» Verona bella
Questa è una raccolta di flashfic
che partecipa al contest “Un bacio, mille emozioni” del gruppo “Boys love”. Lo
scopo del contest è quello di descrivere, attraverso quattro emozioni primarie
(rabbia, gioia, paura e tristezza) un bacio. Ho scelto un fandom
inusuale, “Romeo e Giulietta”. Mi sono molto lasciata trasportare dalla mia
momentanea fissa per il musical che ne è stato tratto.
[ 01. Rabbia – Benvolio /Tebaldo
] - [ 02. Tristezza – Mercuzio / Romeo ]
2. quaggiù la notte non
perdona
Note
dell’autrice:
Romeo: Coraggio, la ferita non è grave.
Mercuzio: Oh, no, non è profonda come un pozzo,
né larga come un portale di chiesa, ma basterà, non c’è bisogno d’altro: domandate
di me domani a giorno, e vi diranno che sono una tomba.
La morte di Mercuzio mi ha sempre lasciata con un senso di amarezza. Un
conto, però, è leggerla attraverso le parole di Shakespeare, un conto invece è
vederla dal vivo nel musical. Complice, forse, l’interpretazione dell’attore, e
quel bacio dato arbitrariamente, ecco a voi la
tristezza.
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Ci tengo a precisare, da prassi, che le
citazioni e i personaggi sono © di W. Shakespeare e la mia è un’opera senza
alcuno scopro di lucro.
☼ ☼ ☼
- Accidenti
alle vostre due famiglie! - furono le uniche parole che Mercuzio
riuscì a ribadire in quell'istante. Le urlò con le poche forze che gli erano
rimaste in corpo, disperato.
Era stato ferito crudelmente dal pugnale di
Tebaldo, nell'istante in cui Romeo si era contrapposto fra loro. Un velo di
tristezza calò sullo sguardo profondo di Mercuzio e
la sua voce si spezzò di dolore.
Barcollava ma si sforzava continuamente per
rimettersi in piedi. Quei piedi che usava generalmente per ballare e cantare,
ora faticavano anche a sostenere il suo corpo.
Quel maledetto Tebaldo se l'era svignata
senza un minimo di rammarico, era svanito col sorriso sulle labbra dopo avergli
inflitto quel colpo, lasciandolo in una pozza di sangue.
Romeo era rimasto incredulo e si avvicinò
al suo amico; voleva rincuorarlo, ma doveva fare i conti con il senso di colpa
che l'attanagliava. Se non si fosse intromesso, Mercuzio
non sarebbe stato colpito e il suo sguardo sarebbe
stato ancora vivo e luminoso.
- Coraggio,
- disse Romeo, raggiungendolo a passo lento. - La ferita non è grave. -
Mercuzio sorrise con quel suo riso maledettamente contorto, disperato e
suadente. Incurvò le labbra e se le inumidì; in seguito esclamò: - Oh, no, non è profonda come un pozzo, né
larga come un portale di chiesa, ma basterà, - singhiozzò, e le mani che
coprivano la ferita s'inzupparono di sangue. - Non c’è bisogno d’altro: domandate di me domani a giorno, e vi diranno
che sono una tomba. - la risata di Mercuzio
echeggiò nella piazza ora deserta. Sembrò essere una risata quasi nevrotica e s’accasciò.
Non poteva essere vero, Mercuzio
non poteva morire, neanche da Re. Lui,
che amava tanto la sua vita, che ne aveva sempre preso il meglio, il
divertimento puro, il vino buono, il sesso migliore, le donne più belle. Romeo
l’accolse tra le proprie braccia e lo strinse a sé, cercando miseramente di non
piangere.
In quell’istante capì che i loro sguardi non si sarebbero più incrociati, che
non avrebbe più potuto udire il suono della sua voce, che non avrebbe più
potuto godere dei suoi consigli.
- Mercuzio… - chiamò in un sospiro. Come poteva reggere la
colpa di averlo fatto uccidere?
- Maledico
te, Romeo. – biascicò; sembrava essere in difficoltà anche solo nel parlare,
come se le parole gli si bloccassero in gola. – Romeo, amico mio… - lo chiamò con dolcezza e investì le ultime
forze per accarezzargli il volto. La pelle di Romeo era liscia ma bagnata dalle
sue lacrime, - Ti bacio per dirti… -
ma non riuscì a finire la frase; perché sprecare fiato con delle parole che non
avrebbero avuto più senso? Che sarebbero evaporate in un soffio in quella
gelida giornata?
Mercuzio si sollevò a dare un bacio al suo Romeo. Le sue labbra erano
umide, il suo sapore buono come il suo animo dolce e delicato.
A Romeo, di Mercuzio
non era rimasto che un ultimo madido bacio e non riuscì a non urlare dalla
disperazione quando si rese conto che il suo amico non respirava più, non lo
baciava più.
Mercuzio era morto, ed era morto da Re.
☼ ☼ ☼
PS: per capire a fondo quest’ultima frase vi invito a guardare “I re del mondo”.