Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
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Autore: Nemesis01    05/09/2018    4 recensioni
Questa sarà una raccolta di flashfic che partecipa al contest “Un bacio, mille emozioni” del gruppo “Boys love”. Lo scopo del contest è quello di descrivere, attraverso quattro emozioni primarie (rabbia, gioia, paura e tristezza) un bacio. Ho scelto un fandom inusuale, “Romeo e Giulietta”. Mi sono molto lasciata trasportare dalla mia momentanea fissa per il musical che ne è stato tratto.
[ 01. Rabbia – Benvolio / Tebaldo ] - [ 02. Tristezza – Mercuzio / Romeo ] - [ 03. Paura – Benvolio / Romeo ] - [ 04. Gioia - Benvolio / Mercuzio ]
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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» Verona bella

Questa è una raccolta di flashfic che partecipa al contest “Un bacio, mille emozioni” del gruppo “Boys love”. Lo scopo del contest è quello di descrivere, attraverso quattro emozioni primarie (rabbia, gioia, paura e tristezza) un bacio. Ho scelto un fandom inusuale, “Romeo e Giulietta”. Mi sono molto lasciata trasportare dalla mia momentanea fissa per il musical che ne è stato tratto.
[ 01. Rabbia – Benvolio /Tebaldo ] - [ 02. Tristezza – Mercuzio / Romeo ]

 

 

2. quaggiù la notte non perdona

 

Note dell’autrice:

 

Romeo: Coraggio, la ferita non è grave.

Mercuzio: Oh, no, non è profonda come un pozzo, né larga come un portale di chiesa, ma basterà, non c’è bisogno d’altro: domandate di me domani a giorno, e vi diranno che sono una tomba.

 

La morte di Mercuzio mi ha sempre lasciata con un senso di amarezza. Un conto, però, è leggerla attraverso le parole di Shakespeare, un conto invece è vederla dal vivo nel musical. Complice, forse, l’interpretazione dell’attore, e quel bacio dato arbitrariamente, ecco a voi la tristezza.

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Ci tengo a precisare, da prassi, che le citazioni e i personaggi sono © di W. Shakespeare e la mia è un’opera senza alcuno scopro di lucro.

 

☼ ☼ ☼

 

- Accidenti alle vostre due famiglie! - furono le uniche parole che Mercuzio riuscì a ribadire in quell'istante. Le urlò con le poche forze che gli erano rimaste in corpo, disperato.

 

Era stato ferito crudelmente dal pugnale di Tebaldo, nell'istante in cui Romeo si era contrapposto fra loro. Un velo di tristezza calò sullo sguardo profondo di Mercuzio e la sua voce si spezzò di dolore.

Barcollava ma si sforzava continuamente per rimettersi in piedi. Quei piedi che usava generalmente per ballare e cantare, ora faticavano anche a sostenere il suo corpo.

 

Quel maledetto Tebaldo se l'era svignata senza un minimo di rammarico, era svanito col sorriso sulle labbra dopo avergli inflitto quel colpo, lasciandolo in una pozza di sangue.

 

Romeo era rimasto incredulo e si avvicinò al suo amico; voleva rincuorarlo, ma doveva fare i conti con il senso di colpa che l'attanagliava. Se non si fosse intromesso, Mercuzio non sarebbe stato colpito e il suo sguardo sarebbe stato ancora vivo e luminoso.

 

- Coraggio, - disse Romeo, raggiungendolo a passo lento. - La ferita non è grave. -

 

Mercuzio sorrise con quel suo riso maledettamente contorto, disperato e suadente. Incurvò le labbra e se le inumidì; in seguito esclamò: - Oh, no, non è profonda come un pozzo, né larga come un portale di chiesa, ma basterà, - singhiozzò, e le mani che coprivano la ferita s'inzupparono di sangue. - Non c’è bisogno d’altro: domandate di me domani a giorno, e vi diranno che sono una tomba. - la risata di Mercuzio echeggiò nella piazza ora deserta. Sembrò essere una risata quasi nevrotica e s’accasciò.

 

Non poteva essere vero, Mercuzio non poteva morire, neanche da Re.  Lui, che amava tanto la sua vita, che ne aveva sempre preso il meglio, il divertimento puro, il vino buono, il sesso migliore, le donne più belle. Romeo l’accolse tra le proprie braccia e lo strinse a sé, cercando miseramente di non piangere.
In quell’istante capì che i loro sguardi non si sarebbero più incrociati, che non avrebbe più potuto udire il suono della sua voce, che non avrebbe più potuto godere dei suoi consigli.

- Mercuzio… - chiamò in un sospiro. Come poteva reggere la colpa di averlo fatto uccidere?

 

- Maledico te, Romeo. – biascicò; sembrava essere in difficoltà anche solo nel parlare, come se le parole gli si bloccassero in gola. – Romeo, amico mio… - lo chiamò con dolcezza e investì le ultime forze per accarezzargli il volto. La pelle di Romeo era liscia ma bagnata dalle sue lacrime, - Ti bacio per dirti… - ma non riuscì a finire la frase; perché sprecare fiato con delle parole che non avrebbero avuto più senso? Che sarebbero evaporate in un soffio in quella gelida giornata?

 

Mercuzio si sollevò a dare un bacio al suo Romeo. Le sue labbra erano umide, il suo sapore buono come il suo animo dolce e delicato.

 

A Romeo, di Mercuzio non era rimasto che un ultimo madido bacio e non riuscì a non urlare dalla disperazione quando si rese conto che il suo amico non respirava più, non lo baciava più.

 

Mercuzio era morto, ed era morto da Re.

 

☼ ☼ ☼

 

PS: per capire a fondo quest’ultima frase vi invito a guardare “I re del mondo”.

 

   
 
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