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Autore: JAPAN_LOVER    14/09/2018    2 recensioni
Misa fece spallucce e, inarcando maliziosamente un sopracciglio, punzecchiò il ragazzo rachitico che le era affianco:
“Non sarai mica gay, Ryuzaki?”
“No, Misa – rispose lui, con la solita voce priva di emozioni – non sono affatto gay!”
“Allora dimostramelo – lo incalzò, con tono di sfida – baciami!”



Sospettata di essere il secondo Kira, Misa era tenuta sotto stretta sorveglianza al Quartier generale. Questo, in fondo, le stava bene perché avere accanto un Light che sembrava non volerne sapere niente di lei, era più facile da riconquistare.
Se è vero che le migliori armi di seduzioni per una donna sono la bellezza e la gelosia, lei su queste cose era sicurissima di poter contare.

L era il più grande detective del mondo impegnato sul caso Kira. Lucido, freddo, razionale, era disposto a ricorre a ogni mezzo pur di catturare il suo nemico. Figuriamoci se si fosse fatto scrupoli ad approfittare di un’ingenua e innamoratissima modella, per raggiungere i suoi scopi.

Uniti da un tacito accordo, chi per primo tra i due verrá meno al patto?
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Misa Amane
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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SILENZIO STAMPA


Erano trascorsi diversi giorni da quella strana notte e, da allora, Misa non era più tornata nella sala monitor, dal suo amico Ryuzaki.
L rifiutò di ammettere con sé stesso che un po’ gli mancavano quelle visite notturne. Del resto, era sempre stato un tipo solitario e così sarebbe continuato ad essere.
Il detective sentiva cedere le gambe ogni qual volta ritornava con la mente a quella notte. Tutto era avvenuto così in fretta e spontaneamente, tanto che era riuscito a razionalizzare quel che era successo solo al mattino seguente. Una calda e strana sensazione gli opprimeva il basso ventre, quando tutto gli riaffiorava alla mente.
L non poteva credere Misa fosse stata in grado di spingerlo fino a quel punto, oltre quel limite che mai si immaginato di poter attraversare. Misa gli aveva fatto scoprire un mondo tutto nuovo e per lui ancora inesplorato: il corpo femminile. E lo aveva trovato ancora più caldo, eccitante ed attraente di quanto si sarebbe aspettato.
Quella biondina esuberante, tanto bella quanto ingenua! Sin dal principio si era presa una certa confidenza, mentre in realtà lui le aveva dato corda semplicemente perché gli andava, perché gli piaceva giocare al gatto col topo, prima di mangiarlo. L era fatto così, per quanto provasse simpatia nei suoi riguardi, non riusciva a sentirsi in colpa di aver approfittato di lei fino a quel punto. Al 100% lei era il secondo Kira, praticamente una condannata alla forca, ma il detective non riusciva a pentirsi in alcun modo di quella notte.

Una mattina, Light era nella sala monitor davanti al computer. Anche suo padre e i suoi colleghi erano completamente immersi nel lavoro. Tutti erano al loro posto, tutti sembravano indaffarati, tutti tranne Ryuzaki.
Di tanto in tanto, L mandava giù un macarons e, accovacciato sulla sua poltrona girevole, a gioco, roteava su stesso. Quell’eccentrico detective dall’aria perennemente stanca sembrava vagare nel suo mondo.
A Light infastidiva un po’ questo nuovo atteggiamento del detective. Ryuzaki aveva dato prova di voler catturare Kira a ogni costo e non si era fatto scrupoli a rinchiudere lui e Misa in una cella fino allo sfinimento. Come mai, proprio in quel momento che c’era da rimboccarsi le maniche, si mostrava così distratto e passivo?
“Ryuzaki, siamo in questo nuovo quartier generale super attrezzato – lo apostrofò il ragazzo castano, non riuscendo a trattenersi – ma sbaglio o mi pare di capire che non hai molta voglia di lavorare?”
Distrattamente, il detective dai capelli corvini lanciò un’occhiata di sbieco a Light.
“Voglia di lavorare, hai detto? In effetti non ne ho. A dire il vero sono depresso!” ammise L, leccando un macarons verde.
Quel giorno, Ryuzaki sembrava particolarmente apatico.
Light sgranò gli occhi, visibilmente perplesso:
“Depresso?”
“Vedi, ho sempre pensato che tu e Misa foste Kira – rispose atono il detective – ma ora che la mia pista è andata in fumo, mi sento piuttosto depresso!”
Light non sapeva se credere completamente alle parole del detective. Che fosse tutta una messinscena per fargli abbassare la guardia o sotto c’era dell’altro? Questo non poteva saperlo, ma senz’altro c’era qualcosa di strano nell’aria.
Inoltre, l’intuito gli suggeriva che, nonostante le indagini davano prova della sua innocenza, i sospetti di Ryuzaki su lui e Misa non si erano mai dileguati del tutto.
Sempre molto controllato, il figlio del sovrintendente inspirò profondamente e incrociò le braccia.
“Certo che sei davvero egoista, Ryuzaki!” sentenziò il ragazzo castano, con tono severo.
“Egoista io?” fece eco il detective, colpito.
“Sei tu che hai richiuso me e Misa in una cella e adesso ti arrendi così? – replicò Light, invitandolo a dare un’occhiata sul monitor del suo computer – su, guarda un pò qui!”
Il castano gli mostrò sullo schermo il frutto delle sue ricerche.
Incredulo, L sbarrò gli occhi quando vide quanto riportato su quei grafici.
“Non ti sembra un po’ strano? – spiegò Light – queste tre persone rivestivano cariche importanti in prestigiose aziende giapponesi, e sono morte di arresto cardiaco. Come risultato, le azioni della Yostuba sono andate migliorando poco per volta. In pratica, si è trattato di morti che hanno portato vantaggi alla Yosuba. Ha fatto delle ricerche ed è saltato fuori che nelle ultime settimane sono state 13 le morti sospette. Ryuaki, tu cosa ne pensi? Secondo me, c’è la seria possibilità che Kira sostenga il gruppo Yostuba!”
La luce iridescente del monitor si infrangeva sul viso pallido di Ryuzaki, illuminandolo di un colore innaturale. Il detective rachitico cominciò a chiedersi se non avesse sottovalutato troppo le capacità del suo principale sospettato.
“Già, ma se così fosse, questo significherebbe che il vero obiettivo di questo Kira non è punire i criminali!” osservò L, premendosi l’indice sulle labbra sottili.
Light incurvò le labbra in un sorriso soddisfatto: era orgoglioso di essere riuscito a stupire persino il grande L.
“Si, può darsi che finora abbia usato gli omicidi dei criminali come copertura per nascondere le morti degli avversari della Yostuba – convenne Light, orgoglioso – allora? Ti è tornata un po’ di voglia di lavorare?”
Ryuzaki lanciò una placida occhiata al ragazzo sedutogli accanto e rammentò a sé stesso che doveva tenere gli occhi bene aperti: Light aveva un intuito e delle capacità di ragionamento fuori dal normale.

Alla luce delle nuove rivelazioni, la squadra investigativa si era concentrata sul gruppo industriale Yostuba. Quindi, anche L aveva ritrovato il giusto stimolo e si era rimesso al lavoro.
Il detective lavorava sodo e, di tanto in tanto, lanciava uno sguardo al monitor che trasmetteva le immagini in tempo reale dall’appartamento di Misa. Il più delle volte, la ragazza se ne stava sul divano a guardare la TV o a spennellare accuratamente dello smalto rosso sulle unghie.
Ormai era una settimana che la bionda non si faceva vedere. La ragazza non faceva più storie con Matsuda, per poter accedere in sala monitor. Al contrario, ogni giorno, di ritorno da lavoro prendeva l’ascensore e filava dritta nel suo appartamento. Il detective intuì subito che le motivazioni di quell’insolita buona condotta erano dovute ai sensi di colpa di Misa nei confronti di Light.
Deve essersi lasciata sopraffare dai sensi di colpa… non c’è alcun dubbio! pensò il detective, mordicchiandosi nervosamente il pollice.
Il sovrintendente Yagami giunse alle sue spalle, cogliendolo di sorpresa e interrompendo il filo dei suoi pensieri. Il poliziotto parò davanti ai suoi occhi un registro e si schiarì la voce con un colpo di tosse.
“Ryuzaki, ho fatto delle ricerche – disse il poliziotto – secondo questi dati, i delitti che spianano la strada al gruppo Yotsuba avvengono nei finesettimana. Inizialmente le date dei decessi erano casuali, ma poco alla volta si sono concentrate fra venerdì sera e domenica pomeriggio.”
“Però… – esclamò Matsuda, pieno di entusiasmo – ottima osservazione sovrintendente!”
L e Light diedero un’occhiata a quelle tabelle e rimasero colpiti da quella scoperta.
“Questo si che è un ottimo indizio – si congratulò Light, orgoglioso di suo padre – bravo, papà!”
Il sovrintendente fu grato di quel complimento, tuttavia l’alto ufficiale di polizia era un uomo tutto d’un pezzo, quindi replicò severamente:
“Ma certo Light, non mi lascerò superare da te e da Ryuzaki tanto facilmente. Non voglio mica diventare un peso per voi!”
“Un peso?” fece eco Matsuda, perplesso.
In quel momento, qualcosa cominciò ad azionarsi nel cervelletto del giovane poliziotto.
“Bene! – esclamò placidamente L – non sappiamo se Kira faccia parte della Yostuba o se si stia servendo di quella gente, ma a questo punto indagheremo a fondo sul gruppo, dando per scontato che sia tutta opera di Kira. Rivolteremo la Yostuba come un guanto!”
Tutti i membri del Quartier generale annuirono con decisione e ripresero ciascuno le proprie mansioni, tutti tranne Matsuda. L’impacciato poliziotto si sentì improvvisamente inutile, realizzando che il suo unico incarico affidatogli da Ryuzaki consisteva nel tenere d’occhio Misa fuori del Quartier generale. Quindi, facendo appello a tutto il suo coraggio, Matsuda si alzò dalla sedia e si rivolse al detective:
“Scusami, Ryuzaki, non c’è qualcosa che potrei fare anch’io oltre a impersonare il manager di Misa-Misa?”
Il detective roteò gli occhi verso Matsuda.
“Davvero? Vuole rendersi utile?” lo incalzò L.
“Si!” affermò Matsuda, con decisione.
“Allora mi versi dell’altro caffè – rispose L, con una naturalezza che disarmò il povero poliziotto – dopo di che ne versi una tazza anche ai nostri ospiti!”
Matsuda e tutti gli altri seguirono con lo sguardo il punto indicato dal detective in fondo alla stanza.
Tutti rimasero sgomenti nel vedere due individui alzarsi dal divano, in fondo alla sala.
“E quelli chi sono? E quando sono entrati?” sussultò Aizawa, visibilmente sorpreso.
Un uomo alto e biondo si avvicinò, seguito da una donna bionda e piuttosto bassa.
“Salve, io sono Aiber – si presentò lui, con un sorriso affabile – sono un truffatore!”
“Io invece sono Wedy – si presentò lei – sono una ladra professionista!”
Il sovrintendente aggrottò la fronte, incredulo. Un uomo morigerato come lui, dovette trovarsi profondamente in imbarazzo davanti a simili criminali.
“Un truffatore…e una ladra?” Mormorò Mogi, condividendo lo stupore del suo superiore.
Ryuzaki saltò già dalla sua poltrone e, con orgoglio, presentò i nuovi membri della squadra:
“Proprio così. Aiber è un truffatore con competenze indispensabili nei rapporti interpersonali, che gli permettono di entrare in confidenza con i suoi bersagli. Lo useremo come infiltrato. Wedy è una ladra capace di aprire qualsiasi serratura o cassaforte, nonché sistemi di sicurezza, ne è una prova il fatto che sia introdotta qui, senza che noi ce ne accorgessimo”
“Vorresti che collaborassimo con dei criminali?” sussultò il sovrintendente.
“Sono dei criminali, ma diversi da quelli che vengono portati allo scoperto e giustiziati da Kira – osservò L – piuttosto, pensate a loro come a dei professionisti della malavita!”
Light trattenne a sento una risata.
Conoscendo suo padre, poteva ben immaginare il suo imbarazzo. Ma L aveva ragione e, in ogni caso, era lui a capo delle indagini. Le decisioni – ortodosse o meno che fossero – le prendeva lui.
“In effetti Ryuzaki ha ragione – intervenne il castano, con fare propositivo – se vogliamo indagare sulla Yostuba, abbiamo anche bisogno di gente come loro. Quindi, uniamo le forze e diamoci da fare!”
“D’accordo!” rispose arrendevolmente il sovrintendente.
***
***
***
CIAO A TUTTI,
COME VEDETE, NON HO DIMENTICATO DI AVERE IN CORSO QUESTA FANFICTION.
IN QUESTO CAPITOLO MISA E’ IN “SILENZIO STAMPA”. L HA IPOTIZZATO CHE MISA SIA SPARITA PER NON FARSI VEDERE DA LIGHT, IL QUALE – INTELLIGENTE COM’E’ – NON CI METTEREBBE’ MOLTO PER SCOPRIRE LA TRESCA CLANDESTINA.
SPERO CHE VI SIA PIACIUTO QUESTO CAPITOLO. INTANTO, HO COMINCIATO UN’ALTRA FF QUESTA VOLTA NELLA SEZIONE “DETECTIVE CONAN” (PUBBLICITA’ TIME :’D), SE VI VA DATEGLI UN’OCCHIATA. NEL FRATTEMPO, PROMETTO DI NON IMPIEGARE TROPPISSIMO TEMPO PER LA PUBBLICAZIONE DI UN PROSSIMO CAPITOLO DI “THE LIAR GAME”. SIETE IN TANTI A SEGUIRLA…PROPRIO NON ME LO ASPETTAVO, QUINDI GRAZIE DI CUORE A TUTTI! < 3
BUONA LETTURA E A PRESTO,
JAPAN_ LOVER < 3
   
 
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