull'evacuazione. Combattete solo per difendere la vostra e la loro vita. In ogni altro caso scappate. » ordinò perentorio. 
Non avevano informazioni, il campo non aveva nessun valore. 
La sua intenzione era semplice, ritirarsi riducendo al minimo i combattimenti e i pericoli. 
Le prime istruzioni date quando era arrivato furono basilari, piazzare olo-cartelli vicino agli edifici più importanti e indicare quattro uscite in direzione dei fondamentali punti cardinali. 
La gente aveva bisogno di punti di riferimento, molti non se ne rendevano conto ma era un'esigenza fondamentale come cibo e acqua. 
In questo caso potevano fare la differenza tra la vita e morte. « Evacuare verso l'uscita sud! » 
Nessuno perse tempo a discutere quell'ordine, ma corsero verso quella scritta olografica sospesa in aria: USCITA SUD. 
Sarebbero stati al sicuro? Ignazio non ne aveva la minima idea, quegli esseri arrivavano da nord e il modo più semplice per allontanarsi da essi era andare in quella direzione. 
I suoi soldati adesso sapevano in che direzione combattere, retrocedere verso sud combattendo il nemico in arrivo da nord. 
Si formò un perimetro, un fronte. I T-17 sputavano i loro colpi ad energia. 
Ma le bestie avanzavano, a gruppi di due o tre. In totale poteva contarne una quarantina, lui però aveva solo una quindicina di soldati. In maniera simile agli animali sembravano essere capaci di operare in branco usando tecniche di caccia. 
Il branco di quelle strane bestie si fermò a non più di una decina di metri dal perimetro improvvisato dei soldati, riparati dietro a nascondigli improvvisati. 
Ignazio si chiese cosa stessero facendo, ma non aveva tempo da perdere « Si sono fermati. Metà di noi arretrino, poi gli altri e così via. Cerchiamo di distanziali. » 
Palle di acido caddero su di loro, corrodendo i deboli ripari e danneggiando il duro metallo delle armature. 
Le bestie attaccarono sfondando ogni difesa con un salto biotico, furono addosso ai soldati e le loro fauci si chiusero su di loro. Il metallo cominciò a piegarsi. 
Ignazio si diede dell'idiota a non averci pensato, se quei mostri potevano usare l'energia biotica per fluttuare perché non avrebbero potuta usarla per attaccare? 
Era esattamente quello che stavano facendo, potenziando la forza del loro morso. 
« Figli di puttana! » gridò furioso Ignazio, scacciato a terra da due di quelle bestie. Una gli bloccava il braccio destro, tenendolo ben stretto nella sua morsa. Lo stesso faceva l'altra bestia alla sua gamba sinistra. La massa di quegli esseri gli bloccava la vista, non aveva idea di cosa stesse accadendo attorno a lui  e aveva perso la sua arma.
Sentiva solo i suoi uomini urlare per la paura e lo sforzo di difendersi. 
Ignazio era sicuro di non aver ancora riportato delle ferite, ma era altrettanto certo che non avrebbe potuto far affidamento sulla sua corazza ancora per molto. 
Seguendo la sua rabbia, sfruttando la forza meccanica che la corazza gli concedeva, colpì con il braccio libero l'occhio della bestia che gli bloccava l'altro. 
Affondò con le dita nelle grande pupilla, sentì la creatura ringhiare di dolore mentre non lasciava la presa. Strattonò con forza, strappandogli il grande occhio mentre si accasciava morente al suolo. 
La presa all'altro braccio venne subito meno, stava per alzarsi per affrontare quella che gli bloccava la gamba ma venne preceduto. 
Notando che la sua preda era libera, lasciò l'arto e gli saltò addosso.
Ignazio sapeva solo che stava imprecando, ma non avrebbe mai saputo dire quali fossero le parole pronunciate. Le fauci della bestia erano spalancate contro di lui, bloccate e trattenute solo dalla presa delle sue mani.
La creatura spingeva, dimostrando una notevole forza fisica. Venne sospinto lungo il terreno, lasciando un leggero solco. 
Il problema era però la saliva: acido puro. Poteva sentire i guanti di metallo sfrigolare, mentre stringevano le labbra di quella bocca simile a quella di un serpente. 
La corsa terminò contro la parete di metallo di una delle navi atterrate, un impatto che sorprese sia uomo che bestia. 
Un secondo di distrazione di cui Ignazio approfittò. Sfondando l'occhio della bestia da cui uscì un fiotto di sangue. Il cadavere gli cadde addosso, facendogli sputare tutto l'aria che aveva nei polmoni. Era pesante, molto più di quello che credeva. 
Non perse tempo in quegli inutili pensieri, poteva sentire i suoi uomini gridare. 
Buttò il cadavere di lato e corse prendere il fucile, l'unico pensiero che si concesse fu “Buon segno, i cadaveri non urlano.” 
Fece fuoco, distratte dalle rispettive prede le bestie non riuscirono a reagire prontamente. 
Muscoli e pelle non erano una difesa sufficiente dal T-17, ne uccise diverse liberando i commilitoni che tornarono a combattere facendo lo stesso. 
Le bestie li avevano colti di sorpresa con la loro apparizione, l'uso di poteri biotici, le bombe d'acido e un corpo quanto mai robusto. Adesso, però, avevano finito i trucchi a loro disposizione. 
In venti minuti le massacrarono tutte, Ignazio trovò strano che non tentassero la minima fuga. Ma quegli animali o qualsiasi cosa fossero erano strani in tutto e per tutto. 
Quando l'ultimo morì « Rapporto sulla situazione! Conteggio dei morti tra soldati e civili! Qualcuno mi dica cosa diavolo erano! » 
In tre minuti ebbe un quadro preciso della situazione, un suo sottoposto salarian gli fece rapporto « Situazione calma, nessun morto tra i civili o i soldati, quelle bestie sembravano arrivare nella direzione in cui è atterrata una nave attualmente non identificata. Stando ai rapporti degli altri capitani civili, era un cargo commerciale ma non sanno altro. Non hanno idea di chi lo pilotasse o perché si sia distanziato dagli altri. »
L'ufficiale però era interessato a un dato in particolare « Nessun morto tra i civili? Come diavolo sarebbe possibile, quelle bestie erano fin troppo aggressive, per noi difendere tutti era impossibile. Devono esserci stati dei morti, è puro buon senso. » 
Il salarian parve un attimo incerto « Ecco, stando ai vari racconti dei civili, sembra che quelle creature siano passate in mezzo a loro ignorandoli. » 
« Allora perché avrebbero dovuto attaccare noi? »
« La sensazione è che puntassero a noi. » 
« Questo è.... lasciamo perdere. Cinque soldati rimarranno qui, i restanti con me a ispezionare il misterioso cargo. » 
Trovare la nave misteriosa fu molto facile, quello a lasciarlo stupito fu vedere a chi apparteneva.
Il logo non lasciava dubbi: Noveria Corps. 
Nel giro di due giorni il campo improvvisato venne smontato, i civili destinati su pianeti dove sarebbero stati accolti senza problemi. 
Ignazio e i suoi soldati tornarono su Bekenstein. 
Il rapporto che aveva ricevuto su quelle creature lo lasciava interdetto. Erano dotate dell'apparato sensoriale di Jasava, tipico della fauna biotiche di Thessia, questo permetteva di percepire il campo biotico di altri animali. 
In pratica avevano davvero dato la caccia a lui e ai suoi soldati per via del nucleo a eezo nelle loro corazze. 
In più rimaneva il mistero della loro origine, il coinvolgimento della Noveria Corps. Sapeva solo che il suo comandante se ne stava occupando. 

 
******

Trish chinò il capo in avanti, facendo ondeggiare i suoi biondi capelli. « Mi dispiace per tutto, ma ti assicuro che mamma non centra, quella non è davvero una delle nostre navi. Il logo è stato pitturato dopo...io...ho questo registro, se vedi... »
« Calma. » fece Steve che non si era aspettato prima di tutto di veder entrare la diciassettenne nel suo ufficio, tanto meno per quel motivo. 
Prima che potesse dire qualcosa, lei aveva cominciato a parlare. 
« Lascia perdere i registri o cose simili. Mi stai dicendo che la Noveria Coprs è estranea ai fatti? »
« Si! »
« Ok. »
« Ok? »
« A posto, va bene. »
Trish lo guardò incredula, non credeva sarebbe stato così semplice convincerlo di quella verità. 
Fu lui a farle una domanda « Perché Dasha ha mandato te? »
« Si è scelto di tenere quanto accaduto il più segreto possibile, la mia visita può essere spiegata come una di cortesia. Mandare qualche funzionario da te, avrebbe potuto attirare l'attenzione. » 
« Capisco. »
« Ma... »
« Che c'è? »
« Adesso cosa farai? »
« Niente »
« Come? »
« Se cerchi furbizia o gente che ama indagare questo è il posto sbagliato, lascerò che siano altri ben più capaci di me a investigare. Sicuramente anche tua madre starà cercando il responsabile di questo scherzo ai suoi danni. Quando mi diranno chi è e avrò gli ordini necessari, farò in modo di far saltare in aria lui e tutto il fottuto pianeta su cui si trova. » 
Trish tirò un sospiro di sollievo, era la prima volta che sua madre le chiedeva di svolgere un incarico per la compagnia. Si era sentita veramente nervosa, era felice fosse andata bene. 
« Andiamo, ti porto da me, ancora grazie per la terapia genetica di mia figlia. » 
« Non ti preoccupare, sono contenta di aiutarti. Lo dico anche a nome delle mie sorelle. »

***** 
 
La donna di colore leggeva il rapporto, facendo ruotare leggermente la sedia su cui si trovava. 
« È stata una faticaccia guidare quella nave. » commento una donna asiatica, il braccio sinistro era una protesi in metallo. 
« Non ne dubito, ma serviva qualcuno che non fosse biotico, non destasse sospetti e fosse capace. Tu avevi ogni requisito. »
Accettò quei complimenti con un sbuffo « Quindi? A cosa è servito tutto questo? »
« Prima di tutto a liberarci di qualche esperimento fallito in modo che ci fosse utile. Adesso sappiamo che possono realmente percepire l'energia biotica e cacciare chi la possiede. Questo è un dato molto importante per i nostri fini. Per essere dei prodotti di laboratorio falliti, hanno fornito dei buoni risultati. » 
« A me non sembravano tanto male, se numerosi metterebbero paura a chiunque. » 
L'asiatica ricevette una lunga occhiata indagatrice « Purtroppo non stiamo cercando di uccidere “chiunque”, per eliminare un predatore è necessario che chi lo sostituisca sia ancora più forte. Serviranno ancora diversi anni per creare qualcosa di accettabile, con una minima speranza di vittoria. » e venne congedata con un gesto della mano. 
La donna di colore tornò ai suoi studi, sicura che alla fine avrebbe creato qualcosa di superiore.
   
 
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