Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
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Autore: Nemesis01    13/09/2018    4 recensioni
Questa sarà una raccolta di flashfic che partecipa al contest “Un bacio, mille emozioni” del gruppo “Boys love”. Lo scopo del contest è quello di descrivere, attraverso quattro emozioni primarie (rabbia, gioia, paura e tristezza) un bacio. Ho scelto un fandom inusuale, “Romeo e Giulietta”. Mi sono molto lasciata trasportare dalla mia momentanea fissa per il musical che ne è stato tratto.
[ 01. Rabbia – Benvolio / Tebaldo ] - [ 02. Tristezza – Mercuzio / Romeo ] - [ 03. Paura – Benvolio / Romeo ] - [ 04. Gioia - Benvolio / Mercuzio ]
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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3. nel sangue suo si specchierà

 

Note dell’autrice:

 

Benvolio: Io che non son altro qua che un amico della prima età. Io che amavo balli e musica che farò? Noi così lontani, noi, dalla morte che oramai sta avvolgendo la città come un ragno che la tela fa.

 

A differenza delle altre scene che sono tratte dal libro, questa è tratta dal musical in questione. In “paura” approfondirò i sentimenti di Benvolio nei confronti di un Romeo esiliato per l’assassinio di Tebaldo.

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Ci tengo a precisare che le citazioni e i personaggi sono © di W. Shakespeare e la mia è un’opera senza alcuno scopro di lucro.

 

☼ ☼ ☼

 

La vita di Tebaldo si era spenta, quel giorno infame. Il sangue del Capuleti era stato versato e Benvolio lo sapeva che era stato Romeo a spegnerlo, spinto dalla sete di vendetta per la precoce morte di Mercuzio.

 

Il Principe si mostrò particolarmente severo e zelante nelle indagini; troppo era stato il sangue versato per quella contesa tra le due famiglie, e questa volta era stato versato anche sangue reale. Non sarebbe stato indulgente come suo solito e Benvolio ne era consapevolmente spaventato.

 

Temeva per le sorti di Romeo, giovane e innamorato, e già colpito brutalmente dalla morte dell’amico; che cosa avrebbe fatto se fosse stato condannato alla gogna?
Se il Principe lo condannasse a una vita esiliato in prigione?
Se l’aspettasse l’esilio?

 

- Benvolio, cugino mio, - pianse Romeo. – Che fine farò? –

 

Cosa poteva dirgli per rincuorarlo? Per incoraggiarlo?

 

- Oh, Romeo, io… Vorrei poter portare indietro le lancette dell’orologio, così che anche Mercuzio sarebbe ancora vivo. – Benvolio tremava; era spaventato e voleva solo stringere il cugino; l’abbracciò per le spalle, saldamente.


- Andrà bene, Romeo. Andrà tutto bene, - gli sussurrò all’orecchio. Benvolio si staccò per guardarlo in viso e lo scoprì pieno di lacrime. Il cuore gli batteva in petto impazzito, per quelle vite spente, perché le cose sarebbero cambiate totalmente, perché in un modo o nell’altro lui non avrebbe più potuto vedere il suo Romeo.

Lo baciò, assaggiò quelle labbra salate e portò le mani sulle sue guance. Il principe l’aveva chiamato e lui, con un nodo in gola, fu costretto ad obbedire.

 

- Dove son quei ribaldi istigatori ch’hanno acceso per primi questa rissa? – chiese il governante.

- Nobile principe, là vedi steso a terra l’uomo, ucciso da Romeo, che aveva prima ucciso il tuo parente, il valente Mercuzio. – le parole gli uscirono strozzate e cercavano di discolpare Romeo, quel ragazzo giovane e innamorato che voleva vendicare il suo amico.

- Benvolio, chi l’ha incominciata questa violenta rissa?

- Fu Tebaldo, qui ucciso da Romeo, che gli rispondeva con le buone, e l’esortava sulla futilità di quella rissa. Benché tutto ciò gli fosse detto con pacatezza, non ci fu verso di ridurre in calma la furia di Tebaldo che sferra un colpo mortale al buon Mercuzio; Tebaldo, scappa via ma torna subito contro Romeo, che solo allora grida della vendetta, e che ancor prima ch’io trovassi il tempo di snudare la spada per dividerli, Tebaldo era già ucciso. Questa è la pura verità. Muoia Benvolio, se non è così.

 

Il principe sembrò volerci riflettere, ma dopo pochi minuti esclamò la condanna: - Che sia bandito da questo nostro Stato, con effetto immediato!

 

Ormai era chiaro che Romeo fosse il colpevole e i Capuleti stavano tentando di convincere il Principe a condannarlo alla morte, mentre i Montecchi chiedevano pietà.

Benvolio chiedeva bontà per Romeo. Era tremante come una foglia al vento. Gli si parò davanti.


- Pietà signore! – urlò, con voce spezzata.

- La pietà è assassinio quando perdona gli assassini. – quelle furono le ultime parole e Romeo fu condannato.

Le sue paure erano diventate realtà; Benvolio non avrebbe più visto Romeo.

 

   
 
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